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Turismo, tutto bene, anzi “ni”, niente boom nonostante la crescita. Orvieto in linea con l’Umbria e qualche numero sembra non tornare

Turismo, croce o delizia per Orvieto. La città è accogliente, indubbiamente bella e ricca di storia, arte, opera dell’ingegno umano. E così anche l’Umbria, una Regione al centro dell’Italia nazione turistica per eccellenza e in forte ascesa dal alcuni anni. Quest’anno ci si attendeva il vero e proprio boom, complici anche i numeri degli arrivi e delle presenze fino a maggio. Poi è arrivato un primo parzialissimo stop dovuto anche alle condizioni meteorologiche particolarmente avverse che hanno caratterizzato sia maggio che giugno, in gran parte. Comunque i numeri erano sempre più che positivi. Ad agosto ci si attendeva il pienone ma così, almeno fino ad ora, non è stato. Senza eccezioni da nord a sud perché sono mancati gli italiani che hanno dovuto rinunciare più degli scorsi anni alle ferie agostane. Troppo alti i prezzi con aumenti solo in parte giustificati da quelli delle materie prime e dell’energia, tra l’altro in costante calo seppure lento ormai da due trimestri. A parte i casi esagerati di cui abbiamo avuto notizia da giornali e social è reale un aumento superiore al 20% per l’alberghiero nel complesso e del 7% con punte del 15% per la ristorazione.

L’Umbria non fa eccezione e la conferma arriva direttamente dalla Camera di Commercio regionale per bocca del presidente, Giorgio Mencaroni. E’ una frenata, non uno stop, ma deve far riflettere per programmare il prossimo futuro. “Dopo un primo semestre dell’anno eccezionale, con il trend che era proseguito anche nella prima parte di luglio – spiega Mencaroni – dalla seconda metà di luglio sono apparsi dei segnali di rallentamento di questa tendenza eccellente che, appunto, aveva fatto presagire un agosto senza precedenti. Invece è un agosto buono, ma che non segna alcun record e tantomeno lo segna verso l’agosto 2021, quando la voglia degli italiani di tornare a muoversi dopo il Covid era forte, la situazione incerta sul fronte della pandemia nei vari Paesi sconsigliava viaggi all’estero e l’Umbria si presentò sul mercato con una campagna azzeccatissima, ‘Umbria bella e sicura’. Un quadro che determinò un boom del turismo nella regione che difficilmente verrà battuto”. Per il presidente di Camera di Commercio Umbria il rallentamento è dovuto al tempo inclemente che ha penalizzato il turismo vero i laghi ma soprattutto “la riduzione del reddito disponibile delle famiglie intaccato in maniera importante dall’inflazione, a cui va sommato il maggior esborso, da parte di non poche famiglie, per il pagamento delle rate dei mutui a tasso variabile alla luce di un aumento dei tassi da parte della Bce senza precedenti, almeno come rapidità di aumento visto che siamo giunti al decimo rialzo consecutivo. Teniamo poi presente che l’aumento medio dei costi subito dalle strutture ricettive è stato di circa il 9% e questo ha determinato un conseguente rincaro dei servizi offerti”. Giorgio Mencaroni rimane ottimista per il futuro visto che l’Italia rimane tra le mete preferite a livello mondiale e l’Umbria  “risulta una delle regioni migliori come attrattività culturale e turistica e che è sempre ai primi posti per crescita percentuale del turismo”.

Gli stranieri stanno quindi ammortizzando la diminuzione di turisti italiani e continuerà così anche in questa ultima parte dell’anno. E Orvieto? Abbiamo proceduto con una prova empirica provando a prenotare 4 notti tra il 12 e il 16 agosto a Orvieto. Il risultato è stato per alcuni versi sorprendente. Se lo scorso anno c’era effettivamente il sold out quest’anno si sono presentate il 10 agosto 84 soluzioni diverse su uno dei principali portali di prenotazione online. E’ il sintomo che una fetta importante di turisti è giornaliera e non sceglie Orvieto per più notti. Oppure come ci ha spiegato qualche operatore che ha preferito rimanere anonimo, c’è molto sommerso nel settore con ricadute negative per gli operatori onesti e per le casse comunali che non vedono incrementare come dovuto l’imposta di soggiorno. Anche in questo caso abbiamo proceduto per via empirica e a fronte di circa 300 strutture extralaberghiere regolarmente registrate in Comune, andando su uno dei principali portarli di prenotazione ci sono apparse oltre 1400 proposte, abbiamo scremato e siamo “scesi” a circa 700. I conti sembrano non tornare ma la nostra è una semplice ricerca fatta da un qualsiasi turista che vuole pernottare a Orvieto nel mese di ottobre. Langue la scelta per gli alberghi ora che un’altra struttura storica ha chiuso per lavori e non riaprirà come Hotel ma con un’altra impronta.

Intanto i tour operator internazionali stanno iniziando a chiudere accordi per la prossima stagione e Orvieto è inserita troppo spesso come tappa intermedia tra Roma e Firenze per qualche ora, forse un pasto e poco più e di UJW “anniversary” ancora non si ha neanche un rumors per attirare eventuali turisti già ora, in ritardo ma con possibilità di essere inseriti in pacchetti di Capodanno.




Boom turistico in tutto il tuderte nei primi 5 mesi del 2023 con una crescita a due cifre

Rispetto all’anno precedente, al 31 maggio 2023, i dati turistici della Regione Umbria segnalano per il comprensorio del Tuderte una crescita del 21,7% negli arrivi e un + 16,2% nelle presenze.
Dati dunque positivi, con un aumento molto più sensibile della componente straniera (+37,2% negli arrivi) rispetto a quella italiana (tra il +16% e il 18%). Crescono, rispetto al 2022, sia il settore alberghiero (arrivi + 10,7%) che l’extralberghiero (+32,3%).
“Stiamo parlando di una crescita certificata a due cifre nei primi cinque mesi dell’anno, solitamente i meno generosi Todi”, commenta il vice sindaco Claudio Ranchicchio. “Se non sono stati ancora raggiunti i livelli del 2019 – prosegue – è per il venir meno, come più volte spiegato, delle comitive asiatiche, ma la tendenza anno su anno è positiva”.

Andando nel dettaglio e attingendo ai dati ufficiali della Regione è possibile verificare che rispetto al 2019 c’è appunto il venir meno di quasi 9mila arrivi e 11mila presenze straniere, facilmente riconducibili, grazie all’incrocio con i pagamenti della tassa di soggiorno, proprio alla struttura alberghiera che è stata privata da quella tipologia di turismo straniero per il quale funzionava da hub di passaggio. Che il fenomeno non sia un caso isolato a Todi lo si ricava anche dai documenti del “China Outbound Tourism Research Institute” diffusi da European Travel Commission e riprese da ENIT.
“Consultando queste fonti – sottolinea il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano – si apprende che al momento il flusso dei cinesi in Italia è pari al 30% dei livelli del 2019 e che solo dal 15 marzo 2023 l’Italia è entrata a far parte della lista delle destinazioni autorizzate anche per i gruppi. Gli stessi autorevoli studi indipendenti prevedono che soltanto nel 2024 il numero di viaggi outbound dalla Cina potranno superare i livelli del 2019”.

Per Todi si apre ora la stagione dei festival e dei grandi eventi: dal Festival del cinema agli Internazionali di tennis, dalle Mongolfiere al Todi Festival, della rassegna Note d’Estate alla Masterclass del tenore Gianluca Terranova, dalle escursioni di Media Valle Tour agli altri eventi dell’estate tuderte.
“La tendenza è favorevole alla nostra città e stiamo già lavorando alla partecipazione alle fiere di settore del prossimo anno. Le iniziative promozionali messe in campo dalla Regione stanno dando risultati eccezionali, con Todi sempre più parte del sistema turistico del cuore verde d’Italia”, conclude Ranchicchio.




Da giugno cambiano le tariffe in Piazza d’Armi, 1 euro al giorno solo per residenti a Orvieto e chi lavora nel centro, tutti gli altri pagano

In Piazza d’Armi cambiano le tariffe per l’accesso dei bus turistici e parcheggi a 1 euro solo per residenti nel Comune di Orvieto e lavoratori delle attività del centro storico. Entreranno in vigore a partire dal 1 giugno 2023 i provvedimenti approvati dalla giunta municipale con la revisione delle tariffe dei parcheggi nel Comune di Orvieto.
Nello specifico le modifiche riguardano in particolare il parcheggio di Piazza d’Armi all’ex caserma Piave dove insistono 13 stalli riservati ai bus turistici di cui 10 per la sosta giornaliera e 3 per la discesa e la risalita dei passeggeri. La tariffa giornaliera viene fissata a 45 euro e uniformata a quella attualmente in vigore a Piazza della Pace a Orvieto scalo. La sosta sarà riservata agli autobus provvisti di voucher di prenotazione presso ristoranti o strutture ricettive preventivamente accreditate o accompagnati da guide turistiche abilitate. Gli autobus senza voucher, una volta effettuata la discesa dei passeggeri, potranno effettuare la sosta intermedia presso Piazza della Pace senza ulteriori costi aggiuntivi. La tariffa di 45 euro sarà valida anche per i bus senza voucher che effettueranno il carico/scarico dei passeggeri presso la corsia laterale del parcheggio di Campo della Fiera. Sia per la sosta che per la discesa/risalita dei passeggeri la prenotazione e il pagamento dovranno essere effettuati tramite la piattaforma MyCicero/MooneyGo. Per tutte le prenotazioni già effettuate e regolarmente registrate saranno valide le tariffe attualmente in vigore.
Per quanto riguarda invece il parcheggio delle autovetture in Piazza d’Armi la tariffa di sosta giornaliera a 1 euro sarà riservata esclusivamente ai residenti nel Comune di Orvieto e a coloro che svolgono l’attività lavorativa nel centro storico. In entrambe i casi sarà obbligatorio inserire la targa del veicolo nei parchimetri che saranno adeguati per tale sistema. Per ottenere l’agevolazione tariffaria i lavoratori delle attività del centro storico dovranno inviare un’autocertificazione nella quale si attesti la titolarità del veicolo utilizzato, il numero di targa, il tipo di attività svolta, il nominativo del datore di lavoro e il periodo di lavoro. La polizia locale effettuerà controlli a campione per verificarne la regolarità. Per tutti gli altri la tariffa di sosta oraria viene adeguata a quelle dei parcheggi delle altre zone della città: 1 euro per la prima ora e 1,60 euro dalla seconda ora. In Piazza d’Armi sono 110 gli stalli a pagamento, 86 gli stalli riservati ai residenti del centro storico e 7 con la sosta regolamentata da disco orario a 2 ore. 
Si tratta di provvedimenti che da una parte confermano il regime estremamente vantaggioso del parcheggio di Piazza d’Armi per i residenti e i lavoratori delle attività del centro storico e dall’altra vanno a uniformare le tariffe dei bus turistici a quelle già praticate nelle altre aree di attestamento della città”, spiega l’assessore alla Mobilità, Gianluca Luciani che insieme al sindaco Roberta Tardani e la comandante della Polizia locale, tenente colonnello Alessandra Pirro, ha illustrato le modifiche che saranno introdotte alle associazioni di categoria del commercio e del turismo e ai rappresentanti delle guide turistiche.




Il 7 maggio per la Giornata della Lentezza sulla via Francigena e del Gusto in Tuscia “il paniere del pellegrino”

Domenica 7 maggio in occasione della Giornata della Lentezza la DMO Via Francigena e le Vie del Gusto in Tuscia (capofila Comune di Acquapendente) renderà disponibile sul sito www.tusciadavivere.it il packaging eco sostenibile “Paniere del Pellegrino” curato in parte nel design dall’arista artigiana viterbese Roberta Pietrini.  Obiettivo è mettere a disposizione del pellegrino quatto “soluzioni” per affrontare il viaggio senza produrre rifiuti e nel rispetto dell’ecosistema circostante. Utile anche e soprattutto a scoprire le ricchezze del territorio e le materie prime di 21 borghi della Tuscia coordinati in un “unicum” di valorizzazione territoriale targata PromoTuscia (Dottoressa Ivana Pagliara). Nato dal binomio tra la Promo ed il Politecnico di Milano, sarà disponibile in quattro versioni in forma e formato fibra naturale: si parte dalla borsa telo da picnic, per passare alla borsa mappa della Via Francigena e terminare con i più classici contenitori da viaggio. All’interno dei formati cereali, ortofrutta e legumi (come la lenticchia di Onano e l’aglio rosso di Proceno), oli e vini (l’olio di Canino Dop, il vino aleatico di Gradoli), e anche dolci, creme e conserve (come i tozzetti del viterbese e la Nellina crema di Nocciole).

Il Paniere Pellegrino sarà disponibile anche nei punti informativi lungo la Via Francigena (Acquapendente presso Torre Julia de Jacopo ubicata di fronte alla Basilica Concattedrale del Santo Sepolcro).




Nuovo record di ingressi per il lungo week-end di Pasqua al Pozzo di San Patrizio

Pasquetta segna un nuovo record al Pozzo di San Patrizio di Orvieto. Il Lunedì dell’Angelo sono stati 3.901 i visitatori contro i 3.751 della stessa giornata dello scorso anno che rappresentava il primato assoluto di ingressi all’opera realizzata da Antonio da Sangallo il Giovane.
I flussi turistici sono stati importanti per tutta la settimana di Pasqua nella quale complessivamente, dal 3 al 10 aprile, sono stati 12.429 i biglietti staccati, 156 in più dell’analogo periodo del 2022. Di questi circa 9mila si sono concentrati tra sabato 8 e lunedì 10 aprile malgrado la pioggia e le condizioni meteo non favorevoli della giornata di Pasqua. Dati che consolidano l’incremento di visitatori che si è registrato nel primo trimestre dell’anno. Da gennaio a marzo 2023, infatti, sono stati in totale 37.861 i visitatori, il 10% in più dello stesso trimestre del 2022 (34.284), l’anno in cui il Pozzo di San Patrizio ha raggiunto il numero più elevato di ingressi di sempre: 247.955.
In linea con i numeri dello scorso anno quelli relativi ai visitatori della Torre del Moro. Nel lungo weekend pasquale (8-10 aprile) sono stati 787 i biglietti venduti (senza Carta Unica) contro i 783 del 2022. “Anche in questa Pasqua – commenta il sindaco di Orvieto e assessore al Turismo, Roberta Tardani – la nostra città si è confermata tra le mete preferite dell’Umbria e ci sono previsioni altrettanto importanti per i prossimi ponti. Ma il dato da evidenziare è quello dei primi tre mesi dell’anno, un periodo solitamente meno favorevole per il turismo nel quale però la città si è rivelata essere attrattiva anche grazie alle iniziative organizzate che hanno interessato il Pozzo di San Patrizio e non solo. Destagionalizzare i flussi turistici è infatti uno degli obiettivi che stiamo perseguendo con il lavoro di promozione e programmazione che portiamo avanti da tre anni a questa parte”.




Orvieto terza meta dell’Umbria per i turisti, in forte crescita presenze e arrivi di stranieri e italiani

Turismo, Orvieto terza meta dell’Umbria nel 2022. È quanto emerge dalle statistiche diffuse dalla Regione Umbria sulle presenze turistiche nelle strutture ricettive relative all’anno 2022. Con 147.031 arrivi e 273.185 presenze la città di Orvieto è la terza destinazione dell’Umbria dopo Assisi e Perugia e davanti a Spoleto, Castiglione del Lago e Passignano sul Trasimeno. Anche l’aumento percentuale rispetto al 2021 è il terzo miglior risultato nella top ten delle città umbre più visitate: +34,5%  di arrivi e +44,1% di presenze. Più che raddoppiate le presenze degli stranieri con 49.310 arrivi (+153%) e 109.700 presenze (+167,9%) , la migliore performance percentuale dopo Assisi. Per quanto riguarda i turisti italiani sono stati 97.721 gli arrivi (+8,8%) e 163.485 le presenze (+10%). Continua anche il trend in aumento per la permanenza media che tocca quota 1,86 (+7,5%), variazione superiore a quelle registrate da Assisi (+2,6%) e alla media complessiva della regione che fa segnare un calo dello 0,7%. Il soggiorno medio dei turisti stranieri nella città di Orvieto è di 2,2 giorni mentre quello dei visitatori italiani arriva a 1,67 giorni.

Per quanto riguarda il movimento turistico comprensoriale, nel 2022 l’Orvietano ha fatto registrare 193.681 arrivi e 414.608 presenze con un incremento rispettivamente del 31,8% e del 34,7%. Per quanto riguarda gli arrivi 130.754 sono italiani (+9,8%) e 62.927 stranieri (+125,8%), mentre relativamente alle presenze 234.462 sono italiani (+5,6%) e 180.146 provengono dall’Estero (+110,1%). L’aumento in valore percentuale dei flussi turistici nell’Orvietano anche in questo caso è il terzo miglior risultato dopo l’Assisano e il Perugino. A livello comprensoriale è disponibile anche il confronto con il 2019, anno pre pandemia. Il dato generale con -14,2% di arrivi e -6,1% di presenze è fortemente condizionato dalla significativa flessione dei turisti stranieri (-37,9% di arrivi e -22,1% di presenze) in parte compensato dall’incremento dei turisti italiani (+5,1% di arrivi e +11,5% di presenze). Il calo più sensibile rispetto al 2019 si osserva nelle strutture alberghiere (-30,6% di arrivi e -21,9% di presenze) mentre gli arrivi e le presenze negli esercizi extralberghieri sono cresciute rispettivamente del 9,4% e del 5,4%.

Il trend positivo del 2022 nella città di Orvieto si sta consolidando anche nei primi mesi del 2023. Significativo il dato fatto registrare nello scorso fine settimana al Pozzo di San Patrizio in occasione delle iniziative per il Saint Patrick’s Day. In tre giorni, dal 17 al 19 marzo, sono stati 2.123 gli ingressi contro i 1.854 registrati in quattro giorni nel 2022, dal 17 al 20 marzo, ovvero +15%.

I risultati diffusi dalla Regione Umbria sull’andamento turistico nel 2022  – commenta il sindaco e assessore al Turismo, Roberta Tardani – ci consegnano un bilancio più che positivo con Orvieto che si attesta come terza meta preferita dell’Umbria sia per i turisti italiani che per quelli esteri. Raccogliamo così i frutti dell’incessante lavoro di promozione della città e di innovazione dei servizi turistici fatto negli ultimi tre anni sulla scia dello straordinario impegno dell’assessorato regionale al Turismo che ha finalmente dato una nuova immagine all’Umbria posizionandola ai vertici delle destinazioni italiane”.

“I segnali incoraggianti – prosegue – provengono dal ritorno dei turisti stranieri, con importanti flussi in arrivo anche in questi primi mesi del 2023, e dall’aumento lieve ma progressivo della permanenza media. Su questo tasto vogliamo continuare a battere proponendo Orvieto come destinazione dalla quale partire per un viaggio alla scoperta dell’Umbria ma anche dei territori limitrofi, prospettando una visita esperienziale nella nostra città in maniera più diretta e organica grazie al progetto Orvieto Experience sui percorsi legati all’artigianato e all’enogastronomia partito proprio in questi giorni. Ma sono da cogliere positivamente anche i segnali che arrivano da chi sta investendo sulla realizzazione di nuove strutture ricettive e sulla ristrutturazione di quelle esistenti, interventi che da un lato accresceranno il livello dell’accoglienza in città ma dall’altro ci priveranno per qualche tempo di numerosi posti letto. Su questo intendo a breve confrontarmi con gli operatori e le associazioni di categoria per affrontare insieme le questioni in campo come abbiamo fatto sin dall’inizio del mandato”




Svelato il logo di Orvieto capitale italiana della cultura 2025, tutto parte dal Pozzo di San Patrizio

Svelato sui profili social del Ministero della Cultura dedicati alle Capitali della Cultura il logo di Orvieto Capitale italiana della Cultura 2025. Il marchio prende spunto dalla sezione del Pozzo di San Patrizio, tra i luoghi simbolo della città e del dossier di candidatura “Meta Meraviglia – La cultura che sconfina”, tratta da una incisione di Della Valle del 1791 e custodita nella Biblioteca comunale “Luigi Fumi”.
La sezione del Pozzo diventa la O di Orvieto da cui si irradia l’energia culturale della città, il tratto centrale – che nella realtà rappresenta il passaggio tra la scalinata di accesso a quella di uscita, rielabora il messaggio del “purgatorio di San Patrizio” e diventa il simbolo della capacità avuta dalla città nella storia di connettere Mondi. I tagli aperti delle O nel lettering che accompagna il logo rilanciano infine il concetto della città aperta, meta e punto di partenza, e della volontà di non porsi confini.
Il colore oro che tratteggia l’esterno e l’interno del logo e sottolinea la scritta 2025 è il frutto della campionatura del colore utilizzato da Luca Signorelli per dipingere la Cappella di San Brizio in Duomo. Orvieto presenterà il dossier di candidatura nell’audizione in programma martedì 21 marzo alle 9 al Ministero della Cultura. L’audizione sarà visibile in diretta streaming sul canale You Tube del Ministero della Cultura. In corsa per il titolo 2025 altre nove città: Agrigento, Aosta, Assisi, Asti, Bagnoregio, Monte Sant’Angelo (Foggia), Orvieto, Pescina (L’Aquila), Roccasecca (Frosinone), Spoleto.  




Operatori e categorie a confronto al Digipass sulle opportunità dello smartworking

Le opportunità dello smartworking per rendere attrattiva la città non solo dal punto di vista turistico. Il tema è stato discusso sabato 4 febbraio alla sala Digipass della biblioteca comunale “Luigi Fumi” nel corso dell’incontro “Orvieto best place to smartwork – Istruzioni per l’uso”. Un appuntamento riservato agli operatori delle strutture ricettive (alberghi, B&B, agriturismi, case vacanze, etc), alle agenzie immobiliari e alle agenzie di viaggio che fa seguito all’accordo sottoscritto tra Comune di Orvieto e HqVillage, la piattaforma digitale che mette in contatto borghi e città con le community di smart workers e nomadi digitali.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti il sindaco di Orvieto e assessore al Turismo, Roberta Tardani, il co fondatore di Hq Village, Luca Piras, il destination manager Giancarlo Dell’OrcoGiulia Vinci dell’associazione DestinAction, e i rappresentanti delle categorie coinvolte che hanno avuto la possibilità di fare domande e approfondire l’argomento. Nel Mondo – è stato detto – si stima che nel post pandemia il numero di smart workers e nomadi digitali abbia superato il miliardo. Secondo il Rapporto sul Nomadismo Digitale in Italia 2022, l’87% dei nomadi digitali cercano un alloggio per un soggiorno oltre 1 mese, il 20% del totale oltre i 6 mesi, il 42% vivrebbe in Italia 1 anno intero, il 73% cerca case in affitto, il 64% spenderebbe mensilmente meno di 1.000 euro, il 36% più di 1.000 euro.

Un importante e necessario momento di approfondimento e confronto – spiega il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani – per dare gambe a un progetto che coinvolge la parte pubblica ma che necessita della condivisione e dell’apporto dei privati. Come amministrazione dobbiamo sapere intercettare le necessità di smart workers e nomadi digitali e garantire loro non solo esperienze che li facciano sentire cittadini temporanei ma anche servizi essenziali, a partire da una connessione web efficiente. In questo senso ci sono progetti in corso di importanti operatori del settore delle telecomunicazioni per estendere la fibra anche alle frazioni. Allo stesso tempo, da parte delle strutture ricettive e dei proprietari immobiliari è fondamentale il contributo per assicurare una accoglienza adeguata e dedicata ai bisogni di questa categoria emergente di persone. Da luglio scorso – aggiunge – Orvieto è presente nella piattaforma di HqVillage con quanto di meglio ha da offrire in termini di qualità della vita e servizi. L’incontro che abbiamo promosso è servito a creare una massa critica di strutture per poter cominciare a rispondere a una domanda che già c’è. Turismo e residenzialità – conclude – sono gli assi di riferimento della nostra azione e le opportunità dello smartworking possono essere il passaggio intermedio che può aiutarci a destagionalizzare i flussi, intercettare target altospendenti, proporre Orvieto come luogo da vivere e quindi contrastare lo spopolamento”.

Attrarre smart workers e nomadi digitali è una sfida globale – afferma Luca Piras, intervenuto anche a nome dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali – e in tutto il mondo Nazioni, governi, regioni e città stanno varando iniziative, agevolazioni e visti speciali per riuscire ad attrarli. La nostra piattaforma ha già molte richieste ma l’offerta di strutture è ancora inferiore alla domanda. Quello che vogliono gli utenti è selezionare in pochi e semplici passi le migliori destinazioni con spazi di lavoro gratuiti e alloggi adatti per soggiorni medio-lunghi. Non cercano solo posti belli, ma servizi, esperienze e una comunità locale accogliente che li faccia sentire come a casa. Si tratta di un’opportunità per le pubbliche amministrazioni di rendere le città e i borghi attrattivi non solo da punto di vista turistico ma anche lavorativo mentre per i proprietari immobiliari di avere nuove fonti di reddito con affitti brevi o medio-lunghi. La sfida – conclude – da un lato è quella di riuscire a coinvolgere la comunità locale, dall’altra adeguare case e strutture ai bisogni lavorativi e di vita per un periodo medio-lungo e soprattutto fare rete con altri host e fornitori di servizi”.

Proprio in questa ottica, è stato illustrato un possibile sviluppo del progetto rivolto agli operatori e basato su un sistema di accoglienza turistica diffusa elaborato da DestinAction che ha scelto Orvieto e altre destinazioni italiane come oggetto di studio dei suoi bootcamp con giovani professionisti del settore e aspiranti destination manager.




Le telecamere della tv francese TF1 a Orvieto per raccontare i legami tra il Pozzo di San Patrizio e il Castello di Chambord

A Orvieto sono arrivate le telecamere di TF1 per raccontare la città e il suo territorio. In questi giorni la troupe del telegiornale del primo canale francese ha realizzato le riprese per un servizio che andrà in onda nelle prossime settimane all’interno della rubrica “Évasion” dedicata ai viaggi. Oltre ai monumenti più importanti e agli scorci più caratteristici del centro storico, l’attenzione della televisione francese si è concentrata in particolare sul Pozzo di San Patrizio non solo per l’incredibile e affascinante opera architettonica ma anche per il suggestivo legame con il Castello di Chambord, nella valle della Loira.
Nella parte centrale del mastio del castello, infatti, è presente una scala a doppia elica del tutto simile a quella del Pozzo di San Patrizio di Orvieto. Costruite entrambe in un periodo molto vicino, l’una nel 1519 e l’altra nel 1527, entrambe hanno forme architettoniche paragonabili. La scala di Chambord nasce presumibilmente da un progetto di Leonardo Da Vinci che tanto studiò questa tipologia di struttura, l’altra progettata da Antonio da Sangallo il Giovane dalla quale potrebbe aver preso spunto. L’ipotesi è che a fare da tramite fra i due progetti sia stata la presenza dei due capomastri, Domenico da Cortona per il Castello di Chambord e Giovan Battista da Cortona per il Pozzo.
Le telecamere di TF1 si sono poi spostate nel piccolo borgo di Titignano dove, dall’alto di un panorama spettacolare sulla vallata del Tevere e il lago di Corbara, è stata realizzata e assaggiata la gallina ‘mbriaca, ricetta tipica del territorio, e successivamente sono arrivate fino a Montegabbione e alla Scarzuola, la visionaria “Città ideale” costruita dall’architetto Tomaso Buzzi.




La sindaco di Amelia premiata in Corea per il progetto Amerino© sviluppato con Cittaslow

Nei prossimi giorni Laura Pernazza, Sindaco di Amelia e Presidente della Provincia di Terni, riceverà il premio internazionale “Jeonju World Slowness Forum and Awards”dalle mani del sindaco di Jeonju  Bom-Ki Woo, accompagnata dal segretario generale di Cittaslow International, Pier Giorgio Oliveti.

Il sindaco in partenza per Seoul esprime grande soddisfazione per un premio che certifica in sede internazionale la qualità dell’idea alla base del progetto: “il progetto  Amerino© – afferma Laura Pernazza – prevede azioni integrate per la strategia territoriale del cibo e del paesaggio amerino, e  vede collaborare assieme undici Comuni: oltre ad Amelia capofila, ci sono Alviano, Attigliano, Avigliano Umbro, Baschi, Giove, Guardea, Lugnano in Teverina, Montecastrilli, Montecchio e Penna in Teverina.  Il nostro progetto porta innovazione e aggregazione in area vasta attraverso la cooperazione fra soggetti pubblici e privati, affermando il brand “Amerino©” come volano per il futuro del territorio stesso”.

Al centro dell’originalità vincente del progetto, riconosciuta oggi anche a livello internazionale, è il coinvolgimento attivo di cittadini e imprese, in perfetto stile Cittaslow, la Rete delle città del buon vivere fondata in Umbria nel 1999.   Il cibo è riconosciuto come elemento chiave che aggrega e distingue una comunità intera come quella dell’Amerino. Il Segretario generale di Cittaslow Oliveti spiega che “non è stato facile ottenere il riconoscimento: Amelia  e l’Amerino si sono fatti largo in una competizione tra progetti di diverse Cittaslow da svariati paesi, dal Giappone alla Polonia, dalla Turchia alla Francia, da Stati Uniti alla Germania. È stata premiata l’idea di “partecipazione” e “codecisione” dei protagonisti di una comunità, che guidati dall’impegno pubblico diventano agenti del proprio sviluppo, sostenibile e durevole”.

CittaSlow partecipa al progetto con la collaborazione e il supporto strategico a marketing e comunicazione del brand; la creazione di pacchetti turistici Cittaslow Tourism nell’Amerino; internazionalizzazione del progetto.

Il progetto, con il  coordinamento scientifico  del Prof. Marco Filippucci e amministrativo del dott. Riccardo Passagrilli, è reso possibile grazie al finanziamento del PSR per l’Umbria 2014 – 2020 Mis. 16.7.1. che prevede 5 assi progettuali: innovazione delle infrastrutture amministrative pubbliche; innovazione delle infrastrutture digitali; innovazione delle modalità di racconto del territorio e creazione e valorizzazione del brand Amerino© con azioni integrate di marketing.