L’ultimo giorno dell’anno è, di solito, l’occasione per tracciare un bilancio di quello che è successo e dei buoni propositi per il prossimo. Iniziamo dal passato. Come è stato il 2023? Un anno pieno di luci, poche, e ombre, tante.
Partiamo dal clima. Gli allarmi lanciati dal pianeta sono ormai innumerevoli e sempre più pesanti. Colpiscono indistintamente nel mondo, non fanno differenza tra nord o sud o tra ricchi e poveri. Fuoco, acqua, siccità fanno paura ma ancora timidi i segnali di inversione di rotta. Troppo con chi insiste nello scegliere fonti energetiche inquinanti e almeno discutibile la scelta di svolgere il summit sul clima proprio dove si produce petrolio.
Il 2023 ha segnato una tragica svolta anche nel vivere quotidiano. C’è una data spartiacque tra un prima e un dopo, il 7 ottobre. Quel giorno i terroristi di Hamas hanno scelto di mettere una pietra quasi tombale nel lungo e periglioso processo di pace tra Israele e Paesi arabi. Si era a un passo da un accordo di Pace tra Israele e Arabia Saudita quando vite innocenti sono state spezzate solo perché ebree. Sono state massacrate giovani vite e famiglie, lo stupro è stato utilizzato come arma. La reazione è stata e ancora è violenta senza possibilità di compromessi. Abbiamo il popolo palestinese ostaggio da una parte di un gruppo terrorista che governa senza alcun mandato ricattando e taglieggiando innocenti e dall’altro uno Stato che ha deciso di distruggere Hamas e tutto il suo apparato anche a costo di uccidere innocenti. C’è una terza via? Il 2023 ha risposto con un grande “no”, sporco di sangue innocente giorno dopo giorno.
Il 2023 in Italia è stato l’anno buio dei femminicidi che, però, alla fine ha lasciato intravedere una presa di coscienza verso un crimine mostruoso nei confronti delle donne. Ancora troppe donne sono morte per mano di uomini che non concepiscono la libertà di scegliere. Ma dopo la morte di Giulia Cecchettin qualcosa si è mosso con un grido trasversale, “basta a questo massacro!”.
E il 2024? Il primo pensiero va alle “terza guerra mondiale a pezzi” come l’ha definita Papa Francesco, che sta minacciando la pace mondiale. Ucraina, Palestina, Israele e poi l’Africa sono segnali che il rischio è alto, anzi altissimo per tutti. Non ci si può chiudere pensando che tutto sia lontano. L’invasione russa ci ha fatto capire come siamo dipendenti gli uni dagli altri. Ora nuove nubi si ammassano all’orizzonte con le minacce dell’Iran di allargare il conflitto in Medio Oriente. Anche il terroristi di Hezbollah hanno chiesto ai loro “fratelli” di portare la guerra fuori dai confini anche contro l’Italia. A Pechino il presidente Xi ha rivendicato come cinese Taiwan, mentre il dittatore nordcoreano Kim Jong Il, con un popolo ridotto alla fame, nel suo discorso di fine anno ha ricordato che la guerra può divenire realtà in ogni minuto e per questo è pronto a lanciare nuovi satelliti spia nello spazio e a continuare nella strada del riarmo! La Pace è in pericolo più che mai e deve diventare la nuova mission di chi ci governa, prima dell’attenzione ai conti o all’economia. Senza pace non può esserci giustizia, ricchezza e progresso.
Non resta che augurare a tutti che il 2024 sia veramente l’anno della svolta, quello dell’apertura di un vero cammino di Pace, di giustizia sociale, di attenzione verso gli ultimi. Troppi lustrini che nascondono la polvere della sofferenza e delle difficoltà sotto il tappeto anche a Orvieto. Il tappeto rischia di non bastare più e allora avanti con la vecchia e cara scopa a spazzare via la polvere dell’apparire per portare la pulizia della giustizia e il profumo della Pace…
Da OrvietoLife auguri di Buon 2024