Da un lato, gli esperti -uomini di scienza, che hanno dalla loro una preparazione pluriennale e specialistica- che devono, talvolta, arricchirsi di una sensibilità ulteriore nell’approccio all’utente, per poterlo rendere consapevole e motivarlo a migliorare la qualità della propria vita, nella consapevolezza che curare significa anche prendersi cura; dall’altro, gli utenti che, soprattutto se giovani, devono poter avere fiducia nel medico, nel docente, nell’istituzione. Solo così, infatti, potranno adottare, consapevolmente, comportamenti quotidiani, a tavola e non solo, volti alla loro salute e al loro benessere presente e futuro.
Medici, imprenditori, mondo della scuola e del Terzo settore si sono confrontati, sabato 23 settembre, nell’ambito dell’incontro “La scienza a tavola. Consapevolezza e responsabilità”, organizzato da Fondazione Cotarella e Consorzio Orvieto Way of Life in occasione della kermesse Orvieto Città del Gusto, dell’Arte, del Lavoro e dell’Innovazione. Un’occasione per riflettere su un necessario cambio di passo nella comunicazione tra utenti e mondo accademico, operatori sanitari ed esperti e nella divulgazione scientifica, che ha bisogno di meno sensazionalismo e più consapevolezza. Ed è stata proprio quest’ultima il concetto chiave emerso nella mattinata di sabato 23 settembre a Palazzo Coelli. Ad aprire i lavori con i saluti istituzionali è stata l’Assessore alla Scuola e alle politiche sociali del Comune di Orvieto Alda Coppola, che ha ribadito un rafforzamento del rapporto genitore-scuola. “I bambini sono ambasciatori delle buone pratiche, bisogna educarli perché diventino futuri cittadini consapevoli anche a tavola”.
Una consapevolezza passa anche dalla produzione agricola, come ha ricordato Albano Agabiti, Presidente Coldiretti Umbria. “Gli agricoltori diretti -ha detto il Presidente- sono fondamentali per la qualità e la sostenibilità alimentare. E gli agriturismi in Umbria accelerano questa battaglia, fornendo un’esperienza diretta ai consumatori finali, insieme alle fattorie didattiche che sono vere promotrici di un’educazione alimentare basata sulla natura.”. “L’innovazione e la tecnologia sono cruciali per affrontare le sfide di oggi -ha aggiunto- come il cambiamento climatico”. Tema questo al centro anche delle attività di Slow Food, che della lentezza ha fatto la sua filosofia. Rappresentato dalla sua presidente, Barbara Nappini, la quale ha richiamato l’importanza della relazione tra cibo, salute e cambiamento culturale. “I progetti di Slow Food promuovono l’interazione uomo-ecosistema e la tutela del territorio, degli animali e la diversità di sapori. Questo perché -prosegue Nappini- la relazione tra alimentazione e salute riguarda non solo il singolo, ma anche l’interconnessione tra individui, società ed ecosistemi. Le istituzioni e la politica devono rispondere alle urgenze ambientali e coinvolgere la società civile per affrontare le sfide legate all’ambiente e alla salute, mentre le nuove generazioni cercano soluzioni etico-ambientali che toccano soprattutto le scelte legate al cibo e a una sana alimentazione”.
Il dottor Massimo Bracaccia, Direttore del reparto Medicina Generale e d’Urgenza dell’Ospedale di Orvieto, ha sottolineato l’impatto di quelle patologie legate allo stile di vita non sano, come obesità e malattie cardiovascolari molto presenti nella società odierna. “Ruolo non indifferente hanno i media nella modellazione delle abitudini alimentari dei giovani -ha detto Bracaccia- e invito le scuole, fondazioni e associazioni a continuare a portare avanti un messaggio di stile di vita sano, inclusi aspetti nutrizionali e attività fisica, per contrastare l’epidemia di disturbi legati all’alimentazione e a malattie come l’obesità, l’ipertensione e il diabete.”
A proposito di media la psichiatra e psicoterapeuta Laura Dalla Ragione ha ricordato come il legame tra scienza e salute sia cruciale, soprattutto in relazione ai problemi alimentari e alle patologie. “La pressione mediatica -ha dichiaratoDalla Ragione- e le ‘mode alimentari’ hanno un impatto negativo sui giovani. Prima si pensava che si trattasse di una malattia legata al genere femminile, ma i dati mostrano che fra qualche anno non si potrà più parlare di malattia di genere. Il cibo è diventato un problema e un pericolo per milioni di persone nel mondo”.
Per Stefano Lucarelli, Direttore ff. UFC Disturbi Alimentari Ausl Toscana Centro, ‘consapevolezza’ è anche sapere quando chiedere aiuto. “Comportamenti che alterano il funzionamento del corpo e della mente, preoccupazioni costante col cibo. Sono disturbi gravi che colpiscono tutti e non vedono genere.”, ricordando l’importanza dei familiari nel percorso di cura. “Dai disturbi alimentari si può guarire, ce lo ricorda il convegno di oggi e i percorsi e attività promossi da Fondazione Cotarella, ad esempio”.
Più volte nominata durante i lavori la prevenzione ha un luogo non indifferente nel trattamento di malattie ‘persistenti’, tema affrontato anche all’Ospedale san Raffaele, dove la dottoressa Anna Ogliari, esperta di psicopatologia dell’adolescenza Università vita salute San Raffaele, lavora con ragazzi e bambini diabetici tipo 1. “Come sostenuto dal prof. Lucarelli, bisogna riconnettere la ‘centralina’, ovvero la nostra mente, al corpo e creare un’identità propria non legata alla malattia, bensì a una prospettiva futura, di un progetto di vita, che fra l’altro è quello che proporrà Verdeluce: luogo di lentezza e possibilità, germoglio di un qualcosa, di un ritorno alla natura, dove i ragazzi e ragazze possano scoprire cosa desiderano dal proprio futuro. Un segno di speranza”, ha concluso la dottoressa Ogliari.
Enrica Ricci, Dirigente ad interim del Servizio Programmazione della rete dei servizi sociali e integrazione socio-sanitaria della Regione Umbria ha spiegato che fra le varie attività programmate dall’istituzione, vi sono anche la prevenzione e gli interventi per piccoli e grandi. “In Umbria è attivo un protocollo per la promozione di stili di vita sani e corretti, in cui si fa attività di prevenzione anche nelle scuole e nei posti di lavoro. Un individuo è sano se ogni aspetto della sua vita è sano”.
E uno stile di vita sano è possibile anche se si è portatori di qualche malattia, come il diabete. Lo ha ricordato ancora Matteo Panzetta, Responsabile commerciale Advenya e Direttore Generale Orvietana Calcio. “L’accettazione, il supporto degli esperti e dei cari, -ha detto- insieme a uno stile di vita adatto, sono fondamentali. Lo sport, la psicologia sportiva e la nutrizione giocano un ruolo centrale per la salute.”.
Infine, Marta Cotarella, di Fondazione Cotarella e Intrecci Alta Formazione, ha tenuto a evidenziare come l’Arte e la Scienza s’intrecciano anche a tavola. “La tavola diventa il racconto di comunità, tradizione e innovazione, promuovendo sia la salute che il territorio. E in questo percorso il ruolo dei giovani della nostra Accademia è quello di poter, in qualche modo, guidare le scelte alimentari di coloro che frequentano ristoranti. Perciò è importante saper ascoltare sia da parte dei giovani che desiderano comunicare, sia da parte dei commensali interessati a imparare.”
All’incontro, moderato da Ruggero Parrotto, Presidente Fondazione Cotarella Ets, ha preso parte anche Sara Scillitani, Presidente Associazione Diabete Orvieto. La consapevolezza è un pilastro essenziale, intrinsecamente connesso all’educazione e all’informazione per la prevenzione. Comprendere i meccanismi corporei, l’efficacia delle terapie. “Essere consapevoli di cosa introduciamo nel nostro organismo è cruciale. Con la nostra Associazione organizziamo iniziative a livello scolastico e tra la popolazione adulta, strumenti imprescindibili per la prevenzione e la sensibilizzazione, promuovendo una rete di conoscenza condivisa.”
Infine, Dominga Cotarella, Ceo di Famiglia Cotarella, ha concluso facendo un appello alle istituzioni e realtà presenti: “Facciamo rete, ma rete ‘concreta’. Le persone quando si uniscono possono fare la differenza”.
Nel pomeriggio, l’olio umbro è stato il protagonista della degustazione guidata tenutasi a Palazzo dei Sette. L’evento, intitolato “Percorso enogastronomico alla scoperta degli oli umbri”, è stato condotto da esperti del settore, Nicola Di Noia, Fondatore della Fondazione Evooschool Italia e Direttore Generale di Unaprol, e Gianluca Gregori, degustatore di olio professionista, in abbinamento a prodotti del territorio Campagna Amica. Ad accompagnare l’oro verde umbro è stato un pane ricco di storia a firma del panettiere Cristiano Baldoncini. L’artigiano eugubino ha ricostruito la ricetta originale del pane della Guerra del Sale del 1540 e coltiva a mano la miscela di grani tipici del centro Italia dell’epoca, comunemente conosciuta come Siligo, oltre a lavorare senza l’ausilio di macchinari moderni, seguendo pertanto un metodo di produzione tradizionale, impastando a mano come un tempo e cuocendo nel forno rigorosamente a legna. Questo straordinario pane sarà incluso nel menu stellato della serata di domani, 24 settembre. E se domani, la Cena con le Stelle a cura di Heinz Beck chiude in bellezza il secondo weekend di Orvieto Città del Gusto, dell’Arte, del Lavoro e dell’Innovazione, la terza e ultima settimana di appuntamenti si apre con un importante confronto sull’evoluzione del ruolo del sistema bancario in concomitanza dei nuovi scenari geopolitici, ambientali ed economici. Martedì 26 settembre alle 17:00, la Sala dei 400 del Palazzo del Capitano del Popolo ospita, infatti, l’incontro a cura di Banca Lazio Nord dal titolo “Investire in un futuro responsabile e sostenibile”, al quale prenderanno parte Giulio Pizzi, Direttore Generale della Banca Lazio Nord, Gianluca Filippi, Responsabile del Servizio Finanza e Assicurazione di Cassa Centrale Banca, Roberto Tanganelli, Presidente Confprofessioni Umbria, Luca Briziarelli, Presidente Bil Benefit e Alberto Vai, Esperto in Formazione, Behavioral Finance e Profiling Comportamentale