Il consiglio dei ministri del 4 si è concluso a notte fonda ma con alcune decisioni piuttosto importanti per gli italiani e per le scuole. Durissimo lo scontro tra Regioni, ministri del PD in particolare e la ministro Azzolina e la delegazione di Italia Viva sulla riapertura generalizzata delle scuole. Alla fine, anche grazie alla mediazione di Franceschini si è arrivati al compromesso che prevede l’apertura di elementari e medie dal 7, così come previsto, mentre per le superiori bisognerà attendere l’11 gennaio ma sempre al 50%. Ogni Regione, poi, potrà decidere in autonomia il calendario così come hanno già fatto Campania, con un tempistica più lenta, Friuli e Veneto che riapriranno le superiori a febbraio. C’è poi la questione della ripartenza dopo il 7 gennaio. Rimane il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattino e verrà esteso il divieto di spostamento tra regioni fino al prossimo 31 gennaio. Dopo due giorni di relativa normalità il 9 e 10 gennaio tutto il Paese torna in zona arancione con bar e ristoranti che potranno lavorare solo per asporto o consegna a domicilio.
In attesa delle decisioni del ministro Speranza dopo l’analisi dei dati provenienti dalle varie regioni il consiglio dei ministri ha deciso anche un stretta sui criteri per il cambiamento di fascia con l’indice RT che scende a 1 per divenire arancioni e a 1,25 per il rosso. C’è la conferma delle restrizioni per chi si troverà in zona rossa con la possibilità di spostarsi una sola volta al giorno, sempre in due esclusi gli under 14, vero un’altra abitazione privata. E dopo il 15? C’è già l’impegno a costruire una sorta di zona gialla rafforzata con il blocco degli spostamenti tra regioni, fatti salvi i casi già previsti attualmente, almeno fino al 31 gennaio. La novità riguarda la creazione di una cosiddetta “zona bianca” dove potrebbero riaprire praticamente tutte le attività, comprese palestre e cinema, per quelle aree particolarmente virtuose che, ad oggi, non sono esistenti in Italia, ma, come ha spiegato il ministro Franceschini, “è un segno di speranza che dobbiamo assolutamente dare”. Il nuovo giro di vite serve soprattutto per prepararsi a dare risposte veloci al possibile aumento dei contagi che il CTS teme dopo la socialità natalizia che purtroppo una parte della popolazione ha avuto nonostante i divieti, e alla settimana delle riaperture pre-natalizie i cui effetti si potranno analizzare tra l’inizio della prossima settimana e quella ancora successiva.