Decine di cittadini, sui social, sui giornali e negli scambi personali segnalano disfunzioni gravi della Sanità orvietana. Ognuno ha la sua storia di prestazioni possibili soltanto dopo attese inconcepibili o in tempi accettabili soltanto intramoenia o presso presidi lontanissimi, per molti impossibili da raggiungere. Tutti sollecitano che si faccia qualcosa. Noi abbiamo raccolto questo invito e quindi è stato aperto l’indirizzo e-mail dilloaprometeorvieto@gmail.com a cui inviare le segnalazioni di disagi, con la garanzia di massima riservatezza. Vogliamo riempire la protesta latente di fatti oggettivi, vogliamo superare le sensazioni e capire perché avvengono inefficienze di per sé incomprensibili, ma che certamente hanno una ragione, che vogliamo capire. Ci interessano i peccati, non i peccatori. L’obiettivo è determinare uno scenario realistico della nostra sanità da cui poter trarre uno studio dettagliato, che con il contributo di esperti del settore possa sostenere i nostri amministratori, da cui non ci accontentiamo di rassicuranti letture.
Nel 2016, per difendere gli interessi nostri e degli altri risparmiatori danneggiati dalla crisi della Banca popolare di Bari, costituimmo l’Associazione Praesidium. Il metodo di lavoro è stato studiare, informarsi, informare i soci e l’opinione pubblica, porre in atto azioni di rivendicazione dei nostri interessi. Abbiamo ottenuto risultati positivi e i soci che hanno ritenuto di seguire le nostre indicazioni hanno potuto recuperare parte dei risparmi. Nel 2020, di fronte a un’evidente incapacità a immaginare un futuro della città e del territorio, abbiamo costituito l’Associazione PrometeOrvieto, allargando il campo dei nostri interessi ma mantenendo il metodo d’intervento nei confronti dei problemi. Oggi Il tema che emerge prepotente è quello della Sanità, in Umbria e nell’Orvietano. Di questo vogliamo occuparci ora, per difendere i nostri interessi e quelli degli abitanti di questo territorio.
Il nuovo Piano sanitario regionale intende razionalizzare le spese tagliando i servizi e noi dell’Orvietano, a cui ormai c’è ben poco da togliere, stiamo subendo drammaticamente le conseguenze di una politica sanitaria che punisce le zone periferiche, togliendo il nostro Distretto e limitando le prestazioni praticabili nel territorio. Questo svuotamento non è cosa di oggi, ma oggi è perseguita con ideologica determinazione. Lo sbandieramento di mirabolanti impegni finanziari della Regione a Orvieto è limitata, in sostanza, all’aggiornamento di qualche macchinario obsoleto, alla riorganizzazione del Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della Stella e alla costruzione della Casa di Comunità e dell’Ospedale di Comunità nell’infelice sito del vecchio ospedale in piazza Duomo, per il quale ancora attendiamo di conoscere il piano di viabilità a cui probabilmente non si è colpevolmente ancora pensato. Tutto utilizzando in gran parte fondi del PNRR, che ci saranno soltanto se tutto procederà nei modi e nei tempi previsti. Mentre si investono quasi 200 milioni nei nuovi ospedali di Terni e Narni-Amelia, a Orvieto saranno destinati circa 17 milioni. Gli investimenti nel Pronto soccorso rispondono a un’esigenza, chiara e dichiarata dalla Regione, di potenziare questo reparto come luogo più logico per poi distribuire negli ospedali di Perugia e Terni i pazienti che necessitano di interventi più impegnativi del comune pronto intervento. La Casa di Comunità e l’ospedale di Comunità, con un impegno di 8 milioni che, garantisce il sindaco Tardani, sarà sufficiente anche per le attrezzature, temiamo che non vedranno mai la luce e quindi potremmo trovarci privi di questi presidi centrali per l’organizzazione della nuova sanità, dato che si è esclusa una soluzione più funzionale e più semplice nella ex Piave.
Questa è la situazione. E non va bene.
Presto organizzeremo un incontro pubblico sul tema, dove trovarci con chi ha interesse a difendere la qualità dell’assistenza sanitaria nell’Orvietano e nell’Umbria. Iniziamo raccogliendo le vostre segnalazioni all’indirizzo: dilloaprometeorvieto@gmail.com