Grand Tour, così si chiamava il viaggio della vita. A partire dal XVIII secolo si afferma questa particolare esperienza per cui giovani ricchi dell’aristocrazia europea e famosi intellettuali partivano verso le principali capitali culturali d’Europa, per perfezionare il loro sapere con partenza e arrivo in una medesima città. Se oggi parliamo di turismo e più in generale dei viaggi turistici odierni come fenomeno di cultura di massa, è grazie proprio al Grand Tour romantico, viaggio turistico ante litteram. Famosissimo il Grand Tour di Johann Wolfgang Goethe che con “Viaggio in Italia” narra l’esperienza dei protagonisti, appunto, che si trovano in viaggio o nel viaggio trovano la svolta della loro vita. Venezia, Firenza, Roma, Napoli, Palermo e Agrigento. Città dopo città durante il Grand Tour i giovani, curiosi e umili, imparavano a conoscere.
E allora ecco la nostra Sindaca, Roberta Tardani, che per descrivere e difendere la sua presunta e pluri sbandierata svolta turistica orvietana sceglie, alla stregua dei famosi viaggiatori romantici, il Grand Tour (Bus). Il suo viaggio educativo alla volta di Piazza Cahen, Piazza Duomo e San Giovenale l’ha così definitivamente restituita alla più adeguata figura di eroina dell’offerta mordi e fuggi, oggi ancora più efficace perchè assistita dalla trazione ecosostenibile elettrica.
Insomma la sindaca non accetta l’evidenza di dati che certificano la stasi di un format turistico orvietano appiattito sul turismo di passaggio che consuma i monumenti e desertifica i centri storici. Un modello, quello cittadino, che non è evoluto verso formule turistiche diverse e finalizzate a fare della città di Orvieto e del suo territorio una scelta più consapevole e di sostanza da parte di un turista meno estemporaneo e sicuramente non legato alla gita fuori porta.
In questi anni il piglio dell’Amministrazione guidata dalla sindaca Tardani non è stato quello dell’amministratore politico capace di esprimere una innovativa visione attraverso l’azione politica, piuttosto quello dell’amministratore di condominio attento a sistemare, aggiustare e mantenere il portato storico delle mancate scelte politiche del passato. Insomma i dati certificano semmai che il Progetto Orvieto tanto caro alla sindaca, nel turismo, ha mancato l’obiettivo di una svolta verso un’offerta e un modello innovativo e diverso rispetto al passato. Non sarà certo il celodurismo turistico degli arrivi a smentire il dato più sensibile della permanenza media, dove la nostra Città non solo non migliora semmai arretra. Se i turisti arrivano altrettanto velocemente ripartono e, prima di fuggire, fanno in tempo a mordere qualche panino lungo il cardo e il decumano. Per la frutta invece rivolgersi al Grand Tour Bus che ha pronto anche il mandarino.