È stato allestito alla Libreria Albèri nel museo Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, il laboratorio temporaneo all’interno del quale si procederà al delicato restauro dell’antico Reliquiario del Corporale realizzato da Ugolino di Vieri nel 1338. Il prezioso manufatto è stato, inizialmente, sottoposto a un’accurata documentazione fotografica, a cura della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, e a una nuova approfondita campagna diagnostica con tecnica fotografica non invasiva. Il restauro del Reliquiario, su progetto dell’Istituto Centrale per il Restauro ICR approvato dalla Soprintendenza ABAP Umbria, è affidato a Mari Yanagishita, professionista e docente, selezionata per lo straordinario curriculum di formazione ed esperienza specifica dalla commissione di valutazione istituita dall’Opera del Duomo e composta da: Elvira Arianna Cajano – Soprintendente ABAP Umbria; Flavia Callori di Vignale – Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche dei Musei Vaticani; Stefano Ferrari ed Elisabeth Huber – Laboratorio Manufatti Ceramica, Vetro, Metalli e Smalti ICR; Elisabetta Giani – Laboratorio di Fisica di ICR; Gerardo De Canio – esperto consulente per la prevenzione anti-sismica del patrimonio culturale, e, per l’Opera del Duomo, dal presidente Andrea Taddei e da Alessandra Cannistrà curatore del museo.
Il Reliquiario del Corporale, realizzato da Ugolino di Vieri nel 1338, costituisce non soltanto una delle più straordinarie opere dell’oreficeria medievale ma anche il più “imponente esempio di manufatto in smalto traslucido” esistente, come ricordava, Giuseppe Basile, in occasione della restituzione dopo il complesso intervento conservativo condotto da parte dell’allora Istituto Centrale per il Restauro negli anni ‘80 del secolo passato. La struttura portante dell’opera è in argento dorato, come pure le parti decorative lavorate a tutto tondo. Ad essa sono unite mediante piccoli chiodi, placche di diverse forme e dimensioni, lavorate a bulino e cesello e poi smaltate con paste vitree traslucide. Conservato nella Cappella del Corporale in Duomo all’interno della vetrina fatta realizzare da ICR e Soprintendenza dell’Umbria a fine restauro, il Reliquiario è stato trasferito nel 2014 al MODO nella Libreria Albèri in occasione del Giubileo Eucaristico, allo scopo di garantire un maggior controllo delle condizioni microclimatiche e nuove campagne di studio e diagnostica finalizzate ad arginare i processi di degrado che affliggono lo straordinario manufatto. ICR ha infatti continuato a seguire le vicende conservative del manufatto costituendo un gruppo di lavoro composto da esperti dei laboratori scientifici di Fisica e Chimica e di Restauro per il settore ceramiche, vetri e smalti, metalli e leghe. Attraverso il costante monitoraggio dell’opera e le campagne fotografiche di documentazione, ICR con Soprintendenza e Opera del Duomo hanno avviato un percorso che ha segnato importanti tappe fin dal 2019 quando è stata avviata sia la realizzazione dell’impianto di monitoraggio microclimatico nella Libreria Albèri, che si è esteso a tutte le sale dei Palazzi Papali; sia la progettazione della nuova vetrina, commissionata nel 2020 nella prospettiva di garantire la stabilizzazione del microclima, la qualità dell’aria e la protezione anti-sismica. Nel 2021, un ulteriore importante passaggio è stato l’adeguamento delle condizioni termiche della sala. Quindi, all’esito della complessa fase di ricerca e studio sul manufatto e sui processi di degrado, è stato redatto da ICR il progetto di intervento e, tra una rosa di alte professionalità del settore, è stato selezionato il restauratore alle cui competenze e cure viene ora affidato il Reliquiario, capolavoro artistico profondamente legato alla storia, alla devozione e all’identità della comunità orvietana.
“Il restauro dell’antico Reliquiario di Ugolino di Vieri – spiega il presidente dell’Opera del Duomo, Andrea Taddei – è un intervento importante di conservazione e valorizzazione di un prezioso simbolo religioso della nostra comunità. L’Opera del Duomo ha fortemente sostenuto questo intervento nell’intenzione, non solo di proseguire il percorso di conservazione come già avvenuto in questo ultimo anno per altre opere d’arte, ma soprattutto per riconsegnare alla città e alla nostra Diocesi lo splendore di un manufatto unico e straordinario nel suo genere. Siamo onorati di poter affidare le cure di questo lavoro ad una professionista che vanta riferimenti internazionali per competenze e professionalità. Il restauro che si svolgerà all’interno della Libreria Albèri è protetto da un laboratorio temporaneo che consente, comunque, di seguire lo sviluppo dei lavori”.