I sindacati di polizia penitenziaria, stato d’agitazione per la sospensione delle ferie degli agenti del carcere di Orvieto

Il 18 maggio si è svolta l’assemblea dei lavoratori della Polizia Penitenziaria del Carcere di Orvieto indetta in maniera unitaria dalle sigle sindacali Sappe, Osapp, Uspp e CGIL-FP. L’argomento trattato verteva sulla mancata concessione delle ferie al personale fino a data da destinarsi.  La mancata concessione è stata notificata ai poliziotti penitenziari con comunicazione scritta nei giorni scorsi dando l’ultimo colpo alle speranze di un po’ di riposo al personale, già provato da due anni di turni massacranti per fronteggiare le carenze organiche e la pandemia da Covid-19.  L’assemblea è stata molto partecipata vista l’importanza dell’argomento e le sue ripercussioni dirette sulla salute, sul diniego di un diritto costituzionalmente garantito e sulle esigenze familiari dei poliziotti.

Poliziotti che hanno ribadito la richiesta ai propri sindacati di organizzare e mettere in atto tutte le forme di protesta e di tutela legale per il riconoscimento di un diritto sancito da leggi primarie e inaccettabilmente compresso da una semplice comunicazione amministrativa.  La mancanza di personale, oltre a non garantire i diritti dei poliziotti penitenziari costituisce grave pregiudizio per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza del penitenziario orvietano con possibili e non auspicabili ripercussioni anche sulla sicurezza e l’ordine pubblico dell’intera cittadinanza.

Per questo motivo dall’assemblea è emersa anche la richiesta di coinvolgere anche le autorità di pubblica sicurezza competenti per territorio.




Ancora una giornata di follia nel carcere di Orvieto botte fra detenuti e una cella data alle fiamme

E’ stata ancora una giornata di violenza nella casa circondariale di Orvieto. Questa volta una cella è stata data alle fiamme e alcuni detenuti si sono presi a botte, il tutto nell’impotenza degli agenti di polizia penitenziaria che sono a corto di personale, con le ferie sospese dallo scorso 2 maggio e, ormai in ginocchio. A raccontare l’accaduto sempre Fabrizio Bonino segretario nazionale Sappe per l’Umbria, “due detenuti completamente ubriachi per avere probabilmente ingerito grappa prodotta illegalmente in cella facendo macerare la frutta, hanno iniziato a picchiarsi e solamente grazie all’intervento tempestivo degli agenti di polizia penitenziaria si è riusciti a impedire più gravi conseguenze”. A poche ore di distanza, quando sembrava avesse vinto la calma, “uno dei due detenuti – ha raccontato sempre Bonino – ha dato fuoco alla cella, con il conseguente intervento dei vigili del fuoco. La situazione a Orvieto è ormai insostenibile. La polizia penitenziaria è in ginocchio!”. Sono parole forti ma che sembrano ben definire lo stato d’animo con cui operano i poliziotti penitenziari da molto tempo. Donato Capece, segretario generale del Sappe sottolinea che “il ministero della Giustizia e il dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non possono non provvedere con urgenza all’assegnazione di nuovi agenti a Orvieto e a disporre un regime penitenziario più sicuro che garantisca ordine e sicurezza in carcere. Non è possibile e accettabile – conclude Capece – che i detenuti facciano in carcere quello che vogliono”.

ORVIETO ANCORA FOLLIA in carcere: cella incendiata, botte tra detenuti, Polizia Penitenziaria in ginocchio, Sangue e violenza: è quel che caratterizza sempre più frequentemente il carcere di Orvieto, costantemente al centro delle cronache per il continuo verificarsi di eventi critici. Racconta quel che è accaduto nelle ultime ore Fabrizio Bonino, segretario nazionale SAPPE per l’Umbria: “Due detenuti, completamente ubriachi per avere probabilmente ingerito grappa prodotta illegalmente in cella facendo macerare la frutta, hanno iniziato a picchiarsi di santa ragione e solamente grazie al tempestivo intervento del Polizia Penitenziaria preposto alla sorveglianza si è riusciti a separarli ed a impedire più gravi conseguenze”. “Qualche ora dopo”, prosegue sempre Bonino, “uno dei due ha dato fuoco alla cella, determinando l’intervento dei Vigili del Fuoco. Con grande coraggio e professionalità, anche in questo caso i poliziotti sono riusciti a contenere il detenuto, ma la situazione a Orvieto è insostenibile. La Polizia Penitenziaria è in ginocchio!”. Donato Capece, segretario generale del SAPPE e leader del primo Sindacato dei Baschi Azzurri, sottolinea che “il Ministero della Giustizia ed il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria non posso non provvedere con urgenza a porre in essere interventi risolutivi sotto il profilo dell’assegnazione di nuovi agenti di Polizia Penitenziaria ad Orvieto nonché a disporre un regime penitenziario più sicuro che garantisca ordine e sicurezza in carcere. Non è possibile ed accettabile che i detenuti facciano in carcere quel che vogliono: non assumere provvedimenti a tutela del personale di Orvieto vuol dire essere responsabili di questa inaccettabile situazione!”




Un detenuto aggredisce 3 agenti della polizia penitenziaria nella casa di reclusione di Orvieto

E’ stata una nuova giornata di follia quella del 10 maggio nella casa di reclusione di Orvieto.  Un detenuto tunisino di 33 anni ha aggredito alcuni agenti di polizia penitenziaria.  Spiega l’accaduto Fabrizio Bonino segretario nazionale Sappe per l’Umbria, “un detenuto tunisino di 33 anni, già recidivo per comportamenti finalizzati ad alterare l’ordine e la sicurezza interna, proveniente dal carcere di Massa ha chiesto chiarimenti su alcuni fondi nella sua disponibilità. Prontamente il personale di Polizia presente sul piano chiamava l’Agente addetto all’Ufficio preposto che lo rassicurava sulla prossima disponibilità dei fondi in arrivo dalla precedente sede penitenziaria. Ma l’uomo, improvvisamente, si è allontanato dall’ufficio reagendo ai richiami del poliziotto tentando di strangolarlo. L’intervento immediato di altri due agenti, anche loro contusi, ha impedito peggiori conseguenze al nostro uomo”. Bonino chiude con una provocazione, “mi chiedo dove siano coloro che rivendicano, ad ogni piè sospinto, più diritti e più attenzione per i criminali ma si scordano sistematicamente dei servitori dello Stato, come gli Agenti di Polizia Penitenziaria e gli appartenenti alle Forze dell’Ordine, che ogni giorno rischiano la vita per la salvaguardia delle Istituzioni…”.

Intanto, nel 2021, secondo i dati diffusi sempre dal sindacato Sappe, sono stati 17 gli atti di autolesionismo, un tentato suicidio sventato, 9 colluttazioni e 2 i ferimenti nel carcere orvietano.

Donato Capece, segretario generale del primo e più rappresentativo Sindacato della Polizia Penitenziaria, esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi feriti a Orvieto e denuncia: “è gravissimo quello che è accaduto, una violenza inaccettabile che ricorda a tutti quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari dell’Umbria e del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato. Eppure, la Polizia Penitenziaria è stata incomprensibilmente esclusa, rispetto alle altre Forze dell’Ordine, dalla dotazione del taser, che può essere uno strumento utile per contenere le continue aggressioni”.

Capece ricorda infine: “sono mesi che il SAPPE porta avanti le battaglie a favore di ogni singolo operatore delle forze dell’ordine e del soccorso pubblico. Mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative che non ci tutelano di leggi troppo blande per chi delinque come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri”.

Fonte:Sappe




Niente ferie dal 2 maggio per gli agenti del carcere che entrano in stato di agitazione

La storia ha del surreale, una coperta oramai corta e sdrucita che si è strappata nel tirarla. La coperta corta della mancanza di personale denunciata da anni all’amministrazione penitenziaria, al Provveditorato della Toscana ed Umbria, ai direttori del carcere di Orvieto succedutisi negli anni come reggenti e mai risolutori, neanche parzialmente, delle evidenti criticità. Criticità denunciate dai sindacati Sappe, Osapp, Uspp e CGIL-Fp in tutte le occasioni di confronto sindacale ma rimaste sempre inascoltate insieme alle proposte messe in campo dalle sigle stesse. Silenzio assordante alle varie richieste di supporto inviate al Provveditorato. L’unica comunicazione l’hanno ricevuta i sindacati all’ultimo incontro del 2 maggio scorso “L’amministrazione penitenziaria non risponde alle richieste di supporto pertanto gli agenti non potranno andare in ferie da maggio in poi…” Così ha esordito l’attuale direttore del carcere, Luca Sardella, in pieno disprezzo del diritto costituzionale di usufruire delle ferie, dei contratti di lavoro che le disciplinano, della stanchezza del personale dopo i turni massacranti per la pandemia, dopo anni di ferie accumulate e non godute per esigenze di servizio.

Ci vuole veramente coraggio per trattare in questo modo gli operatori di Polizia Penitenziaria che chiedevano solo e giustamente di recuperare un po’ di stanchezza. Ci vuole veramente coraggio a negare ciò al personale oramai anche avanti negli anni per il mancato turn over previsto e finora mai attuato. Ci troviamo di fronte, denunciano le sigle sindacali, all’ennesima inefficienza dell’Amministrazione Penitenziaria scaricata sulle spalle dei lavoratori, sulle spalle dei loro diritti, sulle spalle della loro vita privata e familiare, sulle spalle della loro salute. Negare il recupero psico-fisico per un lavoro stressante e delicato come quello della polizia penitenziaria non merita commenti.

Ovviamente tale situazione costringe le organizzazioni sindacali ad indire lo stato di agitazione, a richiedere un urgente incontro con il Provveditore Regionale di Toscana ed Umbria, oltre che esercitare ogni utile azione giuridica e prerogativa sindacale al fine di tutelare i diritti dei lavoratori della Polizia Penitenziaria.

Fonte:  Sappe, Osapp, Uspp e CGIL-Fp




La Lega interviene sul carcere di Orvieto, “serve assolutamente un dirigente a tempo pieno”

Da molto tempo il carcere di orvieto è in sofferenza per la cronica mancanza di un dirigente penitenziario a tempo pieno.  Da troppo tempo, infatti, manca una figura full-time che sia pronto a intervenire in caso di problematiche più o meno acute.  Eppure, in questi ultimi due anni momenti di tensione non sono mancati. Più volte anche il sindacato Sappe della polizia penitenziaria ha chiesto a gran voce di riempire questo vuoto. 

Ora a intervenire è la Lega, uno dei partiti principali dell’attuale maggioranza di governo. “Auspichiamo che nel più breve tempo possibile, il Ministero della Giustizia prenda atto della situazione del penitenziario di Orvieto a cui, negli ultimi anni, non è mai stato assegnato un dirigente penitenziario in pianta stabile, ma sempre e solo figure part-time che dovevano dividersi nella gestione di più istituti detentivi. E’ pertanto necessario che gli organi competenti si impegnino a risolvere tempestivamente tale problematica. Sottoscriviamo quindi l’appello del Sappe nel quale si chiede che, anche al carcere di Orvieto, venga assunto un dirigente in pianta stabile che si occupi solo delle incombenze della casa di reclusione in questione. Una figura apicale dedicata ad Orvieto e la sua conseguente presenza costante, garantirebbe una gestione più efficiente della struttura e migliorerebbe sensibilmente le condizioni di lavoro di chi opera al suo interno.

E’ quindi prioritario intervenire non ripetendo gli errori del passato, con dirigenti assegnati a più penitenziari e che trascorrevano ad Orvieto soltanto poche ore alla settimana. Il ‘nostro’ istituto ha le sue criticità e le sue esigenze, ed ha bisogno di un impegno assiduo. Basta con le figure part-time”.




Tentano di introdurre droga nascosta nel parmigiano e in un giubbotto per un detenuto nel carcere di Orvieto

E’ di nuovo sotto i riflettori il carcere di Orvieto, questa volta nessun atto di violenza ma la scoperta del tentativo di introdurre droga all’interno dell’istituto. Come è già successo recentemente per introdurre la droga è stata utilizzata la tecnica della “posta. Come spiega in una nota Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sappe, “la droga era accuratamente occultata all’interno di alcune porzioni di parmigiano e di un giubbino imbottito indirizzati a una detenuto originario del Mdagascar. Anche in questo caso, come la volta precedente con le confezioni imbottite di bresaola, nonostante il poco personale in servizio, la polizia penitenziaria è riuscita a impedire l’introduzione in istituto di circa un etto di hascish e di alcuni grammi di cocaina”.

L’episodio riferito da Bonino risale allo scorso 17 dicembre ma è solo l’ultimo di una serie di ritrovamenti di sostanza stupefacenti o di telefonini nascosti nei pacchi per i detenuti. Sempre Bonino sottolinea come “attraverso delicate e puntuali attività d’intelligence interne, portate avanti in completa autonomia dai colleghi di Orvieto, sono stati scoperti, oltre a sostanze stupefacenti, anche diversi telefoni cellulari occultati ad arte dai detenuti e utilizzati per scopi illeciti. Droga, telefoni, continue aggressioni e umiliazioni ai danni del personale stanno portando la polizia penitenziaria in servizio a Orvieto allo stremo. Ci si attendono – continua Bonino – provvedimenti e riscontri da un’amministrazione locale e regionali che tardano a arrivare, insieme alle risposte alle tante istanze presentate dai sindacati e mai riscontrate”.