Si allarga la protesta degli agricoltori italiani contro le politiche di settore dell’Unione Europea. Le nuove regole stabilite dal green-deal non piacciono agli agricoltori di gran parte d’Europa. Protestano in Francia, Germania e Spagna. In Italia le manifestazioni sono iniziate quasi in sordina ma ora sono balzate agli onori della cronaca. A Orvieto la prima giornata di protesta del 30 gennaio è stata ordinata e ad alta partecipazione con circa una quarantina di mezzi e oltre 60 persone. Era una bella giornata e altri hanno deciso di continuare a lavorare pur d’accordo con i principi della manifestazione.
Delusione, preoccupazione e tanta voglia di parlare da parte dei produttori agricoli che vogliono spiegare e far capire bene i motivi di questa protesta che in alcune zone d’Italia sta fortemente rallentando il traffico quotidiano di persone e merci. A Orvieto hanno deciso di fermarsi alla rotonda prima del Ponte dell’Adunata e della variante verso ponte Sandro Pertini per poi effettuare dei cortei fino al casello autostradale per ritornare sempre nella stessa area . Le ripercussioni sul traffico ci sono state anche se limitate. Rimangono forti le motivazioni della protesta, dagli alti costi di energia e fertilizzanti, ai ricavi bassissimi, alle scelte in materia di “green” da parte della UE. Ci tengono, i manifestanti a far arrivare un messaggio, “non siamo assolutamente contro il green anche perché proprio noi siamo i primi custodi dell’ambiente e dei terreni. Siamo contro politiche che non tengono in alcuna considerazione i nostri bisogni e mettono a rischio le attività, posti di lavoro e la genuinità dei prodotti che arrivano nelle case degli italiani”.