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USL Umbria 2 pronta a partire per Case della Salute, Ospedali di Comunità, nuove tecnologie con i fondi del Pnrr

Con il Pnrr iniziano a partire le fasi di finanziamento e di progettazione anche delle infrastrutture sanitarie. Per la USL Umbria 2 il direttore generale, Massimo De Fino, ha firmato due importanti delibere in materia. “Una tappa epocale per ridisegnare la sanità del futuro e per riorganizzare la rete dei servizi territoriali ed ospedalieri con risposte innovative, aderenti e di qualità ai bisogni assistenziali della popolazione. I fondi europei nell’ambito del PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, insieme alla capacità di programmazione, progettazione ed esecuzione messe in campo dalla Regione Umbria, dalle aziende sanitarie e ospedaliere, dalle amministrazioni locali, renderanno concreto questo percorso di sviluppo. Nell’ambito della missione 6 del PNRR sulla Salute, in particolare degli interventi Component 1 e Component 2, la Usl Umbria 2 ha definito la visione strategica del potenziamento delle strutture sanitarie e sociosanitarie del territorio di competenza aziendale con importanti investimenti sulle Case di Comunità, sulle Centrali Operative Territoriali, sugli Ospedali di Comunità. Alla realizzazione, riqualificazione e potenziamento delle sedi sanitarie si aggiungono corposi finanziamenti di ammodernamento del parco tecnologico, digitale ospedaliero e delle grandi apparecchiature sanitarie previste nell’ambito della missione 6 Component 2-1.1.2”.

Nella delibera 658 sono inseriti i finanziamenti del Pnrr per un ammontare di circa 15 milioni di euro per le cosiddette Case di Comunità di Terni, Narni, Amelia, Orvieto, Fabro, Norcia, Cascia, Montefalco, Nocera Umbra e Spoleto. A queste si devono aggiungere quelle di Trevi, riconosciuta a livello ministeriale, e di Foligno, già finanziata con fondi Inail. “Si tratta – spiega il dg De Fino – di strutture per le cure primarie e per i supporti sociali e assistenziali, luogo di relazione e di attenzione a tutte le dimensioni di vita della persona, che viene accolta, ascoltata, riconosciuta nella sua dignità ed unicità, e messa nella condizione di poter trovare una risposta consapevole al proprio bisogno assistenziale. Si prevede lo sviluppo di un database unico, per ogni singolo cittadino, che – prosegue il direttore generale – in questo modo potrà contare su un percorso per la salute personalizzato e accedere più agevolmente a tutte le strutture presenti nel territorio, grazie ad un approccio sinergico, con giovamenti per l’intera comunità”.

Circa 10 milioni di euro del PNRR saranno impiegati nella realizzazione degli Ospedali di Comunità, presidi sanitari di assistenza primaria a degenza breve, previsti a Montefalco, Norcia, Cascia, Orvieto e Terni, con 20 posti letto, a gestione prevalentemente infermieristica, volti a garantire una maggiore appropriatezza clinica (riduzione di accessi impropri al Pronto Soccorso, o ad altre strutture di ricovero ospedaliero) e a facilitare la transizione dei pazienti dalle strutture ospedaliere per acuti al proprio domicilio consentendo alle famiglie di avere il tempo necessario per adeguare l’ambiente domestico e renderlo più idoneo alle esigenze di cura del paziente. Ulteriori 400 mila euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza saranno investiti nella realizzazione delle Centrali Operative Territoriali di Terni e Spoleto con l’obiettivo di coordinare l’assistenza domiciliare con gli altri servizi sanitari e assicurando l’interfaccia con gli ospedali e con la rete di emergenza-urgenza. Tali strutture saranno dotate dei mezzi tecnologici per garantire il controllo remoto dei dispositivi di telemedicina forniti ai pazienti, sosterranno lo scambio di informazioni tra gli operatori sanitari coinvolti nella cura, costituiranno un punto di riferimento per i caregiver.

Si va inoltre “Verso un nuovo Ospedale sicuro e sostenibile”, grazie alla misura Component 2 del PNRR, con circa 20 milioni di euro di investimento per il “San Giovanni Battista” di Foligno e 7,5 milioni per il “Santa Maria della Stella” di Orvieto. Per l’aggiornamento del parco tecnologico e strumentale e delle grandi apparecchiature ospedaliere, con la delibera 650 si programmano investimenti per circa 4 milioni di euro da destinare agli ospedali di Foligno, Spoleto, Orvieto, Narni, Amelia, Norcia e per i Poliambulatori di Terni in viale Bramante mentre l’importo per i lavori di adeguamento strutturale e di installazione, pari a 337 mila euro, verrà interamente finanziato con fondi propri dell’azienda sanitaria.




Due novità all’ospedale. Arriva il chirurgo Amilcare Parisi e Ugo Ciammella è direttore del dipartimento diagnostica per immagini dell’azienda

Il direttore generale dell’azienda sanitaria, Massimo De Fino ha firmato due importanti delibere che riguardano l’attivazione di una collaborazione con il chirurgo di fama internazionale Amilcare Parisi, per molti anni alla guida dei dipartimenti di Chirurgia ed Emergenza – Accettazione dell’ospedale di Terni e il conferimento dell’incarico di direttore aziendale del dipartimento di Diagnostica per Immagini al primario di Radiologia, Ugo Ciammella.

Non ha bisogno di presentazioni il chirurgo ternano Amilcare Parisi. Basta un dato su tutti: 10.000 interventi eseguiti in chirurgia mininvasiva laparoscopica o robotica, collaborazioni internazionali con strutture d’avanguardia e creazione all’ospedale di Terni di due centri di riferimento regionale per la chirurgia oncologica digestiva mininvasiva e non e per la chirurgia bariatrica. La delibera aziendale prevede l’attivazione, in via sperimentale per la durata di un anno, di un “Progetto relativo all’attività di Proctoring in chirurgia mininvasiva gastrointestinale nell’ambito del presidio ospedaliero di Orvieto”.

“Gli obiettivi condivisi con la Direzione – spiega il direttore della struttura complessa di Chirurgia Generale dell’ ospedale di Orvieto, Massimo Buononatosono molteplici: potenziare ulteriormente l’utilizzo della chirurgia mininvasiva maggiore laparoscopica, oncologica e non, in ambito gastrointestinale, al fine di migliorare sempre la qualità delle cure offerte ai pazienti chirurgici, incrementare l’attrattività della struttura ospedaliera, implementare il team multidisciplinare oncologico già esistente, per la cura dei pazienti con patologia oncologica, composto da chirurghi oncologi, radioterapisti, radiologi, nutrizionista, ecc. Inoltre la collaborazione di un chirurgo di grande esperienza clinica e manageriale, proveniente da una realtà con maggiori risorse ed aggiornamento continuo, aiuterà certamente ad implementare localmente tecnologie e protocolli innovativi, che richiedono peraltro interventi multidisciplinari, facendo coagulare intorno al progetto tutte le potenzialità professionali che il nostro nosocomio saprà esprimere“. Parisi avrà quindi il compito di trasferire il suo know-how e la sua competenza, in condivisione con il direttore di struttura, Massimo Buononato, soprattutto ai chirurghi che verranno presto assunti dall’Azienda e che costituiranno la vera linfa vitale del potenziamento della chirurgia, con uno sguardo prospettico al futuro.

“L’attivazione di questa prestigiosa collaborazione – spiega il direttore generale della Usl Umbria 2 Massimo De Finoè finalizzata a sviluppare le migliori condizioni di attrattività dell’utenza e dei professionisti nell’ambito della Chirurgia Generale attraverso un programma strutturale di rilancio volto ad innescare un processo virtuoso per l’ospedale di Orvieto. Un nosocomio che, nell’ambito della rete ospedaliera regionale umbra, svolge il duplice ruolo di ospedale dell’emergenza e di ospedale di territorio ed eroga assistenza ospedaliera di base (Medicina Interna, Chirurgia Generale, Ortopedia, Ostetricia e Ginecologia, Pediatria) e di medio-alta soglia di complessità, inclusa la traumatologia e l’emergenza/urgenza medica e chirurgica, con un DEA (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) di primo livello. Oltre all’ingresso del dott. Amilcare Parisi abbiamo attivato due importanti e concrete misure di potenziamento delle specialità chirurgiche, un concorso pubblico e un avviso pubblico per dirigente medico di Chirurgia Generale con sede di destinazione Orvieto, già in fase di espletamento”.

L’altra novità importante per il “Santa Maria della Stella” riguarda l’attribuzione dell’incarico di direttore del dipartimento di Diagnostica per Immagini dell’Azienda Usl Umbria 2 a Ugo Ciammella, primario della struttura complessa di Radiologia del nosocomio Orvietano.
Un prestigioso riconoscimento per il professionista di Orvieto che premia l’impegno, l’esperienza manageriale, le capacità organizzative e i risultati conseguiti in questi anni di attività.




PrometeOrvieto, “Casa di Comunità nel vecchio ospedale: impossibile tornare indietro, ma possibile non andare avanti”

Ormai il fatto è drammaticamente scontato e nell’indifferenza di molti, nell’assenza delle opposizioni e con il placet di alcuni, sindaci e sindacati compresi, la Casa di Comunità, intorno a cui gira il rinnovamento proposto dalla riforma sanitaria nazionale recepita dalla regione Umbria, sarà dislocato nell’ex ospedale di Orvieto, in piazza Duomo. E tanto per riempire un po’quegli spazi ci sarà inserito anche l’ospedale di Comunità. Ma la facciata su piazza Duomo, ci assicura il Sindaco di Orvieto, sarà uno spazio destinato ad altre finalità. In riferimento ai parcheggi, ci assicura Tardani, niente problemi, ci sono spazi abbondanti. Quindi prevediamo che altrettanto agile sia la viabilità per accedervi.   Per il Distretto di Orvieto, che è stato soppresso inserendo la gestione e la programmazione della sanità Orvietana in un distretto che va da una parte all’altra dell’Umbria, tutti d’accordo nel protestare contro la Regione, ma “senza piantare bandierine”, ci ricorda il Sindaco orvietano, tacciando implicitamente di campanilismo chi dovesse essere troppo fervido oppositore.

Queste scelte sciagurate ci preoccupano, perché ormai sarà difficile tornare indietro, perché per avere i fondi del Pnrr i progetti devono essere presentati ORA. Difficile tornare indietro ma possibile non andare avanti, se la scelta della Casa di Comunità dovesse risultare non fattibile o con troppi ostacoli da superare.   Allora, per dimostrarci che i nostri dubbi sono esagerati e le nostre valutazioni sballate, chiediamo all’Amministrazione comunale di Orvieto e alla Regione Umbria, a Tesei, Coletto, Tardani, Mazzi, di far conoscere almeno il piano urbanistico che sicuramente la Regione ha allegato al progetto, e con esso il piano della viabilità e della sosta che sottintende ovviamente questa scelta. Vorremmo anche sapere quanti operatori si prevede che saranno impiegati tra casa di Comunità e Ospedale di Comunità e quanti gli utenti prevedibili dei due servizi. Sicuramente questi dati sono a disposizione, perché in mancanza non vediamo come sia possibile prevedere la mole di traffico e la sufficienza degli stalli per la sosta, destinati a persone che accedono alla casa di Comunità e all’Ospedale di Comunità per lavoro o per curarsi e che quindi lì in piazza Duomo o dintorni devono poter arrivare e sostare.

Crediamo inoltre, e lo rivendichiamo, che abbiano il diritto di conoscere e valutare scelte così importanti anche i semplici cittadini (si chiama Partecipazione) e che esprimere un parere non sia soltanto appannaggio del personale istituzionale.  Noi non siamo estranei alla nostra città e rifiutiamo la politica che liquida chi non è d’accordo come rompiscatole, disturbatore del conducente, come appare in alcune dichiarazioni di gente ricolma di una sicumera che non può permettersi e di un’autorevolezza che non ha.

Naturalmente sosteniamo le richieste di maggiore efficienza della sanità locale che emergono dal dibattito con sindaci e sindacati sul Piano sanitario regionale, di un ruolo chiaro del nostro ospedale, dell’eliminazione delle liste di attesa, dell’adeguamento del personale e dei mezzi a sua disposizione: sono vent’anni che condividiamo questa pressione verso la dirigenza regionale e lamentiamo il senso d’impotenza che ha prodotto.   Oggi ci sono i fondi del Pnrr per costruire le strutture sanitarie del futuro e la loro organizzazione, ma l’accesso a quelle risorse richiede una serietà d’impostazione e una capacità di realizzazione. Concludiamo con un aforisma del nostro Pier Luigi Leoni del tutto aderente al caso «Spesso i politici danno l’idea di essere mentalmente confusi. Quasi quanto i loro elettori».

Di seguito il link al Decreto ministeriale 71, che specifica compiti e dimensioni delle strutture su cui è progettata la nuova sanità territoriale. Consigliamo di leggerla per capire come saremo curati con la nuova Sanità.

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=102725




La “Casa di Comunità” in Piazza Duomo, chi dice sì e chi no, ma la fretta non consiglia mai il meglio

La “Casa di Comunità”, erede della “Casa della Salute” ha riacceso il dibattito in città.  Il problema vero riguarda l’ubicazione scelta e la presenza di un secondo edificio, sempre di proprietà di USL, che rischia di divenire un secondo scheletro.

Costruire una Casa di Comunità nella piazza che ospita una delle Chiese più belle al mondo, monumento alla bellezza, simbolo unico per la cristianità, non può essere normale, non può essere una vittoria.  Non calzano, poi gli esempi di altri palazzi ripristinati a uffici e ambulatori in altri centri storici, lì non c’è il Duomo di Orvieto.   Insomma, non si può definire Orvieto unica solo a corrente alternata; o lo è sempre o non lo è.  Si sta progettando, poi, una piazza senza auto, finalmente, e speriamo senza eccezioni, e nel frattempo si vuole aprire un maxi-cantiere della durata almeno di 24 mesi, a essere ottimisti, aprirci una serie di servizi e uffici che prevedono il transito continuo di auto, tramite viabilità alternativa, per carità, ma che alla fine tocca anche la piazza.  Poi ci sono i costi di ristrutturazione, funzionalizzazione e di personale che saranno sicuramente molto alti, ma magari viene in soccorso il Pnrr, visti i vincoli architettonici e paesaggistici presenti.  Alla ex-Piave, intanto, la USL acquisì nel 2007 per 2,4 milioni di euro la palazzina mensa proprio per costruirvi la Casa della Salute.  All’epoca il sindaco era Stefano Mocio e con quell’operazione si riuscì anche a stabilizzare il bilancio dell’Ente.  Non solo, si riusciva a “legare” la USL a impegnarsi in un investimento importante per la città e il territorio.  Quindi, quanto costerà questa Casa della Salute?  Per ora 2,4 milioni di euro senza colpo ferire e senza miglioramenti nei servizi erogati da 15 anni.  A questi si devono sommare i soldi previsti dalla vendita all’asta dell’ex-ospedale e poi quelli che verranno impiegati per la sua ristrutturazione, per l’arredo, per l’acquisizione di attrezzature mediche, per le bollette elettriche negli anni e per il nuovo personale da assumere.   E’ chiaro che le spese di ristrutturazione, arredo, acquisto attrezzature, bollette, personale, vanno calcolate in ambedue i casi, ma sicuramente con costi ben differenti.  E il conto lo pagheremo tutti noi.  All’ex-ospedale c’è anche da inventarsi la viabilità alternativa per non intasare il Duomo, progettarla, metterla in opera…Alla Piave si deve ristrutturare ma non un palazzo storico nella piazza più importante della città con vincoli molto stringenti.  C’è da arredare, riempire di attrezzature e soprattutto metterci il personale necessario.  Ma le dimensioni sono diverse, prima di tutto; tutto il sistema viario e dei parcheggi è praticamente pronto, basterebbero poche e semplici migliorie dai costi piuttosto contenuti per il Comune di Orvieto. E per chi deve controllare va tutto bene?

Ora c’è anche la questione “Case di Comunità” e “Case della Salute” sollevata dal settimanale “Panorama” con i medici che non ne vogliono proprio sapere di diventare dipendenti delle Usl lasciando la convenzione in libera professione come medici di famiglia.  Non solo i medici ritengono che si rischi di gettare soldi nell’ennesimo buco nero senza vantaggi per gli ammalati, soprattutto cronici.  Insomma, già prima di nascere si rischia l’ennesimo flop in salsa italiana e non solo a Orvieto.

Sono tanti i contenitori, brutta parola ma così vengono definitivi dalla politica, nel centro storico ancora vuoti e ognuno è un’occasione persa, un fallimento, un pugno in un occhio ma è altrettanto un errore, un’occasione persa, un fallimento, un pugno in un occhio occupare per forza e senza un progetto di medio-lungo termine omogeneo che migliori la vita dei cittadini e dei suoi ospiti. Qualche piccola considerazione che poniamo sommessamente e speriamo che con la pandemia in ritirata si riesca a aprire un dibattito serio sul futuro della città e sulla destinazione dell’ex-ospedale soprattutto per cancellare “ex”.   

La Piave è baricentrica rispetto al territorio di riferimento, comoda da raggiungere sia in auto che con i mezzi pubblici, anche da altri comuni.  Per rivitalizzare il centro storico serve assolutamente la Casa di Comunità al Duomo?  Non scherziamo, nel frattempo si portano allo Scalo alcuni uffici comunali e gli abitanti calano.  Non solo, chi utilizza ambulatori, uffici e arriva in auto fino al Duomo, sicuramente con parcheggio orario o a pagamento per evitare i soliti furbetti, ripartirà appena terminata la commissione.  E poi si occupa uno dei palazzi più belli della città con ambulatori e uffici sanitari?  Ora con il Pnrr, vari finanziamenti europei, possibile che non si riesca a immaginare una destinazione più “consona” e al servizio della città nello stesso momento? Ma soprattutto è possibile che i privati non riescano a cogliere occasioni di tale portata?  Nel passato gli orvietani hanno dato dimostrazione di guardare avanti, di pensare alla città, alla loro città.  Perché non provarci di nuovo, insieme al Comune e alla USL, perché no?




L’associazione Le note di Fra’ dona alla cardiologia dell’ospedale di Orvieto tre importanti strumenti diagnostici

L’associazione onlus, Le note di Frà, ha donato alla struttura complessa di Cardiologia dell’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto, diretta dal dottor Raffaele De Cristofaro, importanti apparecchiature elettromedicali in ambito ecografico che renderanno possibili esami di diagnostica cardiovascolare sempre più completi ed attuabili in ogni ambiente e condizione, anche la più precaria. Le note di Fra’, grazie alla sensibilità e all’impegno della presidente Paola Tascini e di tanti volontari che operano al suo fianco, conferma, con questa nuova importante donazione, una grande attenzione per le attività del presidio ospedaliero di Orvieto essendo stata vicino, nel recente passato, sia alla Cardiologia che ad altri reparti del nosocomio. Alla cerimonia di consegna di martedì 1° febbraio, al “Santa Maria della Stella”, hanno preso parte il direttore della S.C. di Cardiologia Raffaele De Cristofaro, Margarete Tockner, direttrice del presidio ospedaliero di Orvieto, Sabrina Brizi, responsabile del servizio infermieristico SITRO, il personale sanitario del reparto, i rappresentanti dell’associazione e la presidente Paola Tascini.

L’associazione ha donato un sistema diagnostico a ultrasuoni portatile “tascabile” per esami ecografici in ogni setting ospedaliero e ambulatoriale; una sonda vascolare per l’esecuzione di ecografie vascolari, arteriose carotidee e periferiche e venose, in modo da permettere una completa valutazione diagnostica dell’apparato cardiovascolare; una stampante digitale per ecografo Vivid E90 già in dotazione al reparto.

“La sonda vascolare – spiega De Cristofaroda utilizzare con il nuovo ecocardiografo top di gamma in dotazione alla struttura complessa di Cardiologia, consentirà ai professionisti ospedalieri di effettuare completi esami colordoppler arteriosi carotidei e vascolari periferici, a completamento ed integrazione dell’esame colordoppler cardiacoIl sistema ecografo palmare VUSCAN, invece, trova la sua utilizzazione peculiare in situazioni di urgenza emergenza che possono verificarsi in ogni parte della struttura ospedaliera – prosegue il direttore della struttura complessa di Cardiologia – permettendo di individuare rapidamente importanti condizioni patologiche che necessitano di tempestivo trattamento”.

Alla presidente Paola Tascini e ai volontari dell’associazione Le Note di Frà la direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2, la direzione del presidio ospedaliero “Santa Maria della Stella” di Orvieto, il primario e lo staff dei professionisti della struttura complessa di Cardiologia rivolgono un sentito ringraziamento per questa ennesima testimonianza di vicinanza al lavoro dei sanitari e di impegno sociale e civile.




PrometeOrvieto, Casa di Comunità nel vecchio ospedale: tre errori (enormi) con una sola mossa

Il Servizio Sanitario Nazionale ha definito nuove importanti linee guida a cui le Regioni debbono adeguarsi ed ha posto al centro del sistema la Sanità territoriale. Il Covid ha fatto emergere la debolezza del Sistema sanitario sui territori, dopo anni di potenziamento degli ospedali come centro di diagnosi e cura. In Lombardia è già stata inaugurata la prima Casa di Comunità, la prima delle oltre 200 previste, una ogni circa 50mila abitanti. In essa lavoreranno 5 medici di medicina generale, 10 infermieri, 2 Oss, 40 specialisti, oltre a medici di comunità e pediatri di libera scelta. Un modello organizzativo che sarà replicato anche ad Orvieto, dove la Regione ha previsto i servizi della Casa di Comunità del territorio, che, sia chiaro, non sono quelli che vengono erogati a Via Postierla.

Una cosa è certa: è da pazzi infilare nell’ex ospedale in piazza Duomo un servizio che riguarda 50 mila potenziali pazienti provenienti da tutto il territorio dell’Orvietano, ne deve servire centinaia al giorno e sopportare traffico e parcheggio di altrettante auto. In questo sciagurato caso si produrrebbero tre danni enormi con un solo movimento:

– mortificare piazza Duomo, privandola di un bene (il complesso dell’ex ospedale) che potrebbe e dovrebbe essere destinato alla fruizione da parte dei turisti;

– aumentare il traffico veicolare in quell’area centrale della città, compromettendone la sua naturale vocazione;

– ospitare la Casa di Comunità nel luogo in assoluto più difficile da raggiungere dal territorio, senza parcheggi e con il traffico già appesantito per la presenza in loco delle scuole.

L’idea paventata di costruire nell’ex ospedale la Casa di comunità è talmente illogica che la sua realizzazione violenterebbe irreparabilmente la naturale vocazione di piazza del Duomo. Speriamo, dunque, che si estingua da sola e che, comunque, se ci fossero dei dubbi, che l’amministrazione convochi un consiglio comunale, aperto a cittadini e soprattutto agli amministratori dell’Ente regionale (effettivo deus ex machina), in cui ciascuno esprima le proprie idee e si assuma le responsabilità conseguenti. Le decisioni che verranno prese oggi sulla questione potrebbero costituire una svolta storica per i servizi (ma anche per lo stesso sviluppo) della nostra città e del nostro territorio perché mai come ora sono stati disponibili altrettanti fondi per realizzare progetti di così ampio respiro.

Fondamentale sarà utilizzarli in modo appropriato, in modo tale da impostare il futuro della nostra Comunità, senza procedere alla cieca, senza ricercare una soluzione qualunque e non ponderata, pur di mostrare un effimero efficientismo.

Vorremmo che chi decidesse per queste scelte avesse anche il coraggio di mettere il proprio nome su una targa inaugurativa, per i posteri.

PromoeteOrvieto




Ictus, telemedicina e chance di cura, Orvieto guadagna posizioni secondo uno studio di USL Umbria2

Nuova pubblicazione scientifica di rilevo dei professionisti dell’Azienda Usl Umbria 2. L’indagine è stata realizzata dai dottori Francesco Corea, responsabile Stroke Unit ospedale di Foligno e dal suo staff composto da Monica Acciarresi, Laura Bernetti, Pierluigi Brustenghi, Anna Gidubaldi, Mariangela Maiotti, Sara Micheli, Vilma Pierini; dai dottori Giuseppe Calabrò, primario e direttore del dipartimento di Emergenza Urgenza, Alessio Gamboni e Chiara Busti del Pronto Soccorso del “San Giovanni Battista” di Foligno, dai dottori Cesare Magistrato e Gian Luca Proietti Silvestri, primari del Pronto Soccorso degli ospedali “Santa Maria della Stella” di Orvieto e “San Matteo degli Infermi” di Spoleto, dal dottor Massimo Bracaccia, direttore del dipartimento di Medicina della Usl Umbria 2, dalla dottoressa Valeria Caso, Stroke Unit “Santa Maria della Misericordia” di Perugia e dal dottor Mauro Zampolini, direttore del dipartimento di Riabilitazione nonché direttore del presidio ospedaliero di Foligno. L’utilizzo della telemedicina e delle moderne tecnologie, progetto fortemente sostenuto dalla direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2, è in grado di azzerare le distanze e risulta decisiva per garantire parità di accesso alle cure, omogeneità ed efficacia del trattamento per le patologie neurologiche, ma non solo, tempo-dipendenti.

“La parità di accesso alle cure per l’ictus e le malattie neurologiche nel territorio della Usl Umbria 2 è una sfida determinante – spiega Francesco Corea -. Fin dalla fusione tra Asl 3 ed Asl 4 e l’istituzione nel 2014 dell’Azienda Usl Umbria 2 – prosegue il neurologo dell’ospedale di Foligno – la parità di accesso nei diversi ambiti assistenziali è stata una priorità. Una svolta strategica è stata l’implementazione di una Piattaforma di Telemedicina per il teleconsulto neurologico a distanza per gli ospedali di Foligno, Spoleto, Orvieto e Norcia”

L’implementazione della piattaforma consente la valutazione in tempo reale di casi clinici neurologici tra la rete ospedaliera aziendale e l’hub di riferimento dell’ospedale “San Giovanni Battista” di Foligno. Questo per ottimizzare il percorso decisionale diagnostico e soprattutto terapeutico che vedono nelle competenze dei professionisti un nodo cruciale. I dati inerenti procedure, mortalità e volume di ricoveri nei vari presidi della Usl Umbria 2 acquisiti tramite i dati del Centro Controllo Malattie del Ministero con il Progetto Nazionale Esiti PNE permette di stimarne gli effetti a distanza di anni.

“I dati di mortalità, gli indicatori di performance pubblicati dal gruppo multidisciplinare dei medici della Usl Umbria 2 mostrano come, grazie alla telemedicina, si siano colmati i gap nell’ambito dell’ictus, molto netti nel 2016-18, tra chance di ricevere appropriate cure tempo-dipendenti a seconda di accedere in un presidio o nell’altro” – afferma il dottor Corea.

dottor Corea

Il grafico blu arancio mostra il numero di procedure effettuate negli anni dopo l’implementazione della piattaforma di telemedicina. Si osservi come crescono, ad Orvieto, le procedure effettuate fino a non esserci più differenza significativa rispetto a Foligno in rapporto al volume di ricoveri.

Il timore che le procedure effettuate con assistenza remota in telemedicina tra un ospedale e l’altro potesse esporre a maggiori rischi o mortalità vengono esclusi dall’analisi della mortalità a trenta giorni. (Grafico giallo mortalità stabile).

Il volume di ricoveri per ictus presso l’ospedale di Orvieto (Grafico arancio) si è incrementato grazie al minor ricorso al trasferimento urgente dal Pronto Soccorso. Lo sviluppo del percorso riabilitativo consensualmente implementato completa il percorso di cura. (volume ricoveri ad Orvieto per ictus che aumenta dal 2017, mentre prima era in costante calo dal 2012).

Indubbi anche i benefici in termini economici. Un ictus, per costi diretti ed indiretti, in media può gravare sul sistema sanitario e la comunità per oltre 150.000 euro a persona colpita.

Con l’utilizzo della telemedicina, si evita una grave disabilità ogni 3-4 persone trattate nella prima ora dall’esordio di un ictus (number needed to treat 3-4 ad 1). L’investimento iniziale sostenuto dall’azienda sanitaria per l’implementazione tecnologica è stato ampiamente ammortato nel primo biennio di esercizio.




La USL Umbria 2 invita tutti a non utilizzare il Pronto Soccorso per prestazioni non urgenti

In questa fase di forte ripresa dei contagi, in cui è fondamentale evitare il sovraffollamento delle strutture ospedaliere ed è necessario lasciare liberi i percorsi assistenziali, nei servizi di pronto soccorso e nelle postazioni di primo soccorso dei presidi ospedalieri dell’Azienda Usl Umbria 2 (Foligno, Spoleto, Orvieto, Narni e Amelia) si registra un numero elevato di accessi inappropriati per prestazioni e codici non urgenti.

La direzione strategica dell’Azienda Usl Umbria 2 e le direzioni ospedaliere invitano i cittadini ad evitare l’utilizzo del Pronto Soccorso per prestazioni che possono e devono essere garantite dal medico curante o dai servizi territoriali.




15 novembre, il giorno della sanità orvietana. De Fino risponde “l’ospedale è stato sempre aperto e i numeri lo dimostrano”

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Il 15 novembre nel pomeriggio sono stati presentati i progetti e i lavori in fase di avvio nel territorio di Orvieto per quanto riguarda la sanità. E’ stata anche l’occasione per la presentazione della nuova TAC e per fare il punto sulla reale situazione del nosocomio orvietano. Massimo De Fino, direttore generale della USL Umbria 2, ha illustrato, alla presenza dell’assessore regionale Luca Coletto, la situazione per quanto riguarda i ricoveri, le visite specialistiche, il personale a tempo indeterminato. In realtà le cifre indicano che l’ospedale in definitiva ha tenuto botta al covid reagendo piuttosto bene nonostante la pandemia e la ormai endemica crisi del personale.

De Fino nell’analizzare i dati è partito dai filmati ormai divenuti virali delle corsie deserte per spiegare che in realtà proprio l’emergenza sanitaria ha obbligato a rimodulare tutti gli spazi e al personale e ai pazienti a rivoluzionare i propri comportamenti. Non ci sono più gli accompagnatori, fatto salvo laddove previsto, si entra in prossimità dell’orario stabilito, si attende fuori dalla struttura in caso di forte anticipo, ad esempio. Non si entra in ospedale se non si ha un appuntamento per una prestazione medica o diagnostica e poi a questo si aggiunge la carenza di personale medico in particolare. Certamente le criticità ci sono e sono evidenti, le liste di attesa sono piuttosto lunghe e il recupero indicato dai dati ufficiali non sembra così evidente. De Fino ha anche annunciato che nelle prossime domeniche gli specialisti hanno dato la loro disponibilità per lavorare durante il festivo sempre con l’obiettivo di abbattere le liste di attesa.

L’audio della relazione a tratti non è proprio chiaro ma non dipende da problemi tecnici nostri. Comunque torneremo sicuramente a discutere di sanità e di sanità pubblica in particolare. La relazione del direttore generale della USL Umbria 2, Massimo De Fino sui ricoveri, le prestazioni ambulatoriali e le nascite negli ultimi tre anni e poi i prossimi progetti in fase di realizzazione, l’impianto di cogenerazione, l’hospice che momentaneamente sarà all’interno dell’ospedale e la nuova TAC già operativa. Per l’abbattimento delle liste d’attesa sono previste tre domeniche dedicate proprio a chi attende da troppo tempo di avere risposte ed esami.




Grave perdita per il Santa Maria della Stella, addio alla puericultrice Fernanda Sellani

Un grave lutto ha colpito l’Azienda Usl Umbria 2 e il personale dell’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto. È venuta a mancare, nella serata del 24 ottobre, la puericultrice Fernanda Sellani, una vera e propria istituzione nella città. Nel corso della sua lunga carriera professionale è stata accanto a centinaia di mamme aiutandole ad allattare e le ha guidate insegnando loro come rapportarsi con i loro bambini.

La direzione strategica aziendale – il direttore generale Massimo De Fino, la direttrice sanitaria Simona Bianchi, il direttore amministrativo Piero Carsili -, insieme alla direttrice del presidio ospedaliero di Orvieto Margarete Tockner, alla responsabile dell’Unità Operativa di Pediatria, Elena Neri, al responsabile dell’Unità Operativa di Ostetricia e Ginecologia, Patrizio Angelozzi e a decine di colleghi dei due reparti esprime ai familiari la più sentita vicinanza e profondo cordoglio per la scomparsa della professionista: “Il suo sorriso e la sua disponibilità nei confronti di utenti e colleghi rimarranno un ricordo e un esempio indelebili per la struttura ospedaliera di Orvieto e per l’azienda sanitaria”.