L’avvenimento di questa settimana è certamente la morte di Silvio Berlusconi. Un evento che ha avuto una vasta eco e suscitato reazioni in tutto mondo vista la notorietà ed il prestigio del personaggio ,non solo nel campo politico ma per le molteplici attività che hanno contraddistinto la vita di quello che è stato e resterà una delle figure più importanti della storia italiana.
Dalle primissime ore della morte la copertura mediatica è stata scandita da trasmissioni a lui dedicate su ogni canale televisivo, i funerali di Stato hanno avuto grande audience e pagine e pagine di giornali hanno ricordato la poliedricità di Berlusconi ed il suo essere brillante comunicatore ed imprenditore ,con visioni fuori dall’ordinario che lo hanno reso uno dei pochissimi tycoon del panorama nazionale. Che si potesse o meno essere d’accordo con le sue idee politiche ed il suo schieramento non si può non riconoscere che il fondatore di Mediaset ha segnato un’epoca per il nostro paese e che la qualità della persona sia stata innegabilmente notevole.
Tempo fa ho avuto modo di incontrare privatamente Berlusconi, per ringraziarlo, soprattutto di avere riportato con onestà ed obiettività l’asse della politica italiana in equilibrio rispetto al conflitto Israelo-palestinese. Una politica, quella dei governi italiani degli anni 70 ed 80, contrassegnata da una astiosa e pregiudiziale presa di posizione antisraeliana che proprio Berlusconi con il proprio governo finalmente interruppe riportando le azioni e le prese di posizione in un ambito obiettivo ed equilibrato con la serenità di giudizio che era mancati ai Presidenti del Consiglio che lo avevano preceduto.
Nel corso di due ore passate assieme ebbi modo di conoscere una persona garbata, un gentiluomo d’altri tempi carico di simpatia ed umanità, capace di mettere a proprio agio l’interlocutore ed allo stesso tempo di porsi in maniera genuina e spontanea, con tanta curiosità e con tante domande riguardo l’ebraismo ed Israele, cosa che dimostrò quanta intelligenza e quanta voglia di conoscere e capire fosse insita in lui. Con quella smania di sapere e comprendere che è tipica delle persone di livello superiore alla media.
Negli anni, con quell’azione di governo, ebbe l’onore di essere il primo politico italiano nel 2010 invitato a parlare alla Knesset, il parlamento israeliano della capitale, Gerusalemme, accolto con entusiasmo tanto dal leader storico della sinistra israeliana il premio Nobel Shimon Peres quanto dal Primo Ministro, tornato da poco in carica, Benyamin Netanyahu leader del Likud, partito di destra.
Una trasversalità che in parte si è riscontrata in Italia, dove tanti sono stati i giudizi comunque sereni sulla figura politica, anche da parte dei suoi avversari politici mentre una piccola parte, la sera stessa della sua dipartita, mancando quantomeno di stile ad esequie non ancora avvenute già si scagliava con giudizi negativi contro la sua persona. Forse, in questo bailamme di trasmissioni e di commenti, almeno questo aspetto deteriore avremmo potuto risparmiarcelo e rimandare qualsiasi analisi e giudizio definitivo, per rispetto della famiglia e dei suoi affetti, ad un momento successivo. Ma
> questo, purtroppo,troppo spesso,è un malvezzo tanto di qualche politico quanto di una certa informazione nazionale.L’odio purtroppo molte volte è un sentimento che prevale sulla ragione.