Nella mattinata del’8 giugno nella Chiesa Parrocchiale di Allerona Scalo, gremita di gente (all’interno e sulla piazza) si sono svolti i funerali di Sergio Corradini, scomparso improvvisamente nelle primissime ore di lunedì 7 giugno. Una morte che ha lasciato tutti increduli nei primi momenti in cui la notizia è cominciata a circolare in paese, fino a diventare poi una triste realtà.
Sergio Corradini fin da giovanissimo è stato incline al lavoro, iniziando, per un breve periodo, come addetto al distributore di Allerona Scalo, facendosi apprezzare per il suo impegno e la sua dedizione. Man mano che è diventato adolescente questo lavoro gli è sembrato poco “avvincente” e ha cercato un diversivo che lo potesse appagare in altri modi. E così ha cominciato a frequentare un laboratorio artigianale dove si lavoravano materiali necessari alle rifiniture delle case (infissi, persiane, tende… ecc.). Nella mente di Sergio c’era però già una visione a lungo raggio, che andava oltre quella di essere un semplice operaio in una ditta altrui. Voleva creare qualcosa di suo, voleva cioè “mettersi in proprio”. Presto fatto.
Grazie alla zia Concetta di Allerona Scalo, che gli concede l’uso di un garage, inizia l’avventura imprenditoriale di Sergio. Prima uno, poi il garage adiacente e così la ditta comincia ad espandersi e gli ordini cominciano ad arrivare. Finestre, serrande ed infissi sono molto richiesti anche perché è ancora il tempo delle nuove costruzioni sia ad Allerona Scalo che nei dintorni. Il mercato dei serramenti è in piena espansione e quindi le domande valicano i confini comunali e regionali. Ci sono richieste da Roma, Viterbo, Grosseto e dal Nord Italia. Sergio, dopo alcuni anni è sempre più preso ed inizia a pianificare l’ingrandimento dell’attività insediandosi prima in un capannone nella zona industriale del Comune di Castel Viscardo in loc. Le prese e poi costruendo da zero l’attuale sede.
Al passo con i tempi, introduce subito nuovi macchinari all’avanguardia per la rifinitura degli infissi provenienti dalla Germania. Non pago di questa ormai grande attività, acquista un macchinario per la lavorazione del vetro perché diceva sempre: “Il cliente va servito a dovere ed ogni sua richiesta va soddisfatta al 100% senza fare tanti giri e senza perdere tempo”. Ultimamente era in procinto di rilevare un’altra struttura limitrofa alla propria per iniziare un nuovo lavoro di raccordo con la propria attività. Sempre sorridente e altruista diventava però “agitato” quando la burocrazia comunale (e nazionale) si metteva di traverso con le proprie lungaggini procrastinando le iniziative che lui stesso voleva fossero fatte il prima possibile.
Un imprenditore vero che passo dopo passo si è fatto da solo, con enormi sacrifici fatti di orari impossibili pur di portare a termine ogni lavoro iniziato. In uno dei nostri ultimi incontri mi aveva detto di essere molto impegnato nel Nord Italia in quanto fornitore di una grossa ditta orvietana impegnata in quelle zone. Questo aspetto lo riempiva di soddisfazione perché creava lavoro per sé e per i propri dipendenti.
Non era occupato solo nella creazione di nuovi modelli di infissi, ma aveva intrapreso (con propri mezzi finanziari) anche un impegno civile, qualche anno or sono, quando creò un piccolo Comitato locale di cittadini che si batteva contro la realizzazione del cosidetto “muro della vergogna” che costeggia l’ingresso al paese di Allerona Scalo. I lavori che si stanno realizzando in questi mesi a monte del fiume Paglia con la costruzione di cestoni laterali allo stesso alveo sembrano sostenere il pensiero che Sergio portava avanti.
Un pensiero particolare va alla famiglia, all’anziana madre Palmina, alla moglie Maria Teresa che l’ha sempre sostenuto nella propria attività, al figlio Federico che da qualche anno lo ha affiancato alla guida dell’azienda, alla figlia Stefania da poco entrata come segretaria nella stessa, al fratello Eraldo coautore di tutte le iniziative di Sergio e fedele esecutore e controllore di tutte le attività all’interno ed all’esterno della fabbrica creando un tutt’uno con gli operai (Francesco, Daniele, Adriano, Alessandro, Andrea) e dando vita ad una vera ed autentica squadra di persone serie e preparate, impegnate alla tutela ed alla salvaguardia del posto di lavoro.
Ciao Sergio, che il Signore ti accolga a braccia aperte e ti ripaghi per tutto quello che hai fatto, soprattutto quando hai fatto del bene.
Marcello Tomassini