La scorsa settimana la Regione Umbria ha deliberato, all’interno del Piano sanitario regionale, che la Casa di Comunità del territorio orvietano si costruirà nella sede dell’ex ospedale, in piazza Duomo a Orvieto. Non si tratta una concessione, di un investimento regionale o di un segno di attenzione per il nostro territorio, ma della scelta del Piano sanitario nazionale di puntare sulla sanità territoriale. I fondi sono per 7milioni del Pnrr e per 1 milione della Regione.
Naturalmente, la Lega orvietana ha diffuso un comunicato con cui approva l’ubicazione della Casa di Comunità lì di fronte alla nostra cattedrale e che, incredibile, allucinante, assurdo, “per quanto riguarda le possibili criticità relative alla viabilità del centro storico l’esecutivo comunale sta già vagliando delle soluzioni che non impattino su piazza Duomo“. Sì, proprio così, l’esecutivo sta vagliando soluzioni per come infilare le auto di decine di operatori e centinaia di pazienti ogni giorno nel cul de sac viario che porta alla sede dell’ex ospedale senza che il passaggio avvenga attraverso piazza Duomo. In più, ricordiamo, le auto dovranno trovare parcheggi, che ci sono in abbondanza, dichiara la sindaca in altro post.
È concepibile spendere 8 milioni per un servizio senza garantire prima, con assoluta certezza, in fase di progettazione, che sia possibile un comodo accesso e la sosta? Domanda ovviamente retorica: è contro ogni logica, è come costruire un edificio partendo dal tetto anziché dalle fondamenta.
E il parcheggio? Ficchiamo le auto nella zona di rispetto della Rupe, dove c’è qualche pelo di verde, con il rischio che la Sovrintendenza bocci tutto? E come si muoveranno dentro lo spazio disponibile? e di quanti stalli c’è necessità? che mole di traffico è prevista? di che tipologia di mezzi, oltre ovviamente le ambulanze? E ancora. L’Asl, che ha acquistato dal Comune l’ex mensa della caserma Piave, sindaco Stefano Mocio, destinandola a Casa della Salute, istituto sanitario precedente alla Casa di comunità, cosa farà di quell’immobile all’interno del corpo della Piave? E del progetto di realizzazione? E se la Corte dei Conti vi individuasse un danno erariale e bloccasse tutto? Questo soltanto per quanto riguarda la funzionalità della Casa di Comunità.
Per Orvieto e il suo centro storico questa sciagurata scelta significa semplicemente togliere dal progetto di città, che prima o poi qualcuno tenterà di realizzare, una risorsa culturale, architettonica ed economica. Tutto per buttare là un posto su cui tentare di raccattare quattrini del Pnrr, fondi che non ci daranno, perché non sarà possibile rispettare i tempi e le modalità del Piano europeo. Con il voto abbiamo affidato a questa gente il nostro futuro, le affidereste anche i vostri soldi? domanda retorica su cui riflettere.
Mentre la totalità delle città italiane studia come limitare il traffico nei centri storici, noi studiamo come alimentarlo, a costo di creare traffico anche in strade senza uscita e degradando la vita di decine di famiglie, come avverrà in via Bonaventura Cerretti, uno dei possibili quanto improbabili accessi all’ex ospedale. Orvieto si accende di ridicolo.
Fonte: PrometeOrvieto