Era una mattinata del febbraio scorso, di pioggia e freddo, quando con Roberto Conticelli avemmo l’onore di accogliere ad Orvieto a Palazzo Coelli, Sami Modiano, sopravvissuto alla Shoah (Ho visto l’orrore – Sami Modiano a Orvieto).
Fu un incontro molto intenso, carico di emozioni e di commozione, nel corso del quale Sami raccontò a noi tutti, alle centinaia di persone presenti nella sala, giovani ed anziani, con altrettanti che non riuscirono ad entrare perché il locale era stracolmo, la sua esperienza di adolescente deportato nel campo di sterminio di Auschwitz Birkenau dalla sua isola greca di nascita, Rodi, assieme alla sua comunità ed agli amati papà Giacobbe ed alla amatissima sorella Lucia, di qualche anno più grande di lui. Lo stesso Sami, ad un certo punto della detenzione, prima l’uno e poi l’altra non li rivide mai più, trucidati dalla follia e dall’odio nazista.
Per la città umbra una mattinata speciale tra ricordo, storia, educazione ed un messaggio di pace, quello di Sami che in quelle due ore e mezza di racconti della sua esperienza di 13enne detenuto in un campo della morte, ebbe la forza d’animo, come fa da tempo andando nelle scuole e presso le sedi istituzionali e tornando in quei campi nei Viaggi della Memoria soprattutto con i giovani, di narrare la sua vita e le atrocità che, come spesso ripete,”i miei occhi hanno visto”.
Lo fa portando le dita verso gli occhi, in una maniera struggente e colma di dolore.
Quel dolore per la sua comunità sterminata, per il suo popolo falcidiato dalla barbarie tedesca e per il papà e la sorella perduti a causa di essa.
In quella mattinata ci onorò della sua presenza la sindaca Roberta Tardani che, accogliendo la proposta manifestatasi durante l’incontro, dichiarò in quella sede di voler iniziare l’iter in Consiglio Comunale per concedere a Sami la cittadinanza onoraria di Orvieto. Un riconoscimento allo spessore di questo uomo, così speciale, portatore di messaggi e valori universali di rispetto per ogni essere umano e per la vita, senza esprimere mai una parola o un sentimento di eventuale giustificato ribrezzo verso quei nazisti autori delle peggiori atrocità e verso chi collaborò con loro fattivamente allo sterminio di innocenti durante la seconda guerra mondiale. Un grande esempio di stile e di bontà quello di Modiano ed una onorificenza, quella della cittadinanza a lui eventualmente assegnata, che sarebbe motivo di vanto per Orvieto, onorata a sua volta di poter annoverare tra i suoi un cittadino così illustre, accolto ogni anno con calore dalle più alte cariche dello Stato, a partire dal Presidente Mattarella durante la ricorrenza del 27 gennaio, giornata internazionale dedicata alla Memoria della Shoah.
Il prossimo 16 ottobre ricorreranno gli 80 anni dall’inizio delle deportazioni nei campi di sterminio degli ebrei italiani, con il rastrellamento compiuto dai tedeschi in collaborazione con i funzionari di sicurezza italiani, degli ebrei di Roma, dal ghetto e da tutti i quartieri dove vivevano. Da lì cominciarono mesi di caccia all’ebreo da parte delle squadracce fasciste, di delazioni, di spiate e denunce da parte di concittadini italiani ai quartier generali nazisti e per ogni ebreo fatto arrestare si incassavano 5.000 lire, per i bambini anche qualcosa in più.
I mesi più odiosi ed il momento più basso nella storia del nostro Paese. In ricordo di questa data simbolo della Shoah italiana e romana in particolare, quale occasione migliore per Orvieto per ricordare, opporsi all’orrore della Storia e nominare, cara sindaca Tardani, Sami Modiano cittadino onorario?