Pubblichiamo il comunicato stampa integrale inviato dall’Opera del Duomo di Orvieto. In calce le nostre piccole considerazioni in merito e alcuni chiarimenti visto che, come avviene spesso, la colpa è sempre e solo dei giornalisti.
Nel merito delle notizie di stampa diffuse in questi giorni a riguardo di un presunto parco eolico in fase di realizzazione su terreni di proprietà dell’Opera del Duomo di Orvieto ricadenti nel Comune di Castel Giorgio, questo ente ritiene quantomeno singolare l’approccio avuto nel diffondere informazioni prive di sostanziale fondamento.
Ponendo in evidenza la missione statutaria della Fabbriceria riguardante la cura della Cattedrale e la tutela del Patrimonio, e altrettanto dei beni posseduti, si ribadisce che l’Opera del Duomo di Orvieto non ha ricevuto nessuna proposta formale e, tantomeno, il Consiglio di Amministrazione ha analizzato e discusso progettualità riferibili a presunte attività eoliche su terreni dell’ente.
Ogni altra ipotesi diffusa e avanzata a mezzo stampa è frutto di eventuali creatività giornalistiche o personalistiche che – per buona prassi – potevano, quantomeno, essere oggetto di verifica e supportate da dati oggettivi. Esortando, quindi, tutti ad una maggiore contezza nel merito delle argomentazioni trattate, l’Opera del Duomo, qualora ne emergano le circostanze, si riserva di agire a tutela della propria immagine.
Alcune precisazioni in merito al comunicato stampa dell’OPSM
A. il progetto Phebos non è “presunto” ma reale: secondo le nostre fonti è in valutazione di VIA al Ministero della Transizione Ecologica;
B. la esistenza del progetto, peraltro, è autorevolmente confermata da Andrea Garbini, sindaco di Castel Giorgio, che con grande cortesia e tempestività il 26 ottobre u.s. ci spiega “Sono sicuro che il presidente dell’Opera, Andrea Taddei, valuterà con grande attenzione, insieme al consiglio, il progetto in tutti i suoi aspetti. I prossimi passi che intendiamo compiere insieme al vicesindaco di Orvieto riguardano anche il coinvolgimento dell’Ente guidato da Taddei per raccogliere tutti i dati necessari per discutere nello specifico e fermare questo progetto che cozza con quella valorizzazione del territorio di cui sempre si parla e spesso è al centro di progetti di sviluppo”.
Quindi è un’ulteriore, indiretta, conferma che l’Opera del Duomo lo dovrebbe conoscere, il che non significa assolutamente che la stessa lo abbia esaminato, approvato, respinto.
C. si rimprovera la stampa di “eventuali creatività giornalistiche o personalistiche che – per buona prassi potevano essere oggetto di verifica e supportate da dati oggettivi”. Questa testata ha provato a verificare direttamente alla fonte, cioè l’Opera del Duomo, con ben 9 chiamate e alcuni messaggi nella chat wp. Durante due conversazioni informali si è parlato del progetto e non del “presunto tale” e mai, ripetiamo mai, abbiamo accennato a valutazioni già avvenute da parte dell’Ente. Abbiamo anche provato a chiedere con una mail ufficiale al Ministero della Transizione ecologica se una procedura di VIA può essere processata in assenza di alcun titolo (di proprietà o di locazione) da parte del richiedente sui terreni in oggetto. Il Ministero ha spiegato che i funzionari non rilasciano interviste ai giornalisti e che il Ministro risponde in Parlamento a eventuali interpellanze. Che ci auguriamo qualche parlamentare umbro vorrà fare!
A questo punto non ci resta che tornare a rivolgere le nostre domande da qui sperando che l’Opera del Duomo vorrà rispondere con più contezza:
1) i terreni di cui ai fogli catastali indicati nel progetto Phebos, sono di proprietà dell’OPSM?
2) il Presidente o membri aventi titolo hanno mai avuto contatti con la società committente del progetto?
3) è mai stata rilasciata da codesto Ente alla società Renewables Italia con sede in Roma, documentazione attestante la titolarità della stessa, come proprietà o come locataria, dei terreni coinvolti?
Noi attendiamo con fiducia che qualcuno ci spieghi, perché, come abbiamo scritto, “vogliamo capire” affinché anche i lettori/cittadini possano comprendere quello che sta avvenendo in tempo reale e non a cosa fatte.
Orvietolife.it
Alessandro M. Li Donni – direttore responsabile