1

Vetrya, i primi timidi passi della politica locale con sindaco, Barbabella e Olimpieri

La politica locale inizia a muoversi su Vetrya dopo le sollecitazioni giunte a livello regionale e in Parlamento. I consiglieri Barbabella e Olimpieri hanno rotto gli indugi. Il primo con la richiesta della convocazione urgente della conferenza dei capigruppo; il secondo con un’interrogazione dove si chiede di conoscere la situazione e le eventuali azioni messe o da mettere in campo per mitigare le prossime difficoltà di tante famiglie orvietane che con molta probabilità si ritroveranno senza lavoro a partire dal 12 novembre. Anche il sindaco, Roberta Tardani è intervenuta comunicando di aver avuto un incontro proprio con Luca Tomassini per avere un quadro della situazione.

Si scorge una certa timidezza in tutte queste richieste. Mancano la domande sul perché si è giunti a questa situazione, perché fino ad agosto non si sapeva nulla; cosa succederà dopo l’11 novembre nel caso in cui l’assemblea degli azionisti confermasse la messa in liquidazione e la cessazione di tutti i rapporti di lavoro in Vetrya? E ancora, si sta già pensando ad una newco per gestire gli asset in bonis della Vetrya?

Barbabella nella sua richiesta di convocazione della conferenza dei capigruppo richiede anche l’audizione di Luca Tomassini, e probabilmente in quella sede verranno poste queste ed altre domande a chi ha gestito e guidato l’azienda che era ritenuta da tutti il fiore all’occhiello della città, il simbolo dell’imprenditoria attenta al benessere del personale con servizi innovativi in stile americano, come l’asilo e il centro sportivo, solo per citare i più noti.

Ora il sogno si è infranto sull’ostacolo dei numeri che non vanno mai a braccetto con le “visioni”, i “sogni” di qualsiasi imprenditore. Il bilancio è stato un brusco risveglio, per alcuni, per altri le difficoltà non erano inattese e frutto di 18 mesi in decrescita con la Borsa che di giorni in giorno lasciava intendere che il sentiment intorno a Vetrya era cambiato. I riflettori sono tutti puntati sulla doppia data del 10 e 11 novembre quando gli azionisti dovranno decidere cosa fare, se certificare la cessazione delle attività e la messa in liquidazione, o provare a rinascere ma mettendo mano al portafoglio per ricapitalizzare il gruppo.