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Avis e Comune di Acquapendente insieme il 2 giugno per il “Cammino di Solidarietà”

Sezione Avis “Maria Rosaria Mazzera” e Comune di Acquapendente a braccetto per un “cammino di solidarietà”. Si ripeterà venerdì 2 giugno il connubio ratificato lo scorso anno dalla presenza degli Assessori-camminatori Glauco Clementucci e Monica Putano Bisti alla “Camminata del Ciaraso”, progetto caldeggiato dal Presidente della locale Sezione Emilio Bandiera (fotografia). Rientrante negli eventi a corollario della Francigena-Romea Marathon, darà appuntamento ai partecipanti (prenotazioni last-minute al 0763-734062 / 375-6037144) alle ore 10.00 di fronte al Palazetto dello Sport della Località Boario. Due i percorsi disponibili (6 e 11 km), con pranzo finale all’Agriturismo Podernuvo. Molto di più di una semplice trekkingata. Ma momento di condivisione, sostegno reciproco e senso di appartenenza ad una Associazione che lavora quotidianamente sul territorio per promuovere il concetto di “donare, unica soluzione”.

Una ricerca continua di raggiungere una sufficienza donazioni ma sopratutto di far comprendere come il dovere della donazione è di ciascuno di noi e non degli altri.




La Croce Rossa apre il suo mercatino “un dono per un dono” dall’8 all’11 dicembre in Piazza della Repubblica

“Un Dono per un Dono” con questo semplice ma efficace motto il Comitato di Croce Rossa Italiana di Orvieto vuole invitare tutte le persone a fare piccoli gesti di solidarietà, che allietano il cuore di chi li compie e portano un piccolo raggio di luce a chi li riceve. Come di consueto da molti anni a questa parte, il Comitato CRI di Orvieto organizza il Mercatino di Natale, una occasione per fare dei regali originali facendo beneficenza.

Da giovedì 8 fino a domenica 11 dicembre in Piazza della Repubblica, sotto gli archi della Chiesa di Sant’Andrea, si possono acquistare oggetti unici fatti interamente a mano con abilità e amore dalle volontarie. E come di consueto Il ricavato della vendita dei bellissimi manufatti sarà interamente destinato alle famiglie in difficoltà del territorio.  Anche a Natale la Croce Rossa vuole essere vicina alle persone portando aiuto e conforto.




La rete Città Slow pronta a inviare aiuti concreti alle città “gemelle” polacche che ospitano i rifugiati ucraini in fuga dalla guerra

Citta Slow con la sua rete si è mobilitata per sostenere i profughi ucraini che si trovano in Polonia. “Cittaslow Mayor – to – Mayor”, tradotto da sindaco a sindaco a indicare l’estrema concretezza del progetto. Per tutte le questioni logistiche e operative si è innescata una seconda catena di solidarietà tra varie associazioni locali, enti e la Funzione Associata di Protezione Civile dell’Orvietano che poi partirà materialmente alla volta di Górowo Iławeckie e Olsztyn nella regione polacca della Warmia Mazuria.

La Polonia, che è il secondo Paese per dimensioni della rete Citta Slow dopo l’Italia, si è mobilitata immediatamente per ospitare i profughi, coloro che fuggivano e ancora fuggono da una guerra voluta da Putin La città di Górowo Iławeckie proprio al confine settentrionale, sta dando ospitalità, case e assistenza a migliaia di cittadini ucraini. Proprio Jacek Kostka, vicepresidente di Cittaslow International nonché Coordinatore della Rete Polacca e sindaco della Cittaslow di Górowo Ilawecie, in collegamento ha spiegato che “la città è fortemente sotto pressione ma nessuno si tira indietro, tutti aiutano e mia profondamente colpito che a ospitare i profughi siano stati semplici cittadini nelle loro case. Ora dobbiamo rendere tutto più organizzato e rendere stabile nel medio periodo le abitazioni per il popolo ucraino fuggito dalla guerra. Per questo abbiamo chiesto beni concreti di utilizzo quotidiano e ringraziamo la rete italiana di Citta Slow per la grande solidarietà dimostrata”.

Già nelle scorse settimane, due TIR con beni di prima necessità sono partiti dalle Cittaslow di Asolo, Follina e Farra di Soligo in Veneto e diretti alla Cittaslow di Lidzbark, in Polonia. Ora, grazie all’azione congiunta e alla campagna di fundraising per la raccolta fondi realizzata da Cittaslow e Protezione Civile dell’Orvietanomercoledì 11 maggio partirà per la Polonia l’ulteriore importante missione CITTASLOW MAYOR-TO-MAYOR / DA SINDACO A SINDACO. La colonna composta da un TIR di 13 metri e altri 3 automezzi organizzato dalla Rete Cittaslow, sarà accolto la sera del 12 maggio a Olsztyn – Socio Sostenitore di Cittaslow International – nella Regione Warmia Mazuria. Quello in partenza è il terzo carico di aiuti raccolti dai Comuni della Funzione Associata di Protezione Civile dell’area interna “Sud-Ovest Orvietano”. Il primo era stato inviato a cura della Regione dell’Umbria tramite il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile; il secondo diretto alla Città di Prudnik (sede di Cittaslow) era arrivato a destinazione attraverso la Croce Bianca di Umbertide.  Del carico fanno parte generi di prima necessità, farmaci generici e per ospedali ma, a conferma dell’estrema concretezza, anche 10 lavatrici, 100 power bank, 40 letti a castello. Poi ci sono 4 bancali di farmaci, mille tute per saitai e altrettante coperte termiche. 4 bancali di generi alimentari, materiale per l’igiene, pannolini per bambini e attreazature di primo soccorso. A guidare la carovana di aiuti saranno Gian Paolo Pollini e Giuliano Santelli della Funzione Associata di Protezione Civile dell’Orvietano.

L’iniziativa è stata possibile grazie all’organizzazione di molti. Il Comune di Tirano si p occupato dell’acquisto di generi alimentari, la Prociv di Orvieto dei medicinali e ha orgnaizzato il trasporto con i costi sostenuti dalla Fondazione CariOrvieto. L’associazione Piccolomini Febei ha garantito il supporto amministrativo con oltre 13.990 euro incassati e poi erogati e altri 1.990 euro di versamenti dei cittadini.  “Fare rete e collaborare tra soggetti diversi – ha spiegato il segretario generale di Cittaslow, Pier Giorgio Oliveti – è l’unico modo di rendere efficace e concreta la nostra solidarietà ad un popolo che da due mesi è finito nell’orrore della guerra. La peculiarità del progetto Cittaslow è quella di rispondere a bisogni reali e specifici, segnalatici dalle nostre Cittaslow polacche, in particolare quelle più prossime all’Ucraina. Gli aiuti sono mirati, e l’acquisto dei beni è fatto in funzione delle esigenze localiJacek Kostka, sindaco della Cittaslow di Górowo Ilawecie, accoglierà la colonna di aiuti della Protezione Civile di Orvieto e li distribuirà”.
Franco Spada, sindaco valtellinese di Tirano, Comune tra i maggiori conferitori di aiuti ai profughi ucraini in Polonia, ha evidenziato che “la bellezza di dare continuità a questa operazione è che non è un episodio isolato. Come Cittaslow abbiamo sentito il dovere di attivarci sin da subito, tanto che il 25 febbraio ho convocato i residenti e proprio da loro sono giunte le disponibilità a dare accoglienza. Siamo un Comune di confine, quindi non potevamo che farci parte attiva in questa tragedia. In Consiglio Comunale di recente abbiamo discusso di questa emergenza sottolineando che l’unica arma che abbiamo siamo noi stessi e la nostra capacità di accogliere, come anche la storia della Seconda Guerra Mondiale ci dimostra, con il passaggio degli ebrei accolti nei nostri territori”.

“La nostra è una realtà molto solidale e la Città di Orvieto è stata tra le prime comunità a farsi carico dell’accoglienza, avendo da lungo tempo una nutrita comunità ucraina residente – ha affermato il Sindaco, Roberta Tardani – abbiamo una rete di Protezione Civile efficiente chiamata spesso a gestire le emergenze e ci siamo fatti carico di dare supporto a queste popolazioni prima ancora che fossero definiti i protocolli di intervento. La solidarietà e la sussidiarietà rientra nelle prerogative delle Cittaslow. È qualcosa di impegnativo ma anche necessario. I complimenti per Cittaslow sono di routine, ma in questo momento in particolare c’è stata un’ottima prova dell’importanza di fare rete per aiutare chi sta peggio di noi con un sostegno alle popolazioni fatto con mezzi e capacità di gestire e di organizzare”.

“E’ estremamente importante che la rete dimostri di essere vicino all’Ucraina – ha affermato il Sindaco di Ficulle, Gian Luigi Maravalle – un grande riconoscimento va dato alla Protezione Civile che ha una struttura qualificata e ben organizzata e a Cittaslow. Non possiamo non essere vicini ad un popolo che rischia di essere la pedina di un più grande scacchiere geopolitico. Per il forte legame risalente ai tempi dell’incidente nucleare di Cernobyl quando alcuni bambini vennero accolti nella nostra comunità dove poi sono tornati da adulti, oggi il Comune di Ficulle ha rinnovato quel rapporto e si è prontamente attivato accogliendo bambini alcune famiglie di rifugiati ucraini in abitazioni private e i bambini che sono ben inseriti e integrati nelle strutture scolastiche. Ma ci stiamo impegnando per fare molto di più”.

“La Funzione Associata di Protezione Civile dell’Orvietano – ha concluso il coordinatore, Gianpaolo Pollini – ha partecipato con entusiasmo all’iniziativa di Cittaslow che ha giocato il ruolo maggiore dal punto di vista della raccolta fondi per l’acquisto di materiali urgenti espressamente richiesti dalla rete Cittaslow della Polonia”.




Il 23 e 24 aprile via alla quinta edizione de “Il Pomodoro. Buono per la ricerca, buono per l’ambiente”

Sabato 23 e domenica 24 aprile 2022 i volontari di Fondazione Umberto Veronesi tornano nelle principali piazze italiane con la quinta edizione de “Il Pomodoro. Buono per la ricerca, buono per l’ambiente”, un’iniziativa ideata per raccogliere fondi per finanziare la ricerca e la cura in ambito pediatrico, al fine di garantire le migliori cure possibili ai bambini malati di tumore e aumentare le loro aspettative di guarigione.

A fronte di una donazione minima di 10 euro, verrà distribuita una confezione con tre barattoli di pomodoro, nelle versioni pelati, polpa e pomodorini: un’iniziativa resa possibile grazie alla preziosa e rinnovata collaborazione e sostegno di ANICAV (Associazione Nazionale Industriali Conserve Alimentari Vegetali) e RICREA (Consorzio Nazionale Riciclo e Recupero Imballaggi Acciaio).

Orvieto, con il Patrocinio del Comune di Orvieto, i volontari di Fondazione Umberto Veronesi, saranno presenti   dalle 10 alle 17, in Corso Cavour (lato Farmacia del Moro) e  dalle 15.00 alle 17.00 presso lo Stadio Luigi Muzi di Ciconia  grazie all’Orvietana Calcio.

Si ringraziano le attività commerciali che hanno aderito all’iniziativa e alla distribuzione:

Farmacia del MoroDott. Andrea Bonifazi – Orvieto, Corso Cavour, 89

Profumerie Duranti – Orvieto, Corso Cavour 107/109 – Orvieto Scalo, V.le I Maggio – Ciconia, Via delle Mimose, 27

Ferrari Frutta di Ferrari Roberto – Orvieto, Corso Cavour, 375

Salone Stefania Anselmi – Via Monte Bianco, 18, Orvieto Scalo

Farmacia Frisoni – Dott. Vittorio Frisoni – Via Monte Nibbio, 16 – Orvieto Scalo

Le Essenze di Monica di Monica Paci – Via Monte Nibbio 29/A – Orvieto Scalo

Farmacia Bartella Baschi – Dott. Claudio Bartella – Via Amelia, 16 – Baschi

Il ricavato della raccolta fondi permetterà di finanziare un innovativo protocollo di cura per i bambini affetti da neuroblastoma, un tumore del sistema nervoso periferico che rappresenta, in età pediatrica, la terza neoplasia per frequenza dopo le leucemie e i tumori cerebrali.

Il sottogruppo più ampio di questa patologia è quello dei “neuroblastomi ad alto rischio”, diagnosticati dopo i 12 mesi di età e inoperabili, già metastatici o particolarmente aggressivi.  Attualmente la sopravvivenza a 3 anni è di circa il 50% per quei pazienti che completano tutte le diverse parti dell’attuale trattamento. Il protocollo che verrà finanziato mira a valutare l’efficacia di due diversi regimi di chemioterapia e della radioterapia in base al sottotipo e alle caratteristiche molecolari dei singoli neuroblastomi ad alto rischio, per poter personalizzare la terapia e ottenere un miglioramento nelle possibilità di cura.




Messa a punto la macchina per l’accoglienza dei cittadini ucraini in fuga dalle guerra, 33 già a Orvieto

Si mette in moto la macchina dell’accoglienza per la popolazione ucraina in fuga dalla guerra. Nel pomeriggio di giovedì, presso la sala operativa della Protezione civile di Orvieto a Fontanelle di Bardano, si è tenuto una riunione operativa alla presenza del sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, del vice sindaco con delega al Patrimonio, Mario Angelo Mazzi, dell’assessore ai servizi sociali, Alda Coppola, dei responsabili della Funzione associata di Protezione Civile sud ovest Orvietano, Luca Gnagnarini e Gianpaolo Pollini, del direttore del Distretto sanitario di Orvieto dell’Asl Umbria 2, Massimo Marchino, e del dirigente del Commissariato di pubblica sicurezza di Orvieto, Antonello Calderini. L’incontro è servito per fare il punto sugli arrivi di cittadini ucraini dalle zone di guerra e definire le modalità di accoglienza in sicurezza anche nel rispetto delle normative in vigore sul contenimento dei contagi da Covid-19. Una volta arrivati a Orvieto i cittadini ucraini dovranno essere sottoposti a tampone antigenico prima di recarsi presso le abitazioni di familiari e amici o presso strutture che saranno adibite all’accoglienza. In caso di esito negativo dovranno comunque osservare un periodo di 5 giorni di isolamento fiduciario (con l’accortezza di limitare ogni contatto con il nucleo familiare che li ospiterà) dopo il quale saranno sottoposti a tampone molecolare e quindi, se non vaccinati, invitati alla vaccinazione. In caso di esito positivo saranno trasferiti presso strutture adibite ad hoc per l’accoglienza e dovranno osservare il periodo di quarantena imposto dalle normative al termine del quale saranno  sottoposti a tampone molecolare. Contestualmente all’arrivo e all’effettuazione del primo tampone, l’Ufficio di Cittadinanza del Comune di Orvieto comunicherà entro 48 ore nominativi e documenti al Commissariato di pubblica sicurezza di Orvieto necessari ad espletare le procedure di registrazione e il rilascio dei permessi per la permanenza sul territorio italiano secondo le indicazioni che arriveranno dal Ministero dell’Interno.

In questa prima fase lo Sportello Immigrazione dell’Assessorato ai Servizi sociali del Comune di Orvieto sta cercando di intercettare gli arrivi attraverso il lavoro dei mediatori culturali che sono in contatto con la comunità ucraina presente sul territorio. In base agli ultimi dati aggiornati risultano essere 182 i cittadini di nazionalità ucraina residenti a Orvieto e nei 12 Comuni del comprensorio81 i nuclei familiari e 19 le persone che prestano servizio di assistenza domiciliare presso abitazioni private dove risiedono. Attualmente sono 33 i cittadini ucraini arrivati a Orvieto dalle zone della guerra che hanno effettuato la registrazione presso il Commissariato di pubblica sicurezza. La maggior parte dei casi riguarda ricongiungimenti familiari e donne e bambini che hanno trovato alloggio presso gli appartamenti di residenza8 persone sono invece al momento ospitate in una struttura ricettiva. E’ in corso un censimento in tutto il comprensorio di alloggi e/o strutture che possano essere messe a disposizione per l’accoglienza e in questo senso sono in corso contatti anche con la Diocesi di Orvieto-Todi e la Caritas Diocesana. 

“Il nostro più grande desiderio e auspicio – spiega il Sindaco di Orvieto, Roberta Tardanicapofila della zona sociale n.12 e dell’Area Interna sud ovest Orvietano – è che si possa arrivare in temi rapidissimi al cessate il fuoco e mettere fine a un conflitto incomprensibile e inaccettabile che ha già provocato sin troppo dolore. Ma in ogni caso stiamo organizzando al meglio la rete dell’accoglienza sul nostro territorio innanzitutto garantendo una tutela sanitaria ai cittadini ucraini che arriveranno, ma anche alle nostre comunità, e poi mettendo a disposizione le strutture e tutti i servizi che possono essere attivati. In questi giorni è partita la raccolta dei farmaci, coordinata dalla Funzione associata di Protezione civile, e un primo carico è pronto per essere spedito ma ci stiamo già preparando ad organizzare aiuti alimentari e di abbigliamento qualora la situazione non dovesse migliorare. L’invito che faccio pubblicamente, e che veicoleremo attraverso la comunità ucraina, è quello di rivolgersi esclusivamente ai soggetti istituzionali per ogni tipo di informazione e sostegno – Comune, Asl, Protezione civile, forze di polizia – perché è necessario tenere sotto controllo la situazione e gestire anche situazioni complesse che potrebbero venirsi a creare”.




L’omelia del Vescovo Sigismondi, “accogliamo i senza tetto e gli affamati della guerra”

“Concedi la pace ai nostri giorni”: nell’embolismo, la breve orazione che nella liturgia eucaristica segue immediatamente la recita del Padre nostro, la Chiesa chiede a Dio il dono della pace che Cristo suo Figlio, “Principe della pace”, ci ha ottenuto con la sua Pasqua. Questa supplica accompagni il cammino quaresimale che oggi iniziamo con l’austero simbolo delle ceneri, proteso alla gioia del rito di benedizione del fuoco nuovo che apre la Veglia pasquale. La liturgia, con il suo linguaggio paradossale, attraverso l’itinerario penitenziale e battesimale della santa Quaresima ci fa passare dalle ceneri al fuoco e non viceversa: dalle ceneri, ricavate dai rami di ulivo benedetti l’anno precedente, a un fuoco nuovo che divampa e da cui si accende il Cero pasquale.

In quest’ora di tristezza universale si riapre per la Chiesa la strada dell’esodo, che attraversa il deserto quaresimale. Venti di guerra sollevano altra sabbia, altra polvere, altra cenere, quella della morte, ma una preghiera incessante sale al cielo da ogni parte della terra: “Concedi, o Signore, che il corso degli eventi nel mondo si svolga secondo la tua volontà di pace”. Questa supplica è ispirata dalla serena fiducia che le “potenze degli inferi” non sottraggono alle mani di Dio il mondo e la storia, che Egli guida, nel suo fluire incerto e nel suo intreccio di bene e di male, con un preciso disegno, cui le contraddizioni della libertà umana e l’azione di Satana, alla fine, non riescono a resistere. La malvagità del Diavolo e la cattiveria degli uomini possono rallentare ma non deviare il corso dei “progetti di pace” del piano divino di salvezza (cf. Ger 29,11).

Dio, “misericordioso e forte”, apre sempre nuovi spazi al cambiamento di rotta, agendo nell’intimo del cuore umano, dissodandolo da sentimenti, intenzioni e pensieri non buoni. È ipocrita chiunque invochi il dono della pace se il suo cuore non viene bonificato, liberato e sanato dai “fremiti dell’orgoglio e dell’ira”. È il cuore, infatti, la piattaforma di lancio delle parole più dure; è nel cuore che ha sede l’arsenale degli ordigni dell’odio; è il cuore il poligono di tiro delle armi da fuoco più pericolose. “In un mondo lacerato da lotte e discordie”, la ricerca sincera della pace ha inizio solo quando lo Spirito santo, per suo dono, piega la durezza dei cuori, li rende disponibili alla riconciliazione, disarma la vendetta con il perdono.

Vincere l’odio con l’amore non è una mossa tattica della libertà umana ma una azione strategica della divina misericordia, che segna l’inizio di un cammino di vera conversione. Si tratta di un percorso da affrontare con le “armi convenzionali” della penitenza, che Gesù chiede ai suoi discepoli di impugnare senza ostentazione: l’elemosina, la preghiera e il digiuno (cf. Mt 6,1-6.16-18). La preghiera bussa, il digiuno ottiene, l’elemosina distribuisce. “Il digiuno prepara il terreno – osserva Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima –, la preghiera irriga, la carità feconda”. Il digiuno ara il campo del cuore, la preghiera lo libera dall’aridità, la carità lo rende fertile. “Il digiuno – scrive san Pietro Crisologo – è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia misericordia”.

Il Santo Padre ci ha chiesto di vivere, all’inizio della Quaresima, una giornata di preghiera e di digiuno per implorare da Dio la fine del conflitto bellico in Ucraina. Alla nostra supplica, che ci vede coralmente coinvolti perché cessi la “logica diabolica e perversa delle armi”, è necessario associare non solo il digiuno, perché una certa “razza di demoni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno” (cf. Mt 17,21), ma anche la carità, che consiste “nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto” (Is 58,7). Fratelli e sorelle carissimi, “ecco ora il momento favorevole” (cf. 2Cor 6,2) per dedicarci a questa opera generosa, sostenendo la raccolta fondi, avviata da Caritas Italiana a fianco e a supporto delle Caritas dei Paesi confinanti con l’Ucraina, per far fronte sia alle necessità più urgenti di chi è in fuga dalla guerra, sia all’accoglienza di quanti, piangendo, cercano riparo in “terra straniera”.

“Per il cammino quaresimale di quest’anno – scrive il Santo Padre nel suo messaggio per la Quaresima che suona come un presagio – ci farà bene riflettere sull’esortazione di san Paolo ai Galati: ‘Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l’occasione (kairós), operiamo il bene verso tutti’ (Gal 6,9-10a)”.

+ Gualtiero Sigismondi




Si attiva la macchina degli aiuti per l’Ucraina con Prociv. La Lega chiede che Orvieto ospiti i rifiugiati”

Si accende la macchina di aiuti umanitari nei confronti degli ucraini. A partire da lunedì 28 febbraio, infatti, la Funzione di Protezione Civile dell’Orvietano, raccogliendo l’appello della Consulta Regionale, ha dato inizio alla raccolta di presidi sanitari (garze, bende, cerotti, disinfettanti, farmaci) da inviare alla popolazione ucraina. Il sindaco di Orvieto, Roberta Tardani, sottolineando la grande importanza e urgenza ha scritto su FB, “la storia ci racconta gli orrori della guerra, la storia ci dice che la guerra non è mai la risposta. Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è inaccettabile, ci turba e ci preoccupa. Anche la nostra comunità si sta mobilitando per iniziative di solidarietà nei confronti del popolo dell’Ucraina, di migliaia di persone, donne e bambini, che stanno fuggendo dalle bombe”.

Anche la politica s’interessa e chiede risposte. La Lega dell’orvietano, tramite il suo coordinatore Davide Melone spiega che, “in riferimento alla disponibilità dei sindaci della Lega Umbria di accogliere le famiglie ucraine in fuga dalla guerra, proponiamo che anche il comune di Orvieto faccia lo stesso, in linea con quello spirito di solidarietà tipico che caratterizza la comunità orvietana. Di fronte a una tragedia umanitaria come questa, nessuno può tirarsi indietro ed ognuno dovrebbe fare la sua parte in maniera tangibile, per garantire sostegno e assistenza. Ci auguriamo quindi che anche il comune di Orvieto, si impegni per mettere a disposizione le sue strutture per ospitare i profughi in fuga dall’ Ucraina, con particolare riguardo a donne e bambini. Un atto di umanità necessario”.




Gli studenti di Alberghiero e Artistico con l’Associazione Diamoci una Mano il 28 febbraio davanti l’ospedale per dire “grazie” al personale

Il Servizio Solidale degli studenti dell’Istituto Alberghiero “Luca Coscioni” continua il suo percorso. Insieme questa volta agli studenti del Liceo Artistico di Orvieto.

In occasione del Carnevale 2022 i nostri studenti vogliono celebrare la spensieratezza e la gioia, associate a questa ricorrenza, insieme a coloro che negli ultimi due anni hanno dovuto triplicare il proprio lavoro per far fronte alla situazione di emergenza determinata dalla pandemia. Sono le persone che operano nella sanità, nello specifico il personale del nostro Ospedale di Orvieto. Il servizio del personale sanitario è sempre un servizio molto prezioso. Rivolto alla cura della persona nella sua totalità.  Operano perché le persone possano tornare a vivere lo stato di salute, riconosciuto e tutelato dall’art. 32 della nostra Costituzione come “diritto fondamentale e interesse della collettività”

Lo stato di salute permette alle persone di tornare a vivere il proprio presente, di poter di nuovo essere operativi nella società e poter sperare ancora nel futuro, avere un futuro. Le chiacchiere di Carnevale, fatte dagli studenti del Corso Serale di Enogastronomia e della classe 3^C,  insieme alla creazione artistica elaborata dagli studenti della classe 5^C del Liceo Artistico, vogliono essere un riconoscimento simbolico per il grande impegno che il personale sanitario del nostro Ospedale ha profuso. Simbolicamente rappresentano un grande e sentito “Grazie”. Grazie al loro impegno tutti noi ricominciamo a vivere la normalità del presente e soprattutto possiamo avere la speranza del futuro, che soprattutto per i giovani è linfa vitale.

Un sentito grazie quindi da parte dell’Istituto di Istruzione Superiore Artistica Classica e Professionale di Orvieto, nella persona della Dirigente Scolastica, Cristiana Casaburo, insieme all’associazione Diamoci una mano, nella persona di Beatrice Casasole. Sarà presente l’assessore alle politiche sociali del Comune di Orvieto, Alda Coppola.

Lo grideranno, il 28 febbraio 2022 alle ore 15,00, presso l’area ingresso dell’Ospedale di Orvieto, gli studenti del Corso Serale di Enogastronomia IPSIA, gli studenti della classe 3^C Alberghiero Luca Coscioni e gli studenti della classe 5^C Liceo Artistico.  Tutti insieme, “poche chiacchiere” di Carnevale e un grande, grande GRAZIE.

prof.ssa Caterina Leonardi




Il 14 febbraio, Valentina e Fabio lo festeggiano con la loro prima donazione di sangue

Il 14 febbraio è una giornata molto particolare, speciale, e si cerca di offrire il meglio al proprio partner. Per farlo di solito si ricorre al “regalo” classico e invece c’è chi ha fatto una scelta diversa…

Valentina e Fabio hanno deciso che il 14 febbraio lo si deve festeggiare al laboratorio analisi dell’ospedale di Orvieto per la loro prima donazione di sangue. Ci spiega la vice-presidente dell’AVIS Comunale di Allerona Francesca Urbani: “avevamo già concordato la data per farli andare a donare, ma poi, come capita spessissimo in questo periodo, il Covid è arrivato prima e abbiamo dovuto annullare tutto. Ma i due ragazzi non si sono scoraggiati e appena negativizzati mi hanno ricontattato esprimendo il desiderio di festeggiare in questo modo San Valentino.
E poco importa se, come avviene quotidianamente, per salvaguardare la salute del donatore Fabio non c’è riuscito. E’ il pensiero che conta. E il loro è stato bellissimo.
“E noi non possiamo fare altro che ringraziarli per questo gesto di amore incondizionato verso il prossimo. Approfittiamo anche dell’occasione per invitare tutti coloro che sono nelle disponibilità a fare lo stesso in modo che ogni giorno possiamo festeggiare questo semplice ma importantissimo gesto che è la donazione di sangue“.

VI ASPETTIAMO nelle AVIS del vostro Comune.




Anteas, Odv Orvieto, “i nostri dubbi e le nostre domande sul progetto da quasi 5 milioni di euro su Orvieto Scalo”

Anteas, Organizzazione di Volontari, sezione di Orvieto, ha voluto attendere la discussione in Consiglio Comunale, il primo vero appuntamento pubblico seppure in modalità online, per comprendere meglio il progetto che prevede la costruzione di un edificio di due piani per ospitare gli uffici relativi alle politiche sociali, un riammodernamento del campo sportivo e dello spazio verde a Orvieto Scalo e precisamente ai giardini ex-Coop.  Proprio in quell’area verde da poco intitolata a Stefano Melone, un uomo che ha servito lo Stato fino all’ultimo e per lo Stato ha dato la vita. 

Anteas e non solo, ha appreso la notizia del progetto di massima dalla stampa, quasi come un fulmine a ciel sereno.  La presidente Andreina Sperati sottolinea, “gli amministratori non hanno mai accennato a alcun progetto su quell’area se non alla riqualificazione dell’area verde, della struttura che ospita il Centro Anziani e del campo sportivo, ma non di altro”.  Il parco è indubbiamente frequentatissimo dalle famiglie e il Centro Anziani è l’unico vero centro aggregativo che negli anni ha costruito con fatica la “comunità” di Orvieto Scalo, di tutto il quartiere che non si ferma all’area storica intorno alla stazione ferroviaria, ma arriva fino all’area commerciale di via Costanzi, ad esempio.  L’essere baricentrico ha sicuramente aiutato in questa missione.  Sempre Andreina Sperati, “ora ci troviamo di fronte un progetto di massima che nella lunga lista di uffici da ospitare non prevede il centro aggregativo, e spero vivamente che sia una svista.  Durante il consiglio comunale proprio il centro è stato inserito fra i progetti, bene, ma le nostre perplessità e quelle di gran parte degli abitanti, sono ben altre”.

E allora Anteas propone alcune questioni e pone alcune domande che avremmo con piacere posto agli amministratori se avessero organizzato un confronto e degli incontri prima e non dopo aver progettato e richiesto il finanziamento.

Quasi 5 milioni di euro per costruire, quindi cementificare un’area già densamente edificata e male in alcuni eclatanti casi, circa mille metri quadri, risistemare il campo sportivo, è uno non dieci, riordinare il parco giochi dei bambini e mettere mano all’area parcheggio.  Veramente tanti, visto che per un nuovo polo scolastico dell’infanzia nel Comune di Porano “bastano” 1,7 milioni di euro circa e a Terni si parla di poco più di 60 milioni di euro per un nuovo stadio, una clinica e area direzionale-commerciale.  I 5 milioni spalmati sul quartiere e sui suoi “nervi scoperti” avrebbero un impatto positivo maggiore e ben visibile.  E poi una domanda, ma un progetto di massima nasce dalla sera alla mattina, insomma tutto è stato partorito dopo il bando relativo ai soldi?  Noi ricordiamo che già nel 2020 si parlava di qualcosa da far nascere in quell’area in particolare, ma potremmo ricordare male…

L’amministrazione in questi ultimi giorni ha ascoltato gli ambulanti del mercato, benissimo, ma tutti gli altri?  Qualcuno ha interpellato i commerciali dell’area, le famiglie, i fruitori del campo sportivo e del centro aggregativo esistente? Gli ambulanti utilizzano quell’area il martedì, tutti gli altri lavorano e vivono lì 365 giorni l’anno.  Già oggi ci sono problemi di parcheggio che andrebbero a crescere con nuovi uffici comunali e servizi con afflussi, purtroppo, alti di cittadini.  Nuovo traffico, nuovo cemento in un’area già penalizzata da scelte passate che hanno portato alla creazione del “Borgo”, area da sempre in attesa di riqualificazione, sempre promessa e mai iniziata

Si è detto riqualificazione del quartiere, ma ne siamo certi?  Una palazzina di uffici comunali che avrebbero bisogno di privacy e invece sorgeranno nell’area più visibile e frequentata del quartiere cambierebbe il volto di Orvieto Scalo?  I punti nodali, le criticità sono altre e altrettanto urgenti e bisognose di attenzione: “il Borgo”, il parco dietro il polo scolastico, l’ex-scalo merci di FS, l’annoso problema del traffico pesante e altri che non stiamo qui a elencare.

Anteas non chiede di rinunciare ai 5 milioni di euro, ma di ripensare il progetto, di discuterlo veramente con le parti in causa principali e cioè cittadini e imprese commerciali che vivono il quartiere tutto. In questi anni l’associazione ha supportato le famiglie in difficoltà, ha organizzato eventi che hanno contribuito a creare comunità, come nel caso del cinema estivo, ha collaborato con altre associazioni e con il centro anziani proprio nell’ottica di lavorare insieme per il bene comune e contribuire a far crescere la comunità, la solidarietà e il dialogo tra le generazioni, obiettivo principale di Anteas. 

Noi ci siamo e siamo pronti al confronto con l’amministrazione e con il sindaco certi che si possa raggiungere un giusto compromesso tra esigenze del Comune e quelle del quartiere evitando contrapposizioni che in questo momento particolare possono essere solo dannose per tutte le parti in causa.