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Via col vento

Pale eoliche: quattro a Orvieto, tre a Castel Giorgio per un totale di 42 MW

Il nome è suggestivo, intrigante, sa di antico ma anche di modernità: si chiama PHOBOS, e non è il figlio di Ares, dio della Guerra e di Afrodite, dea della Bellezza, figure della mitologia greca.

E’ un progetto di impianto eolico per 7 areogenetarori (le pale eoliche) da 6 MW ciascuno, da realizzarsi tre a Castel Giorgio su terreni di proprietà dell’Opera del Duomo e quattro a Orvieto su terreni di privati cittadini.

Il committente, RWE – RENEWABLES ITALIA con sede in Roma, una Srl a socio unico che si occupa di “Produzione di energia elettrica”, ne ha affidato la progettazione a News Developments, società di Cosenza per servizi di ingegneria integrata e a Vamirgeoind (Ambiente, Geologia, Geofisica) di Palermo. Il Parco eolico è ora al Ministero della Transizione Ecologica per la valutazione di rito, e l’istruttoria sembra essere in fase avanzata. Dalle nostre parti invece regna il silenzio: è comprensibile riservatezza o deprecabile disinformazione?

In Via col vento Rossella O’Hara l’indimenticabile interprete del film, ossessionata dal suo matrimonio con Rhett e dalla sua passione per Ashley, marito della cugina, conclude con un “Domani è un altro giorno”.

Per i cittadini dei due Comuni è tempo di conoscere, anche per loro da domani inizi un altro giorno. Parlino Andrea Garbini, sindaco di Castel Giorgio e Roberta Tardani, sindaco di Orvieto; parli anche Andrea Taddei, presidente dell’Opera del Duomo, per sapere se abbia, anche solo informalmente, espresso un placet alla realizzazione del progetto sui suoi terreni, attratto dagli introiti derivanti dall’eventuale concessione: è vero che i soldi non bastano mai, ma la situazione economica dell’Ente è sana e non lo giustificherebbe. Diversa è la situazione dei proprietari dei terreni nel comune di Orvieto; si tratta di campi che rendono poco e reclamano fatica, la resa per loro aumenterebbe almeno di dieci volte: una sorta di “gratta e vinci” senza nemmeno comprare la cartella.

Parlino anche le associazioni ambientaliste (Amici della Terra, Italia Nostra, WWF) e quelle economiche e di categoria. Prendano voce i tanti VIP che popolano le colline dell’Orvietano: sono persone di sicura sensibilità ambientale, si commuovono alla vista di una zucchina che spunta nel loro orto; verifichino dai loro casolari se avranno “finestre con vista” sulle pale eoliche: ciascuna è alta 200 metri dal piano di campagna.

Ad oggi, in quel di Castel Giorgio, sembrerebbe che si registrino solo il “grazioso” disappunto della Principessa del Liechtenstein che un anno fa ha acquistato il rudere di Montiolo per circa 800mila euro, facendo sorridere le casse tristi della Fondazione Claudio Faina, già proprietaria; e la contrarietà, ritengo per niente graziosa, di Alice Rohrwacher, attrice e regista di successo internazionale, che appena può si rifugia nella casa di famiglia. Entrambe hanno fatto la prova “finestra con vista” e vedono le pale a circa 100 metri.

Un accorato appello, infine, alle intellighenzie politiche e culturali dell’Umbria e dell’Alto Lazio (il progetto si estende anche a Bolsena, Civita) perché scendano in campo senza timidezze prima che il Ministero dia la VIA libera al progetto.

A noi, “popolo semplice” – per dirla con Antonio Gramsci – tutti coloro che sanno, possono e vogliono ci convincano se dobbiamo arruolarci con Ares a favore delle pale eoliche o continuare ad amare Afrodite, perché la bellezza e la tutela del paesaggio sono stati finora beni preziosi e inalienabili dei nostri territori. Se potremo sperare in un futuro migliore o se, come sempre, i vantaggi saranno per pochi e gli svantaggi per molti.

Per saperne di più: Parco eolico – www.va.minambiente.it/it-IT/oggetti/documentazione/7975/11719