Giovedì scorso era prevista la discussione in Consiglio comunale a Orvieto di una mozione che trattava della Sanità e nello specifico dell’eliminazione del Distretto di Orvieto. Come era prevedibile, i consiglieri non hanno trovato il tempo per parlare di Sanità, da mesi all’ordine del giorno. Avevano da fare e hanno rimandato la discussione del punto per l’ennesima volta, forse al 24 ottobre.
E sì che noi auspicavamo addirittura un Consiglio comunale aperto, convinti che la Sanità fosse un tema prioritario, ma abbiamo dovuto rilevare che al Consiglio comunale non gliene importa proprio nulla della nostra salute, attento a rispettare supinamente gli interessi dei partiti ternani, che vedono soltanto ospedale di Terni e di Narni-Amelia.
A novembre dello scorso anno ci hanno chiamati in pompa magna al Palazzo del capitano del popolo per annunciare una serie di interventi rassicuranti, ma niente di quanto promesso è accaduto. Era soltanto un’iniziativa per calmare gli orvietani che, stranamente, si agitavano. Ma sono state sufficienti quattro chiacchiere per acquietare gli animi e aspettare che tutti, o quasi tutti, si rassegnassero.
Le cose oggi stanno così:
– nell’Ospedale i lavori annunciati non si stanno facendo;
– non ci risulta che gli organici dei sanitari siano stati incrementati, se non marginalmente, e sembra ci sia difficoltà a trattenere i giovani inseriti,
– su Casa di comunità e Ospedale di comunità nulla si muove ed è altamente improbabile che si muoverà in tempi accettabili.
– Distretto e centrali operative territoriali migrano a Terni. Cosa serve di più per attirare l’attenzione dei nostri rappresentanti?
Quando succederà per la Sanità quanto è già successo per il Tribunale e altre strutture di erogazione dei servizi, con ingente perdita di posti di lavoro diretti e indiretti, cosa faranno? Metteranno il solito banchetto a piazza del Duomo?.
I cittadini che per curarsi dovranno sempre più mettere mano al portafoglio o andare in altre zone lontane dovranno ricordarsene, perché sarà la loro scelta a decidere chi dovrà amministrarci e sbagliare ulteriormente sarebbe davvero diabolico. Al di là degli schieramenti.
Tutti i consiglieri dovranno rendere conto delle loro omissioni se avranno la presunzione di volerci amministrare anche nei prossimi anni, non soltanto sventolare le pochissime opere.