Agricoltura e Turismo sempre più connessi attraverso la ricerca e la valorizzazione dell’identità del territorio, un’identità fondata sui valori tradizionali e la cultura autentica delle comunità locali, sulla quale, a sua volta, si realizza l’unicità di quello stesso territorio e delle esperienze che in esso si possono fare. Che diventano memorabili se ad accompagnarle è la qualità, intesa nel suo complesso come genuinità dei prodotti e autenticità dei sapori, tutela del paesaggio, ma anche come originalità e qualità dei servizi offerti, sostenibilità delle produzioni e inclusione sociale.
È quanto è emerso dall’incontro di apertura di Orvieto Città del Gusto, dell’Arte, del Lavoro e dell’Innovazione, che si è tenuto nel pomeriggio di venerdì 15 settembre al Palazzo del Capitano del Popolo di Orvieto, al quale hanno partecipato esponenti di entrambi i settori economici, delle istituzioni, del mondo accademico e della comunicazione.
“Orvieto Città del Gusto, dell’Arte, del Lavoro e dell’Innovazione nasce proprio per mettere a sistema tutta la ricchezza del nostro territorio -ha spiegato Dominga Cotarella, Ceo di Famiglia Cotarella e Presidente di Fondazione Cotarella– Un territorio in cui l’agroalimentare, come in tutta Italia, è vitale e per questo deve essere protetto, conosciuto e valorizzato. In questo sta, dunque, l’intreccio con il turismo, per dare alle imprese, alle comunità, ai giovani soprattutto, nuove e durature opportunità di crescita.”
Dello stesso avviso anche gli altri organizzatori dell’evento, il Presidente del Consorzio Orvieto Way of Life, Giuseppe Santi, il Presidente del GAL Trasimeno Orvietano Gionni Moscetti, di Coldiretti Umbria Albano Agabiti e del Consorzio di Tutela Vini Orvieto Vincenzo Cecci, che hanno ribadito la necessità di fare rete tra privati ma anche con il pubblico, di valorizzare i produttori locali, di promuovere il territorio attraverso le sue eccellenze, avvicinando sempre di più il consumatore al produttore.
“Dobbiamo tutti impegnarci per un cambio di passo necessario -ha ribadito anche il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani- puntando sulle vocazioni più autentiche di un territorio per farne una reale occasione di futuro.”
Del resto, come ha ricordato ancora l’Assessore all’Agricoltura e Vice Presidente della Regione dell’Umbria Roberto Morroni, “l’Umbria è un caveau di gemme, che sono i tanti patrimoni artistici, culturali, enogastronomici, naturalistici della nostra regione. Gemme -ha detto- che negli ultimi anni si sono fuse per dare vita a un vero e proprio “lifestyle Umbria”. Il governo regionale -ha ricordato ancora l’assessore – si era posto l’obiettivo di far uscire l’Umbria dall’anonimato in cui si trovava da decenni, con scelte politiche molto nette. Abbiamo rotto gli argini tra agricoltura e turismo perchè crediamo che le eccellenze enogastronomiche siano i veri ambasciatori per l’affermazione di questo lifestyle Umbria e i risultati ci stanno dando ragione. Negli ultimi tempi, -ha concluso- assistiamo anche all’affermazione di un moderno mecenatismo privato che affianca le istituzioni e che è fondamentale per una maggiore incisività delle azioni.”
Il Magnifico Rettore dell’Ateneo perugino, Maurizio Oliviero ha, quindi, ricordato il ruolo delle Università nella valorizzazione del Made in Italy, legato alla ricerca e all’innovazione tecnologica per favorirne un moderno e attento sviluppo, ma anche alla dimensione culturale del cibo, per valorizzare il grande patrimonio immateriale che racchiude. “Un patrimonio unico e irripetibile che non si può ottenere chimicamente e che nessuno potrà sottrarci -ha aggiunto- Dovremmo difendere di più la nostra identità e volerci più bene.”
Al dibattito, moderato dalla giornalista Rai Valentina Bisti, ha preso parte anche Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale di Coldiretti, che ha tenuto a evidenziare il ruolo del settore agricolo nell’inclusione sociale, attraverso i numerosi progetti di filiera messi in campo da Coldiretti utili, tra l’altro, per incrementare l’occupazione in maniera adeguata e dignitosa per i lavoratori. Gesmundo ha anche sottolineato l’importanza del settore agricolo, insieme all’edilizia, nella tenuta del sistema Paese e ha richiamato l’attenzione sui rischi di un uso spregiudicato delle tecnologie nell’agroalimentare in nome del solo profitto. Sono intervenuti, quindi, Riccardo Cotarella, Presidente Assoenologi, dal quale è giunto, ancora una volta, l’invito a privati e istituzioni, a fare rete per far conoscere ancora meglio e di più le nostre eccellenze anche all’estero, Aldo Mattia, Responsabile nazionale del Dipartimento Agricoltura di Fratelli d’Italia, che ha portato il saluto del Ministro dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste Francesco Lollobrigida e ha annunciato l’ulteriore sostegno del governo ai progetti di filiera agroalimentare con contributi aggiuntivi. Marina Lalli, Presidente di Federturismo, ha sottolineato la necessità di rivedere l’offerta turistica italiana attraverso una digitalizzazione più spinta e ormai indispensabile e una attenta riqualificazione delle strutture. Lalli ha anche ricordato come, oggi, l’enogastronomia non sia più un semplice arricchimento della vacanza, ma una motivazione primaria di turismo.
“Proprio per questo -ha aggiunto Paolo Morbidoni, Presidente della Federazione nazionale Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori– l’accoglienza non si può più improvvisare. Dobbiamo essere capaci di valorizzare le differenze e di fare della nostra identità un fattore competitivo.”
Dello stesso avviso anche Luciano Sbraga, Vice Direttore Generale di FIPE, che ricordando il ruolo fondamentale della ristorazione per la valorizzazione dell’intera filiera agroalimentare, ha invitato a mettere l’accento sull’umanesimo del cibo, ovvero quel condensato di valori che lo rende unico e irripetibile.
Infine, Giuseppe Cerasa, Direttore de Le Guide di Repubblica ha concluso mettendo in evidenza la capacità di Orvieto di farsi “capitale” di un progetto complesso e visionario come quello della kermesse in corso, invitando istituzioni e operatori a fare squadra per valorizzare un territorio dalle grandi potenzialità.
E se la serata inaugurale si è degnamente conclusa con un piatto ideato e realizzato dalla Chef Gianfranco Vissani, a base di prodotti di qualità del territorio umbro, gli appuntamenti di Orvieto Città del Gusto, dell’Arte, del Lavoro e dell’Innovazione proseguono con la degustazione guidata “Il sale della Terra: Orvieto e Chablis, due grandi territori in dialogo” , in calendario sabato 16 settembre alle ore 17:00 a Palazzo dei Sette, a cura di Armando Castagno e Consorzio Orvieto Doc in un confronto tra due grandi bianchi. Dalle 19, poi, nel Cortile di Palazzo Filippeschi Simoncelli la cena “Vini a Palazzo. Esperienze enologiche e gastronomiche tra tufo e basalto”, a cura delle Strade del vino e dell’olio dell’Umbria, con la presenza degli Chef del circuito EVO Ambassador dell’Umbria.
Quindi, domenica 17, settembre sempre alle 17 il Palazzo dei Sette ospiterà l’incontro con Salvo Noè, psicoterapeuta, scrittore, noto come “lo psicologo del Papa” per la sua amicizia con Papa Francesco, che spiegherà come le emozioni nutrono la nostra vita, e a seguire L’ora del Té a cura del Caffè Montanucci.
A chiudere il primo ciclo di appuntamenti di Orvieto Città del Gusto, dell’Arte, del Lavoro e dell’Innovazione sarà la cena “Pizza gourmet e bollicine del nostro territorio” a cura del Ristorante Le Grotte del Funaro e Pizzeria Starita a Materdei, Napoli.