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Il 25 aprile è la festa della libertà, l’Anpi invita i candidati a prendere una posizione netta

Registriamo con desolato stupore la totale assenza di iniziative del Comune di Orvieto e del Sindaco Roberta Tardani, per la celebrazione della ricorrenza del 25 Aprile. Una delle più importanti festività civili, che ricorda quanto gli Italiani hanno speso in termini di dolore, lacrime e sangue per la ricostruzione di una Nazione messa in ginocchio da una folle e criminale politica fascista e nazista, viene oggi trascurata da chi evidentemente cerca di edulcorarne e annacquarne la memoria.
Nessuno dovrà riuscirci.
Invitiamo perciò i Candidati Sindaco alle prossime elezioni amministrative di Orvieto, a prendere con
decisione una posizione che garantisca, nel loro prossimo mandato e per tutta la sua durata, il rispetto di questa ricorrenza e l’impegno a coinvolgere i Cittadini Orvietani ad una celebrazione civica partecipata.

Fabrizio Cortoni
Presidente A.N.P.I.
Sezione di Orvieto




Il 19 gennaio lo storico e archivista Andrea Maori presenta, “La valigia di Herbert Kappler, cronaca di una fuga annunciata”

Venerdì 19 gennaio alle 17.30, presso la Sala DigiPass della Nuova Biblioteca Pubblica “Luigi Fumi” di Orvieto, in Piazza Febei 1, Andrea Maori, storico e archivista, terrà una conferenza straordinaria dal titolo “15 agosto 1977, La valigia di Kappler. Cronaca di una fuga annunciata”.

Il protagonista di questo dramma storico è Herbert Kappler, un tenente colonnello delle SS, giudicato colpevole dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine nei processi svoltisi tra il 1948 e il 1952. Questo tragico evento si verificò come rappresaglia all’attentato partigiano di Via Rasella. La condanna di Kappler, per aver superato di 15 unità il numero massimo di ostaggi da fucilare previsto dal diritto internazionale bellico, divenne simbolo del riscatto dell’Italia liberata dai nazisti. Durante la detenzione di Kappler a Gaeta, i giornali e le associazioni partigiane occasionalmente affrontarono il suo caso. La svolta avvenne nel 1976, quando per ragioni di salute fu trasferito all’ospedale militare del Celio a Roma. Il suo status giuridico cambiò da detenuto a prigioniero di guerra in libertà vigilata. Questo influenzò le operazioni di sorveglianza, che si dimostrarono poco rigorose. Nel Ferragosto del 1977, Kappler fuggì in modo rocambolesco, causando uno scandalo e una gioia inaspettata in Germania. La moglie di Kappler, Anneliese, dichiarò di averlo nascosto in una valigia e trasportato da sola all’automobile per far credere che la fuga fosse avvenuta senza aiuto esterno. Ma, mentre in Germania si sosteneva che Kappler fosse solo un preteso criminale di guerra, in Italia la sua fuga fu oggetto di scandalo, considerando l’efferatezza dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine.

La conferenza di Andrea Maori si propone di ricostruire questi eventi intricati, esaminando le relazioni italo-tedesche attraverso documenti di polizia e la consultazione di quotidiani. Emergono dettagli intriganti sulla fuga di Kappler: la segnalazione dell’auto in vari caselli autostradali fino al Brennero suggerisce il coinvolgimento dei servizi segreti di Italia, Austria e Germania, che sembrano aver organizzato un corteo per agevolare la fuga.

Il “caso Kappler” rimane una pagina oscura della storia repubblicana italiana, svelando depistaggi e verità scomode. La conferenza promette di offrire una prospettiva approfondita su questi avvenimenti cruciati tra politica, giustizia e memoria storica.

ENGLISH VERSION

ON JANUARY 19, THE HISTORIAN AND ARCHIVIST ANDREA MAORI PRESENTS, “HERBERT KAPPLER’S SUITCASE: CHRONICLE OF A FOREWARNED ESCAPE”

On Friday, January 19, at 5:30 PM, in the DigiPass Room of the New Public Library “Luigi Fumi” in Orvieto, located at Piazza Febei 1, Andrea Maori, historian and archivist, will hold an extraordinary lecture titled “August 15, 1977: Kappler’s Suitcase – Chronicle of a Forewarned Escape.”

The central figure in this historical drama is Herbert Kappler, a lieutenant colonel in the SS, found guilty of the Fosse Ardeatine Massacre in trials held between 1948 and 1952. This tragic event occurred as a reprisal for the partisan attack on Via Rasella. Kappler’s conviction, for exceeding by 15 units the maximum number of hostages to be shot according to international war law, became a symbol of Italy’s redemption from the Nazis. During Kappler’s detention in Gaeta, newspapers and partisan associations occasionally addressed his case. The turning point came in 1976 when, for health reasons, he was transferred to the military hospital on the Celio in Rome. His legal status changed from detainee to a prisoner of war under supervised release. This influenced surveillance operations, which proved to be lax. On August 15, 1977, Kappler escaped dramatically, causing scandal and unexpected joy in Germany. Kappler’s wife, Anneliese, claimed to have hidden him in a suitcase and transported him alone to the car to create the impression that the escape had occurred without external assistance. While in Germany, it was argued that Kappler was merely an alleged war criminal, in Italy, his escape was scandalous, considering the brutality of the Fosse Ardeatine Massacre.

Andrea Maori’s lecture aims to reconstruct these intricate events, examining Italo-German relations through police documents and newspaper consultations. Intriguing details about Kappler’s escape emerge: the sighting of the car at various highway toll booths up to the Brenner Pass suggests the involvement of the secret services of Italy, Austria, and Germany, which seemed to have organized a convoy to facilitate the escape.

The “Kappler case” remains a dark page in Italian republican history, revealing cover-ups and uncomfortable truths. The lecture promises to provide an in-depth perspective on these intertwined events involving politics, justice, and historical memory.




Unitre presenta un ciclo triennale su San Francesco, prima conferenza con monsignor Sigismondi e il professor Barbabella

Sarà un evento di eccezionale profondità, la prima conferenza pubblica dell’Anno Accademico Unitre 2023/2024 che principierà il percorso culturale: “FRANCESCO D’ASSISI – Attualità di una altissima esperienza spirituale nel mondo contemporaneo”, il cui svolgimento è previsto dal 2023 al 2026. Giovedì 5 Ottobre alle ore 10 – proprio l’indomani della ricorrenza di San Francesco – avrà realizzazione, presso l’Auditorium Gioacchino Messina in piazza Febei (messo gentilmente a disposizione dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto), il primo incontro, firmato Unitre, dedicato al Santo Patrono d’Italia. Il tema 2023 sarà: “Ottavo centenario della promulgazione della regola bollata dell’ordine e della predicazione francescana”.

Corrono infatti gli ottocento anni della Regola Bollata, la nuova regola dopo quella originaria e molto semplice, dettata da Francesco a frate Leone, accolta dal cardinale protettore dell’Ordine, Ugolino de’ Conti, futuro papa Gregorio IX, e approvata il 29 novembre 1223 da papa Onorio III. Com’è noto, in essa si stempera il divieto della proprietà, si valorizza l’equilibrio tra azione e contemplazione, ma si ribadisce la povertà, il lavoro manuale, la predicazione, la missione tra gli infedeli. Sua Eccellenza Mons. Gualtiero Sigismondi (Vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi) e il Prof. Franco Raimondo Barbabella (docente di Filosofia e Storia, scrittore e Dirigente Scolastico emerito) saranno i relatori dialoganti.

“In questo tempo ricorrono episodi della vita di Francesco che a distanza di otto secoli parlano all’umanità con gesti, parole e messaggi”, precisa il Presidente Unitre M° Riccardo Cambri, “capaci di arrivare dritti alla mente e al cuore. L’Università delle Tre Età di Orvieto lo sperimentò il 3 Ottobre 2019, quando venne ricordato, in una bella conferenza sempre ospitata presso l’Auditorium della Fondazione CRO, l’incontro di Francesco con il Sultano. Lì c’era il messaggio di pace sempre valido e ancor più oggi in questi nostri tempi difficili. Ricordare Francesco non significherà solamente rinfrescare la conoscenza di uno straordinario personaggio della Storia dell’Uomo, ma anche riflettere sulla permanenza dei valori che da lì ci sono giunti. A nome della Famiglia Unitre porgo i più sentiti ringraziamenti a S. E. Mons. Sigismondi e al Prof. Barbabella per il dotto e sensibile impegno che hanno profuso in questa proposta Unitre”.

L’ingresso sarà libero; verranno resi disponibili posti per studenti e docenti previo contatto (cell: 3387323884 – email: riccardocambri@tiscali.it).




Il 12 aprile a “lo Scalo Hub” Enotekne, l’arte del vino dalla protostoria fino a oggi

Mercoledì 12 aprile alle 18,30 a “Lo Scalo” Community Hub, prenderà il via “Dulcis Aqua”, il breve ciclo di aperitivi culturali con il quale le associazioni culturali “Il Giglio” di Corbara e “Vitis Sapientiae” di Castiglione in Teverina intendono riproporre all’attenzione dell’opinione pubblica i progetti di ricerca e di valorizzazione del sito archeologico di Pagliano, importante insediamento portuale ubicato alla confluenza tra Paglia e Tevere, “sulle vie dell’acqua tra Etruria e Roma”. Con apparente paradosso, il primo appuntamento di “Dulcis Aqua” è intitolato “Enotekne. L’arte del vino dalla protostoria fino ad oggi”, proprio per porre in evidenza una delle tipiche produzioni locali che, in età classica, da Pagliano giungevano a Roma attraverso la via fluviale.

Alla breve presentazione del progetto e del programma della serata farà seguito l’intervento di Pietro Tamburini, archeologo, già direttore del Museo Territoriale del Lago di Bolsena, su “Il vino più antico del territorio volsiniese”. Sarà poi la volta di Benedetta Cosimi, archeologa, presidente di “Vitis Sapientiae”, che tratterà di “Scrivere il vino. La produzione attraverso le fonti scritte latine”. Alessandro Trapassi, archeologo, già tutor delle campagne di scavo e ricerca archeologica condotte a Pagliano dalla Scuola di Etruscologia e Archeologia dell’Italia Antica, compirà quindi un excursus “Dall’anfora alla damigiana. Evoluzione delle forme vinarie”. La serata si concluderà in modo appropriato con l’intervento curato dalla Cantina Castello di Corbara che, nell’illustrare l’attualità nella tecnica e nell’arte vinaria, introdurrà il pubblico alla degustazione. Il ricavato dell’aperitivo, al netto delle spese, andrà a sostenere i progetti di studio e ricerca su Pagliano. L’ingresso è libero.

Alla luce degli studi finora compiuti, si può affermare che a Pagliano si sviluppò un importante insediamento portuale di epoca romana che, in base allo studio preliminare delle monete e degli altri reperti ritrovati negli scavi di fine Ottocento e, di recente, nelle indagini effettuate dalla Soprintendenza Archeologica dell’Umbria e dalla Scuola di Etruscologia e Archeologia dell’Italia Antica, sembra essere stato attivo agli inizi del I secolo a.C. fino all’intero arco del IV secolo d.C.. Quest’area ha svolto, sin dall’epoca molto antica, la funzione di centro di raccolta e smercio di prodotti e manufatti provenienti dall’Etruria interna e dai centri produttivi limitrofi. Qui venivano non solo imbarcate merci per Roma, ma anche prodotti agricoli del territorio orvietano, come olio, vino e grano, insieme a manufatti ceramici e laterizi.




Alessio Tempesta, “rivolgiamo il nostro pensiero ai martiri di Camorena. Non c’è futuro senza rispetto”

Il 29.03.1944, sette orvietani, partigiani, uomini liberi nella testa e nel cuore, rifiutarono di percorrere la strada della prevaricazione, dell’antisemitismo, e di una violenza barbara che ha segnato drammaticamente la storia della nostra Nazione.
Per questo furono uccisi con la leggerezza tipica di quel disprezzo della Vita altrui, che solamente l’odio puro ed una feroce e gratuita disumanità possono spiegare, non certo la guerra.
Io ripugno ogni forma di violenza e di disprezzo, ed ho sempre preso le distanze da qualsiasi forma di lettura della storia che giustifichi il contesto.
Alla guerra si arriva partendo dalla pace.
Questa è la colpa quindi di chi la guerra anela e favorisce.
Questa è la colpa di chi vede nell’altro, nel diverso, un nemico e non un proprio simile, un essere umano.
San Francesco diceva che quando parli della Pace, devi fare in modo di averla anche nel tuo cuore.
Il 29 marzo rivolgiamo il nostro pensiero, anche solo un minuto, ai martiri di Camorena. Ricordiamoci attraverso la di loro memoria, e rafforziamoci nella convinzione e con orgoglio, che siamo orvietani, siamo uomini liberi, siamo esseri umani, aperti all’accoglienza, all’aiuto, alla carità.
Non c’è futuro senza rispetto.




10 febbraio, “Tra memoria e futuro, Orvieto non dimentica la tragedia delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata”

Tra memoria e futuro, Orvieto non dimentica la tragedia delle Foibe e l’esodo di istriani, fiumani e dalmati nel Secondo Dopoguerra. “La Generazione del Ricordo. Memoria e futuro del mondo giuliano-dalmata” è il titolo dell’iniziativa promossa dall’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo e patrocinata dal Comune di Orvieto, che si terrà venerdì 10 febbraio alle 11 nella Sala Consiliare del Palazzo Comunale.

Dopo i saluti istituzionali affidati al vicesindaco del Comune di Orvieto, Mario Angelo Mazzi, a introdurre la discussione sarà Antonio Concina, esule da Zara, sindaco emerito della Città di Orvieto, sindaco del Libero Comune di Zara in esilio e presidente dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo. “Da Memoria a Prospettiva. Il futuro del mondo giuliano-dalmata”, sarà il tema dell’intervento di Antonio Ballarin mentre Adriana Ivanov Danieli, esule da Zara e assessore alla Cultura dell’ADIM parlerà di “Partire o restare. Il dramma della lacerazione per gli Italiani del Confine Orientale”. Modera Marella Pappalardo.

Il Giorno del Ricordo che si celebra ogni anno il 10 febbraio è stato riconosciuto dalla Repubblica Italiana con la legge 92 del 30 marzo 2004 “al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel Secondo Dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”. Nel febbraio 2022, con voto unanime del Consiglio Comunale, è stata approvata l’adesione della Città di Orvieto all’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara, stabilendo un rapporto di sodalizio tra Orvieto e il Libero Comune di Zara.




Dal 9 all’11 settembre a Orvieto il 34° Raduno Nazionale dei Granatieri di Sardegna

In occasione del 363° anniversario della fondazione del Corpo, Orvieto ospiterà dal 9 all’11 settembre il 34° Raduno Nazionale dei Granatieri di Sardegna, organizzato dal sodalizio riconosciuto dal Ministero della Difesa, con il patrocinio e la collaborazione del Comune.  La manifestazione, a cui prenderanno parte radunisti provenienti da tutta Italia, intende rafforzare il lungo legame di affetto e amicizia stabilito sin dal 1976 tra i Granatieri, la Città di Orvieto e il Comune. 

Nel 1976 infatti a seguito della riforma ordinaria dell’Esercito Italiano, venne ricostituito il 3° Battaglione “Granatieri Guardie” di stanza nella caserma “Piave” di Orvieto, successivamente riordinato a livello reggimentale nel 1992 con la denominazione di 3° Reggimento Granatieri “Guardie”, Unità che riunivano spirito, storia e tradizionale del vecchio Reggimento “Granatieri di Sardegna”, decorato di Medaglia d’oro al valor militare nel II conflitto mondiale nella campagna di Grecia.  Di particolare significato fu il Raduno nazionale del settembre 1982 quando tremila Granatieri e i loro familiari onorarono proprio ad Orvieto i commilitoni deceduti nella Campagna di Grecia nei campi di prigionia. In quell’occasione venne inaugurato in loro memoria il monumento realizzato dall’artista orvietano Livio Orazio Valentini che sorge in Piazza Cahen a ricordo dell’episodio, di cui i Granatieri furono protagonisti nel settembre 1943 nel campo di prigionia di Wietzendorf. Nell’aprile 2003, il Reggimento “Granatieri Guardie” è stato sciolto e la Caserma “Piave” è tornata alla disponibilità del Comune, tuttavia il rapporto tra i Granatieri e Orvieto non si è affievolito, anzi è stato alimentato prima dalla presenza in vita, e successivamente, dal ricordo del Servo di Dio Frà Gianfranco Maria Chiti, già Generale dei Granatieri, il cui processo di canonizzazione ha avuto inizio per volontà della Diocesi di Orvieto-Todi. Per commemorare i Granatieri del 3° Reggimento e tutti i Granatieri che dal lontano 1659 hanno servito in armi la Patria e sono caduti nell’adempimento del loro dovere, dal 9 all’11 settembre 2022, l’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna terrà ad Orvieto il suo 34° Raduno Nazionale che avrà come momento clou la mattina di domenica 11 settembre in Piazza del Duomo.

L’evento è stato presentato nel corso di una conferenza stampa dal presidente dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna, Gen. GiovanniGarassino e dal sindaco di Orvieto, RobertaTardani.  Il perché è stata scelta la città di Orvieto per lo svolgimento del 34° Raduno nazionale dei Granatieri di Sardegna lo ha spiegato il Presidente nazionale dell’Associazione ANGS, Gen. GiovanniGarassino. “I motivi che ci hanno suggerito di fare questa scelta – ha detto – sono stati due: il primo motivo è che proprio Orvieto, per molti anni, è stata la sede del 3° reggimento Granatieri ‘Guardie’, le cui origini risalgono al 3° reggimento ‘Guardie’ costituito nel 1849. Nel 1850 prese il nome di 3° reggimento Granatieri ‘Guardie’, formato da due battaglioni di riserva. Venne soppresso l’11 maggio dello stesso anno a seguito dello scioglimento dei battaglioni di riserva. Nel 1926 venne ricostituito il 3° reggimento ‘Granatieri di Sardegna’, erede del 3° reggimento Granatieri ‘Guardie’. Le sue gesta eroiche e il sacrificio di moltissimi Granatieri nella campagna di Grecia e Albania, durante la 2^ guerra mondiale, fecero sì che la Bandiera venisse decorata della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia e della Medaglia d’Oro al Valor Militare. A ricordo del raduno, è stata riprodotta la medaglia storica del 3° reggimento ‘Granatieri di Sardegna’, coniata nel lontano 1941, che riporta tutte le battaglie combattute dal reggimento dal 28 ottobre 1940 al 3 maggio 1941: KALAMAS, GREKOHORI, SELLA RADATI, MURZINES, KURVELESCH, GOLICO, SCINDELI, TREBESCINES, KLISURA, ATENE. Dopo l’armistizio il 3° reggimento venne fatto prigioniero dalle truppe germaniche e internato nel campo di concentramento di Wietzndorf, dove i Granatieri, in risposta alle proposte dei tedeschi di rientrare in Italia, sfilarono di fronte ai loro Ufficiali, intonando l’inno del reparto, per dimostrare che non avrebbero tradito il giuramento che avevano prestato”. 

“Il secondo motivo, in ordine di tempo – ha aggiunto il Presidente nazionale dell’ANGS – è stata la presenza in Orvieto del Generale dei Granatieri Gianfranco Chiti che, posto in congedo nel 1978, veniva ordinato nel settembre 1982 Sacerdote nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Nel 1990 egli ricevette l’incarico di prendersi cura del convento in cui aveva vissuto San Crispino da Viterbo situato ad Orvieto in località Cappuccini, convento che era ridotto in condizioni di rudere. In pochi anni quelle quattro mura cadenti si sono trasformate in un accogliente luogo di incontro e meditazione per molti. La luminosa figura del Granatiere Chiti – come Uomo, come Militare e come Sacerdote – è stata riconosciuta dalla Chiesa che lo ha dichiarato ‘Servo di Dio’ ed ha avviato, presso la Santa Sede, il processo di beatificazione sostenuto dalla Diocesi di Orvieto-Todi”.

Illustrando il programma del 34° Raduno Nazionale il Presidente ANGS, Garassino ha ricordato che “è prevista, tra l’altro, la partecipazione dei Granatieri in armi, appartenenti alla Brigata ‘Granatieri di Sardegna’, che si esibiranno – nel pomeriggio del 10 settembre allo Stadio comunale ‘Luigi Muzi’ di Orvieto – nel Carosello storico che rievocherà le gesta ed i momenti salienti della storia della Specialità. Domenica 11 settembre dopo la Santa Messa in Duomo, officiata da Mons. Gualtiero Sigismondi Vescovo di orvieto-Todi, in Piazza Duomo seguirà l’ammassamento di tutti i radunisti, l’alzabandiera, la resa degli onori ai Medaglieri nazionali delle Associazioni combattentistiche e d’Arma, ai Gonfaloni e alla Bandiera di guerra del 1° reggimento ‘Granatieri di Sardegna’. Al termine dei discorsi delle Autorità intervenute, avrà inizio lo sfilamento dei blocchi delle varie Regioni e di tutti i partecipanti al Raduno che raggiungeranno la Caserma Piave per l’ammainabandiera finale”. 

Il Presidente ANGS ha ringraziato infine l’Amministrazione della città di Orvieto “che ha dato la sua disponibilità e offerto il suo contributo affinché la nostra proposta potesse realizzarsi”. Ha ringraziato altresì “la Regione Umbria, la Provincia di Terni, la Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto per aver contribuito a far sì che l’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna potesse vivere questo raduno con i cittadini di Orvieto e con i turisti che desiderano conoscere le bellezze di questa città”. Un ringraziamento lo ha poi riservato ai media “che contribuiranno a far conoscere i Granatieri di Sardegna, dai quali il nostro Esercito trae origine”.

Da parte sua il Sindaco, RobertaTardani ha sottolineato che è un grande privilegio per Orvieto ospitare il 34° Raduno Nazionale dei Granatieri di Sardegna, raduno che ha richiesto mesi e mesi di organizzazione a cui hanno strettamente collaborato il Comune e l’Associazione nazionale che ha ringraziato per l’ottimo contributo dato alla pianificazione dell’evento in ogni dettaglio. Il Sindaco si è detta onorata di ospitare questa tre giorni con i Granatieri di Sardegna che giungeranno ad Orvieto con le loro rappresentanze e le loro famiglie. Una tre giorni che sarà nel segno della grande emozione e suggestione per tutti, sia per i radunisti che per i cittadini orvietani i quali attendono con grande aspettativa questo evento, ricco di momenti emozionanti che per tutti corrono sul filo della memoria. Dopo la pandemia la città ha grande voglia di ricostruire quindi detta felice e sicura che Orvieto lascerà un ricordo bellissimo in tutti i radunisti ricordo. La comunità orvietana rende onore all’Associazione Nazionale dei Granatieri di Sardegna per quello che ha fatto, quello che sta facendo e quello farà per il Paese. A proposito della caserma “Piave” che ha avuto una grande storia per la città di Orvieto, il Sindaco ha evidenziato che l’Amministrazione Comunale sta lavorando perché essa sia ancora nel futuro un grande e prestigioso simbolo della città nonché volano di economia.

Il programma del Raduno Nazionale dei Granatieri di Sardegna 

si apre Venerdì 9 settembre presso il Convento di San Crispino in località Cappuccini dove, dopo la cerimonia dell’Alzabandiera (ore 16), si terrà (16:15) l’incontro culturale sul Servo di Dio, Gianfranco Maria Chiti, seguito (17:00) dalla Santa Messa in suo Suffragio e dei Granatieri caduti.

Sabato 10 settembre (10:00) alla Caserma “Piave” di Orvieto inserimento nello schieramento del Medagliere nazionale, cerimonia all’Alzabandiera e deposizione di corone d’alloro ai Monumenti ai Caduti in Piazza Cahen (10:15 / 10:45). Il Medagliere nazionale giungerà poi nel Palazzo del Comune (11:25). Nel pomeriggio (14:30) al Palazzo del Popolo si terrà l’Assemblea Nazionale dell’Associazione, quindi i radunisti raggiungeranno lo Stadio Comunale “Luigi Muzi” (17:45) per l’Alzabandiera solenne, il Carosello Storico “Granatieri di Sardegna” e il concerto di Musica d’ordinanza 1° Reggimento “Granatieri Guardie” e infine la consegna alla Città di Orvieto dell’attestato di Socio Benemerito ANGS (in caso di maltempo tali momenti celebrativi si terranno all’interno del Palazzetto dello Sport di Ciconia).  

Domenica 11 settembre giornata conclusiva del Raduno, in Duomo (9:00) si svolgerà la Santa Messa presieduta dal Vescovo di Orvieto-Todi, Mons. Gualtiero Sigismondi, seguita in Piazza Duomo (10:30 / 10:45) dall’Adunata e dalla Cerimonia militare con gli onori ai Medaglieri Nazionale delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, alla Bandiera del 1° Reggimento “Granatieri Guardie” e ai Gonfaloni, quindi i discorsi del Sindaco, del presidente nazionale dell’ANGS e delle massime autorità. Il corteo dei Granatieri (11:30) muoverà da piazza Duomo e sfilerà fino alla Caserma “Piave” dove sono previsti gli Onori finali e l’Ammainabandiera. 




Tornino i rintocchi delle campane del Moro e del Maurizio, la richiesta trasversale di Riccetti, “La mia Orvieto” e Olimpieri

In molti non si erano resi conto ma da alcuni anni, non giorni o settimane, i rintocchi delle campane della Torre del Moro e quelli della Torre del Maurizio non si sentono più. Complici il lockdown e i tanti problemi di quest’ultimo biennio abbondante silenziosamente un altro pezzo di storia di Orvieto è stato silenziato. Come sempre quando si discute di campane e suoni i cittadini si dividono in due, pro e contro, senza alcuna possibilità di dialogo. Intanto la petizione è arrivata oltre le 800 firme in pochissimi giorni e sicuramente l’amministrazione comunale per il Moro e l’Opera del Duomo per il Maurizio ne dovranno tenere conto. La questione arriverà anche in consiglio comunale grazie al consigliere Stefano Olimpieri. E la città parla, discute, sul rintocco delle ore, delle mezz’ore e dei quarti d’ora. Qualche “vicino” già teme di non poter più dormire; ma il problema vero sono le campane? Eppure ogni week-end torme di gente vociante, per utilizzare un eufemismo, si attarda nei locali, qualcuno con le casse in piena notte improvvisa dj-set ben oltre l’ora dedicata agli spettacoli e agli intrattenimenti regolarmente autorizzati, e con decibel sparati senza alcun controllo.

Non saranno le campane a disturbare, come non hanno mai disturbato nel corso dei decenni e dei secoli passati. Anzi, era un modo per ricordarsi qualche appuntamento, per i più piccoli di tornare a casa dopo aver giocato, un legame con la tradizione e la storia della città. Lucio Riccetti, Italia Nostra, sottolinea chiaramente, “ben venga il ripristino delle campane della torri del Moro e di Maurizio auspicato dal consigliere Olimpieri. Sulla Torre del Moro l’orologio è stato montato in tempi recenti (fine ‘800 primi ‘900) spostando la campana dalla torre del Palazzo del Popolo. Resto perplesso su un passaggio del testo di Olimpieri: se scrive che i rintocchi delle campane sulle due torri sono identitari per i cittadini orvietani, come fanno quegli stessi rintocchi ad essere fastidiosi?”. Intanto si potrebbe iniziare con la riattivazione dell’orologio e soprattutto con una migliore illuminazione del Moro, già sarebbe un bel segnale, in attesa di ripristinare le campane, magari con accorgimenti tecnici che oggi sono sicuramente possibili ma non cancelliamo la tradizione, la storia, l’identità in nome di una richiesta di silenzio che nel passato, anche recente, non aveva mai interessato le campane civiche del Moro.




Stefano Olimpieri, “ripristinare i rintocchi delle Torri del Moro e del Maurizio mitigando i fastidi per i residenti”

In questi giorni di tradizioni e appuntamenti di grande rilievo è iniziata una raccolta di firme tra i cittadini per ripristinare i rintocchi della Torre del Moro e della Torre del Maurizio, una mancanza ormai pluriennale per le vie del centro storico.  Il consigliere Stefano Olimpieri ha presentato un’interpellanza in consiglio comunale in cui scrive, “in queste settimane Orvieto rivive tradizioni secolari che hanno contribuito a far crescere la città (…); in questo periodo dell’anno i cittadini, come non mai, si sentono parte di una comunità e vivono con senso di appartenenza queste ricorrenze”.  Olimpieri ricorda poi l’importanza storico-artistica delle due torri, “queste due torri sono parte integrante della storia della città, così come lo sono stati per secoli i loro rintocchi.  Il Moro è da sempre l’orologio degli orvietani, inizialmente di proprietà papale (si chiamava Torre del Papa) dal 1515 è passata in proprietà del Comune, mentre la Torre del Maurizio venne costruita quasi 700 anni fa per scandire il tempo degli operai che lavoravano alla fabbrica del Duomo, tra l’altro il Maurizio, statua in bronzo fuso, rappresenta il pi antico segna tempo ancora oggi esistente”.  Fin qui la storia.  Olimpieri chiede di “lavorare per ripristinare entrambi gli orologi delle Torri e intensificare la luminosità dell’orologio del Moro”.  Sollecita i proprietari, il Comune per il Moro e l’Opera del Duomo per il Maurizio a “tenere vive le tradizioni secolari, civili e religiose, della città di Orvieto”.

Se tanti cittadini spingono per il ripristino dei rintocchi “storici” altri temono, perché residenti nei dintorni e allora Olimpieri sottolinea, “è importante cercare di trovare un giusto compromesso con i residenti del centro storico che subiscono fastidi dal rumore dei rintocchi.  Diverse possono essere le soluzioni di compromesso che possano tutelare chi abita nel centro storico: dalla bassa intensità dei rintocchi, alla diminuzione del numero stesso dei rintocchi”. 

Stefano Olimpieri conclude l’interpellanza chiedendo all’amministrazione “se intende attivarsi per ripristinare la completa funzionalità della Torre del Moro, cercando di trovare anche un giusto compromesso per arrecare meno fastidio possibile a chi vi abita vicino e di sollecitare l’Opera del Duomo al fine di agire – di pari passo con lo stesso Comune – per ripristinare anche il ‘batocco’ del Maurizio”.




Unitre, in attesa di tornare in presenza “La Bussola della Storia” sarà su RTUA

Data l’attuale situazione dei contagi da Covid-19, il Consiglio Direttivo dell’Università delle Tre Età di Orvieto ha deciso di rinviare ulteriormente la ripresa delle attività culturali, prevedendone la riapertura nella seconda metà del mese di febbraio se le condizioni sanitarie lo consentiranno. Frattanto, al fine di assicurare ai soci, e non solo, la continuità delle iniziative culturali, l’Unitre Orvieto ha raggiunto un accordo con l’emittente televisiva RTUA per la messa in onda di alcuni percorsi culturali già realizzati all’inizio dell’attuale Anno Accademico, a partire dal ciclo “La Bussola della Storia – I cambiamenti di quadro che hanno fatto la modernità” curato dal professore Franco Raimondo Barbabella. Per quattro giovedì consecutivi a partire dal 27 gennaio 2022, alle ore 11 e in replica alle ore 17 saranno trasmesse le lezioni registrate lo scorso autunno nell’Aula del Dialogo di Palazzo Negroni. 

Calendario completo delle trasmissioni in chiaro sul canale 18 del digitale terrestre

– 27 gennaio – “Lo sconvolgimento delle certezze medievali: da Gutemberg alla pace di Westfalia”

– 3 febbraio – “Un popolo diventa nazione: la rivoluzione americana”

– 10 febbraio – “Un popolo conquista il diritto alla libertà e all’uguaglianza: la rivoluzione francese”

– 17 febbraio – “Ad un certo punto della storia del mondo, l’alleanza di scienza e tecnica con la politica imprime una svolta all’economia e alla società: la rivoluzione industriale inglese”