Finalmente in questi giorni qualcuno ha squarciato il velo di silenzio che avvolgeva da mesi il destino della Cassa di Risparmio di Orvieto S.p.A., banca della cui sorte, essendo ritenuta “salva” con l’ingresso nel gruppo MCC, oramai non sembrava più occuparsi nessuno. Tutto ciò non è sufficiente: riteniamo che mai come ora debbano far sentire la loro voce tutti coloro che a livello istituzionale sono tenuti ad interessarsi al tema: Regione, Provincia, Comuni del Territorio ed Associazioni di categoria. Non sarebbe accettabile un loro disimpegno in un momento decisivo come l’attuale, tanto più che non risulta ancora perfezionata la più volte annunciata cessione del pacchetto di controllo della Cassa da Banca Popolare di Bari a MCC.
Tutto tace invece dal lato Fondazione CRO, che sta comprensibilmente riflettendo sull’opportunità o meno di sottoscrivere il corposo aumento di capitale preteso dagli Organi di Vigilanza per porre la Cassa orvietana in sicurezza, scelta dalla quale dipenderà la possibilità di mantenere il diritto di veto sulle operazioni straordinarie quali un’eventuale fusione, diritto che in passato ha più volte impedito alla CRO di intraprendere un futuro incerto e quindi potenzialmente pericoloso. Auspichiamo quindi che la Fondazione CRO continui a fare da garante, a tutela dei dipendenti e delle loro famiglie, dei clienti e del tessuto socio-economico del Territorio, e come tale maturi la giusta decisione relativamente all’aumento di capitale previsto entro fine anno, poiché in caso contrario potrebbero palesarsi conseguenze importanti sul futuro stesso della CRO, nel ruolo di banca autonoma “commerciale retail”, unico e ultimo istituto di credito rimasto nella Regione Umbria a supporto delle comunità locali.
Altrettanto opportuno appare evidenziare e doverosamente ricordare come Il personale CRO ha sempre dimostrato nei fatti, anche in tempi difficili come quelli vissuti nell’ultimo decennio, di essere un presidio fondamentale per la stessa sopravvivenza della Cassa, ed ha contribuito fin dal 1852 alla costituzione ed alla salvaguardia del patrimonio della Fondazione stessa. Di fronte ad un conto economico della banca assolutamente positivo dal lato gestione caratteristica, sarebbe infatti inammissibile, da parte della nuova Capogruppo MCC, peraltro più volte sorda alle richieste di incontro delle OOSS di CRO, perseverare nel mantenere una gestione dei costi estremamente severa, con ricadute non solo sul Personale, ormai sotto organico da tempo, ma anche sull’aspetto esteriore delle Filiali, sul loro decoro e sulla qualità delle tecnologie a disposizione di clientela e dipendenti.
In qualità di rappresentanti dei lavoratori e come membri della comunità orvietana esigiamo che tutti facciano la loro parte: in un momento topico della storia della CRO è il tempo del coraggio e non del complice silenzio.
RR.SS.AA. CRO FABI FIRST/CISL FISAC/CGIL