Il Consorzio Crescendo deve considerarsi uno dei massimi esempi del fallimento politico e finanziario messo in campo da quel sistema di potere che, a cavallo del nuovo millennio, ha messo in ginocchio Orvieto. Un sistema che si era contraddistinto nel creare buchi di bilancio in tutte le strutture societarie, associazionistiche o consortili che costituiva e che gestiva. Non vi è stata nessuna realtà che la sinistra al potere non abbaia portato al tracollo finanziario; come dimenticare la Farmacia Comunale, R.P.O. SPA, l’Associazione Te.Ma., oltre che il Consorzio Crescendo e gli swap. Non solo milioni di soldi pubblici “bruciati”, ma anche procedure e realtà ancora aperte a cui occorre trovare una soluzione per impedire che si continui per anni con l’accanimento terapeutico. Chi amministra ha l’obbligo di risolvere i problemi – qualunque essi siano – e non, come è sempre avvenuto quando ha governato la sinistra, di buttare tutto sotto il tappeto. Ed allora, l’Amministrazione Tardani, dopo aver con grande determinazione e lungimiranza messo in liquidazione l’Associazione Te.Ma., oggi ha messo le basi per chiudere anche la vergognosa vicenda del Consorzio Crescendo, da alcuni anni in liquidazione. Infatti, come si evince dalla relazione al bilancio consuntivo 2020, la Giunta Tardani ha incrementato il fondo di accantonamento per le perdite delle società partecipate dal Comune di Orvieto. Aver implementato il fondo per 320.000 euro (somma attribuita al Comune sulla base della percentuale di partecipazione al capitale sociale) dimostra la volontà politica di chiudere definitivamente la ingloriosa e penosa storia del Crescendo. Aver stanziato quella somma non ha solo un valore finanziario e procedurale, ma rappresenta un vero fatto politico: il cambiamento per primo passa attraverso il completo superamento di tutte quelle realtà costruite da un sistema di potere che usava strumentalmente i consorzi, le spa, le associazioni al solo fine di estendere i propri tentacoli sulla città e sul territorio. Di quel sistema non è rimasto in piedi nulla perché si fondava su basi politiche consunte, nonché sulla esclusiva bramosia di gestire un potere fine a se stesso.
Al contrario il sindaco Tardani in questi due anni ha plasticamente dimostrato di voler superare definitivamente quel sistema, tanto che l’implementazione del fondo accantonamenti per le perdite delle partecipate si muove in questa direzione. La giunta ha fatto il suo, inserendo i 320.000 euro nel capitolo degli accantonamenti, sarà poi il consiglio comunale (mi farò carico di presentare una risoluzione al riguardo in consiglio) a dare l’indirizzo politico nel sollecitare la stessa giunta a compiere tutti i passaggi formali e tutti gli atti procedurali per chiedere istanza di fallimento verso il Consorzio Crescendo.
Stefano Olimpieri
(Capo gruppo Gruppo Misto)