1

PrometeOrvieto, “il Tar riammette una ditta per la gara di Ospedale e Casa di Comunità. Siamo ancora in tempo?”

Siamo a metà gennaio 2024 e a giugno 2026 dovranno essere consegnati la Casa di Comunità e l’Ospedale di Comunità, ubicati nei locali dell’ex ospedale, a piazza Duomo, fondi PNRR e in parte regionali, circa 8 milioni. Per la Casa di Comunità dovrà passare la prima assistenza H24 per la cura e la prevenzione, le visite specialistiche, la telemedicina, i medici di medicina generale per alcune ore settimanali. Una tragica decisione di Regione e Comune di Orvieto ha individuato nell’ex ospedale il “luogo” di Casa e Ospedale di Comunità, con i disagi che sono facilmente immaginabili nella gestione del traffico proveniente da tutto l’Orvietano e della relativa sosta.
Ma tant’è, ormai il danno è fatto, bisogna andare avanti. E quindi vogliamo informazioni, in rispetto del principio della trasparenza.

 Vogliamo sapere dalla Regione Umbria:

– quando potranno realmente essere aggiudicati i lavori

– perché ci si è ridotti all’ultimo giorno utile

– se i lavori potranno essere ancora conclusi entro giugno 2026, data prevista dal PNRR

– se i fondi utilizzati saranno ancora quelli del PNNR

– se è stata prevista l’organizzazione transitoria per evitare che i cittadini debbano pagarsi da soli le prestazioni

-come si provvederà alla dotazione di arredi, macchinari, personale

Vogliamo sapere dal Comune di Orvieto

– se ha predisposto il piano di viabilità di sua competenza

– quanto costa questo piano e dove saranno reperiti i fondi necessari

– se non ritiene che tali importanti scelte debbano essere partecipate alla cittadinanza.

Vogliamo sapere se noi ce la caveremo.

Fonte: Prometeo Orvieto




I servizi USL di Sim e Serd torneranno entro febbraio alla sede storica di via Cardinal Cerretti da Bardano

Serd e Sim, due importantissimi servizi della USL sono ancora a Bardano. Si moltiplicano le segnalazini che ci arrivano dai nostri lettori e da cittadini che chiedono perché ancora non si sa nulla sui tempi dei lavori che hanno interessato la sede storica in via cardinal Cerretti.

I disagi sono sotto gli occhi di tutti in particolare perchè la sede provvisoria non è collegata con il trasporto pubblico, In particolare una lettrice ci ha segnalato il suo personale disagio e difficoltà nel raggiungere gli ambulatori di Bardano, “se non trovo chi mi accompagna devo rinunciare alle cure”.

OrvietoLife ha chiesto direttamente alla USL Umbria 2 che ci ha fatto sapere che i lavori, per un costo complessivo di circa 1 milione di euro, sono ormai quasi al termine. Rinnovo e adeguamento sismico hanno reso necessario il trasferimento dei due servizi a Bardano ma ora, sempre dalla USl, assicurano che entro febbraio si tornerà alla sede storica in via Cardinal Cerretti.




Il nuovo direttore generale della USL Umbria2 facente funzione è Piero Carsili

Piero Carsili è il nuovo direttore generale facente funzione dell’Azienda Usl Umbria 2. La nomina è arrivata nella tarda serata di mercoledì 13 dicembre, con il decreto n. 59 firmato dalla Presidente della Giunta Regionale dell’Umbria Donatella Tesei che ha accolto contestualmente le dimissioni del direttore generale uscente, Massimo De Fino, chiamato a guidare il polo oncologico Crob della Basilicata. L’incarico decorre dal 15 dicembre e, in qualità di legale rappresentante dell’azienda, il manager sarà chiamato a perseguire gli obiettivi individuati e assegnati dall’esecutivo regionale, a conseguire l’equilibrio economico finanziario e al rispetto di vincoli e adempimenti Lea e Mef per accedere alla quota premiale del finanziamento sanitario.

Profondo conoscitore della macchina organizzativa dell’azienda Usl Umbria 2, il dottor Piero Carsili, nato a Montecastrilli nel 1960 e attuale direttore amministrativo, ha ricoperto numerosi ruoli chiave nell’amministrazione di viale Bramante, nella Asl 4 provinciale di Terni prima e, dal 2013, nella Usl Umbria 2: dirigente del servizio Affari Generali, Legali e Logistica, direttore della Direzione Amministrazione del Personale, responsabile della Trasparenza solo per citarne alcuni. Tra i principali impegni e obiettivi centrati dal dottor Carsili nella direzione strategica aziendale il programma di valorizzazione del personale con la stabilizzazione di centinaia di professionisti, l’attribuzione ad oltre 100 dirigenti medici di incarichi di alta e altissima specializzazione, la definizione di una nuova graduazione delle funzioni e la riorganizzazione dei servizi amministrativi, tecnici, professionali, sanitari e socio-sanitari prevedendo l’attribuzione di incarichi funzionali e avanzamenti di fascia per oltre 600 dipendenti del comparto.

“Vorrei ringraziare la Presidente Donatella Tesei e la Giunta regionale per la fiducia accordata – le prime parole del nuovo direttore generale della Usl Umbria 2 Piero Carsili. Da parte nostra continueremo a garantire il massimo impegno e la massima attenzione per fornire ai cittadini servizi sanitari moderni e rispondenti, con efficacia ed efficienza, ai nuovi bisogni e necessità. Rivolgo un caro e affettuoso saluto al direttore Massimo De Fino, con un sentito ringraziamento per il grande contributo offerto al nostro territorio in questi quattro anni di lavoro e con i migliori auguri per il suo nuovo impegno professionale “.




PrometeOrvieto, nuovi dubbi e nuove richieste dopo la replica del dg della USL Umbria2 su Casa e Ospedale di Comunità

Gentile D. G. Dott. De Fino,

riscontriamo la Sua risposta alla nostra comunicazione dell’11.8.2023, che rendiamo pubblica ai cittadini del territorio con il testo in calce, per trasmetterLe a nostra volta alcune nostre considerazioni sul punto. La Sua comunicazione, descrittiva dello stato in essere, non ci lascia sereni sul fatto che l’Ospedale di Comunità e la Casa di Comunità dell’Orvietano possano essere realizzati con certezza, come noi desideriamo, nei tempi previsti e rimangono irrisolte le preoccupazioni che ci hanno spinto a scriverLe chiedendoLe delucidazioni. Abbiamo appreso che la Regione Umbria non conosce con esattezza gli interventi finanziati dal Pnnr che verranno tolti dal piano ed il termine “prevalentemente”, da Lei usato per indicare tali siti, è rilevatore delle incertezze che ci sono e che non sono marginali in quanto, come vedremo, incidono pesantemente sui tempi e sulle procedure da attuare. Visti i tempi di analisi (tre mesi) dell’Unione Europea per fornire riscontro alla richiesta del ministro Fitto, l’incertezza è destinata a durare fino al mese di ottobre. 

TEMPI

Dal piano reso pubblico con delibera DG Ausl Umbria2 del 9.8.2023, si deduce che l’appalto integrato va aggiudicato entro il corrente anno così come previsto dal PNRR ed i tempi, evidentemente, sono strettissimi, visti i passaggi formali previsti nello stesso bando. Chiedevamo una rassicurazione sul fatto che questi sarebbero stati rispettati e, seppure come Lei dice la fattibilità ancora c’è, ciò richiede comunque tempi veloci di attuazione poco usuali nella Pubblica Amministrazione.

COSTI

Siamo perfettamente consapevoli delle difficoltà causate dall’alto tasso di inflazione degli ultimi tempi e la nostra richiesta di chiarimenti era volta ad avere rassicurazioni proprio sul fatto che lo stanziamento disponibile fosse sufficiente a non far andare deserta la gara di appalto. Apprendiamo che le strutture tecniche sono in grado di fare una valutazione di congruenza sul fatto che sia possibile assorbire gli extra costi di circa il 30% che l’inflazione ha generato, anche se questo appare poco probabile, perché significherebbe che il precedente valore era stato sovrastimato. Se i fondi non fossero sufficienti, andranno trovati in altre fonti di finanziamento da Lei indicate e questo comporterebbe, oltre all’incertezza nel reperimento, una nuova gara che non potrà avere come riferimento il bando precedentemente elaborato, che prevede un ribasso rispetto al plafond stanziato nel PNRR. Tutte queste preoccupazioni, generate da un contesto generale particolarmente complesso, non ci lasciano tranquilli e crediamo, visto il contenuto della Sua risposta, che nemmeno Lei lo sia. Riteniamo pertanto sempre più urgente approntare un piano provvisorio su cui lavorare da subito che, in attesa della realizzazione delle opere previste, possa fornire ai cittadini i Servizi Sanitari con le modalità individuate dalla nuova riforma. Le richiediamo infine un nuovo incontro nel quale, oltre approfondire questi temi, sia possibile ottenere dati quantitativi e qualitativi sulle prestazioni specialistiche fornite in questi mesi ed il trend del prossimo futuro, particolarmente relative all’Orvietano.

PrometeOrvieto

Di seguito, il testo integrale della lettera del Direttore Generale Ausl Umbria 2 Dott. M. De Fino del 24.8.2023 con le risposte ai nostri quesiti:

“In riferimento alla Vostra richiesta, va premesso che la rimodulazione quantitativa del target a livello nazionale delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità è giustificata dal rialzo dei prezzi delle materie prime ed energetiche, legato anche alla crisi energetica acuita dal conflitto russo-ucraino. La rimodulazione riguarda prevalentemente i nuovi edifici, per i quali la realizzazione entro giugno 2026 è a rischio. A tal proposito, si precisa che la Casa di Comunità e l’Ospedale di Comunità di Orvieto non rientrano nella fattispecie in oggetto trattandosi di ristrutturazioni di edifici esistenti. Per quanto riguarda le tempistiche di attuazione degli interventi, allo stato attuale, risultano in linea con i target temporali posti dalMinistero che prevedono la stipula del contratto con l’operatore economico aggiudicatario dei lavori di realizzazione delle opere entro il 31.12.2023 e il collaudo delle strutture entro il 30.06.2026. Da ultimo, si rappresenta che l’Amministrazione Titolare degli investimenti in oggetto individuata nel Ministero della Salute, adoggi non ha comunicato alle Regioni gli interventi rientranti nella rimodulazione quantitativa del target, tuttavia gli investimenti stralciati verranno comunque realizzati, con le modalità già programmate, assicurando la copertura finanziaria mediante il ricorso alle risorse nazionali del programma di investimenti in edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico ex art. 20 della legge n. 67/1988 o mediante la riprogrammazione delle risorse della politica di coesione (FSC). 

Certi di aver chiarito i dubbi da Voi espressi, si coglie l’occasione per porgere cordiali saluti. 

Massimo De Fino” 




Delibera del DG Ausl Umbria2 su Casa di Comunità ed Ospedale di Comunità di Orvieto: un po’ di chiarezza

Nel ringraziare il D.G. Ausl Umbria2 per aver reso pubblico con delibera 9.8.2023 il bando di gara per la realizzazione della Casa di Comunità e dell’Ospedale di Comunità di Orvieto e l’incarico all’Ufficio Tecnico di procedere con appalto integrato al massimo ribasso, riteniamo tuttavia questo passaggio, seppure importante, insufficiente a tranquillizzare i cittadini. Sappiamo che il Ministro per gli Affari Europei Fitto ha proposto alla U.E. una rimodulazione del P.N.N.R., che è all’esame della stessa e sulla quale risponderà entro tre mesi. Detta rimodulazione terrebbe conto dell’incremento dei costi generati dall’inflazione, che oscillano nei vari territori dal 24 all’80%, e della complessità dei lavori che potrebbe causare il mancato rispetto dei tempi previsti dal Piano, ma soprattutto toglie dal Piano la realizzazione di molte Case di Comunità ed Ospedali di Comunità sostenendo che saranno comunque realizzati con fondi da reperire (sic!).

La domanda che i cittadini si pongono è:

le due strutture di Orvieto stanno in questa lista di lavori per i quali si prevedono fonti diverse di finanziamento da reperire?

La delibera contenente il bando, che, va precisato, dà semplicemente mandato all’Ufficio Tecnico dell’Asl di procedere, è particolarmente complessa, prevede un appalto integrato, progettazione, impianti tecnologici ed opere murarie da realizzare in 25 Mesi dall’aggiudicazione ed una fase propedeutica di qualche mese. Il tutto attraverso una gara al massimo ribasso con tetto di spesa i fondi previsti dal P.N.N.R., naturalmente rispettando i requisiti tecnici fissati. Noi riteniamo la road map evidenziata dal D.G. molto critica, sia per i tempi che sono strettissimi, sia per gli importi di spesa disponibili. Il miglior modo per fugare i nostri dubbi è quello di comunicarci i tempi della fase operativa e darci assicurazione che l’importo originariamente previsto sarà sufficiente per le opere programmate, tenuto presente anche l’elevata inflazione che c’è stata nel periodo.

Il bando, oggetto di delibera e del quale c’è stata data visibilità, è ad oggi un’operazione preliminare, necessaria e complessa, ma non operativa. Con l’occasione abbiamo visto che la rimodulazione proposta dal Ministro Fitto interessa anche i lavori previsti per l’adeguamento degli ospedali e le dotazioni tecnologiche: ci piacerebbe sapere, anche in tal caso, se queste procederanno senza problemi.
Come sempre, confidiamo nella disponibilità del D.G. Dott. De Fino per un’esauriente risposta ai nostri quesiti, giustificando la nostra puntigliosità anche con la storia recente dei nostri territori, quando, a fondi dichiarati disponibili in circa sette anni, non si è visto succedere nulla (paradigmatica è la costruzione della complanare, importante per la riqualificazione del territorio orvietano, che attende senza più alcuna fiducia).




La lettura diventa “medicina” a Orvieto con “Libro, cura dell’anima”

I libri come “medicina”, le scuole delle piccole farmacie letterarie e i bibliotecari che diventano “rider del sapere”. Sono i progetti della Nuova Biblioteca pubblica “Luigi Fumi” di Orvieto presentati questa mattina alla presenza del sindaco di Orvieto e assessore alla Cultura, Roberta Tardani, della responsabile Ufficio Cultura Turismo Biblioteca e Sport del Comune di Orvieto, Carla Lodi, del direttore sanitario dell’ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto, Patrizio Angelozzi, del direttore del Distretto sanitario di Orvieto, Massimo Marchino, e della responsabile Sezione Biblioteche e archivi storici, Patti per la lettura, Welfare culturale della Regione Umbria, Olimpia Bartolucci.
“Libro, cura per l’anima” è il titolo del progetto, di cui il Comune di Orvieto è capofila, che ha vinto il bando “Città che legge” del Centro per il libro e la lettura (Cepell) classificandosi al terzo posto in Italia tra le città dai 15 ai 50mila abitanti e ottenendo un finanziamento di 30mila euro.
Le parole chiave del progetto – ha spiegato Carla Lodi – sono prendersi cura, inclusività, rete, giovani generazioni. Si vuole infatti proporre la lettura come strumento per la cura del sé e delle relazioni con gli altri, come ‘farmaco’ per lenire le sofferenze dell’anima e dei sentimenti quali amore, amicizia e solitudine, anche in conseguenza del post-pandemia, in particolare per le fasce di popolazione più giovani e quelle a vario titolo considerate fragili. L’inclusione – ha aggiunto – è promossa mediante l’apertura di punti di lettura e prestito fuori dai luoghi abituali della biblioteca e attraverso attività e laboratori sulla lettura rivolti a varie fasce di età. La complessità ed eterogeneità dei soggetti coinvolti ovvero Comuni, scuole, Usl e Distretto sanitario, associazioni e operatori culturali, garantisce un lavoro di rete sul territorio. Tutte le attività, rivolte ai diversi target, hanno per filo conduttore la cura dell’anima, la lettura è la ‘posologia’ somministrata con l’aiuto di attori capaci, per competenza ed esperienza, ed è proposta in modo innovativo, sostenibile e replicabile nel tempo”.
Tra le principali attività previste – che si svolgeranno fino ad aprile 2024 – c’è la “Piccola Farmacia Letteraria”. Si tratta di una serie di 10 incontri tenuti da educatori, operatori qualificati e insegnanti che si terranno in ogni scuola partner del progetto (IISST di Orvieto, Istituto Comprensivo Orvieto-Baschi, Istituto Comprensivo Orvieto-Montecchio), volti a recuperare e ricostruire le relazioni interpersonali attraverso il libro e la lettura come “farmaco”. Alla biblioteca comunale di Orvieto si terranno invece i “Piccoli Caffè Letterari”, cinque incontri rivolti agli studenti degli istituti coinvolti, incentrati sulla lettura e volti a creare occasioni di convivialità e confronto.
Il progetto andrà a rafforzare inoltre alcuni servizi già sperimentati o attivi come il “Bibliobus” e “Fuori scaffale”. La biblioteca itinerante sarà presente in vari periodi in tutti i Comuni coinvolti dal progetto (Allerona, Castel Viscardo, Castel Giorgio e Ficulle) sia presso le scuole che presso i giardini pubblici.
Sono invece sei i nuovi punti di lettura e prestito esterni alla biblioteca comunale che saranno attivati in collaborazione con Enti ed associazioni e che ospiteranno anche laboratori e letture. Due all’ospedale di Orvieto (Day Hospital Oncologico e Dialisi) gestiti dal personale del presidio e da volontari, al Centro abilitativo-educativo diurno per minori “Il Piccolo Principe”, al Centro socio riabilitativo diurno “L’Albero delle Voci” e presso Lo Scalo Community Hub e al Centro Sociale di Canale che sarà inaugurato il prossimo sabato 3 giugno. Verranno anche potenziati i due punti già attivi presso “L’emporio del riuso e dello scambio” a Orvieto scalo e al “Market solidale” in località Gabelletta. Complessivamente saranno circa 400 i libri che verranno acquistati con il progetto e che saranno destinati ai punti di “Fuori Scaffale”  dove verranno posizionati anche dei totem informativi per promuovere sia il progetto che le attività della biblioteca.
Previsti infine laboratori incentrati sul libro, finalizzati a promuovere la lettura e a incrementare le opportunità socio-educative, di apprendimento e relazionali con attività per bambini, ragazzi e anche adulti nei Comuni partner, e la realizzazione di podcast da parte dei ragazzi delle scuole quali prodotti finali delle attività laboratoriali che saranno svolte.
La giornata di presentazione del progetto “Libro, cura dell’anima” è stata l’occasione per inaugurare il “Biblio on bike service”, il nuovo servizio attraverso il quale il personale della Biblioteca “Luigi Fumi” consegnerà in bici i libri a domicilio ad anziani, disabili o persone in difficoltà sensoriale e motoria anche temporanea. Telefonando al numero 0763.306450, inviando un messaggio Whatsapp al 3312309032 o scrivendo una mail a biblioteca@comune.orvieto.tr.it, gli utenti saranno aiutati nella scelta del libro da consultare dal personale della biblioteca che poi consegnerà direttamente a casa il volume.
E’ attivo in biblioteca anche il servizio di noleggio di bici elettriche finanziato nell’ambito delle attività dell’Area Interna Sud Ovest Orvietano destinate al potenziamento delle infrastrutture per la mobilità. Sei le biciclette a pedalata assistita disponibili nella stazione di Piazza Febei per cittadini e turisti. Il servizio è attivo nei giorni e negli orari di apertura della biblioteca. Il costo fissato è di 6 euro per 1 ora, 10 euro per 2 ore, 18 euro per 4 ore, 30 euro per l’intera giornata (massimo 9 ore). Le tariffe sono ridotte del 50% per gli utenti della biblioteca.
In questi quattro anni  – ha commentato il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – l’amministrazione comunale ha lavorato per recuperare e mettere a disposizione di tutta la comunità i luoghi della cultura della città risolvendo i problemi di varia natura ereditati. Dal Teatro Mancinelli al Centro studi fino alla biblioteca, ogni spazio è stato rivitalizzato e le iniziative che presentiamo oggi ne sono un altro esempio concreto. La pandemia ha lasciato conseguenze drammatiche – ha spiegato – ma è stata anche un’occasione di riflessione importante a livello sociale e un’opportunità per ripensare i servizi per le nostre comunità in diversi ambiti. Presi come eravamo dal gestire un’emergenza sanitaria mai conosciuta prima e ad aiutare le categorie più fragili, abbiamo spesso sottovalutato l’impatto che questi anni difficilissimi e il lockdown delle relazioni sociali hanno avuto soprattutto sui più giovani. Il progetto ‘Libro, cura per l’anima’ nasce dunque come risposta a questa situazione mettendo al centro la lettura come momento di incontro e antidoto a un isolamento al quale contribuiscono pure le realtà ‘parallele’ create dai social network. Anche la consegna dei libri a domicilio – ha concluso – nasce dal contesto della pandemia dove in alcune città d’Italia si è sperimentato per necessità questo servizio che oggi a Orvieto diventa stabile e rivolto alle persone in difficoltà. In un’era in cui tutto è a portata di mano, la nostra biblioteca diventa quindi una sorta di ‘delivery della cultura’ e i nostri bibliotecari dei ‘rider del sapere’. Un servizio che ci ha consentito inoltre di dare un nuovo senso all’investimento fatto sulle bici elettriche nell’ambito delle attività previste dalla strategia delle Aree Interne”.
In ospedale abbiamo già un punto di lettura per i bambini ricoverati in Pediatria – ha detto il dottor Patrizio Angelozzi – e ora ci saranno altri due spazi in reparti particolari della struttura. In un momento doloroso e difficile per le persone che si sottopongono alle cure, pensiamo che essere in compagnia di un libro possa probabilmente aiutarli a passare qualche ora più serena”.
Le malattie croniche – ha aggiunto il dottor Massimo Marchino – sono ferite del corpo ma anche ferite esistenziali che cambiano la traiettoria della vita delle persone e le spingono a riprogettarsi secondo coordinate nuove. Grazie alla medicina questo progetto può spesso continuare a lungo e i libri sono narrazioni che possono aiutare questo percorso ridando un senso e una direzione”.
La biblioteca di Orvieto – ha detto Olimpia Bartolucci – è una struttura trainante per tutto il territorio orvietano e una delle più attive dell’Umbria come testimoniano iniziative come quelle che si presentano oggi. Siamo nel mese della promozione della lettura, il ‘Maggio dei libri’, che ha visto organizzare in Umbria ben 561 iniziative, un numero che rapportato alla popolazione ci dice che la nostra è stata la regione che ha fatto di più in Italia”. 




I sindacati all’attacco, “la sanità pubblica guidata da USL Umbria 2 è ormai allo sbando”

“La gestione della sanità nella Usl Umbria 2 era critica già prima della pandemia: immobilismo, lentezza decisionale, assenza di una chiara visione programmatica. Adesso, a più di tre anni di distanza, siamo di fronte ad un reale disastro. La Usl Umbria 2 è allo sbando, lo vivono sulla loro pelle le cittadine e i cittadini per la carenza dei servizi ed i dipendenti che si trovano a lavorare in una completa assenza di organizzazione. Sebbene siano stati approvati da tempo sia il nuovo Piano regionale sanitario, sia il nuovo Contratto collettivo nazionale, la Direzione aziendale non ha ancora posto in visione delle organizzazioni sindacali il nuovo modello organizzativo richiesto ed atteso da anni, testimoniando l’atteggiamento arrogante e la mancanza di rispetto per le lavoratrici e i lavoratori che connota le relazioni sindacali della Usl Umbria 2.

Personale infermieristico ed ostetrico, fisioterapisti, tecnici di laboratorio e di radiologia, operatori socio sanitari e personale amministrativo lavorano ogni giorno con il disagio e le difficoltà di una pianta organica con ruoli vacanti ed obsoleti, per cui è sempre più difficile erogare servizi di qualità, moderni e innovativi che aumentino la soddisfazione dell’utenza e degli operatori. Eppure, sono gli stessi che venivano chiamati eroi e che da tempo vengono considerati meno di zero da questa azienda. La direzione continua a disattendere il confronto sulle norme introdotte con il nuovo contratto: nonostante le innumerevoli richieste da parte delle organizzazioni sindacali ancora non abbiamo avuto risposta riguardo l’introduzione della norma sui tempi di vestizione che da luglio 2021 non viene riconosciuta alle lavoratrici e ai lavoratori.

Legittimare e promuovere le professionalità degli operatori del comparto forse non interessa a questa Direzione indubbiamente più incline a incentivare i medici, il Contratto nazionale però prevede il riconoscimento delle professionalità e della formazione degli operatori, istituisce non solo i nuovi incarichi di funzione, ma riconosce e disciplina l’incarico di professionista esperto e professionista specialista, ma l’Azienda non affronta l’argomento, non di meno però dà incarichi ad personam in assenza di comunicazione e trasparenza.

È necessario affrontare punti cruciali come la questione del fabbisogno del personale, ma la Direzione continua a ripetere di aver assunto tantissimi infermieri, stranamente poi sposta con ordine di servizio il personale infermieristico da un territorio all’altro per carenza di personale nelle Unità Operative, inoltre la carenza degli operatori socio sanitari è ormai una criticità di difficile soluzione. Uffici amministrativi svuotati di personale e i pochi impiegati rimasti non riescono a mandare avanti le attività in un vuoto di ruoli di responsabilità e dirigenza, alcuni di questi dipendenti coinvolti nel settore delle gare d’appalto e nella gestione dei contratti aziendali per i lavori e le forniture dal 2016 aspettano ancora gli incentivi previsti dalla legge, la Direzione aziendale non si è mai confrontata con le organizzazioni sindacali su questo tema.

Con questa Direzione sono successe cose mai viste: Unità Operative con i pazienti ricoverati messi nei corridoi, operatori sanitari costretti a posizionare i letti di degenza contro il muro per mancanza di spondine di sicurezza per i pazienti. Non si hanno risposte credibili a domande concrete: cosa si vuole fare del  Presidio Ospedaliero di Foligno dove ormai l’attività chirurgica è ridotta al minimo e le degenze accolgono in prevalenza pazienti di area medica? Qual’è realmente il destino del Presidio Ospedaliero di Spoleto nel fantomatico progetto del Terzo Polo? Il Presidio Ospedaliero di Orvieto quando diventerà realmente Dea di primo livello per l’emergenza urgenza? L’Ospedale di Amelia diventerà veramente un Ospedale di Comunità dopo  l’incresciosa modalità con cui è stato svuotato dalla sera alla mattina di un intero reparto? E quale reale destino avranno i distretti territoriali della Usl Umbria 2, smembrati e accorpati in Direzioni centralizzate di cui ancora non è nota l’organizzazione?

Le organizzazioni sindacali le hanno provate tutte: abbiamo accettato i tavoli tecnici che immancabilmente si sono conclusi con un nulla di fatto, con i documenti prodotti all’ultimo momento dall’Azienda sempre imprecisi, incompleti, da rivedere. Nessun vero, serio, rispettoso confronto per affrontare tutti i reali problemi delle lavoratrici e dei lavoratori. Siamo costretti quindi a ripensare una strategia che contempli un’azione sindacale di rivendicazione e mobilitazione permanente, perché non è più tempo di aspettare.

Giampiero Pincanelli, segretario aziendale Usl Umbria 2 Cgil
Pietro Cancellieri, segretario aziendale Usl Umbria 2 Cisl
Sandro Peciarolo, segretario aziendale Usl Umbria 2 Uil




Intervento su una neoplasia allo stomaco eseguito su un paziente 92enne sveglio e non intubato

Un uomo di 92 anni, con una neoplasia dello stomaco sanguinante e stenosante, proveniente da altro ospedale extra-regionale dove era stato rifiutato l’intervento a causa di una grave insufficienza respiratoria, è stato operato di gastrectomia sub-totale con analgesia peridurale toracica senza necessità di intubare il paziente che è quindi rimasto sveglio ed in respiro spontaneo per tutta la durata dell’intervento di circa tre ore.  L’intervento chirurgico, perfettamente riuscito, è stato eseguito dalla équipe del dott. Massimo Buononato, direttore della Struttura Complessa di Chirurgia dell’Ospedale di Orvieto, con il coordinamento del prof. Amilcare Parisi, consulente chirurgico del presidio “Santa Maria della Stella”.

“L’intervento di gastrectomia con questa tecnica, eseguito per la prima volta nella nostra regione e tra i primi in Italia – spiega il prof. Amilcare Parisi – consente un decorso post-operatorio molto più sicuro nei soggetti con grave insufficienza respiratoria tanto che il paziente, che durante l’intervento è rimasto sveglio ed ha parlato con gli operatori, è stato dimesso in ottime condizioni in settima giornata post-operatoria”.

“È l’ennesima testimonianza della risposta altamente professionale, innovativa e di qualità che forniamo quotidianamente ai nostri pazienti grazie ad uno staff altamente motivato e competente – afferma il primario di Chirurgia dell’ospedale di Orvieto dott. Massimo Buononato. La collaborazione continua e il proficuo confronto con i nostri anestesisti ed il loro primario dott. Tommaso Ciacca – prosegue – ci ha permesso di sviluppare tale tipologia di approccio, che avevamo adottato già precedentemente su interventi di minore complessità. La perfetta sintonia durante la pianificazione e gestione intraoperatoria degli interventi è stato il prerequisito indispensabile per giungere a questo risultato. La strada è quella giusta – conclude il dott. Buononato – con prospettive di potenziamento del sistema e ulteriore sviluppo delle attività”.

Grande soddisfazione per l’esecuzione di questa tecnica innovativa e per gli esiti favorevoli dell’intervento chirurgico, è stata espressa dal direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 dott. Massimo De Fino che sottolinea come l’ospedale di Orvieto stia svolgendo appieno il compito di DEA di primo livello. “Grazie alla intensa attività multidisciplinare degli operatori sanitari, all’acquisizione di tecnologie all’avanguardia, all’incremento degli interventi per la cura di patologie digestive oncologiche dello stomaco, del colon e del retto – spiega il manager sanitario – il ‘Santa Maria della Stella’ sta facendo registrare un significativo flusso di migrazione attiva da altri territori e da altre regioni, segno di una rinnovata attrattività della struttura ospedaliera di Orvieto”.




Paolo, paziente dell’ospedale, ringrazia tutto il personale per la professionalità, l’umanità e l’organizzazione

Il signor Paolo, residente ad Orvieto e ricoverato nelle scorse settimane al “Santa Maria della Stella”, ha inviato al direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 dott. Massimo De Fino una lettera di encomio rivolta al personale sanitario evidenziando “un’ottima ed efficiente organizzazione dei reparti, elevata professionalità ed umanità degli operatori”.

Egregio Direttore,

nelle scorse settimane sono stato ricoverato presso l’Ospedale di Orvieto in seguito ad una seria emorragia interna.Dal Pronto soccorso sono stato trasferito al reparto di Medicina d’urgenza e da qui, all’aggravarsi delle condizioni, al reparto di Terapia intensiva. Dopo alcuni giorni di nuovo al reparto di Medicina d’urgenza, fino alla dimissione.

Mi sembra doveroso riferirle, nella sua qualità di responsabile dell’azienda sanitaria, della mia esperienza. In questo percorso, a tratti non facile, sono stato accompagnato da personale di altissimo livello. Medici, Infermieri e Operatori hanno dimostrato grandi capacità professionali e un’attenzione veramente ammirevole per la cura del paziente. Scrupolosi, sempre disponibili anche in condizioni di lavoro difficili, presenti in ogni circostanza, pronti a dare a me e ai familiari le giuste informazioni, senza le quali si alimenta una scoraggiante incertezza. Oltre alle capacità e all’impegno individuali, mi ha molto colpito il livello dell’organizzazione.

Tutto si è svolto – almeno questa è stata la mia sensazione- con efficienza e rapidità, anche di notte e nel fine settimana: trasferimenti di reparto, consulenze, prelievi, analisi, trasfusioni, accertamenti diagnostici strumentali complessi, referti in tempo reale, perfino le prescrizioni alimentari per la convalescenza. Un meccanismo ben coordinato e diretto dai medici dei reparti, che dimostravano di avere sempre un quadro completo e aggiornato della mia situazione.

In conclusione, durante il ricovero, posso dire di aver avuto tutte le migliori cure e tutte le attenzioni professionali e umane che aiutano a guarire quanto le buone medicine.

Grazie a tutto questo sono di nuovo a casa e vorrei far arrivare ai dirigenti e al personale di quei reparti (non ricordo tutti i loro nomi, anche se ricordo bene tutte le loro presenze) la mia gratitudine e il mio più profondo rispetto”. Il direttore generale dell’Azienda Usl Umbria 2 Massimo De Fino augura al signor Paolo un immediato e completo recupero ringraziando per la nota di encomio “che rappresenta l’ennesima testimonianza di una sanità pubblica che funziona e che garantisce alla popolazione, giorno e notte, servizi e prestazioni di alta qualità, nel segno dell’efficacia e dell’efficienza, grazie ad un’adeguata e attenta organizzazione e alla professionalità di tutti gli operatori che con grande dedizione, umanità e passione garantiscono elevati standard assistenziali”.




Patrizio Angelozzi, direttore sanitario dell’ospedale, “non va tutto bene, ma stiamo lavorando per rispondere al territorio”

Le voci sull’ospedale sono troppe, molteplici, allarmanti, quasi da disarmo, “sta per chiudere”, “ormai non fanno più niente” e poi ci sono i difensori a oltranza, “ma assolutamente, è aperto” oppure “va tutto bene, non ci sono problemi”.  Le voci e le testimonianze dirette, in particolare, restituiscono l’immagine di una sanità pubblica in sofferenza palese, con ancora molte eccellenze, con tante persone che lavorano fra mille problemi quotidiani e tutti i problemi che ancora sono presenti con lo stato d’emergenza appena terminato ma con il covid ben presente.  Patrizio Angelozzi è stato recentemente nominato direttore sanitario dell’ospedale facente funzione.  Un ruolo importante e sicuramente oneroso.  Angelozzi non nasconde assolutamente i mille problemi ma sottolinea più volte due concetti “etica e abnegazione” oltre a “orvietanità”, non nel senso campanilistico del termine, ma come valore aggiunto per il territorio e per l’ospedale.

Le voci si moltiplicano, così come le critiche, ma allora è in disarmo l’ospedale di Orvieto?

La risposta è netta, assolutamente no.  Veniamo da quasi tre anni di vera e propria emergenza e non solo a Orvieto ma in tutta Italia, il sistema sanitario è entrato in fibrillazione e ancora oggi, e anche domani, dovrà continuare la cura.  Ci sono liste d’attesa, ci sono controlli e, ora, in estate, chi lavora ha il pieno diritto di godere delle ferie e poi il covid ancora è presente.  E’ vero ci sono stati dei lunghi periodi in cui si è lavorato a scartamento ridotto, ma oggi non è così, anzi si sta cercando di recuperare il tempo perduto seppure tra mille difficoltà, prime fra tutte la carenza di personale.

Ma non si può programmare anche il turn over del personale invece di arrivare ai problemi che sono evidenti a tutti, anche ai non professionisti?

Certamente, la programmazione è il primo e fondamentale passo per avere un servizio sanitario in efficienza e a questo sarebbe dovuto servire, per esempio, il numero chiuso nelle facoltà mediche.  Oggi è più che evidente che la programmazione a monte si è rivelata un boomerang e ne continueremo a pagare le conseguenze per molto tempo.  A livello locale posso assicurare che i concorsi vengono espletati e, come è già successo, alcuni sono andati addirittura deserti, in altri i vincitori hanno scelto destinazioni diverse da Orvieto ma nei prossimi mesi ci sarà un importante reintegro di medici in ortopedia, chirurgia, pronto soccorso, solo per citarne alcuni, proprio per ridurre il più possibile i disagi per i pazienti.

Ma i pazienti sono quelli che stanno protestando per le lungaggini, le liste d’attesa, gli esami e i ricoveri lontani da casa…

In molti casi hanno ragione di lamentarsi.  Personalmente, accettando l’incarico di direttore sanitario fino al prossimo anno, ho comunicato a tutti il mio pensiero.  L’ospedale è al servizio dei pazienti e chi lavora deve essere nelle migliori condizioni.  C’è poi una questione etica che mi preme sottolineare: l’impegno deve essere totale e per questo, senza definizioni eroiche, ritengo che tutti debbano lavorare con l’obiettivo di curare il paziente così come abbiamo sempre fatto.  Ci sono delle difficoltà, lo ribadisco, ma dobbiamo lavorare per superarle, magari con sacrifici anche personali, ma non può pagare il paziente, assolutamente.  Ecco perché sono particolarmente soddisfatto che in questi ultimi mesi siano tornati alcuni professionisti orvietani.  Non è una questione di campanile ma di attenzione al territorio.  Chi è di Orvieto conosce ogni ambito, ogni abitudine, anche ogni vizio e difetto.  Tornando all’etica, poi, mi piace pensare che fra reparti si collabori, per il fine ultimo e cioè, sembrerò ripetitivo, il bene dei pazienti. 

Ci risulta che nel passato, anche recente, questo clima di collaborazione abbia un po’ latitato…E’ cambiato qualcosa?

Onestamente per quanto mi riguarda posso affermare che non ho avuto problemi.  Oggi lo spirito di collaborazione sicuramente c’è nonostante le difficoltà. Ad esempio per coprire i turni di pronto soccorso la direzione strategica della USL ha chiesto la collaborazione dei reparti e il dottor Massimo Bracaccia, in particolare, ha risposto immediatamente senza se e senza ma e così deve essere; sottolineo la grande professionalità del responsabile del Pronto Soccorso, Cesare Magistrato, che si è messo anch’egli a disposizione per assicurare agli orvietani le prestazioni d’emergenza.  Poi ci sono sicuramente dei problemi e delle criticità che non possono essere affrontate solo e esclusivamente con la buona volontà.  Anche qui si sta lavorando in stretto contatto con la direzione generale per trovare le soluzioni migliori. 

Però, intanto, troppo spesso arrivano notizie di esami rinviati, di viaggi della speranza verso altri ospedali…

Mi ripeto, quest’ultimo biennio è stato nefasto sotto ogni punto di vista.  Ora si deve programmare bene il futuro partendo dall’assunto che l’orvietano ha caratteristiche peculiari in quanto è isolato dal resto della Regione ma soprattutto è il primo ospedale per un’area che va oltre i confini regionali e penso all’Alto Lazio in particolare ma non solo.  Ma il mio ruolo e soprattutto le mie competenze finiscono qui.  E’ la politica che deve dare delle risposte generali e qualcosa mi sembra che si stia muovendo, penso all’investimento previsto per il nuovo pronto soccorso e non solo.  E’ chiaro che anche la Regione si muove all’interno di una cornice definita a livello nazionale; ecco forse sono da rivedere alcuni termini troppo rigidi che impongono scelte a livello locale e che non tengono in alcun conto le peculiarità dei territori.  Ricordo sommessamente che il punto nascite di Orvieto è ancora attivo perché la Regione ha chiesto e ottenuto una deroga.

Insomma a Orvieto va tutto bene?

No, non va tutto bene.  I problemi ci sono e ritengo sia inutile e dannoso nasconderli. Sul servizio di senologia la USL ha risposto e già da settembre tornerà tutto regolare, ci sono concorsi banditi, altri già espletati e con un vincitore, ci sono lavori programmati, e non ipotesi, che riguardano l’ospedale, abbiamo riattivato il consultorio in collaborazione con il distretto.  Insomma si sta lavorando per migliorare.  Non va tutto bene ma non è vero che l’ospedale sia in disarmo, in chiusura.  Assolutamente! Mancano alcuni primariati? E’ vero ma la struttura ha risposto bene.  Ora bisogna attendere il nuovo Piano Sanitario Regionale e da lì far ripartire l’intera macchina della sanità con nuovo sprint e con l’obiettivo di, ancora una volta, curare il paziente nei tempi e nei modi più consoni.