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Vetrya, utile semestrale a -6,6 milioni, debiti a 16,5 milioni. Aggiornato il piano industriale focalizzato sul cloud e taglio dei costi

Vetrya aggiorna il piano industriale alla luce di una semestrale 2020 deludente e approva un preconsuntivo 2020 con numeri negativi legati al Covid-19.  I ricavi si sono fermati a 33 milioni di euro, stando al preconsuntivo.  Analizzando lo storico nell’anno della quotazione, il 2016, i ricavi erano di 58,7 milioni di euro.  Il dato è rimasto più o meno stabile fino al 2019 quando è sceso a 42 milioni.  L’ebitda si è chiuso a -7,4 milioni contro -4,05 con una contrazione dell’83%.  Sempre guardando ai 4 anni precedenti nel 2016 spicca la discesa dell’utile che da 2,4 milioni è arrivato a -6,6 milioni del 2019, stesso risultato della semestrale del 2020.  I numeri raccontano la storia di un’azienda che nel 2016 aveva debiti verso banche per 12,5 milioni di euro e dopo due anni chiusi intorno ai 5 milioni, nel 2019 tocca la cifra di 14,5 milioni di euro e nella prima parte del 2020 16,5 milioni.

Nel 2019 la voce “altri debiti” ha pesato per 4,8 milioni di euro che rimangono stabili nella semestrale del 2020, dovuti all’operazione Viralize, ceduta a fine ottobre dello scorso anno.  In un comunicato ufficiale Vetrya ha annunciato anche un nuovo aumento di capitale per 1 milione di euro diretto agli investimenti.  Dopo l’uscita dei dati parziali del preconsuntivo e dell’aggiornamento del piano industriale, il titolo non ha reagito positivamente con la chiusura a -6,84%.  In apertura di contrattazioni era a 2,24. Numeri ben lontani dall’esordio in Borsa, il 29 luglio 2016 con un prezzo di 6 euro tondi.  A distanza di poco meno di 4 anni la capitalizzazione è scesa del 63%, la gran parte nell’ultimo anno con un -53% che riflette l’andamento dei dati di bilancio.  Nel 2020 il gruppo ha investito nel settore del tracciamento e in altri prodotti a valore aggiunto, ha lanciato la cosiddetta Netflix del Vaticano ma questo non ha supportato i conti del gruppo.

L’aggiornamento del piano industriale prevede il raggiungimento del break even point come ebitda nel 2021 e poi un incremento medio del 10% tra il 2021 e il 2022 e addirittura tra il 20 e il 22% nel 2022-23.  Una scommessa che per essere raggiunta prevede un poderoso piano di riassetto e di taglio dei costi.  Per quanto riguarda gli investimenti, che saranno finanziati tramite un aumento di capitale, saranno concentrati su piattaforme tecnologiche proprietarie e in progetti innovativi in collaborazione con università e centri di ricerca. Il capitolo del riassetto prevede l’uscita dal mercato italiano dei servizi a valore aggiunti tradizionali, lo sviluppo del mercato dei servizi per gli operatori di telecomunicazioni, sviluppo nazionale e internazionale delle piattaforme e dei servizi core nei settori video, eventi phygital, IoT, AI e industry e data valorization; sviluppo della nuova business unit per il cloud computing ad alta redditività, dismissioni di asset non strategici e di risparmio sul fronte dei costi.