La crisi istituzionale in Comune sembra essere giunta ad un punto di svolta, o almeno così indicano i rumors. Di progressi nella guerra tra Lega ufficiale e sindaco non sembrano essercene. Sì, perché sembra altrettanto chiaro che in consiglio ci sia la Lega, quella rappresentata dai consiglieri assenti all’ultima seduta e cioè Sacripanti, Pelliccia e Fontanieri, e poi una “Lega del Trasimeno”, con il consigliere Gionni Moscetti che in piena battaglia ha scelto il campo del sindaco. Certamente è una semplificazione ma il quadro che ne emerge è più o meno questo. Ma le questioni sono soprattutto altre e riguardano l’eccessivo peso delle deleghe che sono attualmente in capo a Roberta Tardani e il periodo difficile che, invece, vorrebbe una politica unita nel trovare le giuste leve per far ripartire la città il prima possibile.
Sindaco, assessore all’ambiente, al turismo, all’urbanistica, al personale, alla cultura, al marketing territoriale, alle politiche comunitarie, alla sanità, alle attività produttive e allo sviluppo economico, all’edilizia e al patrimonio; ma dove troverà il tempo per tutto? In realtà non c’è tempo e allora si delega. No, si accentra ancor di più, almeno fin quando dal cilindro non uscirà un nome di rilievo nazionale nel settore dell’urbanistica. Sembra di essere tornati ai tempi degli assessori Margottini e soprattutto Romiti dell’era Concina, l’altro sindaco di centro-destra. Quel Maurizio Romiti che ha gestito un bilancio malandato e che avrebbe dovuto risanarlo e che invece ha lasciato la patata bollente all’assessore Pizzo con il famoso pre-dissesto. Si rischia dunque una frattura insanabile tra Lega e sindaco che poi potrebbe avere delle conseguenze anche nei rapporti con la Regione, dove Tesei è espressione del partito di Salvini. In realtà a nessuno dei due contendenti conviene rompere. In caso di dimissioni Orvieto dovrebbe subire il commissariamento prefettizio fino ad ottobre, prima data utile per andare ad elezioni. Ma a chi convengono? Qualche vantaggio ma effimero potrebbe averlo l’attuale sindaco che dovrebbe addossare tutta la colpa alla Lega, perdendo un alleato fondamentale. La Lega, invece, ha perso un pezzo importante, Stefano Olimpieri con la sua dote di voti, quasi del tutto personale, mentre l’area di riferimento di Moscetti potrebbe giocarsela in una ipotetica lista civica allargata partendo da “Progetto Orvieto”.
E’ certo che l’insostenibile peso delle deleghe da una parte e l’altrettanto insostenibile leggerezza dei grandi nomi, di quello per il turismo se ne sono perse le tracce, devono trovare soluzione in tempi brevi per il bene della città che oggi più che mai, esclusa da ogni tavolo che conta a livello regionale, deve trovarsi unita per affrontare i marosi della tempesta covid ancora per lungo tempo.