Ci sono tanti modi per celebrare la Giornata della Memoria. L’istituto Comprensivo Orvieto- Baschi ha deciso di partecipare con alcune classi, la 2D, la 3F, la 3C, alla maratona letteraria organizzata dalla Demea eventi culturali. Un’occasione per incontrare scrittori che hanno trattato il tema della Shoah sotto molteplici punti di vista. A condurre l’iniziativa il giornalista Salvatore Di Salvo. La maratona è iniziata alle ore 9.00 e si è conclusa alle 18.30 in collegamento live dall’archivio di Stato di Roma, nella spettacolare Sala Alessandrina del Borromini.
I ragazzi hanno avuto l’opportunità di conoscere Rosella Pastorino, autrice de “Le assaggiatrici”, un romanzo ispirato a fatti realmente accaduti, protagoniste giovani ragazze tedesche assunte per assaggiare i pasti cucinati per Hitler. La scrittrice ha conosciuto causalmente una delle protagoniste e ha deciso di raccontare la sua storia. Gli alunni hanno posto interessanti domande sul motivo per il quale, pur odiando Hitler, le giovani tedesche avessero accettato di lavorare per il Führer. Ne sono scaturiti interessanti spunti di riflessione, ad esempio sulla fame, una fame disperata che spinse giovani donne a rischiare ogni giorno la propria vita pur di soddisfare questo bisogno primario. La nostra società oggi, nel cosiddetto mondo occidentale, è opulenta e non fa caso allo spreco, spreco di cibo, di acqua, di risorse; dalle parole della Pastorino sono seguite considerazioni sulla necessità di assumere atteggiamenti diversi, più “virtuosi”, più consapevoli del fatto che tutto ciò di cui oggi disponiamo, diritti, beni, certezze, non sono per sempre e che potrebbero essere spazzate via dalla furia di una guerra o dalla follia di una perversa ideologia. “Il sonno della ragione genera mostri”, capolavoro indiscusso del genio quanto mai profetico di Francisco Goya, è un potente monito che ci giunge dalla fine del ‘700. La letteratura deve aprire le finestre all’attualità, deve stimolare curiosità e deve riverberarsi sui comportamenti odierni, altrimenti diventa una sterile rievocazione e si scade sul piano del “celebrazionismo”; invece è fondamentale coltivare la memoria, anno dopo anno, con la consapevolezza che ogni giorno deve essere il 27 gennaio. Ogni giorno a scuola, in famiglia, in palestra è necessario educare i giovani a celebrare la cultura della tolleranza e del rispetto, in una parola della vita.
Con “Le valigie di Auschwitz” di Daniela Palumbo, l’autrice ha presentato attraverso un oggetto apparentemente banale e comune, come una valigia, le tante vite di donne, uomini, e bambini spezzate e spazzate via dalla pura follia, travolte da una gigantesca ondata di irragionevole odio e disumanità. Dalla interazione con gli autori, dalle loro parole ed esperienze (molto forti quelle di Lia Levi) sono nati momenti di confronto molto intensi. Oggi i testimoni diretti della Shoah, che hanno impresso sulla propria pelle il marchio dell’orrore, sono sempre di meno, proprio per questo motivo i loro ricordi devono essere preservati e le loro esperienze divulgate, gridate o semplicemente raccontate. I libri hanno il grande merito di dare nuova voce a chi non l’ha più, di tramandare storie ed emozioni, di educare alla tolleranza e al rispetto. E se non più tardi di qualche giorno fa un dodicenne è stato aggredito da un branco di adolescenti perché ebreo, vuol dire che non basta insegnare educazione civica nelle scuole, occorre implementare questa disciplina con l’educazione alla memoria. Questa è stata una frase emersa dal confronto con gli scrittori che ha molto colpito i ragazzi.
La maratona letteraria del 27 gennaio ha messo in contatto studenti appartenenti ad ordini diversi di scuole, dalla primaria, alla secondaria di primo e secondo grado, provenienti da tutt’Italia, ha creato un momento corale, di scambio di idee e di esperienze. L’Istituto Comprensivo Orvieto-Baschi ha offerto ai suoi alunni la possibilità di viverla.