La seduta del consiglio regionale del 31 gennaio ha probabilmente decretato la fine del sogno emodinamica a Orvieto. Durate il tempo dedicato alle question time il consigliere del PD Fabio Paparelli ha chiesto di conoscere le motivazione per le quali la creazione di un laboratorio di emodinamica e chirurgia interventistica presso l’ospedale di Orvieto non è stato inserito nel PSR nonostante il voto unanime del consiglio regionale con atto 95 del 21 febbraio del 2020. Spiega nel suo intervento Paparelli, “il 2 marzo del 2021 vedendo l’assenza di atti da parte della giunta ho presentato un ordine del giorno per impegnare 100 mila euro sul personale e altrettanti sulle attrezzature a valere sui bilanci del 2021, 2022 e 2023. A differenza del 2020 la maggioranza ha votato compatta in maniera contraria bocciando l’atto. A giustificare il non secco ci era stato assicurato che il tutto sarebbe stato inserito nel PSR”.
Nel Piano Sanitario Regionale, in realtà, non c’è traccia dell’emodinamica e della chirurgia interventistica per Orvieto che “ha un bacino potenziale allargato di circa 100 mila persone con possibili 250 attività annue oltre alle coronografie. E’ vero – spiega sempre Paparelli – il limite individuato a livello nazionale è di 400 angioplastiche ma con possibili eccezioni per i cosiddetti territori marginali o della aree interne. Orvieto dista più di un’ora dall’emodinamica più vicina, quella di Terni e la conferma che tale investimento sia necessario è arrivato drammaticamente lo scorso 2 gennaio con la tragica morte di un ragazzo di appena 29 anni”.
Alla seduta consiliare l’assessore Luca Coletto era assente e ha lasciato una risposta scritta letta dal vice-presidente Roberto Morroni. Una risposta che assomiglia molto a una pietra tombale sull’emodinamica e la chirurgia interventistica a Orvieto. Coletto ha tracciato una breve cronistoria della situazione ereditata con 3 sedi hub e 4 spoke, tra cui Orvieto come DEA di I livello. “A Orvieto – ha scritto Coletto – era prevista una UTIC e nel 2016 c’era la sola cardiologia. Oggi ci troviamo ad avere difficoltà nel mantenere l’UTIC e l’emodinamica risulta essere veramente insostenibile perché sotto i 300 mila abitanti. C’è il rischio concreto di non rispettare i parametri di qualità e sicurezza nelle cure mediche e non c’è la sostenibilità economica”. Coletto continua spiegando che in realtà in Umbria servono forti investimenti per il soccorso e i trasferimenti sia su gomma che in elisoccorso. Per quest’ultimo, scrive Coletto, “la gara è stata esperita lo scorso 9 dicembre e quindi contiamo di avviare il servizio da Foligno entro maggio di quest’anno”. Sempre l’assessore spiega, “serve una forte rete dell’emergenza/urgenza e poi trasporto veloce per assicurare la tempestività, non altro”.
Coletto poi prova a smontare il vincolo del voto unanime del consiglio regionale sottolineando che “nell’atto votato il 26 maggio del 2020 s’impegnava la giunta a inserire l’emodinamica e la chirurgia interventistica previa la fattibilità tecnica ed economica, questo presupposto manca perché le difficoltà nel reperire personale qualificato e i limiti nazionali non assicurano gli standard previsti”.
Insomma è un no netto e definitivo sull’intera questione nonostante il voto unanime del consiglio regionale, l’impegno bipartisan, e il fatto che il tanto richiamato DM 70 con i parametri per la costituzione dell’emodinamica possono essere derogati in presenza di aree marginali o isolate come nel caso dell’orvietano.