Nell’ambito della visita di studio promossa in Italia dal programma EUPROM per gli approfondimenti sulle strutture di accoglienza per giovani rifugiati, nel pomeriggio del 16 novembre, l’assessore alle Politiche Sociali Angela Maria Sartini ha ricevuto una delegazione di esperti (magistrati, assistenti sociali, psicologi) provenienti da vari paesi della Comunità Europea che ad Orvieto hanno poi visitato il Centro di seconda accoglienza SAI MSNA (ex SPRAR) e la struttura di prosecuzione per neomaggiorenni in prosieguo amministrativo. Durante il colloquio con l’assessore Sartini gli ospiti, accompagnati dai responsabili per le problematiche dei minori stranieri presso l’Ufficio di Cittadinanza del Comune di Orvieto e dagli operatori della Cooperativa Sociale “Il Quadrifoglio”, soggetto gestore del Progetto SAI MSNA, hanno appreso le modalità di sviluppo e funzionamento delle 2 comunità presenti sul territorio, quella per minori stranieri non accompagnati XENIA, e la comunità di proseguimento per neomaggiorenni INOUSENE, mostrando un forte interesse per le dinamiche di integrazione ed inclusione che negli anni le due strutture hanno saputo costruire sul territorio.
Al termine, la delegazione ha riconosciuto alle strutture orvietane un livello di lavoro eccellente nella costruzione dei rapporti e delle relazioni ritenendo le stesse un esempio nel panorama nazionale. “Il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR) – afferma l’assessore Angela Maria Sartini – è il servizio del Ministero dell’interno che in Italia gestisce i progetti di accoglienza, di assistenza e di integrazione dei richiedenti asilo a livello locale ed è stato istituito dalla legge 30 luglio 2002, n. 189. Negli anni ha cambiato denominazione, SIPROIMI (sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati) continuando ad agire sul territorio, ed oggi è diventato SAI, Sistema di accoglienza e integrazione. Il modello SAI, prevede due livelli differenziati di erogazione dei servizi, un primo livello destinato ai richiedenti asilo, cui sono rivolte prestazioni di accoglienza materiale, l’assistenza sanitaria, l’assistenza sociale e psicologica, la mediazione linguistico-culturale, la somministrazione di corsi di lingua italiana e i servizi di orientamento legale e al territorio; ed un secondo livello, ovvero il caso delle strutture della Zona Sociale n. 12, destinato ai titolari di protezione internazionale e finalizzato all’integrazione, che include l’orientamento al lavoro e la formazione professionale. Nella struttura Xenia, autorizzata al funzionamento per l’accoglienza di 10 minorenni e attiva dal dicembre 2017, hanno trovato accoglienza ad oggi un totale di 30 ragazzi, i quali, una volta terminato il percorso comunitario, hanno comunque deciso di restare nel nostro territorio proprio grazie all’eccellente tessuto di inclusione e integrazione costruito negli anni. Nel 2020, inoltre, il Ministero ha chiesto agli Enti la disponibilità all’ampliamento dell’accoglienza con l’apertura di una struttura per neomaggiorenni in prosieguo amministrativo, richiesta accolta favorevolmente dai Comuni della nostra Zona Sociale e nel 2021 ha preso avvio la struttura ‘Inousenè’ che al momento accoglie 4 giovani. Il feedback estremamente positivo di questo incontro – conclude – conferma la validità del lavoro svolto da tutti gli operatori che a vario titolo intervengono in questo progetto”.
Il viaggio della delegazione di esperti internazionali, attraverso le strutture di prima accoglienza in Italia, era iniziato lunedì a Catania e proseguito con la visita al Tribunale per i Minori di Roma dove si è tenuta una tavola rotonda con gli operatori del settore che ha riguardato le questioni dell’accertamento dell’età, della identificazione e procedure di regolarizzazione, la ripartizione delle competenze fra i vari operatori, il ruolo del tutor volontario, il ricollocamento dei minori dalla Grecia, ma anche i minori scomparsi, la protezione internazionale, i rimpatri assistiti, il ruolo del mediatore culturale, la presa in carico del minore e il ruolo dell’assistente sociale nella rete dei servizi.