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TARI e possibile azione giudiziaria, le decisioni del consiglio comunale

Il consiglio comunale ha approvato (9 favorevoli: maggioranza; 3 astenuti: opposizione) le tariffe TARI per l’anno 2021 già stabilite dall’esecutivo a favore delle attività più colpite dalla crisi economica indotta dall’emergenza sanitaria Covid-19, nonché le rate di pagamento e le relative scadenze (vedi Tariffe utenze domestiche – Tariffe utenze non domestiche). Il Consiglio ha approvato all’unanimità anche la risoluzione presentata dal consigliere Stefano Olimpieri affinché “l’amministrazione Comunale incarichi il proprio ufficio legale ad attivare uno studio per comprendere se sia possibile agire in via giudiziaria per tutelare gli interessi del Comune e dei propri cittadini, in relazione ai rapporti contrattuali stipulati con il gestore; e perché intraprenda un immediato confronto con gli organi regionali competenti in materia, al fine di intervenire fattivamente per superare le forti differenze in relazione al costo di smaltimento in discarica ed agire per riequilibrare e bilanciare i medesimi costi a carico dei Comuni umbri”.  L’atto è stato illustrato dall’assessore al bilancio e tributi, Piergiorgio Pizzo che ha spiegato: “ciò che ci preoccupa è il sistema rifiuti che non funziona. La normativa regionale non è più al passo con l’evoluzione della normativa nazionale. Nel 2018 è stato istituito l’Ente regolatore delle tariffe ARERA che applica il principio basilare che chi più sporca più paga. In Umbria, a fronte della normativa nazionale che impone di raggiungere livelli di raccolta differenziata altissimi, si è creata in realtà una grande distorsione con grandi disparità tra i territori. A fronte dell’abbandono della gestione della politica dei rifiuti degli anni passati, ora attraverso il lavoro di due commissioni la Regione Umbria sta cercando di chiudere il ciclo dei rifiuti che, secondo la vecchia norma regionale, si doveva chiudere con gli inceneritori, peraltro mai realizzati, e comunque con le discariche. La nostra discarica resta la più capiente ma non per molto, e comunque a fronte dei costi di conferimento in discarica di circa 50-60 euro/ton dei comuni del perugino, meno virtuosi di quelli del ternano, noi paghiamo oltre 170 euro/ton, che aumentano ogni anno in base a quanto il gestore ci richiede. Il gestore Asm/Cosp aveva vinto un appalto con il vecchio sistema che prevedeva un importo che i comuni pagavano al gestore e che è stata ribaltata da ARERA secondo cui dobbiamo pagare sulla base dei costi comunicati dal gestore. Quindi i costi sono lievitati e per non aver affrontato il problema negli ultimi tre anni, ci siamo trovati con un piano economico-finanziario che girava intorno ai 4 milioni e che quest’anno invece ammonta a oggi di 4,5 milioni di euro. Laddove c’è una raccolta differenziata spinta su tutto il territorio comunale, i costi diventano molto importanti. Quindi abbiamo detto basta: Auri riconosce da un lato il pagamento delle tariffe ai gestori, dall’altro ha dovuto tagliare una parte del piano economico-finanziario ora sceso a 4,3 milioni. Da questo importo il comune con mezzi propri è intervenuto con 150 mila euro per ridurre la pressione sui cittadini: il 60% a favore delle famiglie e il 40% a beneficio delle imprese, circa mille attività e imprese del territorio che sono state interessate dalle chiusure obbligatorie o dalle restrizioni nell’esercizio delle rispettive attività e quelle che hanno subìto un calo significativo di lavoro anche in assenza di dirette disposizioni restrittive, a cui saranno applicate riduzioni dal 14 al 35% rispetto alle tariffe 2019. In base alle norme vigenti, le categorie economiche che beneficeranno delle riduzioni sono: alberghi con e senza ristorante, ristoranti, mense, bar, associazioni e palestre, ortofrutta e pescherie, abbigliamento, calzature e cartolibreria, parrucchieri, barbieri e estetisti, cinema e teatri, agenzie e uffici. Queste agevolazioni sono finanziate con i 223.686 euro stanziati dal governo al Comune di Orvieto in attuazione del cosiddetto ‘Decreto Sostegni bis’ che ha destinato ai Comuni un fondo complessivo di 600 milioni di euro per specifiche riduzioni da applicare alle utenze non domestiche.

L’amministrazione comunale ha stanziato, inoltre, circa 146mila euro destinate alla riduzione dei costi del Pef (Piano economico finanziario) 2020 del servizio di gestione dei rifiuti. Le scadenze di pagamento, infine, sono: la prima rata entro il 15 ottobre e la seconda rata entro il 2 dicembre 2021. Con le risorse del bilancio comunale si potranno contenere, infatti, anche gli effetti dell’adeguamento al nuovo metodo Mt Arera stabilito dal Pef approvato a giugno dall’assemblea dell’Auri, che ha comportato un aumento dei costi di gestione del servizio rifiuti e conseguentemente delle tariffe. Il problema rimane, il sindaco si sta facendo sentire in sede Auri che ha già avviato gli approfondimenti tecnici anche sulle performance dei gestori e per comprendere quali saranno gli impatti sugli scenari futuri e consentire ai Comuni di valutare ogni tipo di intervento che si renderà necessario nell’interesse della comunità e salvaguardando la qualità e l’efficienza del servizio. La Regione sta affrontando il problema e deve trovare la soluzione che non deve essere il ricorso alle discariche perché la differenziata va fatta. A tale riguardo alcuni comuni sono passati all’applicazione della tariffa che prevede la misurazione del rifiuto, ma la questione è ancora molto complessa e comunque c’è ancora molta confusione. Noi siamo rimasti fermi alla tassa e perché vogliamo avere l’opportuni di fare delle verifiche durante questo anno insieme con altri sindaci dell’Ambito. La scelta di non aderire ancora è esclusivamente quella legata i troppo punti oscuri e quindi in questo momento non abbiamo bisogno di rincorrere altre situazioni”.

Dichiarazioni di voto

Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”) argomentando la risoluzione presentata al Consiglio Comunale, ha spiegato che “con la delibera n. 443/2019, ARERA dispone che il Piano Finanziario di Gestione dei Rifiuti deve essere validato dall’Ente territorialmente competente (AURI); successivamente la stessa ARERA approverà il predetto piano. Il 5 luglio 2021 l’AURI ha comunicato di aver approvato i Piani Economici e Finanziari TARI dei Comuni dell’Ambito 4, compreso quello del Comune di Orvieto. Il Piano Economico Finanziario del Comune di Orvieto ripartisce il 60% dei costi fissi e variabili a carico delle utenze domestiche, mentre il 40% degli stessi costi fissi e variabili a carico delle utenze non domestiche; il PEF prevede, inoltre, sgravi per le attività economiche che hanno subito danni dalla pandemia per un totale di 223 mila euro. L’Amministrazione Comunale ha stanziato 145 mila euro per mitigare in maniera importante lo scostamento tra costi approvati nel PEF 2020 e costi a consuntivo. Le modifiche normative di questi ultimi anni stanno determinando una forte sudditanza dei Comuni rispetto alle richieste che avanzano i gestori privati che svolgono il servizio di raccolta e di smaltimento: in buona sostanza, i Comuni debbono sottostare alle richieste economiche avanzate dai gestori privati relative alla copertura dei costi di esercizio e di investimento, compresa la remunerazione dei capitali. Le modifiche normative, di fatto, hanno radicalmente mutato il rapporto tra l’Ente Pubblico ed i gestori privati ed hanno cambiato gli elementi su cui si è fondato il contratto di servizio stipulato tra il Comune di Orvieto e la cooperativa che gestisce il servizio di raccolta: il mutare di queste situazioni non può e non deve lasciare indifferenti chi amministra la cosa pubblica, soprattutto perché si corre realmente il rischio che con l’andar degli anni le richieste del gestore privato siano sempre più costose per le comunità che si rappresentano. Emerge, inoltre, l’impellente necessità di avere un quadro più chiaro ed uniforme sulle modalità e su come viene individuato il costo di smaltimento: non è più accettabile infatti che il costo di gestione a carico dei Comuni che insistono sul nostro ambito di riferimento (Ambito Umbria 4) sia di gran lunga più elevato di quello a carico di tutti gli altri Comuni della Regione”. Di qui la proposta rivolta all’Amministrazione Comunale di incarica l’ufficio legale dell’Ente per attivare uno studio finalizzato a comprendere se è possibile agire in via giudiziaria per tutelare gli interessi del Comune e dei concittadini rispetto ai rapporti contrattuali stipulati con il gestore; e per avviare un confronto immediato con gli organi regionali competenti allo scopo di intervenire concretamente per superare le forti differenze relative al costo di smaltimento in discarica ed agire così per riequilibrare e bilanciare gli stessi costi a carico di tutti i Comuni umbri. L’intendimento è quello di non tergiversare con il nuovo PRR pertanto con la risoluzione chiediamo di interloquire non solo con l’Assessore regionale ma con tutti i soggetti in campo perché si deve dire basta a che siano sempre i cittadini a rimetterci. Politicamente va affrontato, invece, il problema dei costi di conferimento che sono disomogenei tra i vari comuni umbri”. 

Alessio Tempesta (Capogruppo “Progetto Orvieto”): “complimenti all’Assessore che ha spiegato in modo chiaro le vere e innegabili ragioni per le quali paghiamo una tassa sui rifiuti così alta. Mi preme sottolineare inoltre l’impegno dell’Amministrazione di contenere il più possibile l’aumento necessario di queste tasse su attività produttive e privati. Concordo anche con la risoluzione di Olimpieri per incaricare un legale che, al d i là della normativa vigente, ci possa consentire oggettivamente di impugnare un contratto che è lecito definire ‘capestro’. Credo che dobbiamo riflettere sulla problematica della gestione dei rifiuti che è certamente complessa ma che prima di tutto è una questione di educazione civica. Il problema per me è quello dalla raccolta porta a porta. Sono un ambientalista convinto e so chi fa una raccolta differenziata molto attenta conferisce una scarsissima quantità di rifiuto indifferenziato. E’ qui che pongo la questione della civiltà, lamentarsi del costo dei rifiuti e poi produrre quantitativi di indifferenziata enormi è di fatto un controsenso. Rivediamo quindi il senso civico del nostro operato e allora un mondo più pulito sarà più vicino! Voto questa delibera che non condivido sul piano personale per i motivi che ho appena detto”.

Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “votiamo a favore la delibera e la risoluzione, sulla quale penso che ci siamo i presupposti per rivedere i contratti in essere la cui durata è ancora di altri dieci anni. Arera impone delle cose ma mi permetto anche di avanzare l’esigenza che si dovrebbe verificare se la prestazione fornita da Cosp sia allineata al rispetto delle condizioni di cui al contratto. Non dobbiamo nasconderci che la città è sporca, come ho più volte detto. Già nella passata amministrazione io chiesi di approfondire gli aspetti legali e il ruolo di AURI che non può essere una entità astratta. La materia del contendere c’è molta. Quindi, nell’apprezzare lo sforzo dell’Amministrazione di avere mitigato quello che ci ha imposto Arera facendo il possibile per andare incontro ai nostri operatori, aggiungo che si deve andare avanti con una offensiva ancora maggiore tesa a fare finalmente chiarezza. Auspico che in termini brevi di arrivi alla definizione del problema”.

Federico Giovannini (Gruppo “Partito Democratico”): “Annuncio l’astensione sulla delibera e voto a favore della risoluzione anche se penso che è fuori tempo massimo. Temo però che siamo arrivati in maniera tardiva. Dopo un anno di galleggiamento e l’attesa di vedere cosa fanno o non fanno i comuni che hanno adottato la tariffa, i nodi sono arrivati al pettine e dovrete rendere conto ai cittadini. In questi due anni in cui si svolgevano le riunioni dell’Auri cosa ha fatto l’Amministrazione? L’abbattimento delle tariffe fatto dall’amministrazione è stato possibile grazie all’intervento statale del precedente governo. In conclusone si poteva fare di più nei precedenti due anni ed anche per le utenze domestiche che in due anni di pandemia hanno riscontrato delle serie difficoltà e che si sono viste escludere da certo benefici”.

Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “Prima gli Orvietani”): “sono state dette delle cose interessanti da parte di diversi consiglieri di maggioranza e spero che questo indichi una svolta perché qui non ci sono amici e nemici ma problemi seri che richiedono una valutazione complessiva e la volontà di affrontare il problema con la Regione, senza timidezze di nessun tipo. Siamo in una situazione di grave pericolo perché la nostra discarica finirà presto se non si inverte la tendenza. La questione non è quella della lotta contro ma di un territorio che deve avere la sua dignità in un contesto che funziona. E’ vero che ci sono esperienze di raccolta rifiuti che sono virtuose, però bisogna attrezzarsi e dare un spinta molto forte per un cambiamento di rotta. Approvo la risoluzione e mi astengo sulla delibera”.

Presidente, Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”): “devo ammettere che il sistema attuale dei rifiuti che prevede Arera è un po’ simile a quello della gestione dell’acqua: stesso metodo, stesse volontà, se non addirittura stessi soggetti. Quando mi opposi all’approvazione delle modifiche statutarie del Sii era perché sapevo quale fosse il meccanismo. Siamo in una regione verde ma abbiamo problemi per i rifiuti e per l’acqua. Due incongruenze che non sono piccole. La politica oggi ha il compito di sistemare un problema che viene da lontano. Serve ad esempio un prezziario regionale che in altre realtà esiste. Non è un problema di appartenenze politica ma quello di un territorio che difende i suoi cittadini. Apprezzo e condivido la risoluzione che è un modo per tutelare una popolazione vessata da un costo di servizio erogato dall’ambito territoriale di appartenenza”.