La proposta che arriva dall’Anpi non solo la recepiamo ma possiamo affermare che è già parte del nostro programma amministrativo. L’esercizio della memoria del 25 aprile, il ricordo di chi ha dato la propria vita affinché noi tutti oggi ci si possa confrontare e poi scegliere come e da chi farci amministrare, è quanto di più forte ci hanno lasciato in eredità. Il 25 aprile è il Natale della nostra democrazia. Sembra assurdo, ma lo è anche per chi fa finta che questa ricorrenza non esista. Parole scomode perché non utilizzate da chi è costretto addirittura a puntare sui nostalgici di quella tragedia per avere qualche voto in più. Voti che noi, invece, non vogliamo! Questo perché i valori della resistenza e dell’antifascismo, due parole che sembrano non appartenere al vocabolario di chi ha guidato Orvieto negli ultimi anni, sono per noi tutti capisaldi del nostro impegno civile. La Resistenza, l’Antifascismo, il ripudio della guerra, la prerogativa della Pace, la lotta contro ogni regime antidemocratico sono le linee guida della strada che percorriamo quotidianamente. E non è assolutamente vero che sono temi distanti da noi, che per qualcuno non appartengono a chi vuole guidare le comunità locali. Festeggiare la Resistenza non significa compiere una scelta divisiva. E’ forse divisiva per qualcuno la nostra Costituzione Antifascista? Aggiungerei un elemento in più alla proposta dell’Anpi. Non è Orvieto Città Martire della Resistenza ma tutto il territorio orvietano.
Il 25 aprile si conclude il ventennio della dittatura fascista e i mesi della feroce occupazione nazista. La memoria rischia di disperdersi di fronte ad un revisionismo anticostituzionale e falso. In Italia non c’erano “carnefici diversi”, ma vittime e carnefici. Non c’erano due idee che si confrontavano democraticamente. C’era chi usava forza, violenza, arresti, deportazioni, confini ed omicidi per far prevalere la propria idea di governo autoritario: la dittatura. C’era chi si opponeva a quella deriva. A chi contesta il 25 Aprile, a chi lo nasconde, penso che serva una iniezione di memoria. Quando qualcuno si permette da consigliere comunale di festeggiare la primavera attraverso le parole dell’inno fascista o quando c’è chi si candida alle elezioni amministrative rimpiangendo gli anni del ventennio e facendo parte di gruppi d’orientamento neo-fascista, serve conoscere il racconto, per esempio, dei 34 cittadini del nostro territorio morti, ammazzati da fascisti e nazisti. 34 morti assassinati, dal 12 settembre del ’43 al 18 giugno del ’44. Solitamente noi ricordiamo i 7 martiri di Camorena, una delle stragi più efferate in Umbria, ma insieme a loro altri martiri ci sono nel nostro territorio. In quel periodo vengono uccise 15 persone nel comune di Orvieto, 9 ad Allerona, 4 a Monteleone, 3 a Baschi e anche a Castelgiorgio, Castelviscardo e Montegabbione ci furono tre vittime. In questa giornata vale la pena ricordarli tutti. Io vi ricordo quei fatti, li ricordo a tutti. Con la speranza che, finalmente, le loro storie diventino patrimonio condiviso e collettivo di ogni cittadina e cittadino dell’orvietano. Grazie all’Anci e a tutte le associazioni che hanno dato vita alle commemorazioni della Liberazione di questo 2024. Il prossimo anno le organizzeremo insieme. Buon 25 Aprile a tutti!