Per combattere l’inflazione la BCE ha aumentato i tassi in maniera repentina e la conseguenza è stata un ‘altrettanto rapida crescita degli interessi di prestiti e mutui. La federazione Autonoma Bancari Italiani, su dati Bankitalia, ha preso in considerazione i dati provenienti dall’Umbria da cui si evince che sono circa 226 milioni gli incagli per mutui e prestiti sottoscritti da privati e imprese.
Sempre secondo l’indagine di FABI 102 milioni sono derivanti da mutui, 52 da credito al consumo e 72 da altre forme di prestito. Se si prova a spalmare il debito sul totale degli abitanti dell’Umbria ne consegue che ogni cittadino ha un debito di circa 265 euro pro-capite, neonati inclusi.
Su base provinciale, il debito inevaso nel perugino è di 267 euro pro-capite mentre a Terni il dato è di 257 euro a testa. Raffrontando il dato con quello di altre regioni e con quello nazionale, l’Umbria soffre in modo sensibilmente superiore alla media nazionale pari a 254 euro pro-capite e focalizza gran parte delle sue inadempienze sul fronte dei mutui che per loro natura vengono contratti non per motivi voluttuari ma per fare fronte a esigenze primarie su tutte quelle abitative.
FABI dell’Umbria sottolinea “da tempo abbiamo constatato e informato la pubblica opinione che le imprese e i cittadini umbri scontano per caratteristiche strutturali e desertificazione delle banche presenti in Regione condizioni creditizi peggiori sia di quelle medie nazionali sia di quelle delle regioni limitrofe”.
La FABI dell’Umbria torna a chiedere con forza che si mettano finalmente in campo tutte quelle iniziative dal Tavolo Regionale del credito fino alla conferenza regionale dell’economia e del lavoro da noi da tempo sollecitate e finora mai raccolte da chi dovrebbe attivarsi a sollievo delle sofferenze d’imprese e cittadini dell’Umbria.