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Indagine di Umbria Export, bene il 2022 con un aumento del 23,7% e si prevede un 2023 in crescita

L’export umbro nel 2022 ha avuto un aumento del 23,7% rispetto all’anno precedente, un dato leggermente migliore rispetto alla media dell’Italia. Nel complesso, secondo l’Istat, la crescita dell’export in valore nel 2022 – condizionata dai rialzi dei prezzi diffusi a livello merceologico – riguarda tutti i territori ma con dinamiche differenziate: è molto sostenuta (+20,0%) e più marcata rispetto al 2021 per le Isole (+58,0%), spinta soprattutto dalle vendite di prodotti della raffinazione; più accentuata anche per il Centro (+23,4%), trainata dalle vendite di prodotti farmaceutici, e per il Sud (+15,4%), grazie anche alla positiva dinamica delle vendite di prodotti alimentari, mentre è in lieve rallentamento per il Nord Nord-ovest (+19,6%) e Nord-est (+16,0%).

Nell’insieme dell’anno, i contributi maggiori alla crescita su base annua dell’export nazionale derivano dall’aumento delle vendite verso Stati Uniti, Germania, Svizzera, Spagna e Francia.

L’export complessivo umbro del 2022 si attesa sui 5,8 miliardi rispetto ai 4,7 miliardi del 2021. Da una indagine campionaria, condotta da Umbria Export, l’agenzia per l’internazionalizzazione di Confindustria Umbria tra le aziende associate, emerge che la maggior parte delle aziende ha riscontrato trend positivi delle esportazioni in valore. Gli esiti dell’indagine campionaria mostrano inoltre alcuni orientamenti per il 2023. La maggior parte delle aziende prevede un consolidamento ed un aumento delle esportazioni per l’anno in corso. Le aree geo-economiche verso le quale si prevedono le maggiori performance esportative sono gli USA e l’Europa (soprattutto Germania, Francia). Particolare attenzione viene riservata al Regno Unito e alla Svizzera.

“Stando a quanto emerge dall’indagine, possiamo guardare con maggiore fiducia al 2023 – sottolinea il presidente di Umbria Export Riccardo Concetti – Nonostante lo scenario complesso, i settori più rappresentativi dell’economia umbra, a partire dalla meccanica, dall’agroalimentare e dal tessile sembrano orientati all’ottimismo. È vero che c’è una componente esogena collegata al prezzo delle importazioni, ma continuano a crescere anche i volumi, e questo è importante. Anche i principali servizi richiesti, partecipazione a fiere internazionali e assistenza nella ricerca controparti ed organizzazione di incontri bilaterali testimoniano da una parte il chiaro ritorno verso iniziative promozionali in presenza e dall’altro l’interesse a sviluppare nuovi contatti anche utilizzando nuovi strumenti e approcci digitali. L’indagine mostra anche un interesse delle aziende verso la formazione tecnica su tematiche doganali e verso gli strumenti finanziari pubblici che possano supportare questa importante fase di consolidamento e soprattutto di ripresa. Da parte di Umbria Export, nel quadro delle attività organizzate da Confindustria Umbria, particolare attenzione sarà dunque dedicata anche alle attività informative sui mercati target e su quelli che esprimono potenzialità ancora non pienamente sfruttate (per Sud Est asiatico e Africa) al fine di poter accompagnare le aziende, non solo con servizi personalizzati, ma anche con una attività di informazione e sensibilizzazione”.

Fonte: Confindustria Umbria




Allarme di Vincenzo Briziarelli, presidente Confindustria Umbria, “la corsa dei prezzi rischia di far chiudere molte aziende”

I prezzi delle materie prime sono in continuo rialzo e la corsa dei costi di energia e gas sembra essere senza freni tanto che si moltiplicano le richieste di aiuto e gli appelli da parte di singoli imprenditori e organizzazioni di categoria.  Molto chiaro il punto di Vincenzo Briziarelli, presidente di Confindustria Umbria che spiega come “in breve tempo le aziende saranno costrette a chiudere e i cittadini non riusciranno a far fronte all’aumento delle spese”. 

E’ senza mezzi termini Briziarelli preoccupato per le conseguenze che rischiano di essere devastanti per il sistema produttivo umbro.  La corsa dell’energia “ha già indebolito la capacità competitiva delle aziende e le sta spingendo sempre di più fuori dai mercati a vantaggio di altri concorrenti europei e non solo.  Assistiamo – spiega Briziarelli – a un sempre più marcato divario concorrenziale tra le nostre imprese e quelle degli altri Paesi, sarà difficilissimo, se non impossibile, recuperare le quote di mercato perse.  Se l’Europa non riesce a realizzare una politica comune che salvaguardi i Paesi che stanno subendo maggiormente questa crisi, l’Italia deve avere il coraggio di prendere decisioni autonome con interventi rapidi per calmierare i prezzi ma, soprattutto, mettendo in campo soluzioni strutturali a medio e lungo termine per scongiurare una crisi senza precedenti”. 

Il presidente Briziarelli conclude proponendo che venga indicato “un rappresentante unico capace di avviare una trattativa a nome di tutta l’Europa per individuare soluzioni per mettere fine al conflitto e riequilibrare la situazione economica”.




Paolo Li Donni, presidente CTS, “per provare a evitare il tramonto demografico bisogna agire subito”

L’impresa sociale Cittadinanza Territorio Sviluppo ha presentato un nuovo rapporto dedicato alla demografia e ai risvolti per l’economia dell’Area Interna Sud-Ovest orvietano, curato da Eleonora D’Urzo e Antonio Rossetti.  Il risultato è a dir poco dirompente perché mette a nudo una crisi, o meglio un calo demografico che ha inizio nel 2012 e che è strettamente legato all’economia asfittica del territorio ma in particolare del comune capofila e cioè Orvieto.  Non bastano neanche i nuovi residenti stranieri per riuscire a bilanciare questa perdita che rischia di connotare Orvieto come città al tramonto nonostante gli sforzi che vengono profusi per immaginarla come città viva.  I numeri raccontano un’altra storia, quella di una città dove non si fanno figli, con un’età media più alta di quella già importante dell’Italia e ancor più dell’Umbria e con i giovani che lasciano la piccola città di provincia per trovare lavoro fuori.  Con il presidente di Cittadinanza Territorio Sviluppo, Francesco Paolo Li Donni, abbiamo approfondito proprio la demografia e il suo andamento nel territorio e a Orvieto.

Come è l’andamento demografico del territorio e di Orvieto in questi anni.  E’ vero che il calo è ormai strutturale?

Negli ultimi anni in tutto il territorio italiano si è assistito ad un fenomeno di progressiva diminuzione dei residenti: nell’Area Interna questa tendenza decrescente, a partire dal 2012, è significativamente più consistente rispetto alla media umbra. Da sottolineare che Orvieto, il comune capofila, mostra una flessione dei residenti ancora peggiore rispetto alla media dell’area territoriale indagata. Tra il 2020 e il 2021 il solo Comune di Orvieto ha registrato un calo dei residenti dello 0,7% in linea con il resto dell’Area Interna ma lievemente superiore sia alla media umbra che a quella italiana.  I peggiori sul territorio sono Fabro, Castel Viscardo, Allerona, Alviano e Ficulle mentre sono solo Parrano, Porano e Giove hanno evidenziato variazioni positive dei residenti.

Ma gli stranieri hanno contribuito a mitigare questo calo demografico?

La componente straniera della popolazione, al contrario di quanto accadeva negli anni precedenti e in controtendenza rispetto alla situazione regionale e nazionale, aumenta lievemente con un’incidenza maggiore nei comuni più piccoli.  Al contrario si registra un calo del 12% a Castel Viscardo e del 9,6% a Allerona, solo per citare i più significativi.  Orvieto, invece, ha un’incidenza di stranieri del 9,7%, più alta della media dell’Area Interna e dell’Italia, ma inferiore a quella umbra.  Il risultato è che gli stranieri hanno indubbiamente addolcito una curva discendente che avrebbe potuto essere sicuramente più decisa.  

Una domanda da vero profano.  Qual è il rapporto che andrebbe a indicare un’inversione di tendenza?

La risposta è apparentemente semplice, aumentare il tasso di natalità e riportarlo almeno a due figli per coppia.  Qui iniziano i problemi.  Oggi è più difficile che in passato formare una famiglia e fare il primo figlio.  E’ aumentata l’età media delle neo-famiglie e, di conseguenza, del primo parto.

Perché c’è tato questo spostamento più avanti negli anni?

Sicuramente la parità di genere ha contribuito a spostare in avanti l’età in cui si forma una nuova famiglia perché si studia e l’ingresso nel mondo del lavoro avviene più tardi.  Lo stesso discorso vale anche per gli uomini.  Per quanto riguarda i figli una delle cause principali è da ricercare nella scarsità di servizi dedicati alla famiglia.  Secondo i dati ISTAT in Umbria solo il 54,3% dei comuni ha un asilo nido contro il 58% dell’Italia e il nostro paese non brilla in questa classifica in Europa.  A questo dobbiamo aggiungere anche i costi laddove i “nido” esistono.  Sono costi proibitivi e in quelli pubblici le esenzioni previste per fasce di reddito legate all’ISEE sono veramente basse, direi inadeguate allo stile di vita moderno.

Perché uno degli indici che indica maggiore malessere è quello del rapporto tra giovani e anziani?

Maggiore è il peso di chi è fuori del mondo del lavoro e più alta è la spesa legata alla previdenza sociale e alla salute. Il secondo punto riguarda i giovani.  Dove mancano giovani scarseggia anche la capacità di innovazione rendendo meno concorrenziale il sistema produttivo del Paese, o nel nostro caso, del territorio.  C’è poi un discorso squisitamente economico.  Le pensioni sono già “occupate” dalla spesa per l’aiuto dei propri figli o nipoti e non sono così alte da permettere contemporaneamente anche investimenti nel sistema produttivo. 

Ma quali sono le prospettive per il futuro anche a medio-lungo termine?

Il futuro soprattutto a medio-lungo termine non è roseo.  Le fasce d’età più anziane sono destinate a raddoppiare.  E’ vero, è aumentata l’aspettativa di vita ma con maggiori problemi di salute e in particolare per le donne.  Questo si traduce in un forte aumento della spesa previdenziale ma soprattutto della spesa sanitaria con un ricambio generazionale fortemente deficitario.

Quali sono le possibili chiavi di volta per tentare di invertire questa rotta che vede un mix altamente tossico di scarsa natalità, alta emigrazione giovanile e allungamento della vita media?

Rischio di essere ripetitiva ma per favorire nuove nascite sono necessari forti investimenti per la famiglia.  Indicherei come fondamentali orari di lavoro flessibili, sostegno all’occupazione femminile, congedi parentali paritari, sviluppo dello Smart working, costruzioni di poli sportivi, scolastici e artistici, una seria politica della casa, accesso al credito più facile e investimenti nelle infrastrutture di trasporto.  E’ una lunga lista di interventi assolutamente necessari se si vuole evitare il declino.  Rischia di essere tardi visto che è dal 2012 che tutti i report indicano un invecchiamento della popolazione e un contemporaneo calo delle nascite.  In Umbria la tendenza all’invecchiamento è ancora più marcata e a Orvieto ancora di più anche perché l’intera Regione non è molto ben collegata e negli ultimi anni la situazione è, se possibile, peggiorata.  E’ altrettanto chiaro che questi interventi hanno bisogno di tempo per essere attivati e poi per registrare effetti positivi che però, non sono scontati.




Briziarelli (Lega), “Più controlli sugli affitti dei pascoli per evitare frodi alla UE e ai piccoli produttori onesti”

“Frenare subito l’aumento dei casi delle grandi aziende agricole che fanno man bassa di pascoli (distribuiti spesso a prezzi troppo elevati per i piccoli produttori) senza poi portare in quota gli animali, solo per intascare gli incentivi europei. Un problema che se non arginato, metterà in crisi centinaia e centinaia di micro aziende e che riguarda tutta Italia, da nord a sud, Umbria inclusa. In particolare da noi questo fenomeno interessa le aree della Valnerina”. Sono le parole del Senatore della Lega, Luca Briziarelli primo firmatario, insieme ad altri colleghi, di una interrogazione al governo a cui si chiede quali misure si intenda mettere in atto per prevenire fenomeni illeciti che “riducono significativamente – spiega il senatore – la credibilità del nostro Paese nei confronti dell’Unione Europea e mettono a rischio il necessario supporto finanziario che consente ogni anno alle giovani imprese il rilancio delle attività, e quindi, dell’economia del territorio e dell’Italia”. E’ recente la notizia della condanna, da parte della Corte dei Conti, di un imprenditore triestino per contributi europei (previsti per i giovani imprenditori agricoli titolari di terreni per il pascolo di bestiame) incassati indebitamente tra il 2010 e il 2014 per alcuni terreni in Abruzzo. Lo stesso è stato condannato, insieme a un “prestanome” al pagamento di oltre 111 mila euro di danno erariale per frode ai danni dell’Unione europea, rimarcando la natura fittizia dell’azienda, sui cui terreni sembra non siano mai arrivati i bovini previsti. Secondo l’esponente del Carroccio questo annoso problema va fermato subito anche perché “La pandemia ha avuto, e continua ad avere, un impatto senza precedenti sul settore agricolo che ha quindi necessità di un supporto concreto per consentire una giusta e pronta ripresa, a garanzia anche dell’approvvigionamento alimentare dell’UE e quindi della salute e del benessere dei cittadini”. Recentemente al fenomeno è stato anche dedicato un libro inchiesta “Pascoli di carta” di Giannandrea Mencini che conferma quanto sia esteso. Il senatore Briziarelli spiega infatti che “gli illeciti sui fondi europei sono drammaticamente frequenti nel nostro Paese, secondo un’analisi condotta dall’Ufficio Valutazione d’Impatto del Senato della Repubblica, i controlli della Guardia di Finanza hanno fatto emergere un numero significativo di frodi in campo agricolo, con una concentrazione importante nell’Italia centrale. Tra il 2014 e il 2020, l’Unione europea ha accantonato per l’Italia risorse finanziarie pari ad oltre 77 miliardi di euro, di cui 46,5 miliardi per politiche di coesione e 31 miliardi per la Politica Agricola Comune quali contributi allo sviluppo rurale. Questi fondi devono andare agli allevatori e agricoltori onesti e chiediamo quindi che vengano messi in atto controlli adeguati e processi rapidi che garantiscano condanne per i disonesti. Crediamo che queste azioni possano rappresentare uno strumento importante non solo a riparo del danno erariale avvenuto, ma per prevenire e disincentivare azioni illegali da parte di altre aziende”.




L’evoluzione digitale sia un’opportunità per i piccoli comuni, non un muro pericoloso e inutile

Ottobre sarà il mese nero per i piccoli comuni dell’orvietano che si ritroveranno, in qualche caso, senza sportello bancario, avanzato o tradizionale.  La CRO, infatti, come abbiamo anticipato più volte nei mesi scorsi, ha deciso di procedere con la politica di ottimizzazione dei costi.  Non si tratta, è bene sottolinearlo, di aderire all’obiettivo di taglio del 40% delle agenzie tradizionali che è stato posto a livello mondiale, no, qui si tratta di riuscire a far quadrare i conti della banca orvietana.

I sindaci coinvolti nell’operazione di “chiusura delle filiali” hanno provato a fare la voce grossa, hanno chiesto la mediazione della Fondazione CRO, senza alcun successo, e anche la presidente Tesei ha chiesto, durante un incontro con l’ABI, di porre attenzione alla situazione delle filiali che chiudono ad un ritmo preoccupante soprattutto per quanto riguarda l’occupazione.  Certamente anche i servizi ne soffrono, in particolare per quella popolazione anziana che ancora non riesce ad utilizzare il digitale.  I tempi sono maturi, però, per la “digital evolution” e non prendere questo treno per le banche significherebbe perdite pesanti e senza giustificazioni plausibili.

Sarà praticamente impossibile riuscire a bloccare questo apparente processo di desertificazione bancario che in Umbria è acuito dalla necessità di CariOrvieto di tagliare velocemente i costi.  Il risultato è sotto gli occhi di tutti con alcuni piccoli comuni che si ritroveranno ad avere come unico sportello bancario Poste Italiane, tra l’altro spesso quasi obbligate a mantenere in funzione alcuni uffici che sono anti-economici solo in virtù degli obblighi derivanti dal servizio pubblico, ma fino a quando? Fino a quando sarà sostenibile anche per lo Stato mantenere alcuni servizi in presenza?  L’esperienza del covid, che ancora non si è conclusa, ha fatto intendere come il digitale sia entrato nelle case degli italiani per istruzione, lavoro a distanza, divertimento, intrattenimento, socialità ma ancora non del tutto per i servizi al cittadino, spesso per responsabilità ascrivibili agli enti che ancora non dialogano tra loro.  Anche i servizi bancari oggi sono fruibili in digitale e nei prossimi anni, complice anche la necessità di tagliare e ottimizzare i costi, ci sarà un’ulteriore accelerazione di un processo ormai irreversibile. 

Il ruolo dei piccoli comuni sarà sempre più quello di riuscire ad agganciarsi alla “evoluzione digitale” facendo in modo che i cittadini ne comprendano le potenzialità e i vantaggi e senza innalzare muri che rischiano di isolare ulteriormente chi già soffre di mancanza di servizi anche di primaria importanza per i propri residenti.  I privati tra l’altro, continueranno a tagliare laddove non hanno convenienza economica e sarà praticamente impossibile invertire tale processo.  L’evoluzione digitale, spinta anche dal PNRR, sia dunque considerata un’opportunità per i piccoli comuni, in primis di nuova residenzialità proveniente dalle grandi città, e non un nemico perché si è destinati a soccombere ineluttabilmente e con conseguenze gravi per i già residenti, in particolare anziani.




Scuola di Musica e Filarmonica, insieme a Umbria Jazz for Kids il 17 luglio

Nuova avventura musicale per i giovani allievi della Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” di Orvieto e della Filarmonica Luigi Mancinelli – Banda città di Orvieto. L’appuntamento è sabato 17 luglio, alle ore 11 ai Giardini del Frontone a Perugia, per l’edizione estiva di Umbria Jazz For Kids
Il rapporto musicale avviato nel 2019 con la prima edizione invernale di UJ4KIDS organizzato al Teatro del Carmine di Orvieto non si è spento nemmeno quando le distanze sono state ampliate dalla pandemia e, grazie alla tenacia degli insegnanti e degli allievi, è stato possibile continuare a programmare per riuscire, oggi, a proporre un nuovo progetto che coinvolge oltre 30 giovani allievi e una orchestra di musica popolare
“Lazzaro e i suoni del vento”, questo il titolo dello spettacolo che sarà presentato a Umbria Jazz For Kids, è una storia-musicale per bambini liberamente tratta dal film “Lazzaro Felice” di Alice Rohrwacher vincitore del premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes del 2018. Un racconto che, grazie ai “suoni del vento”, trasporta i ragazzi in un tempo in cui la vita era scandita dai ritmi della natura e da quelli ripartire per raccontare le tradizioni e valori della nostra terrà. Come d’incanto il piccolo Lazzaro scopre che intorno a lui ogni cosa può diventare musica e trasformarsi in un grande concerto da suonare, immaginare e ascoltare. 
Protagonisti musicali saranno i giovani allievi della Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole” di Orvieto e del progetto “SaràBanda” della Filarmonica Luigi Mancinelli – Banda città di Orvieto. SaràBanda è una delle esperienze più interessanti del panorama bandistico nazionale per l’integrazione tra pratica musicale e mondo scolastico. Un progetto, nato in collaborazione tra Filarmonica Mancinelli, Scuola Casasole e Istituto Comprensivo Orvieto-Baschi, che negli anni ha saputo coinvolgere più di 50 bambini in età scolare che si sono avvicinati alla musica, all’apprendimento di uno strumento a fiato, e infine allo studio musicale.
Altrettanto sarà una sorta di “prima esperienza” per una formazione bandistica giovanile nel partecipare con oltre 30 elementi ad un evento di Umbria Jazz For Kids, con un progetto che si concentra sulla musica popolare e le tradizioni storiche del territorio. In “Lazzaro e i suoni del vento”, i ragazzi ritroveranno le sonorità della storia musicale dell’Umbria, grazie al supporto de La Compagnia de la Panatella, la libera orchestra di musica popolare che da anni lavora alla riscoperta dei suoni della tradizione e che nel 2018 ha scritto ed eseguitoCorri Lazzaro“, la canzone originale del film dell’affermata regista umbra. 




Si riparte con le prime dosi di vaccino dai 12 anni in su, via anche per i turisti

Da giovedì 15 luglio riparte in Umbria la somministrazione delle prime dosi di vaccino. Lo comunica in una nota il Commissario per l’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, spiegando che in questi giorni sarà somministrata la prima dose di vaccino ai soggetti di età compresa tra 59  e  30 anni, circa 16 mila, già prenotati e a coloro, sempre di questa fascia di età, che avevano chiesto di spostare la data per la somministrazione della prima dose. Contemporaneamente entro il fine settimana incominceranno a ricevere i primi sms con la prenotazione della vaccinazione gli under 30 che avevano dato la preadesione (29.686). I giovani sotto i 30 anni saranno vaccinati con vaccino Moderna dalla prossima settimana insieme ai ragazzi di età compresa tra i 12 ai 19 anni che riceveranno sempre a partire dalla stessa data il vaccino Pfizer (16.836).   Il ciclo vaccinale avrà pertanto la seguente articolazione:

– Le classi di età 12-59 anni (2009 – 1962) riceveranno il vaccino Pfizer con la seconda dose a 28 giorni estensibile fino a 42 su richiesta del cittadino per esigenze specifiche.

– Il vaccino Moderna potrà essere somministrato alle classi di età tra 18 e 59 anni (2003-1962) con seconda dose a 28 giorni sempre estensibile fino a 42 giorni su richiesta.

– Astrazeneca andrà agli over 60 (a partire dal 1961 esclusa categoria 1) con seconda dose a 63 giorni estensibile fino a 84, J&J gli over 60

Per lo spostamento delle seconde dosi, tutti coloro che ne hanno già fatto richiesta scegliendo una data per la seconda dose entro il 21 luglio, hanno ricevuto o un sms con un nuovo appuntamento nei tempi indicati o un sms per prenotare direttamente la seconda dose tramite il portale. Coloro che hanno richiesto lo spostamento scegliendo una data per la seconda dose oltre il 21 luglio, invece, dopo il 15 luglio riceveranno un sms per spostare la seconda dose direttamente con il sistema di prenotazione.

Per le nuove richieste a partire dal 19 luglio sul portale regionale sarà inserita una procedura che consentirà al soggetto di accedere al sistema e spostare la seconda dose in una data compatibile con l’arco temporale previsto dal vaccino in funzione delle disponibilità. I turisti presenti in Umbria potranno richiedere, collegandosi al portale regionale dedicato, la somministrazione della seconda dose per motivi eccezionali e qualora si permanga per un periodo tra i 10 e 15 giorni. 




Verini (PD), “importanti novità nel Dl Sostegni per aree post-sisma e aeroporti regionali!

“Aver ottenuto la proroga del credito d’imposta anche per il 2021 è un grande risultato per le aree post sisma e ciò si aggiunge al conseguimento di altre importanti iniziative per lo sviluppo come il Cis e gli altri interventi già inseriti nella Legge di Bilancio”. Lo dichiara il deputato dem Walter Verini, tesoriere nazionale del Partito Democratico.

“Proseguendo sul solco tracciato dal governo Conte Bis e poi dallo stesso presidente Draghi, come deputati dem dei territori colpiti dal terremoto del Centro Italia, abbiamo proposto e fatto approvare un emendamento al DL Sostegni bis che riguarda la proroga per il 2021 dei crediti d’imposta per le aziende colpite dal terremoto. Una misura utile per la ripresa economica – prosegue il deputato umbro – specie per chi ha dovuto fronteggiare la devastazione del sisma e successivamente la tragedia della pandemia da Covid-19. La norma sarà pertanto efficace nelle zone del sisma del Centro Italia ovvero in Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria”.

“Nel Dl Sostegni sarà previsto inoltre un sostegno destinato agli aeroporti regionali – aggiunge Verini – con l’eliminazione dell’addizionale comunale sui diritti d’imbarco per gli aeroporti che hanno registrato nell’anno 2019 un traffico passeggeri in partenza pari o inferiore a un milione di unità”. “Anche se sono ben altri gli interventi necessari da compiere, a tutti i livelli, per il futuro di aeroporti come quello di Perugia – sottolinea il deputato – ciò aiuterà soprattutto quegli scali regionali, come quello umbro, che hanno subito i contraccolpi più pesanti dal blocco dei trasporti in pandemia e ora hanno bisogno di un intervento per tornare a decollare. L’addizionale sui diritti d’imbarco – ricorda Verini – viene versata dalle compagnie aeree è pari a 6,5 euro per ogni passeggero in partenza. Nel 2019 il gettito proveniente da questa tassa è stato di 652 milioni di euro, di questi 13 milioni provenienti dai voli sui piccoli aeroporti, ovvero Ancona, Bolzano, Brescia, Comiso, Crotone, Cuneo, Lampedusa, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Parma, Rimini, Trapani, Trieste”.

Walter Verini
Deputato PD dell’Umbria 




Usl Umbria2, “rispettate l’orario per i vaccini, senza anticipare”

L’Azienda Usl Umbria 2 rinnova l’invito alla cittadinanza a rispettare l’orario (mattina/pomeriggio) di appuntamento per la seduta vaccinale, notificato agli assistiti tramite sms da Umbria Digitale. Questa regola di comportamento è molto importante per evitare assembramenti, code e disagi ai punti vaccinali territoriali dell’azienda sanitaria.

Basti pensare che soltanto alle 10 del 9 luglio, al punto vaccinale territoriale “Casagrande” di Terni, in piazzale Bosco, si sono presentati circa 200 assistiti prenotati per il pomeriggio. La struttura sanitaria, che sviluppa la propria attività sette giorni su sette nell’arco di dieci ore giornaliere, è progettata ed organizzata per accogliere senza code agli ingressi 150 assistiti ogni ora (al PVT “Casagrande” vengono infatti eseguite circa 1500 somministrazioni al giorno).

Pensare di anticipare autonomamente di mezza giornata l’appuntamento non è un gesto di rispetto per i cittadini che si presentano puntualmente in orario nella struttura e determina disagi sia agli assistiti che agli operatori sanitari e ai volontari che da mesi svolgono ogni giorno un lavoro prezioso e impegnativo.

Tra l’altro tutte le strutture esterne di ingresso e di accoglienza alla palestra dove vengono effettuate le vaccinazioni sono dotate tutte di posti a sedere, che garantiscono il rispetto delle distanze e di grandi ventilatori per rendere più confortevoli i minuti di attesa.

Invitiamo quindi, ancora una volta, i cittadini a rispettare l’orario indicato nell’sms di notifica e non presentarsi in anticipo ai punti vaccinali dell’Azienda Usl Umbria 2.




Ecco il calendario scolastico, si parte il 13 settembre e si chiude il 9 giugno

Su proposta dell’assessore all’istruzione, Paola Agabiti, la giunta regionale dell’Umbria ha approvato il calendario scolastico 2021-2022.
   “Le lezioni – ha annunciato l’assessore Agabiti – avranno inizio il 13 settembre 2021 in tutte le scuole di ogni ordine e grado e termineranno il 9 giugno 2022 nelle scuole elementari, medie e superiori ed il 30 giugno 2022 nella scuola  dell’infanzia. Le vacanze natalizie saranno dal 23 dicembre 2021 al 6 gennaio 2022, compresi. Le vacanze pasquali dal 14 aprile 2022 al 19 aprile 2022, compresi”.