Turismo, permanenza media fra le più basse in Umbria e non può essere volano economico della città

“Turismo, croce o delizia per Orvieto”, così esordisce Alessandro Li Donni nel suo recente articolo su Orvietolife nel quale propone alcune considerazioni ed analisi sul turismo ad Orvieto ed in generale in Umbria. Quello del turismo è effettivamente un argomento molto presente nell’informazione locale, ed anche istituzionale, dove si parla spesso di “boom di turisti” e di “record di presenze”, ma sul quale in qualche contesto emerge a volte il dubbio che dietro le apparenze e dietro il Corso pieno di turisti ci sia poco altro, e la domanda è: Il turismo è veramente il volano dell’economia orvietana?

Come è nostra consuetudine, andiamo a vedere cosa ci dicono i dati, gli aridi numeri che normalmente lasciano poco spazio a impressioni e suggestioni.

Una prima analisi è consultabile nel nostro ultimo rapporto sulla “Demografia delle Imprese” (Cittadinanza Territorio Sviluppo Rapporto 1-2023  https://www.osservatoriocts.it/rapporti-2023/ ) dove, tra gli altri, vengono prese in esame le imprese e gli addetti del settore “Alloggio e Ristorazione”; secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio il numero delle imprese attive nel settore non ha avuto alcun incremento negli ultimi cinque anni (dal 2018 al 2022) ed anzi non ha recuperato la perdita di unità sofferta tra il 2020 ed il 2021 con il risultato che le imprese attive a fine 2022 sono inferiori a quelle che erano alla fine del 2019, mentre sul fronte degli addetti c’è stata addirittura una flessione significativa tra il 2022 ed il 2019 con una perdita di addetti nel settore di oltre il 12%.

E’ importante sottolineare che questi dati riguardano solo le “imprese” vale a dire solo quelle attività iscritte al Registro Imprese della Camera di Commercio, e non considerano tutte quelle forme alternative di ricettività che vengono regolarmente svolte in forma privata senza l’obbligo di iscrizione alla Camera di Commercio (B&B, Affittacamere ecc.), e che peraltro negli ultimi anni sono sempre più preferite dai turisti sia italiani che stranieri. Quindi si può ragionevolmente considerare che la perdita di unità nel settore sia in realtà dovuta ad uno spostamento delle presenze e degli addetti verso queste diverse forme di attività ricettiva.

Per capire se è davvero così abbiamo consultato i dati delle statistiche sul turismo pubblicati dalla Regione Umbria, che a differenza della Camera di Commercio raccoglie i flussi di informazioni trasmesse da tutte le attività ricettive in qualunque forma siano esercitate.

Sul fronte dell’offerta turistica, Orvieto è cresciuta quantitativamente nel primo semestre del 2023 con 321 strutture e 3.624 posti letto al 30 giugno 2023, a fronte di 300 strutture e 3.523 posti letto presenti al 31 dicembre 2022. Se andiamo però a confrontare l’Indice Medio di Utilizzo delle strutture scopriamo che al 31 dicembre 2022 questo era di 22,32 mentre al 30 giugno 2023 è sceso al 20,36.

A titolo puramente statistico, si osserva che al 31 dicembre 2019 erano presenti ad Orvieto 306 strutture per 3.428 posti letto, con un indice di utilizzo medio del 23,56.

Questo significa che il numero delle presenze è rimasto sostanzialmente invariato nel tempo, e si dividono tra un numero di strutture maggiore rispetto al passato.

Nelle stesse statistiche della Regione Umbria si possono estrapolare altri dati interessanti sul fronte della domanda turistica per arrivi e presenze. Per il 2023 il numero di arrivi e presenze in valore assoluto è disponibile solo per il primo semestre e perciò non è particolarmente utile il confronto con l’intera annualità degli anni precedenti, tuttavia, a puro titolo informativo, nel periodo gennaio-giugno 2023 gli arrivi sono stati 65.107 che hanno determinato 116.503 presenze, a confronto dell’intero anno 2022 quando gli arrivi sono stati 147.031 con 273.185 presenze. Sembrerebbe che a metà anno gli arrivi e le presenze siano ben al di sotto della metà rispetto all’anno precedente ma, come detto, questa non sarebbe una conclusione attendibile perché non considera l’andamento dei flussi mensili che sono distribuiti in misura diversa durante l’anno.

Quello che invece è più interessante esaminare è il valore della “Permanenza Media” cioè il tempo espresso in giorni che mediamente ogni visitatore trascorre ad Orvieto. Questo dato, a differenza dei valori assoluti, è senz’altro più significativo perché esprime appunto una media ed è del tutto confrontabile anche su un periodo temporale diverso.

Nel primo semestre del 2023 la permanenza media è stata di 1,79 inferiore a quella del 2022 che era stata del 1,86 e che è sostanzialmente stabile nelle rilevazioni annuali, salvo piccole variazioni decimali.

Questa, come peraltro è noto da tempo, si conferma la maggiore criticità del turismo orvietano soprattutto se si considera che la permanenza media a livello regionale è di 2,36 dove l’indice di Orvieto è tra i più bassi dell’intera Umbria.

Riprendiamo dalla domanda posta all’inizio, cioè se il turismo possa essere davvero il volano della nostra economia: sembrerebbe proprio di no e ancora una volta sono i dati a confortare questa convinzione, e precisamente il dato dei redditi IRPEF per il comune di Orvieto.

Già nel rapporto CTS citato sopra è riportato l’andamento dei “redditi di impresa” delle persone fisiche, che mostra una complessiva flessione del reddito medio addirittura in valore assoluto nel 2021 rispetto al 2019. Certamente il solo reddito di impresa è un dato parziale, ma è certamente in grado di rappresentare la capacità reddituale del sistema economico di una Città.

Al dato contenuto nel rapporto aggiungiamo ora il dato del reddito medio complessivo IRPEF per il comune di Orvieto, che comprende tutti i redditi non solo quelli di impresa: il reddito medio dell’anno 2021 (ultimo disponibile sul sito del MiSE) è stato di 20.602 € per 14.396 contribuenti, sostanzialmente uguale a quello del 2019 che è stato di 20.566 € per 14.348 contribuenti. Non viene considerato l’anno 2020 perché eccezionalmente influenzato dagli effetti della pandemia. In conclusione il quadro complessivo dell’economia orvietana, le cui criticità abbiamo in più occasioni analizzato nei nostri rapporti, ci dice che il turismo, da solo, non è in grado di essere il volano capace di muovere e far crescere il sistema economico della Città.