Durante il consiglio comunale del 28 luglio è tornata protagonista la sanità orvietana con un’interrogazione presentata dai gruppi di opposizione. Ha risposto la sindaco in qualità di assessore alla Sanità. La prima risposta è indirizzata a coloro che sono da sempre critici sulla scelta dell’ex-ospedale per la Casa di Comunità, tra questi anche noi di OrvietoLife, “i fondi stanziati per gli interventi sul territorio sono ampiamente sufficienti a coprire le spese per la ristrutturazione e la messa in sicurezza degli spazi e le risorse provengono sia dal Pnrr che dal bilancio della USL Umbria2”.
Roberta Tardani ha poi specificato l’ammontare delle risorse per la Casa e Ospedale di Comunità previsto in piazza del Duomo, circa 8 milioni per la ristrutturazione, l’adeguamento degli impianti e l’arredamento e le attrezzature. Come Orvieto Life abbiamo chiesto a alcune ditte, senza potere entrare ovviamente, un’ipotesi e solo per ristrutturare e ammodernare una rete elettrica che, se fosse di un’azienda privata, allo stato dell’arte sarebbe totalmente inadeguata, hanno indicato una cifra intorno ai 6 milioni di euro. Quindi, per tutto il resto e in particolare per le attrezzature mediche, rimarrebbero circa 2 milioni. In mezzo ci sono gli appalti e, con il gioco dei ribassi, e magari dei successivi adeguamenti, le cifre potrebbero quadrare (in una prima fase). Ci rimane il legittimo dubbio sulle scelta fuori tempo massimo di scegliere l’ex-ospedale per la Casa di Comunità quando “illo tempore” la stessa USL acquistò con destinazione vincolata, una porzione della Caserma Piave per gli stessi servizi. L’atto è datato 2008, sindaco Stefano Mocio. Da allora non si è mossa una virgola ma soprattutto i cittadini, non solo orvietani, non hanno avuto a disposizione un servizio adeguato e in uno spazio dedicato per oltre 15 anni. Il tutto perché si è convinti che a piazza Duomo è già tutto pronto, e non lo è, servono 8 milioni di euro. Il problema è favorire l’economia cittadina? Sembra molto un falso problema visto che l’area commercialmente più depressa è proprio quella intorno alla ex-Caserma mentre nella zona del Duomo si può contare sui flussi turistici e sugli uffici pubblici e privati concentrati in un’area piuttosto ristretta. Anche la questione traffico non è secondaria. Siamo in piena zona turistica e lì dove non si vogliono auto le andiamo a cercare facendole passare accanto all’area più di pregio della città.
Torniamo alla Piave. E’ vero, è da ristrutturare ma è lì e oggi, con il Pnrr si poteva immaginare anche l’affiancamento di altri servizi a partire da un nuovo parcheggio interrato a servizio degli utenti e dei dipendenti USL e di cittadini e turisti. E invece sembra che ci andrà un archivio, quindi con costi di ristrutturazione, spese di gestione, ma tutto va bene, ci mancherebbe.
A breve verrà presentato il piano che prevede spese per 8 milioni di euro, una parte frontale del palazzo che dovrà gestire il Comune con nuovi costi di gestione per l’Ente, il grande punto interrogativo del personale USL e comunale, cioè altre spese, e poi il moloc della ex-Piave che la USL ha tenuto fermo, senza immaginarci nulla se non un archivio, forse, che deve essere manutenuto a prescindere dalla destinazione finale. Ma va tutto bene!