Per un problema tecnico siamo mancanti per un giorno e sulle solite bacheche facebook ecco il violento attacco, anzi violentissimo nei confronti della stampa locale in generale. Sembra di essere tornati a scuola quando il colpevole del gesto ovviamente non veniva fuori ed era punita tutta la classe, pratica ora non più possibile stando ai regolamenti di molti istituti scolastici. Su Fb però questa regola dello “sparare nel mucchio” sembra valere Andiamo con ordine. Sulla bacheca di una esponente del Pd appare un post in cui si chiede conto della vaccinazione del sindaco di Orvieto. Tardani interviene con una replica piuttosto piccata, forse bastava spiegare che i sindaci tutti, non solo quello di Orvieto, in quanto a capo del COC e responsabili della sanità hanno la possibilità di essere vaccinati. Alcuni sindaci, non molti, hanno rinunciato in favore di un anziano. In uno dei vari post di replica alle repliche viene scritto che si chiederà conto nelle sedi opportune, leggasi consiglio comunale. Ecco la prima stranezza, innanzitutto per correttezza istituzionale si chiede in consiglio comunale, poi, nel caso, si mette alla gogna pubblica l’istituzione che ha sbagliato. Arriva la domenica ed puntuale arriva il sermone festivo dall’ex-assessore Massimo Gnagnarini grondante di accuse alla categoria dei giornalisti, tutti. E altri confermano sottolineando come noi abbiamo raccontato delle difficoltà che incontriamo nello svolgere il nostro lavoro ma poi censuriamo e silenziamo le “vere notizie”. Di solito non intervengo, ma questa volta mi vedo costretto. Qui non si tratta di leoni da tastiera, ma di persone che dovrebbero conoscere tutte le leggi. Gnagnarini si appella al diritto alla privacy e ai dati sensibili. Anche noi giornalisti non possiamo divulgare notizie che violano palesemente tali diritti. Prima di scrivere dobbiamo controllare le fonti, verificare la veridicità della notizia e poi pubblicare. E’ vero alcune volte non ci riusciamo, ma di solito cerchiamo di farlo. Alcune volte filtriamo e non per censura, ma perché non ci sembra, a nostro giudizio, una notizia degna di risalto.
Ha ragione l’avvocato Fratini quando scrive che “dobbiamo vivere, e quindi abbiamo qualche remora”? In parte è vero come chiunque lavori in maniera autonoma in una realtà cittadina, ma alla fine il diritto/dovere d’informare vince sempre. Prima di sparare nel mucchio consiglierei di verificare, sempre. Sul sindaco personalmente ho già risposto spiegando che non vi è alcuno scandalo, è previsto nei piani vaccinali. Sulla giunta non saprei, magari c’è chi ha più di 70 anni, chi è un sanitario, chi è fragile e, sempre nel rispetto dei dati sensibili non possiamo sapere. Ma chi fa politica dovrebbe sapere che una question time, e il consiglio è prossimo, si può sempre fare e magari prima di attaccare sui social. “Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te”, è una regola aurea per chi ha fede, ma direi una regola generale di convivenza civile. Dispiace essere colpiti da tale acrimonia; dispiace, in particolare, che chi oggi colpisce abbia dimenticato come è stato trattato ai tempi della frase sui “rom” da Orvietolife.
Per quanto riguarda il tema delle vaccinazioni non nascondiamo la polvere sotto il tappeto ma seguiremo le regole che ci impongono il nostro Ordine professionale, la deontologia e la legge. Anzi faremo di più e rivolgiamo già ora la domanda delle domande a tutti i componenti della giunta e del consiglio comunale: siete stati vaccinati e per quale motivo? Domandare è lecito, rispondere è cortesia. Ora attendiamo la risposta dai diretti interessati, tutti, da maggioranza e opposizione.
P.S. Sempre nel rispetto delle regole e della privacy non pubblichiamo i post e citiamo solo in parte. Chi vuole può informarsi collegandosi su FB e leggendo per farsi una propria opinione.