Sembra quasi un racconto, una favola ma è successo veramente. Dopo la delusione per la mancata uscita del corteo storico in una domenica 2 giugno più autunnale che quasi estiva, il pomeriggio ha regalato agli orvietani e ai turisti un sole caldo per passeggiare.
Le classiche vasche, una pausa in qualche bar per un aperitivo o un bel gelato…e poi si ritorna allo struscio tra tante voci e tante lingue diverse che risuonano sul corso. Poi d’improvviso, arriva la solita macchina in mezzo alle gente, tanta gente. Sbuffi, segni d’impazienza, qualche mugugno per l’ennesima auto che passa proprio mentre tutti passeggiano. Ma non è finita qui. L’utilitaria imbocca l’ingresso del Palazzo dei Sette e arriva decisa quasi fino all’Atrio dove c’è una mostra e l’ingresso della libreria e alla Torre del Moro. Dai mugugni si passa agli sguardi divertiti in particolare degli orvietani. La persona alla guida si ferma poco prima dell’atrio, si guarda intorno, innesta la retromarcia e riparte, a tutto gas verso Piazza della Repubblica.
Tutto avviene in pochi minuti a metà pomeriggio. A parte l’imprevisto gustoso rimane l’amaro in bocca. Non si riesce a vietare il passaggio delle auto sul Corso, non si riesce a bloccarlo almeno quando è frequentato dai cittadini in un giorno di festa, non c’è un agente di Polizia Locale a vigilare la zona centrale. La vera domanda da porsi infatti è, come ha fatto l’ignaro guidatore ad arrivare fin lì? E un’altra, come mai non c’era un controllo dell’area più trafficata del centro storico? Non è colpa degli agenti di Polizia Locale, sia chiaro, ma di una programmazione forse da rivedere magari con un progetto vero di centro storico e di città turistica che preveda dei dissuasori fissi come avviene in tante città italiane, con fioriere mobili, ad esempio, per evitare spiacevoli incidenti che in un secondo posso trasformarsi anche in drammi.