1

La deputata M5S Pavanelli porta all’attenzione di due ministri la questione dell’ampliamento della discarica di Orvieto

La questione del quasi certo ampliamento della discarica di Orvieto approda in Parlamento.  Emma Pavanelli, deputata del M5S ha presentato un’interrogazione urgente a due ministri, quello per la transizione ecologia e a quello della Cultura.  Pavanelli ha scritto che ha atteso il varo del nuovo governo per tornare sulla questione della discarica Le Crete.  Nel Piano regionale dei Rifiuti, infatti, la discarica orvietana è inserita come punto fondamentale per gestire lo smaltimento fino all’apertura del termovalorizzatore, quindi il 2027 e, è scritto nel documento con un possibile ampliamento nel caso in cui fosse necessario.  Con i numeri previsti la necessità di ampliare la discarica potrebbe arrivare già nel 2024, cioè a brevissimo. 

Emma Pavanelli si dice preoccupata e scrive “l’ampliamento sarebbe una scelta miope perché non terrebbe assolutamente in considerazione le caratteristiche ambientali né il contesto economico in cui si trova l’impianto a pochi metri da un’area agricola di assoluta preminenza per l’interesse dell’intera Regione per le pregevoli coltivazioni viti-vinicole”.  Ripetutamente, infatti, le organizzazioni agricole hanno segnalato la estrema vicinanza dell’impianto a coltivazioni riconosciute di pregio e alle inevitabili ricadute negative sui mercati.  Preoccupazioni che spiega sempre Pavanelli nell’interrogazione presentata ai due ministri, “già in passato, da un controllo effettuato sul sito nell’ormai lontano 2015, è stato rilevato il superamento della soglia massima consentita per il parametro relativo al mercurio.  Da quel momento nessun’altra ispezione è stata consentita nonostante le numerose istanze volte a verificare la presenza di rifiuti altamente inquinanti e in particolare di percolato, gravemente pregiudizievole per le aree agricole”.  Sempre nel passato era stato deliberato il controllo anche tramite georadar ma nulla si è mosso.  Intanto la discarica continua ad accogliere rifiuti dall’intera Provincia di Terni con un serie di problemi anche per la viabilità ordinaria nell’area di Ciconia e La Svolta. 

Chiude la deputata Pavanelli, “per tutti questi motivi ho chiesto ai ministeri competenti in tema di ambiente e paesaggio, un’approfondita valutazione dei rischi di danno ambientale che potrebbero derivare da un’eventuale ampliamento della discarica”.




Amici della Terra scrive ai sindaci, “esprimete il vostro dissenso alla politica delle discariche”

Gentilissimi Sindaci,

Il PRGIR preadottato con DGR 600 del 15/6/2022 prevede una fase transitoria sino al 2028 e la fase a regime, a partire da questa data, con l’entrata in funzione di un inceneritore da realizzare nella provincia di Perugia. La fase transitoria, a causa dalla chiusura delle discariche di Colognola(Gubbio), Pietramelina (Perugia) e S. Orsola (Spoleto) e del possibile esaurimento delle volumetrie delle discariche considerate strategiche di Belladanza (Città di Castello), Borgogiglione (Magione) e Le Crete (Orvieto) entro il 2024, dovrà ricorrere ad un ampliamento di queste ultime per un volume complessivo di 1.200.000 mc, così come stabilito nella DGR n. 2 del 5/1/2022, ove si forniscono anche le indicazioni sulla possibile ripartizione dei nuovi volumi e cioè: Belladanza mc 300.000; Borgogiglione mc 700.000; Le Crete mc 500.000. Quanto sopra per consentire lo smaltimento in discarica di circa 200.000 t/anno di rifiuti urbani (75% circa) e speciali (25% circa) che, con l’entrata in funzione dell’inceneritore, si ridurranno a 40.000 t/anno, fermo restando che, superata la fase transitoria, sarà necessario ricorrere ad un ulteriore ampliamento delle discariche strategiche di Belladanza e de Le Crete, mentre nel frattempo sarà chiusa quella di Borgogiglione. Tale scenario appartiene ad una visione antiquata e che va nella direzione opposta alle norme italiane ed europee che prevedono una riduzione consistente dei conferimenti in discarica con l’obiettivo di non superare il 10% al 2035. Lo scenario è anche in pesante contraddizione con gli stessi obiettivi fissati dalla Regione Umbria, come abbiamo avuto modo di rappresentare nel comunicato stampa che alleghiamo.

Abbiamo criticato tempestivamente tali scelte, illustrando le possibili proposte alternative in una conferenza stampa svolta nello scorso mese di gennaio, ove abbiamo proposto il ricorso agli impianti esistenti (inceneritore di Terni e cementerie di Gubbio), che avrebbe consentito un allungamento pluridecennale della vita delle discariche senza dover ricorrere ai loro ampliamenti. Se la situazione di piena emergenza sulla gestione dei rifiuti è ben presente alla nuova amministrazione regionale sin dal suo insediamento, non comprendiamo la decisione assunta con DGR 895 del 29/9/2021, relativa al procedimento di VIA per il termovalorizzatore ACEA di Terni, ove si legge “di ritenere opportuno, in questa fase, in considerazione dell’imminente approvazione dell’aggiornamento del Piano regionale di gestione integrata dei rifiuti, disporre il non superamento del dissenso, ai sensi dell’art. 12, comma 5 della L.R. 12/2010, espresso dai Comuni di Terni e Narni …”. La Regione Umbria cioè, pur avendo l’autorità per consentire al termovalorizzatore di Terni di utilizzare anche i rifiuti urbani, ha deciso di assecondare le volontà, squisitamente politiche, inerenti il dissenso espresso in merito dai Comuni interessati; ciò è poco comprensibile da un punto di vista ambientale, se è vero che la sostituzione del pulper di cartiera oggi destinato a tale impianto con il rifiuto urbano, avrebbe potuto ridurre l’impatto ambientale nella Conca ternana, ove il superamento dei valori di PM 10 ha provocato l’inclusione dell’Umbria in una pesante procedura di infrazione da parte della Commissione europea.

Ci rivolgiamo pertanto a Voi in quanto interessati dalle discariche strategiche sopra indicate, affinché manifestiate il vostro dissenso e vi opponiate alle scelte del nuovo piano regionale per la gestione dei rifiuti. Chiediamo in particolare che Vi adoperiate per superare il modello basato sul massiccio ricorso alle discariche che, ricordiamo, sono fortemente impattanti, inquinanti e prima fonte di emissioni climalteranti rispetto ad altri sistemi di gestione e per questo collocate all’ultima posizione nella gerarchia europea dei rifiuti. Le discariche vanno accettate per rispondere alle esigenze residuali del territorio e non per risolvere le continue emergenze rifiuti di tutta la regione.

Monica Tommasi – presidente Amici della Terra Onlus

Taira Bocchino – presidente Amici della Terra Orvieto




Amici della Terra, “sul piano dei rifiuti la Regione non ci ascolta e si contraddice”

Nella giornata di lunedì 12 si è svolto un incontro sul nuovo piano dei rifiuti promosso dall’assessore Morroni al quale sono stati invitati Amici della Terra, Legambiente e WWF.
Abbiamo molto apprezzato l’invito dell’assessore Morroni anche se abbiamo dovuto constatare la chiusura della Regione alle proposte degli Amici della Terra contenute nelle osservazioni presentate in sede di VAS, con particolare riferimento all’utilizzo delle discariche nella fase transitoria del piano prima che entri in funzione un nuovo inceneritore previsto per il 2028. La nostra posizione prevede l’utilizzo dell’inceneritore di Terni e delle cementerie di Gubbio, cioè di impianti esistenti senza ricorrere alla costruzione di un nuovo inceneritore o anche alla possibilità di giungere ad eventuali accordi con altre regioni, così da minimizzare il ricorso allo smaltimento di ingenti quantitativi di rifiuti nelle discariche umbre altrimenti destinate ad un loro rapido esaurimento.
Per contro l’assessore ha ribadito l’assoluta necessità di ricorrere allo smaltimento in discarica per affrontare la fase transitoria sino all’entrata in funzione di un nuovo inceneritore, con il conseguente bisogno di ampliare le discariche strategiche dell’Umbria.
Ciò è in profonda contraddizione con le indicazioni dello stesso piano laddove parla di “indifferibilità di efficaci strategie di riduzione dei conferimenti per salvaguardare i volumi residui” e richiama la DGR 1409/2018 che “riconosce i volumi disponibili nelle discariche regionali quali riserva strategica regionale, da preservare con ogni ulteriore azione di contenimento dello smaltimento in discarica, compreso l’eventuale avvio delle frazioni non destinabili a recupero/riciclaggio a impianti di recupero energetico ubicati fuori dal territorio regionale”. È inoltre in contraddizione con la “inderogabile necessità di limitare lo smaltimento in discarica nonché l’improrogabilità di mettere in atto tutte le azioni volte a contrastare il climate change”, così come riportato nei “Lineamenti preliminari per la definizione della strategia regionale per lo sviluppo sostenibile dell’Umbria”, di cui al documento preadottato con DGR n. 1016 del 27/10/2021 e che ha coinvolto come partner ANCI e FELCOS, ARPA Umbria, Parco 3A, PUNTOZERO, SVILUPPUMBRIA, UNICEF, Università di Perugia.
È poi inaccettabile che il piano non indichi chiaramente le modalità di ampliamento delle tre discariche strategiche di Belladanza (Città di Castello), Borgogiglione (Magione) e Le Crete (Orvieto), fermo restando che, entro il 2028 (data dell’entrata in funzione di un uovo inceneritore che, a parere nostro e di altri esperti, slitterà almeno sino al 2030), dovranno essere reperiti nuovi volumi per complessivi 1.200.000 mc, come è possibile dedurre dalla DGR n. 2 del 5.1.2022. In quest’ultimo atto si ipotizzano i seguenti ampliamenti di cui non c’è traccia sul piano: Belladanza mc 300.000, Borgogiglione mc 700.000, Le Crete mc 500.000. Ebbene, durante l’incontro la Regione ha fatto presente che sono in corso i lavori a Belladanza e che partiranno quelli di Borgogiglione per i volumi suddetti, mentre per Le Crete “si vedrà” ha detto l’Assessore, con il chiaro intento di spostare in avanti il birillo delle responsabilità decisionali e di tentare di giungere indenni alle prossime elezioni amministrative, diciamo noi.
Il piano che non pianifica e che non fornisce dati, è un piano improcedibile e impresentabile. È completamente fuori luogo ricorrere a questo uso massivo dello smaltimento in discarica, quale sistema collocato all’ultimo posto nella gerarchia europea e principale responsabile delle emissioni di gas climalteranti rispetto ad altre forme relative alla gestione dei rifiuti.
E l’Umbria, “mare verde d’Italia”, perde di significato!

Monica Tommasi – presidente Amici della Terra Onlus
Taira Bocchino – presidente Amici della Terra Orvieto




PromoteOrvieto, “questo territorio dopo il depauperamento di servizi e demografia non può diventare il butto dell’Umbria”

Si è tenuto a Orvieto un incontro in piazza della Repubblica, sotto la casa comunale, per sensibilizzare gli orvietani contro la quasi certezza della volontà di un possibile ampliamento della discarica “Le Crete”. Il pericolo è maggiore perché nel Piano regionale dei rifiuti non si fa proditoriamente accenno esplicito a tale eventualità. Le associazioni Leonia, Amici della terra, il gruppo “Mettiamoci la faccia” hanno studiato il Piano con attenzione e profondità e la loro reazione non ha nulla a che fare con la campagna elettorale, ma con un pericolo effettivo a cui ci si può opporre soltanto in questi giorni, prima dell’approvazione del documento. Circa 200 tonnellate annue di rifiuti, pur previste nel Piano Regionale, non trovano destinazione. L’associazione PrometeOrvieto è con loro e con la Città.

Il tentativo di arrivare all’ampliamento delle “Crete” non è nuovo e la possibilità che venga utilizzato nei prossimi anni anche il cosiddetto “terzo calanco”, facendo di Orvieto il butto dell’Umbria, va contrastato con decisione, perché è contrario allo sviluppo economico del territorio e alla volontà degli orvietani, che da decenni vedono crescere quella collina di mondezza di fronte alla Rupe. La reazione del sindaco di Orvieto di fronte ai dubbi delle associazioni è stata liquidatoria, come al solito, e perciò preoccupante. Chi ha idee e fatti da proporre desidera confrontarsi e non defilarsi. Perciò, chiediamo ai consiglieri del Comune di Orvieto di promuovere la convocazione di un Consiglio comunale aperto in cui i cittadini possano valutare le diverse posizioni, ammesso che effettivamente ci siano, prima che sia preclusa ogni possibilità di presentare osservazioni.

Certo è che, dopo il depauperamento progressivo di economia, servizi, sanità, e quindi demografia, a cui ha dovuto sottostare la città e il territorio orvietano non si può accettare che quest’angolo appoggiato al Lazio divenga il butto dell’Umbria, lontano dagli occhi e dal cuore regionale.

Prometeorvieto – Il Presidente:  Florido Fratini




Amici della Terra, Comitato Leonia e SaveOrvieto chiedono un’assemblea pubblica sui rifiuti

L’Associazione amici della Terra – Orvieto, il Comitato Civico Leonia e il comitato SaveOrvieto, dopo aver organizzato un SIT IN il 31 agosto u.s. a Orvieto per richiamare l’attenzione sulle criticità del piano in oggetto, con particolare riferimento all’uso delle discariche ed alla discarica Le Crete di Orvieto, destinata a divenire la più grande dell’Umbria, ha proposto la convocazione urgente del Consiglio comunale di Orvieto e lo svolgimento di una assemblea pubblica per un necessario confronto sugli scenari previsti dal piano.
Ritiene inoltre inaccettabile che, a fronte dell’esaurimento delle volumetrie disponibili di tutte le discariche regionali entro il 2024 e della necessità di un loro ampliamento di oltre 1.000.000 di mc per fronteggiare la fase transitoria prevista dal piano stesso sino al 2028 (anno della presunta entrata in funzione di un nuovo inceneritore, che a noi sembra assolutamente improbabile, tant’è che in altri documenti regionali si prevede il 2030), nulla si dica nel piano stesso circa le modalità, i tempi, le quantità, ecc. degli ampliamenti che dovranno inevitabilmente riguardare anche Le Crete di Orvieto, già discarica prima comprensoriale, poi a servizio dell’Ambito 4 ed oggi divenuta di carattere regionale.

Le associazioni ritengono opportuno informare su quanto sopra esposto i Comuni della Provincia di Terni per eventuali loro osservazioni sulla procedura di VAS del PRGIR ancora in corso.




31 agosto, il giorno del Piano dei Rifiuti a Perugia e del sit-in a Orvieto. La replica della sindaco alle critiche

L’ultimo giorno di agosto è stato per Orvieto quello della Conferenza dei Servizi per la preadozione del Piano Regionale dei rifiuti e del contemporaneo sit-in di protesta sotto la sede del Comune. Il sindaco ha partecipato da remoto alla prima riunione della conferenza che tornerà a riunirsi a metà mese. Nel frattempo in Piazza della Repubblica si è tenuto un sit-in non partecipatissimo, di protesta contro l’eventualità che la discarica Le Crete venga allargata. Poi è tutta polemica politica. Roberta Tardani ha voluto spiegare punto per punto cosa è stato sottolineato durante la riunione del 31 agosto e ha ricordato i vari passaggi che hanno portato all’attuale situazione.

La prima stoccata è proprio per gli organizzatori della manifestazione, “mi spiace che non abbiamo aspettato la fine dell’incontro perché avrei potuto partecipare o incontrarli per chiarire alcune legittime preoccupazioni” ha rimarcato la sindaco che poi ha rincarato, “ribadisco l’apprezzamento per la proposta di piano che finalmente segna un’inversione di tendenza rispetto alle non-scelte del passato che hanno trascinato l’Umbria in una condizione di emergenza e precarietà”.

Inn soldoni, ricordiamolo, il piano prevede la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione che renderà residuale l’utilizzo delle discariche così come imposto dalle normative europee. In Umbria rimarranno attive tre discariche, quelle di Borgogiglione e Belladanza per cui è già prevista la cosiddetta riprofilatura, e Le Crete a orvieto per la quale rimane aperta la possibilità di una variazione di capienza ma a partire dal 2024 e solo se necessario. Il tutto se verranno rispettati i tempi per la realizzazione dell’impianto di termovalorizzazione nel 2026 altrimenti l’altra deadline è il 2028 e in questo caso si potrebbero rivedere anche i “confini” della discarica orvietana. Tardani ricorda anche i numeri correggendo quelli forniti in questi ultimi giorni, “i flussi in entrata restano in linea con quelli degli ultimi anni e non con le quantità indicate in questi giorni che vaticinano impropriamente il riempimento al 2024. Le 200mila tonnellate di sui parlano le associazioni ambientaliste riguardano, infatti, il fabbisogno annuale di smaltimento dell’intera Umbria e non quelle che finiranno nella discarica di Orvieto (delibera AURI n.32 del 26/06/2022)”.

Tardani risponde alle critiche sulla sua partecipazione in passato a manifestazioni contro la discarica e spiega, “ribadisco la mia posizione e quella del Comune che avevo già espresso all’indomani dell’approvazione delle linee d’inidirizzo del Piano da parte della Regione. Vanno accelerati ulteriormente i tempi per l’individuazione del sito per il termovalorizzatore in modo tale da anticiparne la realizzazione e la messa in funzione prima del 2028 e va messo in campo ogni tipo di iniziativa per ridurre il periodo transitorio in vista dell’entrata a regime del piano. Il mio passato parla chiaro – sottolinea in maniera secca e decisa Roberta Tardani – e non accetto lezioni di coerenza da chi vorrebbe paragonarmi a chi in pubblico si diceva contrario all’ampliamento della discarica e a Perugia svendeva il nostro territorio mettendolo nero su bianco. E sorrido a sentir dire da chi ha avallato e sostenuto i governi regionali e locali precedenti, che hanno portato l’Umbria a essere maglia nera nella gestione dei rifiuti e riempito le nostre discariche, che oggi il sindaco ‘cala le brache’. Rivendico convintamente – eco l’affondo – la partecipazione alle manifestazioni contro le scelte che rischiavano di penalizzare e purtroppo hanno penalizzato il nostro territorio e anche da sindaco ho portato avanti con responsabilità e determinazione questa linea contrastando e opponendomi nelle sedi opportune a ogni ipotesi che potesse continuare a far pagare a Orvieto i ritardi e le inefficienze accumulati nel passato”.

Il lungo post si chiude con una sorta di appello e un ultima stoccata, “la Regione deve accelerare i tempi di attuazione del Piano. Questa è la voce che deve partire da Orvieto e che dovrebbe essere amplificata da piazze, partiti politici e associazioni. Questa è la battaglia per difendere Orvieto, non le schermaglie contro il sindaco per mere ragioni elettorali”.




Maurizio Conticelli, “con Amici della Terra abbiamo presentato una mozione al sindaco sulla discarica” rimasta lettera morta

Maurizio Conticelli segnala come a febbraio di quest’anno ha collaborato con Monica Tommasi e Taira Bocchino di Amici della Terra, a elaborare una mozione poi formalmente presentata alla sindaco Roberta Tardani. E’ rimasta, da allora, lettera morta. Così come sono stati altrettanto vani i segnali che abbiamo inviato anche prima di febbraio 2022 tramite articoli e interviste, una anche a Monica Tommasi, sul rischio molto fondato che Orvieto diventi una discarica a disposizione dell’Umbria, tutta, rinviando soluzioni nel tempo. Questo significa far pagare a Orvieto un prezzo altissimo in termini di ambiente e di qualità dell’offerta enogastronomica e turistica. Nel passato le giunte regionali hanno rinviato ogni soluzione e le maggioranze locali hanno sempre detto “signorsì”. Oggi la musica è leggermente cambiata, la Regione decide di programmare, a discapito di Orvieto, e la maggioranza non agisce, rimane quasi silente e non prende in considerazione una mozione che avrebbe potuto mettere in discussione alcune decisioni e soprattutto dare maggiore forza al sindaco sui tavoli di discussione regionali. Qui di seguito l’intero testo della mozione.

CONSIGLIO COMUNALE DI ORVIETO
MOZIONE
Riferimenti istruttori
Deliberazione di Giunta regionale n. 1409 del 4/12/2018 “Gestione dei rifiuti. Azioni volte
all’accelerazione del processo di riorganizzazione dei servizi di raccolta domiciliare, individuazione
della disponibilità strategica per lo smaltimento dei rifiuti e indicazioni per il mantenimento della
stessa nell’ottica dei principi dell’economia circolare”;
Deliberazione di Giunta regionale n. 602 del 17 Luglio 2020 “Piano Regionale di Gestione Integrata
dei Rifiuti. Istituzione del Comitato Tecnico Scientifico e avvio della fase di predisposizione
dell’aggiornamento del Piano” è stato dato avvio alla redazione dell’aggiornamento del Piano
Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti. L’esigenza nasce da una duplice osservazione: da una
parte, con la direttiva (UE) 2018/850 il legislatore comunitario ha definito nuovi standard di gestione
che impongono una revisione dell’attuale assetto, dall’altra, motivo ancor più cogente e rilevante del
primo, si assiste ad un sistema di gestione territoriale che ancora, purtroppo, fonda la sua sostenibilità
territoriale sullo smaltimento in discarica seppure, in questi anni, ha raggiunto obiettivi consolidati di
raccolta differenziata di buon livello.
Deliberazione di Giunta regionale n. 110 del 24/02/2021 “Aggiornamento del Piano Regionale di
Gestione Integrata dei Rifiuti – Documento Preliminare. Approvazione e avvio processo di VAS”;
Deliberazione di Giunta regionale n. 1 del 5/1/2022 “Aggiornamento del Piano di Gestione integrata
dei Rifiuti. Indirizzo della nuova strategia pianificatoria”;
Deliberazione di Giunta regionale n. 2 del 5/1/2022 “Discariche strategiche regionali: Fabbisogno di
smaltimento e specificazioni tecniche e gestionali per il razionale utilizzo. Linee di Indirizzo in attesa
dell’approvazione del Piano di Gestione integrata dei Rifiuti”;
Deliberazione del Consiglio Direttivo dell’AURI n. 1 del 14/01/2022 “Programmazione dei flussi di
rifiuti agli impianti di trattamento e smaltimento nelle more dell’approvazione del Piano d’Ambito –
primo semestre anno 2022”;
Deliberazione di Giunta regionale n. 895 del 29/09/2021 “L.R. 16 febbraio 2010, n. 12, art. 12, comma 5 Pronunciamento della Giunta regionale sul motivato dissenso espresso da Amministrazioni non
statali nell’ambito del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale coordinato con A.I.A. del
progetto di “Estensione delle tipologie di rifiuti non pericolosi da avviare a recupero energetico termovalorizzatore UL1 di Acea Ambiente srl ubicato in via Ratini n. 23 località Maratta Bassa, Terni
(TR)”. Soggetto proponente: Società ACEA Ambiente srl”;
Premessa
La Regione Umbria, con DGR n. 602/2020, ha dato avvio all’aggiornamento del Piano Regionale per
la Gestione dei Rifiuti (PRGR) e con DGR 110/2021 ha approvato il documento preliminare di piano
ed il rapporto preliminare ambientale ai fini dell’avvio della fase di consultazione propedeutica
all’attività di elaborazione del piano (cd. scoping di VAS). Il nuovo piano dovrà analizzare, affrontare
e risolvere le seguenti tematiche connesse al ciclo dei rifiuti:
• “la chiusura del ciclo, ed in particolare il raggiungimento dell’obiettivo di conferimento in
discarica non superiore al 10% dei rifiuti urbani così come stabilito dalla direttiva
850/2018/UE del cosiddetto pacchetto per l’economia circolare di prossimo recepimento;
• il rispetto del principio di prossimità, che si declina con la tendenziale autosufficienza del
sistema regione”.
La Regione Umbria poi, con DGR n. 1/2022 e DGR n. 2/2022, ha rispettivamente fornito le
indicazioni per dare seguito alla pianificazione in tema di rifiuti ed ha stabilito, nelle more del nuovo
PRGR, le indicazioni per la razionale gestione delle discariche strategiche regionali.
In particolare, con la DGR n. 1/2022, vengono individuati vari scenari caratterizzati ciascuno da un
diverso grado di impiantistica, rispetto ai quali viene approvato lo “Scenario 1” descritto come segue:
“Scenario Impiantistico 1: potenziamento del sistema di Raccolta Differenziata rispetto all’attuale
livello con raggiungimento di performance pari ad almeno il 75%. Invio del rifiuto residuale
indifferenziato a valorizzazione energetica per una quantità prevista di 130.000 t/anno a nuovo
impianto di servizio per tutto il territorio regionale. Questa soluzione prevede l’impiego residuale di
discarica per una quantità massima di circa il 7% dei rifiuti prodotti esclusivamente per la parte non
valorizzabile e scarti di trattamento”.
La stessa deliberazione, in sede di analisi SWOT, prevede quanto segue a proposito di MINACCE e
CONSEGUENZE MINACCE:
MINACCE Accettazione localizzazione impianto di WTE (cioè di un termovalorizzatore, ndr).
Tempistica per l’approvazione e realizzazione impianto. Sovra dimensionamento nel caso di ulteriore
riduzione del flusso di produzione.
CONSEGUENZE MINACCE La non realizzazione dell’impianto a causa della difficoltà localizzativa
e di accettazione implica il mantenimento dello stato di fatto con la necessità di ulteriore sensibile
programmazione spazi discariche con sensibile superamento dell’obiettivo di utilizzo discarica del
10%.
La DGR 2/2022 individua invece i fabbisogni di smaltimento ed il necessario incremento delle
volumetrie delle discariche strategiche (Belladanza a Città di Castello, Borgogiglione a Magione e
Le Crete a Orvieto), stabilendo le specifiche tecniche e gestionali per il loro razionale utilizzo. In
particolare prevede un fabbisogno di oltre 1.000.000 di mc da ricavare mediante riprofilature e/o
sopraelevazioni, nel periodo transitorio sino alla piena attuazione della nuova pianificazione.
A seguito degli atti regionali sopra richiamati, l’AURI, con deliberazione del Consiglio Direttivo n.
1/2022, ha programmato i flussi di rifiuti da smaltire nelle discariche umbre nel I semestre 2022,
dando atto che la programmazione per l’intero anno 2022 sarà definita entro il 30/6/2022; la capacità residua delle discariche a quest’ultima data è stata calcolata in mc 513.250, di cui mc 369.050 riguardanti la discarica Le Crete dei Orvieto.
In considerazione dei quantitativi di rifiuti annui da smaltire, pari a circa 195.000 t (1 t = 1 mc), il
sistema delle discariche regionali è destinato a esaurirsi già alla fine del 2024/inizio 2025.
L’eventuale loro ampliamento sino a oltre 1.000.000 di mc, come sopra evidenziato, esaurirebbe la
capacità delle discariche entro il 2030, mentre per giungere sino al 2035 ci sarebbe la necessità di un
ulteriore ampliamento di 1.000.000 di mc e di rilevante consumo di nuovo suolo.
Tutto quanto ciò premesso, Richiamate le competenze del Consiglio comunale in tema di pianificazione territoriale ed urbanistica ai sensi dell’art. 42 del TUEL (D.Lgs. 267/2000);
Considerato che, in base agli atti citati nei riferimenti istruttori, emergono enormi difficoltà su scala
regionale per la gestione dei rifiuti a seguito dell’esaurimento oramai prossimo delle volumetrie
disponibili e delle carenze impiantistiche;
Visto lo “Scenario 1” individuato dalla Regione Umbria per dare seguito alla formazione del nuovo
PRGR, che tende ad esaurire nel breve termine (fine 2024/inizio 2025) le capacità residue delle
discariche umbre, ipotizzando di chiudere il ciclo con la realizzazione di un nuovo termovalorizzatore
nella provincia di Perugia;
Atteso che la costruzione dell’impianto suddetto, come anche evidenziato nell’analisi SWOT del
documento preliminare approvato con la DGR 1/2022, andrà incontro a sicure difficoltà per la
contrapposizione da parte delle comunità locali, come è facilmente deducibile da analoghe situazioni
locali che riguardano il possibile utilizzo del CSS nei cementifici di Gubbio o dei rifiuti urbani
indifferenziati nel termovalorizzatore di Terni;
Considerato che la stessa Regione Umbria, con DGR n. 895 del 29/09/2021, ha evitato di pronunciare
un motivato dissenso nei confronti dei Comuni di Terni e Narni che avevano espresso un parere
sfavorevole sulla possibilità di utilizzare anche rifiuti urbani nel termovalorizzatore sito a Maratta
Bassa (Terni) e di proprietà di ACEA, ove si continuano a bruciare oltre 130.000 t/anno di rifiuti
speciali provenienti dalla Toscana;
Evidenziato che tale ipotesi avrebbe ridotto sensibilmente il conferimento di rifiuti urbani in discarica, allungandone la durata nel tempo, senza comportare un aggravio delle emissioni in atmosfera da parte del termovalorizzatore;
Sottolineato che, in sede di programmazione dei flussi di rifiuti stabilita con deliberazione del
Consiglio Direttivo dell’AURI n. 1/2022, il Comune di Orvieto, tramite il proprio Sindaco quale
membro dello stesso organo, ha espresso un voto contrario, peraltro ribadendo la contrarietà del
Comune ad un ampliamento della discarica in loc. Le Crete durante una recente intervista sul TG3
regionale (Edizione delle 19,30 del 29/1/2022);
Ritenuto opportuno sostenere tale posizione di contrarietà per l’inaccettabile scenario definito dalla
Regione Umbria che comporterebbe il rapido esaurimento delle capacità residue delle discariche a
fronte della improbabile realizzazione di un nuovo inceneritore nella provincia di Perugia;
Atteso quindi che lo scenario suddetto comporterebbe un sicuro esaurimento delle volumetrie residue delle discariche nel breve termine ed una conseguente necessità del loro ampliamento, mentre appare sin da subito poco praticabile e non del tutto condivisibile la costruzione di un nuovo
termovalorizzatore, che rischierebbe di non avere sufficienti quantitativi di rifiuti da bruciare a fronte
del progredire della raccolta differenziata sia in termini quantitativi che qualitativi;
Considerato che gli atti della Regione Umbria e dell’AURI, mentre da un lato sottolineano la necessità
di salvaguardare la capacità residua delle discariche, considerandole strategiche, peraltro in armonia
con quanto indicato dal PRGR vigente e nelle linee della nuova pianificazione, dall’altro assumono
decisioni in senso completamente opposto;
Visto che nel documento istruttorio contenuto nella DGR 2/2022, a proposito dei volumi delle
discariche, si afferma che “sono stati riconosciuti quali riserva strategica regionale, da preservare
con ogni ulteriore azione di contenimento dello smaltimento in discarica, in forza della Deliberazione
n.1409 del 4/12/2018”, che peraltro prosegue come segue: “6) … compreso l’eventuale avvio delle
frazioni non destinabili a recupero/riciclaggio a impianti di recupero energetico ubicati fuori dal
territorio regionale; 7) di ribadire, nell’ottica di preservare la riserva strategica di cui al punto
precedente e nel rispetto del principio di autosufficienza e prossimità di cui all’art.182-bis del
D.Lg.s152/2006, il principio di prevalenza, nell’accesso agli impianti umbri, dei rifiuti urbani
provenienti dal circuito umbro, rispetto a quelli di provenienza extraregionale;
Per quanto sopra riportato e nel sostenere la validità dell’inserimento della discarica in loc. Le Crete
nel sistema di gestione dei rifiuti in Umbria, senza pertanto farne oggetto di sterili prese di posizione
di tipo campanilistico;
Impegna il Sindaco
a sostenere con ogni iniziativa le ragioni finalizzate a impedire il rapido esaurimento delle discariche
e di quella de Le Crete in modo particolare, e di adoperarsi affinché si proceda con estrema urgenza
a ridurre drasticamente il conferimento dei rifiuti nelle discariche umbre.
Orvieto, febbraio 2022




Discarica, allarme fuori tempo massimo ma la politica può recuperare il tempo perduto se ne avrà la forza

Discarica, parola quasi stregata e maledetta per Orvieto.  Da decenni si discute, ci si accapiglia e intanto è stata (s)venduta ai privati, utilizzata per i rifiuti altrui, allargata, ampliata, sopraelevata e chi più ne ha più ne metta.  E agli orvietani ha portato vantaggi?  Assolutamente no! Pochi spicci se confrontati con i disagi. 

Veniamo all’oggi, con il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti che è arrivato a un passo dall’adozione definitiva e il 31 agosto si andranno a discutere le eventuali osservazioni.  Di solito tra le osservazioni e l’approvazione definitiva non passa molto tempo e, sempre di solito, di modifiche non se ne vedono molte.  Siamo all’ultimo miglio e c’è chi organizza il sit-in di protesta solo ora rischiando, come apparve la scorsa volta, di divenire palcoscenico elettorale.  OrvietoLife ha segnalato il problema ormai da due anni sia con Lucio Riccetti, Italia Nostra, sia con Monica Tommasi, Amici della Terra, sia andando a analizzare il Pnrr/libro dei sogni in cui Orvieto, lo ricordiamo, era nominata spesso per i rifiuti e mai o quasi per cultura, arte, sviluppo industriale, reti materiali e immateriali, sanità, istruzione.  Di seguito solo alcuni articoli, ma se avete tempo potete consultare l’archivio e vedere quante volte abbiamo parlato di discarica, rifiuti e politiche ambientali.

Certamente, meglio tardi che mai!  Intanto la politica regionale marcia per la sua strada e vede Orvieto come “protagonista” della politica dei rifiuti per i prossimi anni, visto che per troppi anni è stato un continuo rinvio in attesa di tempi migliori.  La politica locale ha provato ogni tanto a alzare la voce, ha votato tanti “no” agli ampliamenti ma ora il nuovo piano ci vede nuovamente protagonisti.  Tra l’altro con poche certezze se non generiche assicurazioni sul futuro visto che analizzando il piano tra il 2024 e il 2026/28, anno di entrata in funzione presunto del termovalorizzatore, l’Umbria rimane scoperta e debole.  Chi correrà in soccorso?  Forse, Orvieto anche se non è scritto a chiare lettere, ma basta fare due conti per avere sensati timori che ciò avvenga.  E lo domandiamo nuovamente, con quali vantaggi?  Orvieto e gli orvietani troveranno benefici ad esempio, fiscali?  Nulla, anzi paghiamo tanto, tantissimo e intanto le imprese arrancano, come testimoniano impietosamente i report di Cittadinanza Territorio Sviluppo e anche demograficamente inizia a evidenziarsi qualche problema.  Bene ha fatto il consigliere Barbabella a chiedere la convocazione dei capigruppo perché è la politica locale che deve agire, che deve puntare i piedi, che deve chiedere senza piegarsi a diktat regionali o nazionali perché, e mai slogan è più azzeccato, “vengono prima gli orvietani” ma soprattutto “viene prima Orvieto”.




Il senatore della Lega Candiani, “la discarica di Orvieto pattumiera del Centro Italia”. Lucio Riccetti di Italia Nostra, risolleva dubbi e perplessità sul sito

Le problematiche intorno alla discarica di Orvieto sono rimaste in sospeso anche in virtù di altre problematiche locali e dell’emergenza mondiale derivante dalla guerra in Ucraina. L’intervento del senatore della Lega Stefano Candiani le riportano in prima pagina. Ecco di seguito un estratto delle dichiarazioni del senatore: “con il PNRR la politica dei rifiuti deve essere completamente rivista e soprattutto le discariche devono divenire un fattore residuale. Io ho sempre in mente quella grande discarica che si vede davanti Orvieto e che sostanzialmente è la pattumiera di tutto il centro Italia.  Questa è una cosa indecorosa anche solo a pensarla.   Il PNRR deve dare una risposta seria su questo tipo di problematiche e le amministrazioni che siano regionali, provinciali o locali debbono essere ovviamente indirizzati in quella direzione”

Parole pesanti come macigni e che riaccendono anche i dubbi e le preoccupazione del presidente di Italia Nostra di Orvieto e consigliere nazionale della stessa associazione, Lucio Riccetti che sottolinea, “la dichiarazione del senatore Candiani e l’apparente mancata risposta di Acea alla lettera di Arpa-Umbria che chiedeva chiarimenti sui parametri i valori non conformi sulla sicurezza, sollevano molte perplessità e preoccupazioni sulla discarica anche in vista del paventato allargamento così come previsto dalla bozza del piano regionale dei rifiuti”.

E’ un intervento a gamba tesa anche nei confronti della giunta regionale umbra guidata da Donatella Tesei e a trazione leghista che nelle discariche ha individuato la risposta per il medio periodo all’emergenza rifiuti in Umbria con l’inserimento della discarica “Le Crete” fra quelle che potranno essere ampliate nei prossimi anni nel momento in cui dovesse esaurirsi la capienza degli altri due siti già operativi nella Regione.




Intervista a Monica Tommasi, Amici della Terra, “con il nostro piano attenzione all’ambiente e niente sorprese sulla discarica di Orvieto”

Featured Video Play Icon

La questione rifiuti in Umbria è un vero e proprio nervo scoperto e Orvieto è uno dei nodi centrali con la discarica “Le Crete”. L’associazione Amici della Terra ha presentato un suo progetto per dare una scossa e aprire un dibattito serio su alcuni questioni e cioè CSS e termovalorizzatore. Monica Tommasi, presidente nazionale dell’associazione, ritiene che la vera emergenza siano proprio le discariche, ben più pericolose di impianti che “per campanilismo vengono avversati a livello locale anche se l’impatto ambientale di questi sia minore o praticamente quasi nullo”.

Sempre Monica Tommasi in questa intervista per il nostro approfondimento video “Zoom” sottolinea che non si può attendere troppo e che comunque la Regione con il suo piano ha evidenziato un cambio di passo, forse un po’ timido.