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TARI, approvate le nuove tariffe con aumenti e tre rate a luglio, settembre e dicembre

Il Consiglio Comunale ha approvato (9 favorevoli: maggioranza; 5 contrari: opposizione) le tariffe TARI per l’anno 2022 già stabilite dall’esecutivo nonché le rate di pagamento e le scadenze relative all’anno 2022 (utenze domesticheutenze non domestiche) che sono:

– prima rata: 31 luglio 2022

– seconda rata: 30 settembre 2022

– terza rata: 02 dicembre 2022

– con possibilità di versamento delle tre rate entro il 31 luglio 2022

Relatore dell’atto è stato l’assessore al bilancio e tributi, Piergiorgio Pizzo che ha spiegato: “il Consiglio Comunale è chiamato a deliberare sulla tassa rifiuti scelta da questo Comune che, finché la normativa lo permetterà, intende continuare a portare avanti la tassa in luogo della tariffa. Quest’anno non ci sono le misure del governo. Dal 2022 la redazione del Piano Economico Finanziario della Tari dovrà essere effettuata in coerenza con la Deliberazione ARERA del 2021 che ha approvato il ‘Metodo Tariffario Servizio Integrato di gestione dei rifiuti 2022/2025’, stabilendo nuovi principi per procedere all’individuazione dei costi per la determinazione delle tariffe TARI. Il Piano Economico e Finanziario per il triennio 2022-2025 evidenzia costi complessivi per 4.604.079 euro (IVA inclusa) che, per effetto delle economie di spesa risultanti dallo scostamento tra costi approvati nel PEF 2020 e costi a consuntivo approvati nel PEF 2021 pari a 184.079,00 euro, portano l’importo del PEF a 4.400.000,00 euro. L’Amministrazione ha ritenuto di ripartire i costi fissi e variabili tra utenze domestiche e non domestiche in base alla potenzialità di produzione dei rifiuti, imputando il 60% dei costi fissi e variabili a carico delle utenze domestiche, e il 40% a carico delle utenze non domestiche. Proponiamo quindi di approvare le Tariffe per l’anno 2022 secondo i prospetti delle utenze suddette. Abbiamo approvato di inviare la bollettazione in tre scadenze di pagamento relative all’anno 2022”.

Dibattito:

Martina Mescolini (Capogruppo “Partito Democratico”): “il voto del gruppo PD è contrario perché dai confronti che abbiamo fatto le tariffe sono in netto aumento sia per le famiglie che per le imprese con aumenti che in media vanno dall’8 all’11%. Abbiamo capito che ciò dipende dalla delibera ARERA ma l’Assessore ha sorvolato sul perché di questi aumenti e queste percentuali, quindi ci sembra riduttivo dire che quest’anno non ci sono state risorse Covid da utilizzare per mitigare l’impatto. L’Amministrazione non ha alcuna accessibilità finanziaria su cui intervenire e ci troviamo ingessati senza poter prevedere un contenimento degli aumenti che, ripeto, sono davvero impattanti per le imprese che stanno ripartendo lentamente. Lo scorso anno approvammo le tariffe Tari perché ci fu in intervento dell’amministrazione di abbattimento del 50% grazie alle risorse Covid. Questo stallo e questa non volontà di curarsi di trovare risorse seppure ingenti determina la nostra contrarietà”.  

Andrea Sacripanti (Capogruppo “Lega – Salvini per Orvieto”): “annuncio il voto favorevole, tuttavia esprimo un senso di frustrazione su una questione su cui per anni ci siamo scontrati in modo diretto. Queste tariffe sono l’epilogo di anni e anni di aumenti e dell’impossibilità di Comuni di incidere. Da quanto è arrivata Auri e si è inserita Arera la questione della pressione sui cittadini non cambia. Ma questo non è più tollerabile. Germani che cercava di trattare vie alternative alla fine dovette firmare la convenzione. Oggi di fatto non possiamo dire nulla. Denuncio lo scempio dell’Auri che dal 2015 doveva razionalizzare risorse ed efficientare servizi. Il gestore Cosp deve finire di dire che i mezzi di spazzamento non entrano nei vicoli quando diciamo che la città è sporca. Di positivo nella delibera c’è il ripristino delle tre scadenze di pagamento che speriamo possano almeno andare incontro alle esigenze economiche di famiglie e imprese. Il Comune ha messo 200 mila euro. Il problema è che dobbiamo garantire altri servizi. Lo scorso anno grazie ad una iniziativa di Olimpieri votammo all’unanimità una risoluzione che dava mandato all’Amministrazione Comunale di incaricare il proprio ufficio legale ad attivare uno studio finalizzato ad agire in via giudiziaria per tutelare gli interessi del Comune e dei propri cittadini, in relazione ai rapporti contrattuali stipulati con il gestore; e perché intraprendesse un confronto immediato con gli organi regionali competenti in materia, per intervenire fattivamente per superare le forti differenze in relazione al costo di smaltimento in discarica ed agire per riequilibrare e bilanciare i medesimi costi a carico dei Comuni umbri. La mia sollecitazione è finalizzata a che il mio Sindaco applichi ciò che è stato approvato”.

Franco Raimondo Barbabella (Capogruppo “prima gli Orvietani”): “se Sacripanti è sconcertato figuriamo noi! Io lo sono moltissimo e ha fatto bene a ricordare i punti della risoluzione approvata un anno fa. Dopo un anno siamo preoccupati perché c’è una fase storica difficile che tutti sappiamo, c’è un costo delle attività che sta diventando insopportabile per tutti (il suolo pubblico ad esempio), con questo aumento il quadro è estremamente preoccupante per il funzionamento delle attività sociali e della sussistenza sociale. Io non ho visto una vera azione amministrativa seria né del Comune né della Regine che deve fare qualcosa sull’Auri. Questo non è un ragionamento contro la regione ma contro un modo di approcciare e gestire questi problemi e questo sistema. Voto contro”.

Stefano Olimpieri (Capogruppo “Gruppo Misto”): “condivido le considerazioni fatte dai colleghi e anche il richiamo alla risoluzione da noi approvata un anno fa. Il problema è più complesso e rimanda al ‘decreto semplificazioni’ con la gestione privatizzata di tutti i servizi locali, attraverso provvedimenti capestro messi in atto in questi anni dai governi nazionali. Giustissimo sollecitare la Regione ma il punto è il decreto semplificazioni. Il punto politico è che i Comuni sono stati completamente esautorati dalla gestione di questi servizi il che ha determinato gravi problemi per le comunità e i comuni. Oggi si deve invertire la rotta ma è un percorso in salita perché il costo non lo decide il comune ma il gestore privato con scadenze capestro. Il Comune ha messo 200 mila euro che sono in aggiunta per attenuare in parte minima il Pef. Tutti i Comuni dell’Umbria pagheranno di più. Chi è già passato da tassa a tariffa vedrà un aumento esponenziale verso i propri concittadini. La rateazione certo è una piccola cosa ma è un segnale. Ribadisco che la risoluzione approvata lo sorso anno venga attuata, peraltro ci sono già dei contenziosi in atto fra gestori e Auri. Certe operazioni vanno fatte in tempi brevi per avere la certezza che in futuro la situazione non degeneri ancora”.

Giuseppe Germani (Capogruppo “Orvieto Civica e Riformista”): “oggi apprendiamo che dopo un anno una disposizione come quella votata all’unanimità dal Consiglio Comunale non è stata attuata dal Sindaco che fa il suo piano di bilancio mettendo le mani nelle tasche dei suoi concittadini. Cosa che non ci aspettavamo dato che era paladina di famiglie, commercianti e imprese. Oggi prendiamo atto che le strade asfaltate le paghiamo con l’aumento della Tari. Questo è il risultato tecnico e politico”.

Cristina Croce (Capogruppo “Siamo Orvieto”): “annuncio il voto contrario. Mi fa piacere che anche dai banchi di maggioranza alla prova dei fatti si dica che la risoluzione di un anno fa non è stata praticata dal Sindaco. Ulteriore vulnus alla questione tariffe è quello dei costi dei kit di smaltimento dei rifiuti Covid gestiti da Cosp ma di cui ignoriamo la quantificazione dei costi che dovranno ricadere sui cittadini. A quanto ammontano questi e chi li pagherà?”.

Umberto Garbini (Capogruppo “Fratelli d’Italia”): “sulla privatizzazione prendo atto della certificazione del fallimento del sistema delle Pubbliche Amministrazioni chiamate a cedere la gestione di servizi come rifiuti e acqua ai soggetti privati. La legge supera i Comuni e questo è un dato. Non abbiamo la certezza di poter governare questi importanti comparti con la giusta serenità. Oggi, nonostante gli sforzi fatti, vediamo un aumento dei costi che non sappiamo a cosa sono dovuti in termini di investimenti e costi di esercizio. Costi mascherati perché hanno la funzione di colmare dei vuoti lasciati nel passato. Queste strutture hanno difficoltà economiche e scaricano sui cittadini questa difficoltà. Il senso di responsabilità non sta solo in capo a chi governa ai livelli locali ma soprattutto a chi governa queste grandi agenzie di servizi. Il problema è che se il sistema è ormai diventato insostenibile, chi pagherà? Questo discorso non vuole essere populista né mediocre ma di preoccupazione per il futuro e per chi pagherà questi servizi”.