Tre detenuti ricevono dal Vescovo i sacramenti dell’Iniziazione

Giovedì fra l’Ottava di Pasqua, nella Casa di Reclusione di Orvieto, il Vescovo di Orvieto-Todi, Mons. Gualtiero Sigismondi, ha amministrato a tre detenuti i Sacramenti dell’Iniziazione cristiana. Nella gioia della Pasqua, la Chiesa di Orvieto-Todi, con il suo pastore, il cappellano dell’Istituto Penitenziario, la religiosa e il diacono che settimanalmente tengono gli incontri di catechismo con i detenuti e la Caritas Diocesana, ha aperto le sue braccia per accogliere un nuovo figlio e riabbracciare dei figli “ritrovati”. Nella mattina di giovedì 4 aprile, infatti, durante la celebrazione della S. Messa, un detenuto ha ricevuto i sacramenti del Battesimo, Comunione e Confermazione, un altro la Comunione e la Confermazione e un terzo la Confermazione.

Una giornata ricca di grazia, per cui dare lode al Signore, che – ha ricordato il Vescovo Gualtiero – dopo la Pasqua si manifesta ai discepoli entrando nel cenacolo anche a porte chiuse. Così, il Signore è entrato anche nella Casa di Reclusione di Orvieto, al di là delle sbarre, nel cuore di uomini che hanno deciso di tornare a Lui. Il Vescovo ha sottolineato quanto si abbia bisogno di un incontro con il Signore risorto che coinvolga tutti i nostri sensi, come ci viene annunciato dalle Scritture nei giorni che seguono la Pasqua e, con il Salmo 8, ha ricordato la cura che Dio ha per ciascun uomo, la cui vita è fissa nel suo pensiero.

“Un’alta marea” – ha sottolineato Mons. Sigismondi – ha investito la cappella del carcere: tanti detenuti, insieme con il Magistrato di Sorveglianza, la Direttrice, il Comandante e gli agenti, gli educatori, alcuni professionisti che prestano servizio nella Casa di Reclusione, la famiglia di un detenuto che ha ricevuto i Sacramenti, il cappellano, il diacono, due religiose, i volontari della Caritas Diocesana, hanno partecipato alla celebrazione. Al termine, dopo un lungo applauso, il Vescovo ha invitato ciascun detenuto a tenere accesa la speranza, che ha paragonato a un filo di cui dobbiamo aver cura perché non venga spezzato.

La giornata si è conclusa con un rinfresco all’interno del carcere stesso, a cui hanno partecipato tutti coloro che hanno preso parte alla Celebrazione Eucaristica: un momento di convivialità semplice e autentico, anch’esso un’occasione per cui rendere grazie a Dio che sempre sa raggiungere il cuore dell’uomo per inondarlo con il suo amore.

Irene Grigioni