IL CTS Umbria, “anticipare le seconde dosi dei vaccini”. I giovani devono attendere

L’andamento del piano vaccinale in Umbria sta rispettando pienamente i tempi della programmazione con una copertura dell’80% della popolazione over 60 e l’avvio della somministrazione della prima dose agli over 30. Alla luce delle indicazioni ministeriali finalizzate a contenere la diffusione della variante Delta e delle comunicazioni del generale Figliuolo sull’approvvigionamento dei vaccini per il mese di luglio che vede una riduzione di dosi di Pfizer rispetto a giugno, il Comitato tecnico scientifico ha accolto le proposte del commissario regionale per l’emergenza covid, Massimo D’Angelo, che vedono una rimodulazione della somministrazione delle seconde dosi.

Visto che le forniture copriranno solo le seconde dosi, non potendo più dare appuntamenti per le prime somministrazioni fino a nuove comunicazioni sulle forniture, è stato deciso di utilizzare tutto il vaccino Pfizer e Moderna che sarà inviato settimana per settimana, per coprire le seconde dosi già programmate anticipando dove possibile, a 21 e 28 giorni la somministrazione rispettivamente di Pfizer e Moderna per completare l’immunizzazione della popolazione in base alle priorità. Inoltre, avendo ricevuto già tutti i vaccini AstraZeneca previsti per la fornitura di luglio, è stato deciso di anticipate alla nona settimana la seconda dose programmata inizialmente all’undicesima.

 “Spiace – ha detto l’assessore alla Salute della Regione Umbria, Luca Coletto – che la diminuzione delle forniture del mese di luglio rallenteranno il nostro piano vaccinale che, a partire dalla seconda metà del mese, prevedeva di somministrare la prima dose ai più giovani, ovvero ai ragazzi dai 29 anni in giù che in questo periodo sono più soggetti a sposamenti che non sono solo legati ad attività di svago e vacanza, ma anche di studio e formazione professionale. Ad ogni modo – ha concluso l’assessore – la programmazione della campagna vaccinale scelta dall’Umbria, è stata quella di raccogliere le preadesioni e assegnare di volta in volta gli appuntamenti, quando si aveva certezza sugli arrivi dei vaccini. Questo metodo si è rivelato vincente, visto che ora non ci siamo trovati nella difficoltà di dover disdire gli appuntamenti come invece stanno facendo altre Regioni. L’auspicio è che somministrando in questo mese il maggior numero possibile di seconde dosi, potersi dedicare quasi esclusivamente alla copertura dei giovani nel mese di agosto e accelerare per raggiungere l’immunità di gregge”.




Federico Pompei, presidente ordine tecnici sanitari, “estendere le vaccinazioni a tutti i professionisti del settore”

“Estendere a tutti i professionisti sanitari, indipendentemente dalla natura del datore di lavoro o dallo stato libero professionale, la priorità di accesso alla campagna vaccinale, seguendo anche l’esempio di Regione Lazio”. E’ quanto chiede Federico Pompei, presidente dell’Ordine TSRM PSTRP (Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione) di Perugia e Terni, in una lettera inviata alla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, all’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto, al direttore generale della sanità umbra, Claudio Dario, e, per conoscenza, ai consiglieri regionali ed al presidente della Federazione nazionale TSRM PSTRP, Alessandro Beux.

Il documento prosegue affermando che “il Piano Strategico per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-1, emanato dal Ministero della Salute, individua correttamente al punto 2 gli operatori sanitari e sociosanitari fra le categorie ‘in prima linea’ da tutelare, limitando tuttavia la priorità di accesso al vaccino ai lavoratori del settore pubblico o privato accreditato ed escludendo di fatto tutti quei professionisti sanitari che operano in regime di libera professione o in regime privato puro”.  Un tema caro a questo ordine “che conta – sottolinea Pompei – oltre 3500 iscritti, operano nel settore della diagnosi, della prevenzione e della riabilitazione. Ne consegue che gli iscritti in regime di libera professione, per  la natura stessa dell’attività che svolgono sono esposti a un elevato rischio di contagio, sono anch’essi ‘in prima linea’ e nonostante le innumerevoli difficoltà affrontate, hanno contribuito e contribuiscono quotidianamente a garantire assistenza sanitaria ai loro pazienti, salvaguardando la tenuta del sistema sanitario regionale e nazionale”.  Per questo motivo che il presidente chiede “di estendere a tutti i professionisti sanitari, indipendentemente dalla natura del datore di lavoro o dallo stato libero professionale, la priorità di accesso alla campagna vaccinale, seguendo anche l’esempio di Regione Lazio, che ha confermato l’inclusione nella campagna vaccinale di tutti i professionisti sanitari”.

“Certi di una sua piena comprensione, – conclude la lettera – rimaniamo inoltre a disposizione come Ordine Professionale per ogni modalità di collaborazione che riterrete opportuno adottare al fine di estendere la copertura vaccinale dei professionisti sanitari nel più breve tempo possibile”.