Traffico totalmente in tilt in tutta l’area tra Orvieto Scalo, Ciconia e la Svolta. Era prevedibilissimo. Viene chiuso per lavori necessari e urgenti di messa in sicurezza l’unico ponte di collegamento tra Orvieto e Ciconia, fatto salvo quello nuovo sulla variante e a gestire la situazione? Già dal pomeriggio del 30 novembre c’erano evidenti le prime avvisaglie ma la mattina di inizio dicembre ha reso palese il caos. Macchine in fila, traffico bloccato, nervosismo e non c’è traccia di polizia locale. Già perché l’evento emergenziale era più che prevedibile ma qualcuno ci ha pensato?
La macchina organizzativa non ha previsto il caos. A Ciconia c’è il principale polo scolastico della città ma soprattutto c’è l’ospedale. Prevenire è meglio che curare. Fino al 6 dicembre i tempi medi saranno di circa 60 minuti soprattutto negli orari di punta. Chi ha una visita ospedaliera o ambulatoriale? Chi deve andare a lavoro? Chi esce dall’autostrada per arrivare nel centro storico? e i pendolari? Ma soprattutto se c’è un’emergenza? A Orvieto Scalo abbiamo la sede dei Vigili del Fuoco, un’ambulanza di 118 e a Ciconia il Pronto Soccorso. Potranno muoversi con celerità? E non vogliamo pensare se all’eccezionalità si dovesse aggiungere l’ordinarietà di un tamponamento in quell’area.
Bastava gestire l’evento. Mettere in campo la Protezione Civile e la Polizia Locale e invece nulla. Bastava dialogare con le scuole, mettere a disposizione navette sostitutive e dedicate per lenire la grande mole del traffico privato per quanto possibile. La domanda sorge spontanea. Cosa succederà nel week-end quando ci sarà un prevedibile aumento del traffico locale in concomitanza con l’inizio ufficiale dello shopping natalizio? Così sono penalizzati i centri nevralgici dell’economia cittadina con la zona artigianale e quella industriale che subiscono gli ovvi ritardi e il caos più che prevedibile, non eccezionale. Non si può pensare a una autogestione da parte di automobilisti e pedoni, di trasporti commerciali e TIR. L’evento degli eventi si doveva e poteva gestire investendo in personale, collegamenti eccezionali e gratuiti, programmando il calendario e, magari, concordando con Anas i giorni migliori, magari dopo Natale, con le scuole chiuse o ancora meglio a gennaio, quando tutto, di solito è più tranquillo.
ENGLISH VERSION
CITY IN CHAOS AS ADUNATA BRIDGE CLOSES, TRAFFIC GOES “SELF-GUIDED”
In the wake of the closure of the Adunata Bridge for necessary and urgent safety work, the entire area between Orvieto Scalo, Ciconia, and La Svolta experiences a complete traffic meltdown. It was highly predictable. The crucial bridge connecting Orvieto and Ciconia, aside from the new one on the bypass, is closed, and the question arises: Who is managing the situation? Signs of trouble were already apparent on the afternoon of November 30, but the chaos became painfully evident on the morning of December 1. Cars lined up, traffic came to a standstill, nerves were frayed, and local police were nowhere in sight. The emergency was not only foreseeable but entirely expected. Did anyone think about it?
The organizational machinery failed to anticipate the chaos. Ciconia hosts the city’s main educational center, and, more importantly, the hospital. Prevention is better than cure. Until December 6, average travel times are expected to be around 60 minutes, especially during peak hours. What about those with medical appointments? What about those commuting to work? What about those exiting the highway to reach the historic center? And what about the commuters? Moreover, what if there’s an emergency? Orvieto Scalo houses the Fire Department, there’s an ambulance from 118, and Ciconia has the Emergency Room. Can they move swiftly? And let’s not even think about what might happen if the exceptional circumstances were compounded by the ordinary occurrence of a collision in that area.
Managing the event was simple. Activate the Civil Protection and Local Police—yet, nothing. Engage with the schools, provide dedicated replacement shuttles to alleviate private traffic as much as possible. The question arises spontaneously: What will happen over the weekend when there is an expected increase in local traffic coinciding with the official start of Christmas shopping? This penalizes the nerve centers of the city’s economy, including the artisanal and industrial zones, experiencing obvious delays and the more-than-predictable chaos. Expecting self-management from motorists, pedestrians, commercial transports, and trucks is unrealistic. The event of events should have and could have been managed by investing in personnel, exceptional and free connections, planning the calendar, and perhaps coordinating with Anas for the best days, maybe after Christmas, with schools closed, or even better in January, when everything is usually quieter.