In queste ore drammatiche di guerra tra Israele ed Hamas di scene brutali ne abbiamo viste in quantità e sono state tutte un pugno allo stomaco, uno shock per chi ama e rispetta la vita. Abbiamo visto la ragazza picchiata e strattonata, caricata su una jeep, con il pantalone intriso di sangue all’altezza dei glutei per la violenza sessuale subita. Abbiamo visto il bambino israeliano accerchiato ed insultato da altri bambini come lui, palestinesi, che lo definivano “sporco ebreo” mentre un aguzzino di Hamas infieriva con un frustino sul suo corpo e sul suo viso. Abbiamo visto l’anziana donna in carrozzina dileggiata dai terroristi e deportata a Gaza.
Abbiamo visto Noa, la ragazza portata via in moto dai miliziani e le sue urla disperate che hanno straziato i nostri cuori e le nostre menti. Abbiamo visto tanto ma non avevamo visto tutto. La scoperta di ieri (10 ottobre ndr) dei 40 bambini sgozzati e decapitati dagli assassini inumani di Hamas, quei poveri corpicini dilaniati nel kibbutz di Kfar Haza, assieme al ritrovamento di altri 200 corpi degli adulti arsi, mutilati, uccisi a sangue freddo nello stesso centro agricolo sono lo spartiacque definitivo per le nostre coscienze.
In queste ore improvvidi pseudo storici rilasciano dichiarazioni e scrivono tesi bizzarre su come Israele “se la sia cercata”. Negli stessi frangenti ci sono giornalisti che improvvisano analisi sociologiche spiegando che Gaza è una “prigione a cielo aperto”, il che è vero solamente se si completa la frase scrivendo ”dove i carcerieri ed aguzzini sono i membri di Hamas” organizzazione che tiene ostaggio la propria gente in maniera brutale e la utilizza come carne da macello e scudo umano.
Ed intanto qualche scellerato, ignavo e stolto, volutamente stolto, pedissequamente in malafede organizza manifestazioni, dibattiti, assemblee di sostegno alla ”causa palestinese” e lo fa in maniera assurda ed intempestiva. Lo fa non capendo, o non volendo capire, che in questi frangenti drammatici non si sta combattendo un conflitto tra israeliani e palestinesi ma si sta compiendo uno scontro di civiltà, etico e morale tra uno stato democratico, Israele, con il suo esercito in prima linea per difendere la propria gente, ed a distanza tutti noi, tutto il mondo libero, ed un organizzazione di belve disumane che rispondono al nome di Hamas, Hezbollah e Jihad islamica e sono il braccio tremendamente armato dello stato canaglia degli ayatollah, l’Iran.
Il massacro di Kfar Haza rappresenta l’ennesima conferma che non è in gioco la legittima aspirazione del popolo palestinese ad avere un proprio Stato ma che quanto sta accadendo è il tentativo di una pletora di assassini di sterminare il popolo ebraico, infedele rispetto ai dettami dell’Islam fondamentalista. È il tentativo di compiere un genocidio di stampo nazista e chi ora si mobilita per la “causa palestinese” dovrebbe farlo consapevole che il primo nemico di questa causa è Hamas, seguita dalle altre organizzazioni consorelle. Quel “Palestina libera” che vediamo scandito da gruppetti di giovani nelle università italiane in queste ore è condivisibile ma parziale. La frase completa dovrebbe essere “Palestina libera da Hamas”. Allora si che potremmo essere tutti assieme a manifestare con loro. Ma se quel “Palestina libera” è rivolto a spazzare via Israele no cari studenti, allora non ci siamo, state facendo il gioco dei terroristi e siete fiancheggiatori morali di assassini senza scrupoli, di bestie assetate di sangue che non esitano a decapitare, torturare ed uccidere bambini. A tutti quei nostalgici degli anni della “politica” quando si pensava che essere dalle parte palestinese fosse un dovere morale perché significava essere dalla parte degli oppressi, a loro il sangue e le teste mozzate dei bambini di Kfar Haza si rivolgono e gridano loro di aprire gli occhi e capire esattamente cosa sta accadendo. Israele questa guerra la sta facendo e la farà con ancora più forza e determinazione per proteggere il proprio popolo e la propria gente, ma anche per liberare i palestinesi dal giogo criminale di Hamas.
Se non si è capito tutto questo non si è capito cosa è veramente in gioco in queste ore drammatiche ed i 40 bambini di Kfar Haza saranno assassinati una seconda volta.
Distretto sanitario e ospedale, l’integrazione dei servizi è una soluzione pasticciata che anticipa l’accorpamento previsto nel PSR
La polemica sulla raccolta firme per salvare il Distretto sanitario di Orvieto si è alzata troppo nei toni e la...