“Il provvedimento del Governo sui nuovi criteri di riparto del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale per il biennio 2021-2022 rappresenta un compromesso accettabile, poiché salvaguarda la consistenza della dotazione finanziaria per l’Umbria e le altre Regioni. Viene infatti istituito un fondo complessivo di 92 milioni di euro che compensa le risorse che verrebbero meno rispetto al riparto con i criteri storici, con l’assegnazione all’Umbria di 19 milioni di euro. Risorse vitali per la nostra agricoltura, che come Regione Umbria, insieme alle 5 Regioni del Sud, abbiamo costantemente difeso nei lunghi mesi di trattativa”. È quanto afferma l’assessore all’Agricoltura della Regione Umbria, Roberto Morroni, esprimendo apprezzamento per l’atto approvato il 17 giugno dal consiglio dei ministri relativo al riparto dei fondi europei Feasr per la fase transitoria della programmazione per lo sviluppo rurale.
Nei mesi scorsi l’assessore Morroni, insieme agli assessori all’Agricoltura delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, aveva portato avanti una strenua opposizione alla proposta di rimodulazione dei criteri di ripartizione delle risorse per le politiche rurali fra le Regioni italiane presentata dal Ministero dell’Agricoltura, sensibilizzando anche l’opinione pubblica e chiedendo al governo di decidere “secondo equità, evitando scippi di risorse alle Regioni più svantaggiate”.
“Quella approvata dal governo è una soluzione di buonsenso, che riafferma una visione unitaria del Paese – sottolinea Morroni – È il risultato dell’azione portata avanti con determinazione dagli Assessorati all’Agricoltura delle sei Regioni, fondata sulla difesa delle caratteristiche, dei principi ispiratori e delle finalità di intervento che sono alla base del Fondo europeo per lo sviluppo rurale (Feasr)”.
“Come Regione Umbria – conclude l’assessore – ribadiamo inoltre la posizione sostenuta in questi mesi nel corso delle trattative: siamo pronti ad aprire un confronto sulla definizione dei nuovi criteri da applicare a partire dal 2023, e quindi per la nuova programmazione, con una rivisitazione complessiva che tenga conto, oltre che dei fondi Feasr, anche del regime dei pagamenti del I pilastro della Pac”.