La Regione Umbria ha affidato come facente funzione la direzione generale della USL Umbria 2. Bene, almeno non abbiamo cariche in vacatio coperte da qualche burocrate attento al saldo e non ai servizi. Poi la USL Umbria 2 dopo 18 mesi di responsabilità come facente funzione annuncia l’apertura di un bando per la cardiologia e UTIC dell’ospedale di Orvieto. Finalmente, a una prima lettura, è stata la reazione. Poi si scopre che il bando è ancora una volta per avere un facente funzione. Non è una novità per la debolissima e depotenziata sanità umbra che in tutte le strutture cardiologiche ha facenti funzione. Non c’è un titolare e intanto si pensa a una cardiochirurgia unica per tutta la Regione.
Ma l’UTIC funziona all’ospedale di Orvieto? E prima ancora cosa è una UTIC? Rispondiamo in estrema sintesi alla prima domanda, “le unità di terapia intensiva cardiologica si occupano di garantire il massimo livello di trattamento a tutti i pazienti cardiologici critici e non solo a quelli affetti da patologia coronarica acuta” (questo è l’incipit di un articolo apparso sul Giornale Italiano di Cardiologia ndr). Ora si può rispondere alla seconda domanda. A Orvieto la UTIC c’è sulla carta ma manca il personale medico e infermieristico. Già oggi il reparto è in sofferenza, con l’UTIC andrebbe in tilt ma soprattutto non assicurerebbe un servizio adeguato. Certo, ha un costo piuttosto alto, non insostenibile, ma si preferisce altro, spendere soldi in operazioni di maquillage che confondono tanti ma non tutti. Una su tutte l’ospedale di comunità che qualche politico locale ha spacciato per ritorno di un punto di soccorso nel centro storico. Vediamo come viene definito dal sito pnrr.salute.gov.it: “l’Ospedale di Comunità è una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero”. Funzioni di primo soccorso? Nella maniera più assoluta, è per i non acuti e lungodegenti che hanno bisogno di cure relative alla loro patologia. Ma c’è la Casa di Comunità. No, sbagliato. La Casa di Comunità serve per l’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento, luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale.
Purtroppo la politica quando si occupa di sanità utilizzandola come serbatoio di voti succede questo. Abbiamo un dg della USL e un responsabile di unità complessa cardiologica facenti funzione: come si può programmare? Come si può investire a medio-lungo termine? Meglio gestire l’ordinarietà con qualche fuga in avanti data solo ed esclusivamente dalla buona volontà e dalla professionalità dei facenti funzione. Se si progetta allora entra in gioco la politica che vede Orvieto lontana e periferica, dimenticandosi che l’ospedale serve cittadini extra-regionali tamponando l’emorragia di pazienti umbri verso altre Regioni a carico della casse pubbliche e blocca tutto.
Per intervenire in un settore così delicato e vitale per una comunità si deve studiare, comprendere, affidarsi ai tecnici e professionisti e la politica dovrebbe fare un passo indietro ed essere facilitatore e mediatore. Troppe parole in libertà, troppe inesattezze mentre la sanità pubblica è sempre meno reattiva e pronta a servire la comunità.