Nell’ultimo FOCUS pubblicato da AUR (Agenzia Umbria Ricerche) a cura di Giuseppe Coco, viene esplorato il settore turistico dell’Umbria, analizzando le presenze e gli arrivi turistici nel terzo millennio, con uno sguardo particolare al periodo tra il 2023 e il 2019 (pre-Covid). I dati degli ultimi anni indicano un settore in ripresa, nonostante le sfide aperte anche se con alcuni comprensori che non seguono la media regionale e addirittura sono in calo per quanto riguarda in particolare, gli arrivi. Dai 23 anni analizzati, ben 16 non hanno mai superato i 6 milioni di presenze, ma il 2023 ha segnato un record, avvicinandosi ai 7 milioni. Il 2000 rappresenta il punto più basso con 5,2 milioni, ma il 2023 ha aperto nuove prospettive per le potenzialità turistiche dell’Umbria. Investimenti mirati potrebbero garantire una crescita stabile del 3-4% annuo, contribuendo all’intero sistema economico regionale. Esaminando gli ultimi 5 anni, escludendo il 2020 e il 2021 pesantemente colpiti dalla pandemia, la crescita oscilla tra +8,9% e +25,4%.
L’indicatore degli presenze turistiche si evidenzia una netta crescita nel 2023, segnando una ripresa del settore. Il 2023 è stato il migliore con oltre 2,6 milioni, seguito dal 2019 con 2,5 milioni, gli unici due anni sopra i 2,5 milioni. Il 2000 rappresenta il punto più basso con 1,9 milioni. Analizzando i Comprensori, performance positive nelle presenze emergono nell’Amerino (+30,4%), Valnerina (+20,9%), Assisano (+16,9%), Spoletino (+16,5%), Ternano (+15,2%), e Perugino (+10,3%). Rimane invece praticamente fermo l’Orvietano con un misero +0,5% e in leggera flessione l’Eugubino.
Per quanto riguarda gli arrivi, il confronto tra il 2023 e il 2019 rivela che 9 Comprensori hanno performance positive in termini percentuali, con la Valnerina in testa (+20,5%). I dati mostrano che l’Assisano ha superato 1,5 milioni di presenze nel 2023, con un aumento di +219 mila, seguito da Perugino (+122 mila) e Ternano (+106 mila). Ben diversa la situazione nel Tuderte, nell’Orvietano e nel Folignate dove le variazioni sono negative. Nella classifica flop il comprensorio peggiore è il Tuderte con un -11,2% seguito dall’Orvietano con il -8,9 e il Folignate distaccato a -1,1%.
Storicamente, il turismo era riservato ai ricchi, ma nel terzo millennio, con voli low-cost e smartphone, si è trasformato in un’opportunità per tutti. Nel 2030, le persone che si sposteranno per turismo potrebbero superare gli 1,8 miliardi.
In conclusione, l’Umbria, nonostante l’isolamento infrastrutturale storico, mostra segnali positivi. La crescita turistica globale è un’opportunità che richiede consapevolezza e investimenti mirati. Secondo le previsioni Unwto, il turismo crescerà del 3,3% annuo fino al 2030, sottolineando l’importanza di considerare il turismo come uno dei grandi business del futuro per l’Umbria.