Nell’ottobre scorso ebbi modo di fare delle dichiarazioni che profetizzavano come nelle “segrete stanze” dell’Opera del Duomo si stesse lavorando per nominare il nuovo Segretario Amministratore nella persona dell’ex Sindaco del PD di Todi. Oggi, a distanza di dieci mesi, quella profezia si è completamente avverata, a dimostrazione che quando le “segrete stanze” fanno una scelta, quella scelta si realizza. Premesso che porto massimo rispetto all’OPSM ed alla sua secolare autonomia; ma, proprio perché porto rispetto, mi corre l’obbligo di affermare che questa autonomia si sta fortemente affievolendo.
Non è accettabile – lo dico da cittadino orvietano, prima che da Consigliere Comunale – che la Fabbriceria divenga una sorta di “cimitero degli elefanti” per alcuni importanti esponenti del PD, non solo di Orvieto ma anche di Todi. E’ un dato incontestabile, infatti, che l’attuale Presidente dell’Opera abbia ricoperto per anni la carica di Capo Gruppo del PD nel Consiglio Comunale di Orvieto, dopo essersi candidato anche alle primarie dello stesso partito nel 2014, e che un membro dell’attuale CdA fino a qualche anno fa sedeva nella Segreteria Regionale del Partito Democratico. Oggi, attraverso una selezione a cui hanno partecipato molti candidati (tra cui diversi orvietani), apprendiamo che l’ex Sindaco PD di Todi sarà il nuovo Segretario Amministratore. In definitiva, tre importanti membri di un partito politico alla guida dell’Opera del Duomo: con il massimo ossequio, lo ritengo un fatto irrituale che svilisce ed indebolisce la credibilità della Fabbriceria, Istituzione che ha più di settecento anni e che rappresenta, insieme al Comune, la massima Istituzione della città.