30 dicembre, in piena euforia per Umbria Jazz Winter è in calendario anche il consiglio comunale, l’ultimo dell’anno. Si devono discutere 14 punti all’ordine del giorno, alcuni anche piuttosto interessanti. Tanti sorrisi, qualche battuta e con il solito ritardo inizia il consiglio. Poi le interrogazioni con qualche stoccata ma nulla lascia presagire quello che avviene di lì a poco. Uno strappo al bon ton istituzionale, urla, nell’aula del consiglio e nella “Sala delle 4 Virtù”, questi gli ingredienti di una serie di scontri che hanno certificato e palesato le tensioni tutte interne alla maggioranza. Tutto avviene in un attimo quando viene chiesto dal consigliere Barbabella di invertire l’ordine del giorno e discutere prima la sua mozione sul MOST, l’ambizioso progetto di riqualificazione della ex-Caserma Piave che intende riconvertire tutta l’area in un grande museo corredato da scuole di formazione professionale legate al restauro e all’arte più in generale. Barbabella ritiene che sia urgente la discussione e l’eventuale approvazione. A stretto giro di posta arriva la richiesta da parte del sindaco di sospendere il consiglio comunale per poter procedere con la riunione della giunta.
La reazione del presidente del consiglio è piuttosto fredda e dura, “la convocazione e l’ordine del giorno le vengono recapitati per tempo quindi personalmente ritengo che si deve andare avanti ma mi rimetto al voto dei consiglieri”. In effetti il consiglio comunale è la massima espressione istituzionale e la richiesta suona come uno sgarbo istituzionale. Proprio recentemente a livello più alto, la presidente Meloni è stata pubblicamente bacchettata dal deputato Roberto Giachetti per essere arrivata in Aula con 15 minuti di ritardo. Anche in quel caso il Parlamento è la massima espressione democratica e istituzionale perché elettiva. Meloni ha chiesto scusa per il ritardo. In consiglio comunale invece si accendono gli animi con uno scontro al calor bianco tra i consiglieri di maggioranza Moscetti e Tempesta, da poco aderente al Gruppo Misto dopo l’uscita dalla lista civica in appoggio al sindaco. Volano gli stracci con accuse che scivolano anche sul personale. Tempesta sottolinea come le mozioni siano ormai “completamente inutili perché poi non vengono mai rispettate e soprattutto troppo spesso discusse anche dopo quasi nove mesi di ritardo”, il riferimento è proprio alla mozione di Croce e Mescolini sulla creazione di un tavolo per la situazione della sanità a Orvieto presentata lo scorso febbraio. Nel tentativo di calmare le acque interviene il capogruppo della Lega, Andrea Sacripanti, che chiede una sospensione di qualche minuto per una riunione di maggioranza.
Il cronista è quindi costretto a una nuova attesa per capire se e quando si discuterà di MOST e sanità. Il nostro mestiere è fatto di attese che non sono mai perdite di tempo ma occasioni per osservare, discutere, parlare, prendere contatti. Intanto la maggioranza si chiude nella Sala delle 4 Virtù. Si alzano i toni, arrivano grida classiche di una litigata piuttosto accesa. I pochi astanti in sala consiliare rimangono basiti con il consigliere Tempesta che in segno di protesta rimane seduto al suo posto in consiglio.
L’ultimo consiglio si è trasformato a tratti in una “Sfida all’Ok Corral” rarissima e con uno sgarbo istituzionale che difficilmente potrà essere sanato, almeno in tempi brevi. E soprattutto si è lacerata la maggioranza che ha scoperto le tensioni interne rendendole pubbliche anche se poi alla conta tutto è filato liscio, almeno per il consiglio del 30 dicembre.