Lettera dei dipendenti della COSP ai cittadini di Orvieto per spiegare le ragioni dello sciopero del 7 gennaio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta scritta dai lavoratori della COSP aderenti al sindacato USB e indirizzata ai cittadini di Orvieto per spiegare le ragioni del nuovo sciopero degli addetti alla raccolta dei rifiuti che si svolgerà il giorno 7 gennaio. A tale proposito ricordiamo che nel caso in cui la raccolta non venisse effettuata la stessa frazione rimasta dovrà essere posta nuovamente fuori la settimana successiva oppure portata all’isola ecologica di Bardano negli orari di apertura.

Il 7 gennaio 2022 gli operatori dei servizi d’igiene ambientali di Orvieto si troveranno costretti a scioperare per difendere la propria dignità di lavoratori offesa dall’arroganza della COSP Tecno Service, azienda appaltatrice del servizio pubblico affidato dal Comune di Orvieto e pagato con le tasse dei contribuenti. Da anni segnaliamo le innumerevoli inadempienze dell’azienda in merito alla corretta applicazione del contratto e alla tutela della salute e sicurezza dei dipendenti, ma riceviamo solo minacce e ritorsioni messe in atto per intimidire e dividere i lavoratori. Da anni assistiamo alla latitanza di talune organizzazioni sindacali firmatarie di contratto, interessate a compiacere l’azienda e ad accaparrarsi i pacchetti di permessi sindacali, piuttosto che difendere i diritti dei lavoratori.

Eppure le nostre richieste sono legittime, perché regolate da leggi dello stato e dal contratto di nazionale d’igiene ambientale a cui la COSP aderisce:

  • Chiediamo un contratto di secondo livello come previsto dal contratto nazionale di categoria che riconosca produttività economica e professionalità  per i lavoratori;
  • Chiediamo trasparenza e informazione sull’andamento economico e produttivo dell’azienda, un dovere nei confronti dei contribuenti che pagano il servizio pubblico, ma anche un obbligo nei confronti dei lavoratori/soci in quanto la COSP è un azienda cooperativa e preleva mensilmente la quota sociale dalle buste paga dei propri dipendenti, ma non rispetta l’obbligo di assemblea annuale dei soci per l’approvazione dei bilanci;
  • Rispetto della legge 81/2008 in materia di salute e sicurezza dei lavoratori. Chiediamo di lavorare con mezzi e carichi di lavoro adeguati, mentre riteniamo inaccettabile che in alcuni cantieri ci sia un solo servizio igienico per 40 dipendenti, e addirittura in altri sono assenti spogliatoi, armadietti e docce, per cui gli operatori sono costretti a fine turno a tornare nelle proprie abitazioni con le divise da lavoro con cui hanno trattato i rifiuti, mettendo a rischio anche i propri familiari da contaminazioni virali e batteriologiche.

Di fronte all’arroganza della COSP e alla complicità dei sindacati compiacenti, abbiamo dato mandato all’organizzazione sindacale USB di rappresentare le nostre legittime richieste, mentre con senso di responsabilità i lavoratori hanno continuato a garantire il servizio essenziale d’igiene ambientale, confidando in una apertura di dialogo che avrebbe apportato benefici al servizio, ai cittadini, ma anche accresciuto il senso di appartenenza dei lavoratori all’azienda stessa. Purtroppo la COSP non riconosce neanche il diritto dei lavoratori di scegliere liberamente da chi farsi rappresentare, oppure più realisticamente ha paura di USB, e non è preparata a trattare con un sindacato che sta dalla parte dei lavoratori e ne difende i diritti.

Lo sciopero rappresenta un sacrificio per i lavoratori che vivono di salario perchè la perdita di una giornata di lavoro pesa sulle famiglie. Ma non ci hanno dato scelta, numerose richieste d’incontro con la COSP non hanno ricevuto nessuna risposta. Persino le istituzioni come il Comune di Orvieto, che appalta il servizio e dovrebbe pretendere il rispetto delle regole contrattuali dall’azienda a cui ha affidato il servizio pubblico, la ASL che dovrebbe vigilare sulla prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, ma anche il Prefetto che ha presenziato al tavolo di conciliazione fra USB e COSP per evitare lo sciopero, insomma tutte le istituzioni preposte a intervenire per evitare di creare disservizio alla città, come pilato, si sono lavati le mani al contrario del senso di responsabilità dimostrato sinora dai lavoratori.

Ci scusiamo anticipatamente con i cittadini per il disservizio nella raccolta dei rifiuti, ma il 7 gennaio sciopereremo e continueremo lo stato di agitazione finchè non si aprirà un tavolo di confronto con i lavoratori

I lavoratori di Orvieto della COSP del sindacato USB




CGIL, “la lettera del sindaco Tardani è fuori tempo massimo e sembra mettere le mani avanti”

La lettera che la sindaca di Orvieto, Roberta Tardani, ha inviato alla presidente della Regione Umbria, nella quale esprime la sua preoccupazione per la situazione della sanità orvietana è per la Cgil un segnale allarmante. Da quasi due anni infatti la CGIL denuncia e segnala le difficoltà e le criticità della sanità del territorio orvietano, ad ogni nostro grido di allarme la sindaca, la sua maggioranza politica e i dirigenti della Usl Umbria 2 hanno sempre risposto che le nostre denunce erano false e che tutto andava per il meglio.
Adesso che la situazione è drammaticamente evidente a tutti, anche a quelli che finora hanno fatto finta di nulla, politici, dirigenti, amministratori, la sindaca scrive una lettera “aperta”, come se la partecipazione decisionale alle politiche sanitarie a livello regionale non sia una prerogativa dei Comuni stessi.
Stiamo parlando di Salute, un diritto fondamentale di tutti i cittadini: non ci si può appellare con una lettera aperta al “buon cuore” della presidente Tesei. Le politiche sanitarie e le ragioni dei territori e dei cittadini che vi abitano si discutono e si fanno valere nelle sedi istituzionali opportune, a tempo debito, non quando ormai le stesse politiche regionali hanno impoverito e abbandonato un sistema sanitario di un intero territorio.
La lettera della Sindaca è un “mettere le mani avanti”, un tentativo di sfuggire alla responsabilità politica di non aver agito prima nell’interesse dell’intera comunità.
Scrive la sindaca che ha avuto una serie di confronti con il personale sanitario e con gli ordini professionali: se avesse avuto anche la lungimiranza di convocare le organizzazioni sindacali, in primis la Cgil, avrebbe potuto ricevere un contributo di idee e proposte proprio attraverso quel personale medico ed infermieristico di cui tanto si tessono le lodi, quando le stesse non costano nulla.
Quanto scritto dalla sindaca sembra un copia incolla delle denunce che a mezzo stampa e con manifestazioni pubbliche questa organizzazione più volte ha diffuso.
La prima domanda che la prima cittadina dovrebbe porsi, se veramente vuole difendere la sua comunità è la seguente: le carenze, le dimenticanze, la mancanza di concorsi pubblici sono solo frutto di insipienza e incapacità o forse dietro c’è una nascosta volontà di depotenziare il servizio pubblico per favorire la sanità privata?

Giorgio Lucci
FP CGIL Terni




Cgil dell’orvietano, “no alla chiusura degli sportelli bancari nei piccoli comuni”

La CGIL è fermamente convinta che la chiusura di sportelli di istituti di credito, soprattutto posti in piccoli comuni dell’orvietano, sia un ulteriore elemento che contribuisce alla regressione del territorio in termini sociali ed economici. Le filiali dislocate sui territori, sono state costruite nel tempo su solidi rapporti di fiducia tra comunità e banca e spesso hanno costituito un sostegno importante per economie famigliari e per le piccole imprese.

Occorre vigilare affinché la progressiva telematizzazione dei servizi bancari, per una fascia importante di cittadini, non venga a costituire problema e isolamento, a fronte soprattutto della elevata età demografica di questi tessuti di comunità, tenendo conto che il nostro ambito è quello più “anziano” dell’Umbria e tra i primi in Italia. Il nostro sindacato al tavolo ha sostenuto tutto ciò, anche nella misura della difesa occupazionale, altro punto cardine e prioritario. Non condividiamo in ogni modo la chiusura di questi sportelli.




Ciro Zeno nominato coordinatore Cgil area Orvietana

La Cgil provinciale di Terni decisamente convinta del fatto che i territori debbano essere rafforzati
e sostenuti da un sindacato sempre più capillare, in data 12 luglio, ad Orvieto, alla presenza del
segretario Generale provinciale Claudio Cipolla, ha costituito il Coordinamento dell’area Orvietana della Cgil. Questo organismo è composto dalle delegate e dai delegati presenti sul territorio.

Lo stesso coordinamento, dopo una proficua ed attenta esamina delle problematiche legate
all’orvietano, ha nominato Ciro Zeno Coordinatore Cgil dell’area Orvietana.
Con la ricostituzione del coordinamento, il sindacato si riserva il massimo impegno possibile a
supporto del lavoro e di una forte progettazione sociale del comprensorio, divenendo sempre più
soggetto attento e pignolo nel risolvere le istanze di cittadini e lavoratori