Ci siamo, ecco il Natale che arriva in un periodo complicato con la guerra che non sembra essere a una svolta, con la crisi economica che inizia a toccare la carne viva dei più deboli, l’inflazione che fa il resto. Le luci natalizie si accendono più tardi e si spengono prima per risparmiare energia. Non mancano i regali, un po’ meno e utili.
Ma il Santo Natale è sempre presente. “Venne al mondo al freddo e al gelo…”. Chi? il vero protagonista del 25 dicembre: Gesù. Per festeggiare non servono le luci, i regali, gli auguri da chi fino al giorno prima quasi si girava dall’altra parte per evitare di salutarti. Serve solo l’Amore, sì con la “a” maiuscola. Serve lo sguardo attento e amorevole verso gli ultimi, verso chi è povero, solo, senza casa. E’ chiaro il Santo Padre, “se vogliamo festeggiare davvero il Natale riscopriamo attraverso il presepe la sorpresa e lo stupore della piccolezza, la piccolezza di Dio, che si fa piccolo, non nasce nei fasti dell’apparenza, ma nella povertà di una stalla. Per incontrarlo bisogna raggiungerlo lì, dove Egli sta; occorre abbassarsi, farsi piccoli, lasciare ogni vanità, dove Lui è. E la preghiera è la via migliore per dire grazie di fronte a questo dono d’amore gratuito, dire grazie a Gesù che desidera entrare nelle nostre case, che desidera entrare nei nostri cuori“.
Farsi piccoli, umili e compassionevoli sempre pronti ad ascoltare e aiutare il prossimo, nel senso letterale del termine, chi è vicino a te che spesso guardiamo ma non conosciamo. Poi c’è il prossimo più lontano che è al buio, torturato, violato, senza riscaldamento, senza l’acqua, senza un giocattolo, senza soldi, senza cibo…”Senza”, la preposizione che dobbiamo eliminare, limitare il più possibile per realizzare il vero Santo Natale.
Buon Natale!